Una serata calda d'estate.

di Xenia_
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Era una serata calda d’estate. Avevamo appena finito di cenare, cosi ci siamo messi a giocare a un gioco stupido ma divertente, di cui al momento mi sfugge il nome, ma consisteva nel: dividersi in due gruppi, un componente di ogni gruppo doveva pescare una carta e, mimando, doveva far indovinare, al proprio gruppo, la parola scritta nella carta. Tu eri in squadra con me. Eravamo gli unici ragazzi in quella squadra. Toccava a me pescare. Pescata la carta non sapevo come far capire alla mia squadra la parola, cosi iniziai a mimare quello che mi sembrava più adeguato. Tu eri l’unico che tentava di indovinare la parola, cosi era come se in squadra fossimo solo noi due. Tu guardavi me, intento a capire cosa mimassi e io guardavo te per aiutarti. Sentivo altre persone nella nostra squadra che sparavano parole a caso, ma era come se non ci fossero. Era come se fossimo solo noi due in tutta la stanza. Sentivo solo te, i miei pensieri e basta, come se fossimo rinchiusi in una bolla. Tutti ci fissavano. Mentre eravamo ancora intenti a fissarci e a giocare a quello stupido gioco tu hai indovinato la parola e quella sensazione strana era finita. Subito dopo è intervenuto mio zio, in squadra con noi, tutto arrabbiato dicendo “E’ DA MEZZ’ORA CHE DICO STA PAROLA”. Arrossi. Ops, scusa zio.



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Spazio autrice.
Abbiate pietà, è la prima volta che scrivo qualcosa hahah.
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