CIELO E TERRA 2
È una one-shot/song-fic divisa in due parti.
Non tiene conto del settimo libro. Tra le parentesi graffe c’è la canzone [Cielo
e Terra di Nek]. Le parti in corsivo sono dei flash-back, in particolare
ricordi. C’è anche un ricordo nel ricordo, facilmente riconoscibile perché con
un carattere diverso. Buona lettura. Per chi vuole ci sentiamo in fondo.
CIELO E TERRA.
Hermione Granger.
{Scrivo
il tuo nome senza il mio}
Stupida burocrazia magica!
Come se non fosse abbastanza
evidente.
Eh no!
Ci sono tutti gli spazi da
riempire.
- Per le pratiche del divorzio
entrambi i coniugi dovranno compilare un prospetto, separatamente. Per
accertarci sia consenziente, sotto ogni aspetto -
Gli aveva spiegato il suo
avvocato.
Quell’aria professionale e maledettamente
soddisfatta lo irritava.
Come se ci godesse.
Bhè, con tutto quello che
guadagnava.
Il divorzio
{Oggi nel giorno
dell’addio}
Non aveva mai pensato a
sposarsi.
Figurarsi a divorziare, un
giorno.
Maledetto Potter!
*
- Malfoy, sposerai
Hermione -
Non era una
domanda.
Un semplice dato di
fatto.
- Harry sei
impazzito! -
- Potter, devi
esserti bevuto il cervello! -
Avevano sbottato i
diretti interessati.
- Nient’affatto,
ascoltatemi -
Il Bambino- ancora
per poco- Sopravvissuto camminava avanti e indietro per la cucina di Grimmauld
Place, spostando lo sguardo prima sull’una poi sull’altro.
- Malfoy ha
bisogno d’aiuto, e non guardarmi così, le ricerche sono improbabili per uno
solo. È praticamente impensabile appioppargli Ron - alzò gli occhi al cielo -
Inoltre a questo punto della guerra, ho bisogno di saperti al sicuro - le si era
avvicinato, inginocchiandosi per essere alla sua altezza.
- Harry, posso
continuare le ricerche anche da qui - lo supplicò con lo sguardo.
- Sai quanto mi
costa separarmi da te - le prese le mani tra le sue - Ma è necessario - ripeté
risoluto - Malfoy ti proteggerebbe anche solo per senso dell’onore -
La strinse tra le
braccia. Lei nascose il viso nel suo petto.
- Voglio
combattere con voi - mugugnò, in un ultimo tentativo.
Harry le baciò i
capelli - Lo farai lo stesso, in modo diverso -
- Mi mancherai -
sussurrò contro la sua maglietta.
Lui sorrise - Anche
tu, tesoro, lo sai -
- Dai, che vuoi
che sia - sdrammatizzò dopo poco - Dovrai solo convivere con il Furetto
-
Draco Malfoy, che
aveva avuto il buon gusto di tacere, per ossequio a quella scenetta
strappalacrime, si sentì chiamato in causa. - Nessuno chiede il mio parere,
Sfregiato? -
- Certo che no -
si allontanò da Hermione, tenendola per mano -Ti affido una delle persone più
importanti della mia vita, vedi di rifarti al cosiddetto senso dell’onore, come
spero, altrimenti ti spezzo le gambe -
Il biondo lo guardò
truce - Maledetto me e la mia redenzione - borbottò tra sé.
Gli altri due
scoppiarono a ridere.
*
{Anche
se è inevitabile}
Già, inevitabile.
Come inevitabile è la sera che insegue
sempre il giorno.
*
- Granger, non
credevo ti facessi comandare a bacchetta dai tuoi amichetti -
Ennesimo
litigio.
Quella casa da una
settimana a quella parte, era l’allegro teatro dei loro continui
battibecchi.
- Malfoy, te
l’avrò ripetuto cento volte: Harry è il mio migliore amico - si alzò dal divano
- Ma che discuto a fare con te! Sei più duro di un mulo - si avviò verso le
scale.
- Sarei quello
duro.. e dove credi di andare, stiamo parlando - la raggiunse ai piedi delle
scale.
- Vado a dormire
Malferret, e poi perché non ti sei opposto tu! Visto che fai tante storie
-
- Sai che non sono
nella posizione per farlo - salì due scalini, continuando a seguirla.
- Smettila di
venirmi dietro, Malfoy! - si inalberò lei - Sono stanza, vado a letto, e domani
dobbiamo metterci a lavoro. Prima risolviamo l’enigma, prima questo teatrino
finirà -
- Oh non vedo
l’ora - berciò.
- Tranquillo, il
divorzio risolve ogni cosa. Dopo non mi vedrai nemmeno per sbaglio. - Gli lanciò
un’ultima occhiataccia e si richiuse la porta della sua camera alle
spalle.
Draco Malfoy rimase
fermo per un minuto buono.
È vero.
Non se lo
aspettava.
Si era abituato fin
troppo all’idea di averla in giro per casa.
Scendere al mattino e
trovarla con gli occhi assonnati a sorseggiare una tazza di caffè.
Quelle continue
frecciatine erano diventate una routine.
Scosse la testa. Come
per scacciare quegli inutili pensieri.
E si avviò verso la
sua camera.
*
{Mi
chiedo ancora adesso}
- Ecco a lei - firmò il documento e lo
consegnò al suo avvocato.
Hermione era stata in religioso silenzio
per tutto il tempo. Avvicinò il foglio al legale, la mano le tremava
impercettibilmente.
Avrebbe voluto alzarsi. E stringerla tra
le braccia. Tanto da annullare tutto il resto.
{Sono
pronto a perderti, a rinunciare a te}
*
- Granger, mi
deludi: non vuoi varcare la soglia del nostro nodo d’amore tra le braccia del
tuo maritino - soffiò sarcastico.
Lei fece una smorfia
- Ma fammi il piacere! - Aprì la porta entrando in casa.
- Non trattare
così quel vestito, mi è costato una fortuna. E poi le donne adorano i vestiti da
sposa - berciò
lui, seguendola
dentro.
- Lo odio questo
vestito! Tutto merletti e taffettà - esclamò, stropicciandolo tra le mani chiuse
la pugno.
- Odio questo
vestito! Odio questo matrimonio e odio questa situazione! - quasi gridò - Ho
mentito davanti al pastore e a mezza chiesa! Io! Che mi sento in colpa per un
mese, per un innocente bugia - urlò esasperata.
La raggiunse con
poche falcate - Adesso calmati - le pose le mani sulle braccia - Calma ok? - la
fissò deciso.
Hermione per un
attimo si perse in quello sguardo, che sembrava trapassarla.
Dense nubi che si
annodano prima di un temporale.
Prese un
respiro.
Si impose di
calmarsi.
- Va meglio? - le
chiese, sempre fissandola.
Annuì debolmente. -
E’ che le persone a cui voglio bene sono lì fuori, chissà dove, a rischiare la
vita. Mentre io mi sposo! - alzò le braccia in un gesto esasperato, allontana
dosi da lui.
- Tutto questo -
continuò - perché il mio migliore amico ha la stramaledetta tendenza a
proteggermi. Maledetto Potter! -
Draco scoppiò a
ridere.
Si voltò di scatto.
Non l’aveva mai visto ridere.
Le labbra le si
incurvarono istintivamente in un sorriso.
- Cos’hai da
ridere - Fintamente indignata.
Le si avvicinò, e la
strinse tra le braccia.
Sorprendendola.
Spalancò gli occhi.
Immobile.
- Granger, hai
iniziato a parlare come una Malfoy - rise ancora lui.
Hermione si rilassò
tra le sue braccia, e gli diede uno scherzoso pugno sul fianco.
- Non è affatto
vero! - si unì alla sua risata.
Era la prima volta
che rideva da quando era iniziata tutta quella storia.
I suoi pensieri
rasentavano ancora l’incredulità.
Era abbracciata a
Draco Malfoy e rideva.
Rideva abbracciata a
Draco Malfoy.
Meglio non
pensarci.
Sarebbe
impazzita.
Aveva imparato fin
troppo presto e bene a vivere alla giornata, cogliere l’attimo o
checchessia.
- Ora vai a
toglierti questo coso - disse allontanandola di poco - Prima che te lo strappi
io di dosso - ghignò.
Hermione sorrise,
avviandosi di sopra.
- Attento, potrei
sempre cogliere l’invito - lo provocò, scomparendo su per le scale.
Draco scosse la
testa.
L’avrebbe fatto
impazzire prima o poi.
*
{Ma
se ti guardo sento che}
L’avvocato controllava in silenzio che
tutto fosse in ordine.
Il giovane Malfoy spostò lo sguardo sulla
sua a momenti ex-moglie.
Era pallida e teneva lo sguardo
basso.
{Sei
spaventata come me
Poteva
essere e non è}
In quell’anno aveva imparato ad
interpretare tutti i suoi comportamenti.
Aveva sempre le mani fredde, come
scolpite nella neve, quando era terrorizzata.
{Poteva
essere
Il mio ricordo
naviga}
Quel silenzio era assordante.
{Attraversa
l’anima}
Non riuscirono più ad arginare i
ricordi.
Come un fiume in piena supera irruento
una diga.
{E
improvvisamente sono là, ancora}
L’avvocato Stabbins aveva risolto molti
casi.
Aveva visto tante [troppe] coppie
chiedere il divorzio.
Alzò di poco gli occhi dalle carte che
stava analizzando.
Non era la prima volta che gli
capitava.
Tra quei due c’era ancora
qualcosa.
La Granger aveva lo sguardo basso e
assente, mentre si tormentava le mani.
Malfoy fissava un punto indefinito oltre
la sua testa.
Sorrise.
Stavano ricordando.
{Quando
eravamo cielo e terra
E
tu di me la mia metà}
*
Il torpore della
notte avvolgeva la camera.
Draco Malfoy aveva
sempre avuto il sonno leggero.
Fin da
bambino.
Odiava quella sua
prerogativa.
Odiava svegliarsi nel
cuore della notte per le urla dei suoi genitori.
Odiava sentire sua
madre piangere e sentirsi completamente impotente.
Odiava non trovare
rifugio nemmeno nel sonno.
Si girò dall’altro
lato.
Per fortuna la
Granger aveva un sonno tranquillo.
Stava per
abbandonarsi tra le morbide spire del sonno..
- Aah -
Un grido.
Per un attimo gli
sembrò di essere tornato a tanti anni prima.
Scosse la testa per
scacciare quel ricordo.
Era molto più
vicino.
Accese l’ abatjour
con la bacchetta.
La ragazza al suo
fianco si rigirava agitata tra ne lenzuola.
Si avvicinò posandole
una mano sulla spalla.
- No… no -
mugugnò.
Aveva il viso rigato
dalle lacrime.
- Granger - la
chiamò piano.
- No… Ron - si
agitò ancora di più.
- Granger è solo
un incubo - alzò di poco la voce.
- Ti prego… Harry
-
- Su sveglia - la
scosse leggermente.
- No - quasi urlò
- Draco! - scattò a sedere improvvisamente.
Il ragazzo aveva gli
occhi sbarrati.
Era la prima volta
che lo chiamava per nome.
Stava sognando anche
di lui.
Rimase interdetto per
qualche minuto.
Poi si accorse che
lei piangeva ancora, adesso cosciente.
Le si avvicinò.
Delicatamente le tolse le mani che teneva davanti al viso.
- È stato solo un
incubo - La strinse tra le braccia. Tanto forte da fare quasi male.
Hermione nascose il
viso nel suo petto, non riuscendo a smettere di piangere.
Era stato così
reale.
Tutte le persone a
cui voleva bene..
Remus,
Tonks.
I membri
dell’Ordine.
Neville..
Luna..
Ron.. Harry.. Quasi
le mancò il fiato.
E ora anche
Draco.
Gli si strinse
maggiormente contro.
Maledizione! Si stava
affezionando troppo a lui.
- Shh, sta
tranquilla. È tutto finito… sta tranquilla - le sussurrò all’orecchio,
accarezzandole i capelli.
Prese un respiro.
Quelle parole sembrarono tranquillizzarla.
Draco continuò ad
accarezzarla, affondando le mani nei suoi capelli e soffermandosi con le dita
sul collo, fin quando non si fu calmata del tutto.
Hermione
sorrise.
Il collo era il suo
punto debole.
Maledetto Malfoy,
l’aveva già capito.
Lui l’allontanò di
poco per guardarla.
- Va meglio?-
chiese.
Lei
annuì.
- Torniamo a
dormire, ok? - Un debole nota di preoccupazione nella voce.
Annuì nuovamente.
Sembrava non avere le forze necessarie per parlare.
Draco fece per
coricarsi nuovamente, ma Hermione gli strinse le braccia in vita.
Lui rise
sommessamente, coricandosi e trascinandola con sé.
- Ok Granger. Non
preoccuparti anche se non sei del tutto in te, so di essere irresistibile, e che
non riesci a starmi lontana - ghignò.
Gli posò il capo sul
petto, stringendosi a lui - Fottiti, Malfoy - un sorriso nella voce.
- Se con te
volentieri - Le passò un braccio intorno la vita.
- Malfoy sei…
-
- Shh - la
interruppe lui.
Spense l’abatjour -
Ne parliamo domani- Le posò un bacio sulla fronte - Adesso dormi -
sussurrò.
Hermione incredula
sentì il proprio cuore fare una corsa frenetica.
Incredibile.
Si rilassò
completamente tra le braccia di Draco.
E chiuse gli occhi
cullata dal suono regolare del suo cuore.
E per la prima volta
in ventidue anni, quella notte Draco Malfoy dormì.
Dormì
veramente.
Di un sonno
tranquillo e ristoratore.
*
{In
ogni dubbio, in ogni verità}
*
- Cos’hai lì? -
chiese improvvisamente, notando dei segni scuri sul suo polso.
- Niente - si
affrettò a coprirli con la manica della maglietta.
- Granger, non
fare la sciocca, fammi vedere - allungò la mano per dare un’occhiata, ma lei la
nascose sotto il tavolo.
- Ho detto che non
è niente - Riprese a mangiare come se niente fosse.
- Granger -
l’ammonì lui, una nota dura nella voce.
Lei alzò lo sguardo
su di lui - Ho solo la pelle delicata. Viviamo insieme, ventiquattr’ore su
ventiquattro da due mesi ormai, dovresti ricordarti certe cose - si alzò da
tavola, gettando via il fazzoletto.
E Draco capì.
- Fermati! -
- No Malfoy - si
allontanò.
Lui la raggiunse - Stavamo
parlando -
- Non voglio parlare - fece
per andarsene, ma lui la trattenne per un polso.
- Invece dobbiamo - asserì
risoluto.
La stretta era decisa ma non
forte.
- Lasciami - lo minacciò con
lo sguardo.
- No -
- Malfoy, lasciami - piegò
il polso in avanti, e tirò forte.
Lui la lasciò quasi
immediatamente.
- Sei una stupida, potevi
romperti il polso - lo sguardo incredulo.
- Non mi interessa, adesso
non seguirmi, voglio stare da sola - e scomparve su per le scale.
Non era mai facile il loro
rapporto.
A volte non la capiva
proprio.
Non gli permetteva di
capirla.
Si alzò da tavola con
calma.
La trovò nel
salotto.
Sul tappeto fissava
le fiamme del caminetto, stringendosi le gambe al petto.
- Orgogliosa
Grifondoro - mormorò, avvicinandosi.
Lei lo guardò male,
poi riportò lo sguardo sulle fiamme.
Le si avvicinò e le
si pose dinanzi per attirare la sua attenzione.
- Vieni - le porse
la mano.
Hermione lo guardò
scettica, ma qualcosa nel suo sguardo sembrò convincerla.
Sembrava una lontana
ombra di … senso di colpa.
Gli prese la mano,
lasciandosi trasportare.
Non era mai stata al
piano di sotto.
Arrivarono ad una
porta e lui l’aprì deciso.
La ragazza si guardò
intorno curiosa.
Nell’aria aleggiava
una leggera nebbiolina e un odore misto, tra l’agro e il dolce.
Diversi calderoni
ribollivano di strane sostanze e c’erano boccette con pozioni ovunque.
- Così questo è il
mondo di Draco Malfoy - Si voltò a guardarlo.
Aveva una luce
orgogliosa negli occhi.
Già, era il suo
mondo.
Sentì una strana
stretta allo stomaco. E lei che lo aveva tenuto fuori da tutto.
Era stata una
stupida.
- Strano che sulla
porta non ci sia la scritta “Perdete ogni speranza voi che entrare” - ironizzò,
cercando di smorzare la tensione.
- Divertente
Granger - fece sarcastico - Accomodati pure - le indicò una sedia.
Lei si sedette, e lo
vide armeggiare con una strana sostanza molliccia.
Si inginocchiò
davanti a lei, per stare alla sua altezza.
- Dammi il polso -
Il tono era quello che un medico usa con un paziente poco
collaborativo.
Hermione sorrise. Gli
allungò il braccio.
- Non ce n’è
bisogno, ma se proprio insisti-
- Sì che ce n’è
bisogno - asserì deciso.
Fece una smorfia,
quando si accorse che i lividi erano peggio di quello che aveva
immaginato.
In quel momento lei
capì di non essersi sbagliata: si sentiva davvero in colpa.
Intanto lui le
spandeva la lozione, sfiorandole appena il polso con il pollice.
- Malfoy, puzza
terribilmente - si lamentò, cercando di ignorare i brividi che la percorrevano
al tocco della sua mano.
- Non lamentarti
Granger, è una della mie migliori pozioni: tra un paio d’ore non avrai più
nessun segno-
Le massaggiò ancora
un po’ il polso. Poi fece per alzarsi.
- Draco - lo
trattenne lei - Non è stata colpa tua - Si abbandonò alla tentazione di sfiorare
la pelle perfetta del suo viso - Sono stata io una stupida - gli
sorrise.
Il ragazzo sentì
quella mano diffondere il suo calore sulla sua pelle e non voleva lasciarla
scivolare via. Sentì l’improvviso impulso di trattenerla, avvicinarsi a lei e
saggiare la morbidezza delle sue labbra.
Ma resisté,
alzandosi.
- Su Malfoy, non
startene lì impalato - lo prese in giro lei - Mostrami il laboratorio
dell’alchimista più famoso d’Inghilterra - gli si affiancò sorridente - O devo
pensare che siano tutte dicerie -
L’atmosfera si era
fatta [finalmente] più leggera.
Aveva notato che
c’era stato un momento in cui l’aveva guardata intensamente, e aveva dovuto
ricorrere a tutto il suo autocontrollo per allontanare quella mano dal suo
viso.
- Non sia mai
detto Granger - ghignò.
*
{Quando
avevamo la stessa pelle,
la
stessa luce nel corpo e nell’anima}
*
- Granger - la
chiamò piano.
- Sì - distolse
gli occhi dal libro che stava leggendo.
- Stai tremando -
Un’ affermazione.
- Tu deliri-
Solito orgoglio pungente.
si rannicchiò
maggiormente su se stessa.
- Hai freddo -
affermò sicuro - Su vieni qui -
Posò il Profeta sul
tavolino di fronte a sé, e distese il braccio sulla spalliera del divano, in un
chiaro invito.
Hermione lo guardò
male - Non prendermi in giro -
- Cosa ti fa
pensare che lo stia facendo - Un ghigno a curvargli le labbra sottili.
Lei gli lanciò
un’occhiataccia e riprese a leggere, ignorandolo.
Non era in vena di
scherzi.
Odiava profondamente
l’inverno.
Tremò
percettibilmente.
Draco lo notò.
Ovviamente. Non sia mai detto che non stia attento a qualcosa.
- Dai, non fare la
stupida - si allungò sul divano prendendola per la vita - Vieni qui -
Ormai era
un’abitudine. Una [cattiva] abitudine tenerla tra le braccia.
Aveva sviluppato una
sorta di dipendenza che non gli piaceva affatto.
Hermione protestò con
un mugugno, ma si accomodò meglio sul suo petto.
Non voleva trovarsi
in nessun altro posto.
Strana la
sorte.
Si diverte a
intrecciare fili e tessere destini.
- Basta per oggi
con queste sciocchezze - le sfilò il libro di mano.
- Non sono
sciocchezze, ridammelo - Un sorriso nella voce.
Lui lo lanciò
all’indietro, oltre il divano.
- Ehi! - gli diede
uno scherzoso pugno sulla spalla - Arrogante, presuntuoso, insolente! Sei sempre
stato abituato a prenderti tutto quello che vuoi senza chiedere? -
- Assolutamente sì
- le bloccò la mano, attirandola maggiormente a sé.
- Ah sì? - stette
al gioco, sorridendo lei - E cosa vuoi ora? - avvicinò il viso a quello di
lui.
- Oh, io voglio
tante cose - disse vago - Come… - fece finta di pensarci - Una bella vacanza ai
Caraibi, un gelato al pistacchio. Mm anche una giacca nuova - elencò
sardonico.
- Scemo! - fece
per alzarsi, fintamente indignata.
- Dove vai - la
prese per un polso, facendola ricadere al suo posto - Tu non vai proprio da
nessuna parte - ora fu lui ad avvicinare il suo viso - Non mi piace ripetermi -
le soffiò vicinissimo, per poi annullare la distanza.
Carezzò le sue labbra
con le proprie. Le sfiorò il labbro inferiore con la lingua, mordicchiandolo
leggermente in una muta richiesta.
Lei gli concesse
l’accesso alla sua bocca approfondendo il bacio.
Le strinse le braccia
intorno la vita, percorrendo la sua schiena in una lenta carezza.
Hermione affondò le
dita nei suoi serici capelli, solleticandogli il collo.
- Hai le mani
fredde - sussurrò Draco sulle sue labbra.
- Qualcosa ti
preoccupa - aggiunse, non avendo ricevuto risposta.
- Dopo parliamo,
ti dirò tutto - promise - Adesso sta zitto - e affondò di nuovo le labbra nelle
sue.
- Mi piace
Granger, quando fai la pervertita - ghignò
- Tutta colpa tua
- gli sorrise.
La guardò
intensamente perdendosi nell’oro fuso dei suoi occhi, per poi cancellare quel
sorriso con un bacio.
La seconda parte, premetto, che non è ancora su
carta, quindi non vi so dare riferimenti temporali, all'incirca una settimana.
Per il resto mi scuso per eventuali errori, ma devo scappare e non posso
rileggerla. Se avete qualsiasi dubbio non esitate a chiedere. È la prima
Draco/Hermione che pubblico e ho un po’ di ansia. So che l’avvicinamento può
sembrare un po’ repentino ma essendo una one-shot ho dovuto cogliere i momenti
più importanti. La smetto di annoiarvi.
Ci tengo molto
mi facciate sapere se vi è piaciuta o meno, mi accontento anche di due righe
^^
Un
bacio. Alla prossima, Vale
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