Vengeance

di Agapanto Blu
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Vengeance

 
Hanamiya Makoto non credeva nel karma. Tutte cazzate. Pertanto, avrebbe spaccato la faccia al prossimo che avesse osato parlargli di ‘giustizia’, ‘destino’ o di ‘chi si merita cosa’.
Il marmocchio accanto a lui strillò un orrido ‘Kyaa’ mettendosi a saltare sul proprio letto prima di raccogliere soddisfatto i punti appena vinti.
“Ooooh! Tsugoi, Kei-chan!”
Makoto si morse la lingua per non imprecare e strinse ancora di più la morsa delle sue braccia incrociate per ribadire il suo isolamento quando quella voce fastidiosa gli raggiunse le orecchie.
‘Fanculo!, ringhiò mentalmente, ‘Fanculo, ‘fanculo, ‘fanculo!
Perché cazzo era dovuto passare per quella strada, tre giorni prima?! Non ci era mai passato in tutta la sua vita! Ma, no, lui aveva fretta, doveva prendere una scorciatoia, doveva correre nonostante piovesse e soprattutto, porca puttana, doveva andare a scivolare proprio davanti a quel negozio in quel preciso giorno a quella precisa ora!
Quando aveva riconosciuto la sagoma accorsa a soccorrerlo, Hanamiya aveva tentato di andarsene anche strisciando pur di sfuggire al bastardo, il dolore improvvisamente dimenticato di fronte all’irritazione.
Proprio quello stesso medesimo bastardo che giocava a carte con il suo compagno di stanza da ore, come ogni fottutissimo giorno, divertendosi a rendere la sua situazione ancora più infernale.
Hanamiya fulminò apertamente il ragazzone bruno dalle grandi mani, l’altezza incredibile e l’atteggiamento bonario. Tsk! Al diavolo le infermiere, i medici, sua madre, quel marmocchio irritante e tutto il mondo: lui la sapeva, la verità!
Il centro titolare del Seirin, numero 7, notò il suo sguardo e si voltò per regalargli un enorme, falsissimo!, sorriso.
“Andiamo, Hanamiya, non c’è bisogno di fare quella faccia!” esclamò, gioviale, mollandogli una pacca, fortissima!, sul gesso che gli stringeva la gamba, “Vedrai che il tuo ginocchio guarirà in fretta!”
Hanamiya imprecò tra i denti – un po’ per la rabbia e un po’ per il dolore del colpo –, ancor più saldo nella sua convinzione.
Kiyoshi Teppei era un vero bastardo.
 
"Sai come si dice, no, Hanamiya?
Karma is a bitch."




 
E non guardatemi così. Se fosse stato per me, l'intero Kirisaki Dai Ichi sarebbe finito sotto un camion appena messo piede fuori dallo stadio. E l'autista avrebbe fatto anche retromarcia, tanto per stare sul sicuro.
Con taaaaaaaaaaaanto affetto per il mio Kioyoshi Tenerotto-Bello - che io SO può essere un vero bastardo, quando vuole - e con i migliori auguri di un futuro doloroso e pieno di sfiga a Mako-chan,
ciao ciao!
Agapanto Blu




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