Note:
Ce l'ho fatta!! Quasi non ci credo /cry
Quando ho iniziato questa parte (non parliamo della serie intera), non
avrei mai immaginato di metterci così tanto a finirla; anni!
E soprattutto che diventasse un mostro da quasi 50K. Poco per alcuni,
lo so, ma per me che perdo facilmente il filo sono tanti O_o La strada
è stata difficile ma piena di soddisfazioni, non ultima
quella di aver concluso, per cui non me ne pento; ma è anche
un sollievo mettere la parola "end". Fiuu. Dai che si può
continuare con la serie!
Voglio ringraziare
tantissimo tutti voi recensori, che mi avete sostenuto e
incoraggiato quando credevo che nessuno leggesse. I vostri commenti mi
hanno riempita di gioia, fatto riflettere e condividere il vostro
divertimento :D grazie!
Grazie anche a tutti coloro che hanno solo letto; spero abbiate passato
qualche ora piacevole. Se è così, ho restituito
al fandom almeno una parte di tutto il divertimento avuto in questi
anni :)
Ecco a voi l'ultimo capitolo, un (bel) po' in ritardo rispetto a quello
che avevo promesso... ma sicuramente meglio di quel che sarebbe stato
tre settimane fa. Spero renda giustizia alle vostre aspettative!
Versione
con smut su AO3.
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La
Linea d'Oro
I
Sua madre indossa una cintura che Loki associa alla Fontana di
Mìmir. Lo abbraccia nello spiazzo del
Válaskjálf, in mezzo ai passanti e alle guardie,
incurante del suo stato disgustoso.
«Sono orgogliosa di voi.»
Lo bacia sulla fronte, tirandosi sulle punte dei piedi. Quando li
riappoggia sul pavimento i suoi occhi brillano.
«Veglierò io sui mondi per voi,
stanotte.»
Loki si sente (brinare) arrossire. Non c'è bisogno di
chiedere cosa intende... solo da scrollare Thor, se è stato
lui a dirglielo. Le madri non dovrebbero sapere certe cose.
Frigga sorride e gli dà un colpetto malizioso sulla guancia,
smuovendo qualche cristallo di ghiaccio. Poi se ne va con passo allegro.
L'imbarazzo si è trasformato in impazienza quando Loki
finisce di rastrellare i suoi hrimthurs per
palazzo e cittadella. Non ha tempo da sprecare.
Eppure altro va buttato chiarendo quali Jötnar torneranno con
lui e quali rimarranno per gozzovigliare ad Asgard. L'impazienza
diventa frustrazione. Con un gesto secco ordina a... ha perso il
conto... a chi è interessato, e sarà
meglio che le idee siano chiare in questo preciso istante,
di correre al Bifröst per partire. Li segue dall'alto come
falco per farli rigare dritto.
A Jötunheim la notizia della vittoria è
già arrivata. In assenza pro-bellum
del re, i burocrati hanno avviato i preparativi per una celebrazione
autonoma, come Loki immaginava, e alcuni degli operai che lavoravano
alle decorazioni per il Mezzinverno sono stati dirottati sul progetto.
Il preavviso è troppo breve perché possano creare
chissà cosa, ma almeno una (inaccurata, pacchiana) statua
con l'idra sconfitta e lui grande il doppio del reale darà
caratterizzazione a quella che, di fatto, sarà la solita
orgia cittadina. Gaudio e tripudio.
Comunque Loki ha intenzione di tenere solo un brevissimo discorso, in
apertura del banchetto approntato per le strade. Il resto non lo
riguarda.
Prima di quel momento, mentre silava nelle sue
stanze, parla con messaggeri e proiezioni di seiðrmaðr.
Senza la mole dell'idra a sostenerlo, il Pugnale di Hel
è imploso: i suoi seiðrmaðr
lavorano da qualche ora per stabilizzarlo e una falange di Thrym
ripulisce le zone più colpite del Gastropnir. Loki
dà qualche direttiva, qualche consiglio. Poi caccia via
tutti.
Ancora poche ore – meno di tre. Le lune calano in fretta.
Esce dalla vasca di acqua tiepida, fa dissipare la cortina di nebbia
che lo celava. Grazie al piccolo balcone si gode la vista di
Utgarð, scintillante sotto i suoi festoni di neve. Si asciuga
ghiacciando l'acqua che ha sul corpo e pensa a quello che
farà stanotte.
Senza rendersene conto, pian piano diventa un groviglio di nervi.
Si veste con semplicità, scegliendo pochi gioielli: il suo
sigillo, alcune cose significative che sono state regali di Thor. Sono
le stesse che indosserà per lui.
Meno due ore e un quarto.
Scende nella sala dei banchetti, parla ai suoi nobili e cortigiani.
Accetta lo schiocco secco dei loro corni di idromele con un sorriso
compiaciuto a ogni brindisi. (Un'ora e mezza.) Poi, dopo qualche
boccone che fatica a deglutire, li lascia a ingozzarsi ed esce, accolto
dalle voci levate e dagli sguardi un po' increduli del popolo. Un altro
discorsetto, semplice ma efficace. Quello che conta è mandar
tutti alla baldoria.
Baldoria che condividerà, anche se non come credono.
Un'ora.
Per tutto il tempo, ogni respiro è una tortura. Ora che ha deciso
il suo autocontrollo è sparito. Gli tremano le mani, ha il
respiro corto e un fremito costante nel sangue; un calore freddo
spiraleggia e si concentra nel suo ventre. Il suo corpo oscilla come le
grandi maree, pronto a crescere...
Vuole andare da Thor, subito.
Entrare nel suo abbraccio e prenderlo senza esitazione.
Non mostrarlo richiede fino all'ultima goccia del suo autocontrollo. Ma
non dovrà resistere ancora a lungo; resta solo una cosa da
fare. Non ha dimenticato la meraviglia e il desiderio di Thor alla
vista della Linea d'Oro, il piacere viscerale che ha provato sentendo
il suo invito quand'erano al Fölkvangar. Dopo tutto quello che
ha fatto per allontanarli, vuole donargliela – e, certo,
sarà anche un omaggio all'ossessione Jötnar per la
tradizione. Il re di una Jötunheim fiorente dovrebbe
trascorrere questi giorni chiuso nelle sue stanze col suo compagno, a
generare eredi sani. Gli Jötnar sanno indurirsi sino a
prosciugarsi, nei momenti di povertà; occasioni come queste
non vanno sprecate.
E chi vuole sprecarla?
Rivedrà la fame sul viso di Thor. Sentirà di
nuovo i suoi occhi, le sue mani su ogni linea del kýn.
Tre quarti d'ora.
Il sospiro che manda Angantýr quando Loki entra nel suo
studio-bottega non potrebbe essere più trasparente. Il
guaritore si volta, rabatta sul suo piano di lavoro, afferra le giare
delle polveri d'oro e argento e fa mostra di cacciarle nell'armadio
alle sue spalle. Poi si ricorda l'inchino.
Loki inarca un sopracciglio.
«Pensavi di non vedermi per un po'?» chiede,
buttando il mantello di piume su una sedia. L'unica superficie libera.
«In tutta onestà, Loki-Re?»
«Hm.»
«No. Speravo di vederti tornare per quelle»
accenna all'armadio «prima di partire per Asgard, ma potevo
riconciliarmi col fatto che non fossero indispensabili. E
invece...»
«E invece, eccomi qui.»
Loki vorrebbe sapere perché il suo stato civile (o anche
solo riproduttivo) sta tanto a cuore a quel vecchio zitello. Non
è stato la sua balia né un tutore né
un mentore. Prima di poter elaborare il pensiero, nota che
Angantýr sta scuotendo la testa con aria da martire.
«Sono qui per la pittura adesso»
fa Loki, spiccio. «E non ho intenzione di
aspettare.»
Angantýr alza lentamente la testa e lo fissa come se avesse
assistito a un miracolo. O a un massacro. Poi diventa un ciclone di
operosità, afferrando ciotole e pennelli. Loki non sa se
trovarlo ridicolo oppure offensivo.
Chiude gli occhi e intinge un dito nella pasta d'oro. Si lascia
immaginare.
Guarda al passato, poi rivolge la mente al futuro.
Thor fa la sua comparsa al banchetto solo per protocollo, ma non se ne
pente. L'atmosfera è allegra e nella sua sala siedono alcuni
tra i migliori guerrieri dei Nove Mondi, insieme a sua madre e ai suoi
amici. Manca soltanto Loki.
Quando l'orologio ha compiuto due giri, uno dei suoi collaboratori si
sporge dall'uscio di servizio e gli rivolge un cenno discreto. Thor si
alza e offre un ultimo brindisi alle sette tavolate, questa volta in
onore degli alleati Jötnar. Tracannato il sidro fra grida di
approvazione, annuncia il pezzo forte del banchetto: sette barili di
frutta macerata nel più forte liquore prodotto dai nani,
direttamente dalle cantine del Válaskjálf. E
mentre si scatena il caos, sparisce con un'occhita complice a Sif,
Hogun e Volstagg.
Nel bagno degli appartamenti reali lo attende una vasca fumante.
L'acqua è degna del Valhalla. Reclinato all'indietro,
schiena che sfiora un bordo marmoreo, abbassa le palpebre e lascia che
i sali allevino gli ultimi dolori lasciati dalla battaglia.
Non può fare a meno di contare i mesi che l'hanno visto
separato da Loki. I minuti che mancano al loro ritrovarsi.
Se Loki verrà.
Scuote la testa. Verrà.
Quando ha finito si veste con abiti comodi ma ricchi, in rosso, oro e
camoscio, e s'intreccia i capelli sulle tempie. Non li porta
più lunghi come un tempo, ma questo lo può ancora
fare. Soprattutto, a Loki piacciono.
Tornato nella sua camera recupera la chiave-sigillo che ha preso dalla
tesoreria prima di salire e la infila in una catenina, indossandola al
collo. Poi siede sulla sua poltrona preferita con qualcosa da leggere.
Gli orologi segnano quasi la mezzanotte.
Passati i suoi rintocchi, un barlume attira il suo sguardo. Thor guarda
per terra.
Qualcosa si sta arricciando contro lo zoccolino del muro che confina
con l'anticamera, vicino alla porta. Luccica. Da quella voluta spuntano
gentilmente virgulti di ghiaccio bianco-azzurrini, che crescono, si
arrampicano, fioriscono con grazia sino a trasformare la camera in una
pergola bianca, baciata dall'inverno. La chiave di volta contiene
effigi di Mjölnir e Laevateinn. Thor espira e sorride con
tutto se stesso.
Loki bussa una volta contro lo stipite, suono attutito dai cristalli.
Il suo mantello di piume è aperto. La pittura che abbraccia
il suo corpo magnifico cattura subito la luce, brillando insieme al
pergolato. Loki non ha il suo rubino né altre gemme, solo
familiari anelli intrecciati alle dita e un kjálta
di lupo grigio. Sul viso, occhi febbricitanti e un mezzo sorriso.
Nonostante la Linea d'Oro il suo aspetto è essenziale e
semplice e vero.
«Eccomi.»
«Loki...»
Esitano. È il momento del passo che cambia tutto (o forse
non proprio tutto).
«Credevi che non sarei venuto?»
Thor chiude il suo libro e si protende, puntellando i gomiti sulle
ginocchia, cuore che batte all'impazzata.
«Pensavi davvero che avrei potuto amare un altro?»
Loki distoglie lo sguardo prima di riuscire a controllarsi.
«Immagino» risponde dopo un po', distante
«che dubitare sia una parte troppo radicata della mia natura,
nonostante i miei sforzi.» Poi aggiunge, eloquente:
«Sono accadute molte cose in questi mesi.»
Thor fa una smorfia. «E' vero. Accetto le mie
responsabilità... ma hai iniziato tu, Loki.»
Invece di ostilità ottiene un sospiro. Quando è
chiaro che Loki non risponderà, Thor appoggia il mento al
dorso della mano destra, guardandolo in tralice.
«Dovrei renderti le cose difficili, ora... Tu hai sempre
imparato solo così.»
Non sa perché lo ha detto. È felice, e non
è il momento, e si sono puniti già abbastanza.
(Ma essere sovrano gli ha insegnato la durezza.)
Loki accusa il colpo ma non rinuncia all'ultima parola. Nei suoi occhi,
il fuoco che Thor ha sempre amato.
«Vedi? Siamo fatti l'uno per l'altro.»
Si guardano, e un accenno di riso cresce lentamente in sogghigno sulle
loro bocche. Thor annuisce di buon grado.
Poi osserva con occhio obiettivo e, all'improvviso, si rende conto di
quello che sta facendo. Loki sembra sicuro di sé, ma il suo
corpo lo tradisce: i suoi lineamenti sono tirati, i suoi muscoli
contratti. Non è pronto. Non è pronto, e Thor non
deve–Thor lo sta–
La sua bocca si asperge di amaro. Si alza e va ad abbracciarlo.
Loki si chiude il mantello sulla pittura, un po' rigido. E' liscio e
fresco. Odora d'inverno, piume e pigmenti dolci.
«Non tremare così» implora Thor, invaso
dal senso di colpa. «Mi dispiace.»
«Per cosa?» chiede lui, affondando le mani nella
stoffa della sua schiena.
«Ho ceduto ai cattivi consigli della guerra. Non avrei dovuto
darti quell'ultimatum.»
Una bassa risata. «Io ho fatto lo stesso, Thor. E non
è forse tutto lecito in guerra e in amore?»
«No. Non voglio che sia così
fra noi.» Thor tira indietro la testa. L'espressione di Loki
è ammorbidita. «Non voglio più dover
contrattare per la nostra felicità. Perciò, se
non sei pronto... e non lo sei... c'è tanto tempo,
possiamo–»
Loki lo spinge via.
«Che cosa?»
Thor accenna un gesto pacificatore. Loki scopre i denti.
«Quante volte te l'ho detto? Non spetta a te stabilire cosa
sono o non sono.»
«Hai ragione. Comunque sia, possiamo aspettare.»
Per un attimo Loki è senza parole. Poi emette un ringhio
incoerente. «Oh, questo–questo–»
«Ti ho sorpreso di nuovo?»
«Thor» sibila
«quello che mi hai fatto passare–»
«Me lo renderai triplicato, lo so.»
Loki lo spinge ancora, poi lo afferra per la tunica, lo scuote e preme
le corna contro la sua clavicola. Thor gli passa le mani sulle braccia,
attraverso le piume. La calma torna così, tra un respiro e
l'altro e la reciproca vicinanza.
«Sai qual è la parte peggiore? O la
migliore» dice Loki, alla fine. «Ora voglio davvero
un bambino.»
Il petto di Thor si espande con forza.
«Mi fa paura. Ma... quando ti ho visto precipitare...
ho temuto che–ho capito... di esser stato uno stupido.»
Gira la testa per parlargli contro il collo. «Se possiamo
avere tutto, finché sarai qui con me voglio tutto
ciò che possiamo avere insieme. Tutto.»
Thor lo stringe forte tra le braccia, respiro veloce.
«Lo vuoi ancora?»
Quando alza il capo, Thor lo sta guardando con la gioia e il dubbio
negli occhi. «Ma tu non devi–»
«Lo vuoi ancora? Uno, e forse altri?» ripete Loki,
tirando la stoffa della tunica.
Sì, dicono le labbra di Thor.
«Sì» ripete la sua voce.
«Li avrai. Quanti ne vorrai.»
«...Quanti ne vorremo.»
Si baciano con trasporto. Quando si separano, senza fiato, Loki
appoggia la fronte sulla gola di Thor e Thor posa una guancia sulla sua
tempia. Ridono, un po' ubriachi.
«Il prossimo toccherà a te, naturalmente. Ma non
questo.»
«Sei sicuro?»
«Sono pronto.»
«Allora–»
Huh. Già.
«Vuoi sposarmi?» chiedono all'unisono, e poi
sbuffano una risata, fronte contro fronte.
«Sì» dice Loki.
«Sì» risponde Thor.
«Sì. Finalmente.»
Quando si sono separati, riluttanti, Thor infila una mano nello scollo
della propria tunica e solleva la chiave per la catenina. Gli occhi di
Loki vanno subito al monile. Thor può quasi sentire la sua
mente perspicace lavorare mentre segue i contorni della chiave,
analizza le rune e, soprattutto, riconosce il seiðr
intrecciato al suo uru.
«Quella–»
«Una sorpresa per te» dice. «Per
noi.»
Tende la mano libera, la destra, e dopo un momento di scherzosa
perplessità Loki la afferra.
«Come, non qui? E io che ho decorato la stanza.»
«E' bellissima» dice Thor, inarcando il collo per
guardare. «Durerà? Potremo reinaugurarla al
ritorno?»
«Sì, certo.» Loki si lecca le labbra.
«Mi è mancato farlo qui dentro... ma deduco dalla
tua impazienza che hai ben altro in serbo per la nostra
notte.»
Thor sorride da un orecchio all'altro. «Tieniti
forte.»
Poche parole di potere e l'aria che li circonda implode, risucchiandoli
nel buio.
La prima cosa che Loki vede passato il disorientamento –
Tesseract, quella chiave è connessa al Tesseract –
è il vuoto. Nero, deserto, stelle.
Il respiro gli si mozza in gola. Barcolla e collide con qualcosa. Thor,
che lo afferra e lo tiene dritto.
«Loki, stai bene?»
Sopra di loro, l'immensa distesa di galassie si offusca. La sostituisce
un soffitto a crociera, basso e chiaro come quello di un salottino.
Gli ci vuole qualche secondo per raccapezzarsi.
«Sì... credo.»
Gira la testa. Thor gli bacia una tempia.
«Forse non è stata una buona idea. Avrei dovuto
pensarci–»
La sua solidità lo rilassa.
«Smettila» fa Loki, con un mezzo sorriso.
«Sbaverai la pittura.»
Thor lo lascia andare. Ha un'aria davvero troppo preoccupata per
l'occasione: Loki è andato da lui per fare la pace e
soprattutto l'amore, non per ricordare gli orrori che si nascondono
nelle profondità della galassia.
«Sto bene» lo rassicura, posandogli le mani
nell'incavo caldo dei gomiti. «Solo un capogiro. Non mi
aspettavo di viaggiare via Tesseract.» Gli lancia
un'occhiata. «La prossima volta avvisa, per favore? Avrei
potuto reagire e mandarci chissà dove.»
Thor offre uno dei suoi sorrisi impenitenti.
«Scusa. Ero impaziente.»
«Chissà come mai?»
Thor indietreggia fino a poterlo prendere per le mani.
«Sicuro di star bene?»
«Sì, Thor.»
«Allora sei pronto per la sorpresa...»
Loki non ha finito di annuire che le pareti tornano trasparenti.
Inconsciamente credeva fossero nella stanza che occupa la cima di una
torre. Ciò che vede lo lascia senza fiato.
Sono a bordo di un... avamposto sospeso fra le stelle. Vetro e magia ed
energia pura, e metallo, ramato e dorato. Gli ambienti sono due, a
cupola, collegati da una passerella coperta che si apre proprio accanto
a loro, stretta come un tunnel e trasparente oltre il pavimento e il
parapetto. Nessuna area è davvero illuminata, per consentire
un'agevole osservazione dell'esterno buio, ma emana comunque una luce
tenue e calda.
Loro si trovano nella struttura più piccola, paragonabile a
una camera. E' il punto di collegamento con Asgard, il portale di
viaggio, capisce Loki. Sotto i loro piedi ci sono tarsie geometriche in
leghe e pietre speciali, incise con rune di viaggio,
solidità, protezione e simboli legati al cuore del
Tesseract; quattro circonferenze si dispongono ai punti
cardinali del pavimento, il cui cuore a stella irradia strisce di
ideogrammi.
L'altra struttura è almeno tre volte più grande,
coronata da una cupola i cui spicchi sfaccettati sono rinforzati da
nervature di metallo. Come una coppa senza stelo, col suo fondo a
cappuccio rovesciato, resta sospesa nel vuoto ruotando
dolcemente, stabilizzata da una raggiera di bracci lunghissimi che
terminano in sfere o punte. Al suo interno, Loki intravede quella che
sembra un'isola di comando. Anche se le strutture portanti sono
concluse, sono visibili ovunque parti incomplete. E' un cantiere senza
detriti, tirato a lucido e ammobiliato per un'occasione speciale.
Lascia che Thor, camminando all'indietro, lo conduca fino a
metà passerella. La visuale è mozzafiato.
Col cuore in gola, riconosce le galassie della loro infanzia. E quando
guarda giù, giù, fino all'isola luminosa che
è Asgard, sa immediatamente dove sono.
«Il nuovo osservatorio» sussurra.
Il loro progetto segreto, sospeso da tempo perché
impossibile. O forse non così impossibile. Si accorge di
stringere forte le mani di Thor.
«Come ci sei riuscito?»
«Ti piace?»
«È magnifico.»
«Un giorno ho riletto le nostre vecchie carte. E nelle ore di
noia ho avuto un'intuizione davanti al Tesseract...»
Che Loki immagina seguita da molti tecnicismi.
Thor ricambia la stretta senza smettere di fissarlo – anche
se lui non può smettere di spaziare con lo sguardo sui mondi
ai loro piedi... conosciuti e sconosciuti.
«Potremo continuare insieme, ora.»
Lentamente, Thor lo conduce nell'Osservatorio vero e proprio,
incompleto e bellissimo. Al centro si trova un albero maestro che
raggiunge il soffitto della cupola; alla sua base, una piattaforma a
scalini reca i comandi e le coordinate astrali, oltre a spazi che
saranno riempiti da strumentazioni e mappe. Tutt'intorno,
l'architettura pulita dell'ambiente è stata ammobiliata con
un tavolino di rinfreschi, due poltrone, cuscini, tendaggi e un letto
sontuoso. Nell'area ridotta creano l'atmosfera di una casa.
Respirano e ascoltano. Non c'è silenzio lì,
nonostante le distanze che li separano dal resto di Yggdrasil. Sotto la
cupola riverberano echi dei mondi – acqua, vento, il brusio
della vita, le voci pacifiche ed eteree degli alberi.
Dalle galassie scende una pioggia di stelle.
«Come ti sembra, come talamo nuziale?»
Loki gira la testa verso Thor, senza parole. Si muovono come una cosa
sola, per baciarsi con tenerezza.
Poi Loki lo fa cadere sul letto e gli si arrampica addosso.
«Prendimi ora» sussurra. «Prima che
decida di fare da solo.»
Thor ride, perché è una minaccia vuota. Loki lo
fissa con occhi dilatati, mezzo sogghigno che scompare per lasciare il
posto al desiderio. La luce senza sorgente dell'Osservatorio anima le
linee di pittura d'argento come se fossero onde su acqua.
Nel momento che li divide da quell'ultima cerimonia, Thor si sente
sopraffatto dalla gratitudine.
«Credevo fosse già accaduto... ma è la
prima volta che mi offri tutto di te.»
«Sai che non lo farei per nessun altro, vero» dice
Loki, slegandogli i lacci della tunica. «A parte me
stesso.»
Ridono sommessamente. Poi Thor gli passa il polpastrello del pollice
sul collo, lisciandogli la pelle e una linea del kýn; il suo
gesto sbava un po' di pigmento. Scuote la testa senza distogliere lo
sguardo.
«Se me l'avessero detto quando eravamo giovani e
stupidi...»
«Parla per te.»
«Se mi avessero detto come cambiano la vita e le
persone–»
«Già.» Loki lo bacia, interrompendo le
malinconie. «A chi lo dici.»
Forse si sarebbero risparmiati molta sofferenza. O forse non sarebbero
qua. Importa poco ormai, in fondo.
L'importante è che si siano ritrovati, ancora e ancora, per
arrivare a congiungersi in questo momento. Thor lo spinge un po'
indietro, scosta il suo mantello e avvicina le mani al suo ventre,
palmi avanti, dita aperte verso la Linea d'Oro.
Loki inspira con asprezza, assecondando per un attimo l'istinto di
ritrarsi, e Thor sorride. Poi, lentamente, le sue mani lo raggiungono
per toccarlo dal centro del ventre ai fianchi – grandi, calde
– dita che scivolano oltre il suo bacino per unirsi sulla
schiena, sfumando la linea dei re. Creando la Cintura dell'Unione.
Loki non può che guardarlo negli occhi, sentire il suo corpo
caldo e pronto. L'antica magia cristallizza i colori perché
restino invariati fino al giorno in cui mostreranno la sua
fecondità. Non è più un sovrano solo,
ora. E domani, vedendolo, nessuno potrà ignorarlo.
Siamo uniti.
«Guardati le mani.»
Thor ruota i polsi. I palmi delle sue mani sono coperti di polvere
d'oro che, al tatto, non sfuma.
«Lo saprano tutti» fa, divertito.
«Che sei mio?» fa Loki, abbassandosi
finchè i loro petti non si sfiorano. «L'idea
è questa...»
Gemono. La pittura finisce di cristallizzare con uno scintillio.
«Eccoti, finalmente» gli mormora Thor all'orecchio,
dopo averlo baciato.
Loki chiude gli occhi, nascondendo il viso nel suo collo.
«Eccomi.»
È il momento. Lo sente come sente il seiðr
che scorre in tutte le cose, sicuro e inarrestabile. Saprà
esattamente quando accadrà, perché l'impulso che
domina il suo corpo alla vicinanza di Thor – così
vicino ora, oh, vicino e suo, soltanto suo, per sempre –
quell'impulso affievolirà sino a scomparire, lasciandolo di
nuovo padrone di se stesso. O forse non il solo padrone.
Loki deglutisce. Non è stato cresciuto per affrontare
questo... ma, forse, la libertà che ha sempre cercato sta
anche in quello.
Sarà il figlio di Thor, quello che avrà.
«Thor... Thor.»
La sua mente e il suo corpo sono pieni di lui, può soltanto
tenersi aggrappato, tenerlo vicino. E per questo non sa da dove origini
la coscienza di cosa accade.
È breve e fuggevole, ma nitida. Avvinghiati l'uno all'altro
sotto lo sguardo silenzioso delle stelle, come i sovrani che li hanno
preceduti, lui e Thor stanno creando il futuro dei mondi.
II
Mentre le galassie ruotano intorno a loro, Thor ricorda vecchi amici e
pensa a tutte le cose e le persone che la mano della vita gli
ha portato via. Poi guarda Loki e pensa alle cose che invece non ha
perduto, ma conservato o ritrovato. Oggi lo rendono un uomo migliore.
La più importante è lì, accanto a lui
– sempre accanto, ormai, nel bene e nel male. La persona con
cui condivide ogni giorno la sua vita, con lui sentinella inamovibile
nel fiume eterno del tempo.
Con la benevolenza del destino, e la determinazione di Thor, saranno
insieme fino alla fine.
Sorride e Loki gli si fa più vicino.
III
Loki si sveglia al riverbero di mondi lontani, ovattati nella cupola
dell'Osservatorio. Thor dorme contro di lui, un braccio proteso oltre
il suo petto, capelli biondi sparsi sul cuscino. Per qualche tempo Loki
guarda la nave. Poi gira la testa verso di lui.
Si sente... felice. In pace.
Credeva che questo tipo di felicità non potesse esistere
oltre l'infanzia, che le realtà ciniche dell'età
adulta ne sgretolassero l'idea un po' ogni giorno, lasciandola a
splendere come miraggio soltanto nella mente degli ottimisti. Credeva
che, soprattutto nella vita di persone come loro, non potesse
realizzarsi. Ma Thor l'ha resa possibile. Gliel'ha donata con testarda
generosità, creandola dal sole che è la sua
mente. Oh, non sarà sempre così pura, certo. Dove
la luce è più forte, più nere sono le
ombre. Ma Loki, nel guardarlo, sente il suo cuore scoppiare ugualmente
di mille emozioni.
Non vuole più che debba essere Thor a dare tutto. Potrebbe
dare e dare fino a prosciugarsi, e Loki si rende conto che non
può permetterlo. È completo, ora...
farà la sua parte senza sottrarsi.
E se avrà paura (oh, ne avrà), trarrà
forza dalla nozione che il suo amore è il cardine del mondo
di Thor.
Loki guarda su, e il peso di Thor lo àncora
contro l'oceano di galassie che li sovrasta. Sente che
potrebbe perdersi di nuovo se lo lasciasse andare; ma Thor non lo
farà. Non l'ha mai lasciato davvero andare, per tutte le
loro vite, ed è grazie alla sua ostinata perseveranza che
oggi hanno vinto.
Tutto ciò che hanno vissuto, pensa – tutto
ciò che hanno accolto e rifiutato, appreso, rinnegato
– tutto conduceva lì, a quel momento.
Le vie del destino sono imperscrutabili.
Ti amo, pensa, premendo il viso contro la sua
fronte. Mi avrai sino alla fine dei nostri giorni.
Questo giuro una volta, questo giuro due volte, questo giuro
tre volte.
Loki cinge le spalle di Thor e si tiene stretto, stretto.
oo FINE oo
--------
[Bonus]
Quando glielo dicono, Fandral ha un sussulto di singhiozzo. Poi si
piega in due e ride, ruggisce – si sgola. I Guerrieri Due e
Sif si scambiano un'occhiata.
«Non dirci che non te l'aspettavi» fa Hogun.
E Sif: «Non c'è niente da ridere.»
«Oh, non sono d'accordo, moglie mia» boccheggia
Fandral, tirandosi su a fatica. «C'è molto, molto
da ridere. Non credevo che Thor fosse così pazzo! Loki? Loki
il Possessivo? Loki dalle Mille Risorse? Thor si sta condannando a una
vita di monogamia terminale!»
Si ferma a riflettere.
«Non che mi dispiaccia veder diradare la
concorrenza.»
Sif gli assesta un cazzotto sul muso. Volstagg scuote la testa, poi
sorride.
«L'amor non è bello...»
Non ho saputo resistere XD era un siparietto che avevo scritto da
più di un anno. Sentitevi liberi di ignorarlo se vi rovina
la sacralità del finale.
*La frase sulla monogamia terminale è un omaggio al
bellissimo film Sliding
Doors. Se non l'avete visto, dovreste farlo.
Ee... basta. Questa parte della serie è finita. Le prossime
le saranno collegate in modo abbastanza stretto, comunque, quindi non
temete, ritroverete ancora questa atmosfera. Non credo che sarano
altrettanto lunghe però, anche se non si può mai
sapere.
E se avete tempo, mi farebbe un gran piacere sentire le vostre
opinioni! ❤
Sniff... bye Doveri!
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