Nightfall
Ad
ogni passo sentivo le foglie secche frantumarsi sotto i miei piedi. Non
vedevo a più di un centimetro dal mio naso. Davanti a me
l’immenso buio della notte. Dietro di me, a qualche metro di
distanza c’erano uomini con i fucili e cani al guinzaglio che
mi cercavano senza sosta.
Quella folle corsa non faceva che gravare sulla mia povera caviglia
slogata. Ma purtroppo dovevo ignorarla: se mi avessero trovato,
sicuramente mi avrebbero ammazzato come un cane.
Mi fermai. Con il fiatone arrancai verso un albero, dove mi appoggiai.
Tesi l’orecchio: non sentivo nient’altro che
l’ululato del vento e il “uh uh” dei
gufi. “forse hanno lasciato perdere” pensai.
“no…non è possibile: mi seguirebbero in
capo al mondo pur di uccidermi”. Il mio cuore batteva
all’impazzata e le tempie mi pulsavano freneticamente.
Alzai la testa: la luna era quasi piena. Ormai mancavano pochi giorni.
La caviglia non era la sola a dolermi. Sentivo male nel profondo delle
mie ossa. Ogni volta che si avvicinava la luna piena, il mio corpo mi
faceva pesare ancora più stanchezza, rendendomi debolissimo,
quasi incapace di alzarmi dal letto la mattina.
Nel silenzio più assoluto, rotto solo dai rumori della
notte, sentivo gli uomini che ancora mi cercavano. Poveretti! Non li
biasimo per niente: chi vorrebbe avere un lupo mannaro per vicino di
casa? Io stesso, se non fossi quello che sono, sarei con loro con il
fucile sotto braccio. Ma io sono quello che sono, un lupo mannaro, e
questo non cambierà mai fino a che vivrò.
È vero: forse sono diverso da certi lupi mannari, ma la
gente non mi guarda per quello che sono, si limita ad inseguirmi per
ammazzarmi.
Sentendo le loro voci avvicinarsi, mi addentrai ancora di
più nella foresta, lasciando il sentiero maestro. Guidato
solo dalla luce della luna trovai un angolino dove sedermi. Iniziai a
massaggiarmi quella povera caviglia e alzai di nuovo la testa: la luna
mi stava guardando sogghignando? O stava semplicemente sorridendo?
Maledetta luna voltagabbana! Proprio tu che mi rendi un mostro ora mi
fai da guida per la salvezza?
Improvvisamente qualcosa si mosse dietro di me ed io iniziai a sudare
freddo: “non è possibile che mi abbiano
trovato!”. Lentamente mi voltai. Feci il giro del tronco e
tutto quello che riuscii a trovare era un rametto secco. “Ma
allora cos’era quel rumore?” non feci in tempo a
darmi una risposta quando sentii un forte colpo alla schiena.
Come al rallentatore, il mio corpo cadde piano e dolcemente. Alzai per
l’ultima volta gli occhi e osservai la luna: “non
ti smentisci mai, maledetta!”.
E poi fu il buio.
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