Nel figlio di lui…
Tracci con i passi larghi cerchi sul pavimento di quell’ufficio che non hai mai sentito tuo. Non sopporti di
sederti sulla sua stessa poltrona. Chi mai ti ha visto seduto li? Alla sua
scrivania? Davanti ai suoi libri? Nessuno. Il che è tutto
dire visto che la stanza è tappezzata di quadri chiacchieroni.
Angoscia. Ti assale nuovamente, ti logora
mentre quelle lacrime non riescono ad uscire, mentre la testa ricorda
dolorosamente quella sera. Nella mente lo rivedi mentre
di implora
“Ti prego Severus…”
Ti implora sì. Ma
di ucciderlo. Per salvarlo da una morte peggiore e, naturalmente, per salvare
l’integrità di un ragazzino innocente, soggiogato dall’amore per un padre il
cui cuore segue solo il Signore Oscuro. Se ci
pensi bene è veramente inconcepibile: un Malfoy che
adora un…
Beh? Non continui la frase? Sei messo male, Severus. Dopo
tutti questi anni non riesci ancora a dirla quella parola che un tempo urlavi ai quattro venti? Non riesci neanche a pensarla?
Pietà. Ecco cosa fai. Non riesci
neanche sussurrare la parola Mezzosangue. Urli? Ah! Questa è comica Nasolungo. Basta una sola parola ad aumentare il tuo
dolore? Causato da te, oltretutto. Cosa ti ha ridotto
così?
“Tu sei… sei una strega”
“Non è una cosa carina da dire!”
Amore. I suoi occhi verdi sono tuttora vivi in te. Li sogni mentre ti guardano con dolcezza, con uno sguardo
diverso da quello di tanti anni fa. Ma i sogni se
riguardano i morti, finiscono, no? Sono falsi, no? Fanno male, no? Soprattutto quando gli stessi occhi rivivono proprio ora, ma nel
figlio di un altro. Nel figlio di lui.
“Ci si vede, Mocciosus!”
Colpa. La senti dentro per tante cose. Averlo ucciso anche
se per il suo bene fa male, eh? Inoltre perché avresti mille
volte preferito la morte del figlio che quella di lei. Nonostante sia normale per il sentimento che provavi, ti
senti sporco. Così sporco che ti viene voglia di urlare.
È così forte la voglia che non ti accorgi di farlo. Per l’angoscia, per la pietà, per il senso di colpa, per l’amore,
per…
“Severus…?” ti volti richiamato dalla voce familiare di
Minerva, che punta su di te il suo sguardo sempre impeccabilmente fiero, con la
solita nota di disgusto che scorgi in lei da alcuni mesi a questa parte. Ma non c’è solo questo. È che hai appena finito di urlare e
lei è confusa.
“Ah, Minerva…” prendi dalla tasca un fazzoletto leggermente
sporco e ti pulisci quella goccia di sudore. “sei tu… dimmi”
“Sicuro di stare bene? E’… più pallido del solito. In più
quella scena…” Era pietosa? Lascia in sospeso lei la frase, ma la finisci tu
nella tua testa. Non puoi fare a meno di notare il suo
sguardo, i suoi occhi sono un libro aperto. Il suo sguardo brillante fa
percepire ogni suo pensiero.
“Sì, sto bene. Pensavo ad alcune cose…” ti accasci sulla sedia che hai portato dal tuo vecchio ufficio.
Le gambe tremano, ma per la sforzo che hai appena fatto, sei senza fiato. Non
provi neanche un po’ di imbarazzo per ciò che è appena
successo. Sei pietoso. Ti fai schifo da solo, lo sento.
“Ero venuta per parlarle di alcune
cose inaccettabili, per l’ennesima volta. Quei due…” la voce è dura, ma la
senti sbiadire dopo ogni singola sillaba. Ti sembra di esserti appena fatto di erba maga mentre vedi sbiadire l’immagine della donna e
fai finta di ascoltarla socchiudendo gli occhi. Parla di quei due schifosi mangiamorte. Vedi? Te lo dici da solo, schifoso Mangiamorte. Peggio…
“Hanno riposto la loro fiducia nella persona
sbagliata…
Più o meno come te, Severus”
Sudicio traditore. Non sei altro e lo sai.
Che tu lo faccia per il bene di qualcun altro non
cambia il fatto che tu lo sia. Minerva continua a parlare,
con gli occhi furenti, non solo per quello che ti sta raccontando.
Quanto vorrebbe urlarti quelle stesse parole che tu
stai urlando contro te stesso nella mente, anche se per motivazioni diverse. La
guardi ora, cercando di mettere a fuoco la sua esile figura.
“Esigo che lei prenda provvedimenti, Preside” dice infine
con un leggero colorito roseo sulle guance, prima di girarsi ed uscire dal tuo…
ok… suo ufficio. Quella donna non si fa il
minimo problema a trattarti con disprezzo. Come ti meriti.
“Sarai sempre il mio migliore amico Severus…”
“Già…”
Amicizia. L’hai mai provata per qualcuno? Non l’hai mai
considerata la tua migliore amica. Non riuscivi ad accettare quel semplice
sentimento.
Eppure è colpa tua, lo sai. Se non
ti fossi comportato da idiota, se non avessi dato retta ai tuoi due amichetti
futuri mangiamorte, se non ti fossi unito al Signore Oscuro, forse lei si sarebbe innamorata di te,
perché non avrebbe guardato neanche di striscio una persona arrogante che
tratta male una buona e giusta.
Ma tu non la eri affato.
“Vieni Severus Piton… vieni
nel mio esercito di morte.
Non vi sarà mai nulla di più dolce. Non vi
sarà mai nulla di più
giusto…”
Così ti disse quando decidesti di
unirti a lui, pronto a cominciare una nuova vita. Una vita dopo la morte
dell’anima. Ti sei venduto, Mocciosus.
Ora sei qui a rivangare il passato, pronto a subire le
conseguenze delle tue azioni che ben presto verranno
scoperte. È davvero giunta la tua ora. Preparati perché per
l’ultima volta potrai vedere quegli occhi. E
solo questi potranno vedere la verità. La tua storia…
Nel figlio di lui.
Nel figlio di lei.
*-.__.-**-.__.-**-.__.-**-.__.-**-.__.-**-.__.-**-.__.-**-.__.-**-.__.-*
Angolo di Kalie ^^
Salve a tutti! Sono tornata con una nuova fan fic, questa volta su Severus Piton! Spero vi piaccia, ci tengo particolarmente perché adoro questo personaggio,
sapete? ^^ ho sempre tifato per la sua innocenza! COMMENTATE NUMEROSI!!!
Per quanto riguarda le mie altre fic,
ben presto aggiornerò! Un bacione!