Innanzitutto grazie mille
a Lù per avermi concesso di
utilizzare la sua ambientazione dell'asta per scrivere una storia
parallela
alla sua NejiTen. So che la ma NaruSaku non regge il confronto con la
tua
fanfic ma giuro che ho fatto del mio meglio ^^
A tal proposito
vi consiglio caldamente di andarla a
leggere: L'asta
Dopodiché,
dedico questa storia a solarial,
revan_chan e kurenai, nella
speranza che la apprezzino.
L'asta
~
NaruSaku Version
Sakura
sospirò ed
allentò l'obi che le stingeva il kimono appena sotto il
seno. Al diavolo
l'eleganza, sospirò mentre si lasciava cadere sul
letto facendosi aria con
la mano.
Mentre
esaminava la
stanza dove Shizune l'aveva condotta, il suo sguardo
incontrò quello di una
bella ragazza dai capelli rosa, e le ci volle qualche secondo per
capire che
quel riflesso era il suo.
Incuriosita, si
alzò e prese ad esaminare il proprio viso nel grande
specchio a muro dove aveva
intravisto la propria immagine. Non aveva avuto cuore di guardarsi allo
specchio quando Ino era ancora insieme a lei per paura di offendere
l'amica
che, sebbene la tenesse ben nascosta, aveva una profonda
sensibilità.
Dovette
ammettere
che la bionda aveva confermato ancora una volta la propria bravura come
personal styler. I suoi occhi splendevano più brillanti che
mai esaltati dal
velo di trucco leggero che le copriva le palpebre, ed il kimono dorato
che
avvolgeva la sua figura metteva in risalto le sue forme in modo
armonioso,
facendola sembrare più donna.
Sulla scia dei
pensieri, Sakura tornò a chiedersi in preda allo sconforto
come avesse potuto
quella baka della sua sensei arrivare fino a quel segno pur di ottenere
i soldi
per un Night Club.
Metterle
all'asta. Metterle
all'asta. Metterle... ah! Gliel'avrebbe fatta pagare, eccome.
Dopo averle
distrutto la scrivania avrebbe anche distrutto lei.
Anzi, meglio ancora,
avrebbe costretto la Godaime Hokage a leggere l'intera collezione dei
romanzi
di Jiraya-san. Oh sì, quella sarebbe stata la punizione
perfetta. Certo, anche
nasconderle le sue carte o farle sparire il borsellino che usava per le
scommesse sarebbe stato interessante, ma nel primo caso c'era il
rischio che
distruggesse Konohagakure pur di ritrovarlo, nel secondo che decidesse
che,
alla fin fine, la cassa del Villaggio poteva servire anche alle sue
esigenze di
gioco. Ripensandosi, la tortura dei libri erotici di Jiraya pareva
l'idea
migliore.
Sorrise
increspando
appena la labbra, e il suo sguardo si perse nel nulla appena fuori
dalla
finestra.
« Chi
potrà mai
avermi scelta? »
Non che Sakura
si
reputasse brutta, tutt'altro, ma l'invidia nei confronti dell'avvenenza
di Ino,
della dolcezza di Hinata e della determinazione di TenTen era una punta
di
spillo che pungolava il suo orgoglio in un modo difficile da ignorare.
Ed il
terrore di essere scelta da qualcuno come Shino o un uomo desideroso
solo di
avventure con una diciassettenne - anche se Tsunade aveva promesso che
non ci
sarebbero stati sviluppi in tal senso, la Haruno aveva il terrore che
la sua
maestra avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di
ottenere i fondi - non la
allettava minimamente.
Un leggero
tamburellare sulla porta della stanza la riscosse dai suoi pensieri e
Sakura si
trovò con il cuore in gola in un attimo, le guance
imporporate come una liceale
alla prima cotta. Deglutì a fatica e, continuando a
ripetersi che per un paio
di ore insieme ad un uomo non sarebbe cambiato nulla nella sua
esistenza,
mormorò un timido "Avanti. "
La prima cosa
che
la colpì fu il profumo che si diffuse nella stanza: ramen.
«
Sakura-chan! »
La ragazza
alzò gli
occhi al cielo, poi si tirò in piedi ed afferrò
Naruto per la spalle,
scuotendolo con violenza.
«
Naruto! Come ti
permetti di farmi uno scherzo del genere! Fuori di qui, aspetto visite!
»
Non appena fu
libero dalla stretta della rosa, il biondo si voltò verso di
lei con un
espressione di comico imbarazzo, tanto che lei non poté fare
a meno di
sorridergli per un attimo, prima di ricordarsi il motivo per cui si
trovava in
quella stanza con addosso un kimono di una taglia più
piccola della sua ed una
scollatura che mostrava quasi le costole.
«
Che. Cosa. Ci.
Fai. Qui? » la Haruno incrociò le braccia al petto
con un movimento deciso,
nascondendo il proprio decolté allo sguardo bramoso del
biondo.
«
Ma...
Tsunade-baachan mi ha detto che dopo aver pagato sarei dovuto venire
qua... »
La kunoichi
sgranò
gli occhi e si accasciò boccheggiando sul futon.
«
T-Tu? Sei tu che
hai pagato per passare il pomeriggio con me? »
Naruto sorrise,
poi
annuì.
«
Quando
Tsunade-baachan ha detto di quest'asta, non potevo permettere che
qualcun altro
venisse da te. Ho finito i miei soldi e dovrò rinunciare al
ramen per un po' di
tempo » scosse tristemente il borsellino a forma di ranocchio
da cui uscì la
classica mosca « ma ne valeva la pena » concluse
con un ampio sorriso.
Nel vederlo
così,
indifeso e speranzoso, in Sakura non poté non nascere un
istintivo moto di
tenerezza nei confronti dell'Uzumaki, e la sua voce si fece
più morbida e
materna.
«
Be'... ti
ringrazio. » mormorò battendo qualche colpetto sul
futon al proprio fianco,
gesto che Naruto intese come un invito a sedersi accanto a lei
« temevo di
dover passare il pomeriggio con un perfetto sconosciuto. Con te, invece
«
concluse, appoggiandosi con la schiena contro quella del ragazzo
« mi sento a
mio agio. »
Il biondo
scosse la
testa, ed i suoi capelli biondi solleticarono il volto della ragazza.
« Non
avrei mai
permesso a nessuno di rubarmi la mia Sakura-chan. »
Rimasero per un
po'
così, in silenzio, ognuno inseguendo il respiro dell'altro.
Da quando
Naruto
era così silenzioso? Così... non Naruto?
Presa da un
terribile sospetto, Sakura si voltò verso il ragazzo e
dovette fare un notevole
sforza di volontà per non ucciderlo seduta stante: quel baka
si era addormentato.
Stava per
svegliarlo a calci e scaraventarlo fuori dalla stanza - anzi, stava
meditando
di buttarlo fuori addormentato - quando il biondo mugolò, e
una lacrima gli
scese lungo la guancia.
«
Sas'ke! No, ti
prego non andare... ! »
Lo
fissò,
intenerita. In fondo, tutto il tempo del mondo non poteva cambiare gli
affetti
di una persona, specie se profondi come quello di Naruto per Sasuke.
Quando Naruto
aprì
gli occhi, pochi minuti dopo, trovò il volto di Sakura a
pochi centimetri dal
suo.
«
Sakura-chan!
Gome- »
Prima che
Naruto
potesse finire di parlare, Sakura gli poggiò un dito sulla
labbra e lo
abbracciò, stringendolo contro il proprio corpo con forza,
tanto da mozzargli
il fiato.
«
Grazie » gli
sussurrò « grazie di essere sempre te. »
Naruto la
fissò,
stupito.
« Chi
altri dovrei
essere, Sakura-chan? »
La rosa
alzò gli
occhi al cielo, sbuffando. E certo, come avrebbe potuto un atro fare
domande
tanto prive di senso?
«
Questo è un modo
di dire Naruto e... aaah, ma perché perdo tempo a
spiegartelo? »
La ragazza si
alzò
di scatto e prese a camminare per la stanza misurandone l'ampiezza a
grandi
passi. Poi, senza preavviso, afferrò Naruto per la maglietta
e poggiò le labbra
su quelle del ragazzo, lasciandovi un'ombra di lucidalabbra.
«
S-Sakura-chan! »
esclamò Naruto non appena la rosa si fu staccata da lui
« che cosa fai? »
Lei gli sorrise
ed
ammiccò, rivolgendogli un sorriso affettuoso.
«
Pare che non ci
sia altro modo per farti stare zitto... »
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