Please be mine - Take all the courage you have left, little Lion Man di Hysterical Weapon (/viewuser.php?uid=617812)
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scopo lucrativo è perseguito. Si intende perciò
leso alcun diritto.
Please be
mine
Take
all the courage you have left, little Lion Man
L'esterno del locale dove gli One Ok Rock avrebbero suonato
di lì a poche ore si affacciava su una nebbiosa stradina
secondaria dove le automobili passavano di rado e tutto sembrava
apparentemente silenzioso.
Si stava facendo buio
quando Toru uscì da una delle porte secondarie e
rabbrividì non appena venne investito dall'aria fredda che
lo avvolse facendogli arrossire subito le guance e la punta del naso.
Soffiò via per l'ennesima volta il ciuffo di capelli
arruffati che gli cadeva di continuo sugli occhi e poi
iniziò a tastare con entrambe le mani le tasche dei jeans e
si calmò solo quando sentì sotto le dita il
profilo del pacchetto di sigarette.
Nonostante il freddo
trovava piacevole quei minuti solo suoi, quelli silenziosi che ti
costringono a pensare a tutto e niente, a scavarti dentro e a stare
attento a non cadere in te stesso, quelli che a volte vengono trascorsi
con la mente vuota e concentrata sul ritmo regolare del proprio
respiro. E lui stava facendo proprio questo: inspirava il fumo della
sigaretta appena accesa e con regolarità costante lo
espirava, buttava fuori quanta più aria possibile fino a
sentire i polmoni far male, ma almeno in quel modo riusciva a tenere
lontani i pensieri che erano diventati come milioni di piccoli chiodini
che gli si infilavano nel cervello ad una velocità
esasperante, sempre più in profondità.
Senza essersene
accorto aveva iniziato a tremare debolmente e a poco a poco sempre di
più, teneva a stento la sigaretta tra l'indice e il medio e
solo il fuoco che ardeva all'altezza della gola a causa del fumo che
ingeriva riusciva a procurargli un leggero sollievo. Una parte di lui
avrebbe voluto lanciare via sul marciapiede quello che restava del
mozzicone, ma al tempo stesso il solo pensiero di tornare dentro dagli
altri lo faceva sentire male.
Scostò di
nuovo i capelli dal viso e poi iniziò a muoversi sul posto
mentre il buio si era ormai fatto invadente e le ombre intorno a lui
erano create dai pochi lampioni che illuminavano tutt'intorno.
“Di questo
passo ti prenderai una polmonite.”
Una voce alle sue
spalle, annunciata dalla porta che si apriva, lo fece voltare e la
figura di Taka invase il suo campo visivo. Teneva tra le mani una felpa
del chitarrista e in quel momento gliela stava porgendo.
“Indossala.”
ordinò.
La voce era ferma ma
il tono non aggressivo.
Con un leggero sbuffo
Toru la afferrò e la infilò, poi riprese la
sigaretta che aveva lasciato in custodia a Taka un attimo prima. Non
gli disse niente e riprese a guardare il nulla davanti a sé;
si concentrò sul profilo di un'abitazione a due piani mentre
a poco a poco sentiva la pelle smettere di bruciare per il freddo.
Il cantante invece non
distolse lo sguardo dal chitarrista, partì dai capelli
biondi che non volevano saperne di rimanere in ordine, poi scese sugli
occhi lucidi e stanchi, sulle guance arrossate e sulle dita affusolate
che reggevano il filtro. Arrivò poi alle gambe esili ma
tornite quanto bastava, alle scarpe mal ridotte che se non le buttava
Toru allora ci avrebbe pensato lui stesso. Quando spostò di
nuovo gli occhi in alto, si ritrovò quelli dell'altro
puntati nei suoi.
“Hai finito
di fissarmi?” chiese, scocciato.
“Sì...”
rispose debolmente il cantante, per poi voltare di scatto il viso di
fronte a sé. Senza aspettare neanche un istante,
però, allungò una mano per raggiungere quella
libera del chitarrista e la strinse con quanta più forza
possibile e tentò di intrecciare le loro dita. Il contatto
con la pelle lo fece rabbrividire, era gelida rispetto alla sua, ma
Toru ritirò subito la mano come se fosse stato scottato
dall'olio bollente.
“Che stai
cercando di fare?” gli domandò senza avere il
coraggio di guardarlo negli occhi. Gettò via il mozzicone e
fece per rientrare dentro evitando di guardare Taka anche solo di
sfuggita, ma l'altro lo afferrò prontamente per un braccio
tentando di farlo rimanere lì con lui.
“Sto
cercando di avere un contatto con te.” gli rispose
fissandolo, anche se Toru aveva gli occhi puntati sull'asfalto.
“E guardami, quando ti parlo.”
Il chitarrista rimase
immobile, nella speranza che il cantante desistesse.
“Toru!”
“Cosa
diavolo vuoi, Taka?!” La sua voce si era alzata
all'improvviso e guardò il cantante con gli occhi colmi di
rabbia. “Mi hai baciato, hai avuto quello che volevi, ora
lasciami in pace.”
Sputò
quelle parole come se fossero veleno, con la precisa intenzione di
ferire quel ragazzo che in quel momento lo stava osservando con sguardo
quasi supplichevole. E invece, insospettabilmente, Taka
mollò la presa per avvolgerlo in un abbraccio. Strinse forte
e appoggiò il viso sul petto di Toru inspirandone il
profumo. L'altro, di rimando, rimase immobile ma alzò lo
sguardo verso l'alto socchiudendo gli occhi.
“Lo so che
non pensi quello che dici, che hai solo paura.”
“Taka...
L-Lasciami...”
Adesso era Toru ad
essere supplichevole, a desiderare solo un aereo che lo riportasse in
Giappone per nascondersi a vita sotto le coperte del suo letto.
Il cantante invece
continuava a tenerlo forte e a sentire il battito del cuore sempre
più veloce dell'altro entrargli nella testa, stando
così vicini sentivano quasi caldo ma non lui non aveva
alcuna intenzione di permettergli di andare via, non in quel momento in
cui poteva forse averlo definitivamente.
“Non fingere
di non provare niente.” mormorò con la voce
attutita dal contatto con la felpa di Toru. “Provaci, per
favore.”
A quel punto il
cantante si allontanò per poter rivolgere le proprie labbra
a quelle del chitarrista e si avvicinò lentamente fino a
sfiorarle, per poi lasciarvi un leggero bacio. Lo fece guardandolo
dritto negli occhi, facendogli capire che non aveva paura e che non
doveva averne neanche lui, che tutto lo schifo che avrebbero dovuto
affrontare sarebbe stato meno pesante da sopportare se avesse avuto
Toru al suo fianco.
Gli occhi del biondo
si erano fatti ancora più lucidi, Taka sapeva esattamente il
terrore che stava provando in quel momento perché era lo
stesso che aveva provato lui quando si era reso conto di cosa fossero
davvero loro due, ma sapeva anche che poteva essere affrontato e
superato.
“Dammi la
possibilità di farti capire che va tutto bene, che non
c'è nulla che non vada in te.”
A quelle parole Toru
allontanò Taka da sé, ma fu lui questa volta ad
intrecciare le proprie dita in quelle dell'altro, per poi appoggiare la
fronte su quella del cantante e sorridergli debolmente.
Restò in quella posizione per una manciata di secondi,
giusto il tempo di guardarlo bene negli occhi, e poi lasciò
la presa per tornarsene all'interno del backstage con il cuore che gli
batteva agli impazzata ed una voglia irrefrenabile di mettere le mani
sulla sua chitarra.
Taka se ne rimase
lì fuori ancora, guardò le spalle dell'altro
sparire oltre la porta e continuò a fissarla anche se era
ormai chiusa; perché Toru aveva finalmente capito, Toru si
era fidato e aveva acconsentito, a modo suo, a permettergli di rimanere
sempre al suo fianco.
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