Noi.

di _Trancy
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Non avrebbe mai finito di dirglielo: in quella casa nulla andava toccato.
Nulla andava spostato, sporcato, o chissà quale altra tragedia.
La casa di Yusuke era qualcosa di intoccabile. Qualcosa di prezioso, un accumularsi di roba inarrivabile, rara. Tutto veniva trattato nemmeno fosse una reliquia.
Gliel'aveva ripetuto così tante volte che diamine, l'avrebbe fatto solo per dispetto.
Non gli aveva mai dato il consenso di spostare nulla, in casa sua.
Eppure, nessuno gli aveva mai dato il consenso di distruggerlo dall'interno.

«In che senso parti?!»
«Nell'unico senso che ha la frase.»
Sapeva disarmarlo nel giro di poche parole. Aveva questa terribile capacità, quel ragazzo. O con le parole, o con i gesti, la maggior parte delle cose che diceva o che faceva lo distruggevano.
«...E... E noi?»
«E noi cosa?»
Di nuovo. Non aveva mai inteso il "noi" nel suo stesso modo.
O forse non era mai riuscito a spiegarsi bene sull'argomento. Anzi, non s'era mai spiegato, ed ora era come se stesse pagando il conto tutto insieme.
«Pianifico la mia partenza da quasi un anno. Appena preso il diploma, mi imbarcherò sul primo aereo disponibile.»
La leggerezza con cui pronunciava ogni parola faceva male. Faceva male sapere che tutto quel che aveva cercato di costrire stesse andando in frantumi, quella sera.
Faceva dannatamente male, e nessuno sembrava accorgersene. L'unico modo di Jinpachi per farsi notare era l'essere pesante. E, semplicemente, con lui non aveva mai funzionato. Se ne rendeva conto troppo, troppo tardi.
Troppo tardi perchè probabilmente le valigie erano già fatte e chiuse.
Troppo tardi perchè probabilmente i biglietti dell'aereo erano già nelle sue tasche.
«Ti.... Ti verrò a salutare.»
«Ci avrei giurato, Jinpachi.»






Note dell'autrice (!) : Piccola robetta scritta così, tanto per. La Toumaki è una delle mie coppie preferite in Yowapeda. Non è un granchè come descrizioni o- penso che potrei continuarla, magari in un testo separato.
See ya!

 





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