L'idea per questa oneshot
è nata
ieri sera, d'un botto. E' ambientata subito dopo “La
Maledizione
della Prima Luna”, più precisamente dopo il
matrimonio di
Will ed Elizabeth, così come sarebbe dovuto avvenire se
Beckett non avesse interferito.
Troppo
semplice chiamarla Follia
Il rumore della carrozza
sul selciato
svanisce quando i cavalli si arrestano ad un semplice comando del
cocchiere, davanti ad una modesta villetta.
L'uomo seduto a cassetta
scende, apre
la porta della vettura e attende con un piccolo inchino che la
giovane coppia all'interno scenda, poi risale a cassetta, gira la
carrozza e se ne va, si allontana, scompare nella notte buia,
fermandosi solo per chiudere il cancello della villa.
L'eco degli zoccoli dei
cavalli si
spegne nella notte, illuminata solo da una tonda e fredda luna piena,
alta nel cielo.
Will si gira verso
Elizabeth, verso
colei che è appena diventata sua moglie e per un momento non
può far altro che ammirarla, ammirare la sua bellezza
inviolata e perfetta, eterea. Ed è proprio la voce di quella
creatura a riportarlo alla realtà.
“Siamo
sposati...” mormora
Elizabeth, quasi timidamente, come per convincersi che quel sogno
tanto anelato si è finalmente realizzato.
Will annuisce e le sfiora
il viso,
delicato. Poi, in rispetto della tradizione, la prende in braccio e
varca con lei la soglia della loro nuova dimora.
L'androne è
buio, rischiarato
solo a zone dai raggi lunari, ma Will sa dove andare. Con sicurezza,
ma senza fretta, si dirige verso la scalinata e comincia a salire, un
gradino alla volta, sorreggendo Elizabeth con le sue forti braccia.
Un'ombra scura, la sagoma
di un uomo,
si staglia sul pianerottolo, nera contro il vetro di una delle
finestre, nera come un uccello del malaugurio, nera come la morte.
E nella mente di Will,
quella figura
senza volto ha il viso della morte.
Il ragazzo si ferma, pone a
terra
Elizabeth, che solo allora si accorge della nera sagoma.
Will la ripara dietro al
suo corpo,
deciso a difenderla da qualcuno che ancora non conosce, ma che sente
foriero di funesti eventi. Vorrebbe scappare, fuggire con lei, ma la
paura paralizza entrambi, ed entrambi assistono immobili, mentre la
figura avanza e scende con una lentezza funebre ed esasperante i
gradini, fino a raggiungere i giovani sposi.
E' un attimo.
Una lama brilla nel buio.
Will cade in avanti,
colpito a morte da
una pugnalata in pieno petto, si volta cadendo.
Il suo ultimo sguardo
è per lei,
Elizabeth, la sua Elizabeth, la donna che ha sempre amato e che non
ha mai potuto avere.
Elizabeth grida, le mani
sulla bocca,
in preda all'orrore.
Non ci crede, non ci vuole
credere...
il suo Will non può essere morto....
Non ha la forza di
allontanarsi da quel
corpo che la vita ha ormai abbandonato, riesce solo a fissare gli
occhi pieni di terrore sull'assassino, di cui ancora non vede il
volto.
La lama argentea si solleva
di nuovo.
Un attimo di esitazione,
poi si abbassa
ancora, questa volta su Elizabeth. Il corpetto bianco dell'abito da
sposa si macchia all'istante di sangue, sangue che esce a fiotti,
sangue che non si ferma.
Elizabeth cade riversa
sulle scale.
Morta.
Il coltello che ha colpito
lei e il suo
giovane amato cade, tintinna sulle scale e si ferma.
“Preferisco
vederti morta, piuttosto
che sua.”. Il sibilo dell'assassino è freddo,
atono, senza
sentimento.
Un ultimo sguardo al
cadavere di
Elizabeth, poi il governatore Swann si allontana e lascia villa
Turner.
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