FATE&CHOICES Meeting you was
fate, becoming your friend was a choice, but falling in love with you was beyond
my control.
1.Ricordi
"Sono arcistufo
di queste stupide duchesse! Sembrano più adatte a un porcile che alla
nobiltà!"
Queste erano state le parole del re
quando si era dovuto congedare da Murtagh per ricevere una nobildonna di qualche
paesino dei suoi sterminati domini. Fortuna che Galbatorix era troppo assorto
nei suoi pensieri per accorgersi dell'effetto che le sue parole avevano sortito
sul giovane. Murtagh infatti non si trovava più nell'immenso palazzo
di Uru' Baen, era lontano mille miglia, in un tempo che gli appariva
lontanissimo, benchè non fosse passato poi così tanto tempo da allora.
Allora era libero, pur essendo prigioniero dei Varden. Il re non aveva ancora
scoperto il suo vero nome e lui neanche immaginava che l'uovo scarlatto di
Castigo si sarebbe schiuso davanti a lui. In quel tempo felice aveva pronunciato
le stesse parole davanti a Eragon, riferite a quelle stesse
nobildonne.
"Non pare una
principessa? E il suo portamento! Quando è comparsa sulla soglia, per un
attimo mi èsembrata una delle dame di corte di Galbatorix. Ho visto delle mogli
di conti e duchi che al suo confronto sembrano più adatte a un porcile che alla
nobiltà."
Murtagh accennò un sorriso. Be' era stato
un paragone sleale il suo. Davanti a lei chiunque avrebbe assunto un
aspetto insignificante. Sospirò. Da quanto tempo non pensava a lei... eppure non
era mai riuscito a eliminarla totalmente dai suoi pensieri, ora se ne rendeva
conto. D'improvviso, mentre camminava nei corridoi del palazzo per tornare nelle
sue stanze, un flash si impadronì completamente dei suoi pensieri e lui la
rivide davanti ai suoi occhi, esattamente come l'aveva vista la prima volta.
Nasuada.
Murtagh era coricato nel
suo letto e ribolliva di rabbia. Non ce l'aveva con Ajihad, al suo posto si
sarebbe comportato allo stesso modo. No, lui ce l'aveva con suo padre. Ancora
una volta, per il suo maledetto nome non gli era concesso di essere trattato
come gli altri. Certo, avrebbe potuto lasciare che i Gemelli controllassero la
sua mente, ma per tutta la sua vita, la sua mente era stato il suo santuario,
l'unica cosa su cui suo padre e il re non avevano potere, l'unica cosa che non
erano mai riusciti a distorcere. E poi c'erano troppi ricordi che non voleva
condividere con nessuno.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta. Murtagh borbottò "avanti". Certamente era solo
qualcuno mandato dal capo dei Varden per sapere se il giovane fosse finalmente
pronto a farsi controllare la mente. La porta si aprì, ma Murtagh non si curò di
guardare chi fosse entrato finchè non sentì una voce femminile dolce, ma decisa
e solenne. La voce di un capo. "Salve Murtagh."
Murtagh volse gli occhi verso la porta
e subito scattò a sedere. Davanti a lui c'era la creatura
più bella che avesse mai visto. Una giovane donna dalla pelle scura, con gli occhi
a mandorla, le labbra carnose e gli zigomi rotondi. Portava un elegante
vestito rosso scuro, ma aveva un pugnale legato alla cintura. Sorrideva cordiale,
eppure il suo viso incuteva rispetto e soggezione. La sua bellezza, almeno
agli occhi di Murtagh, era paragonabile e anzi superiore a quella
di Arya. Quando gli occhi dei due ragazzi si incontrarono, i due rimasero a guardarsi per un
lungo istante. Poi la giovane disse: "Se è un brutto momento
posso..." "No! Ti prego rimani." rispose velocemente Murtagh. Non voleva che
lei se ne andasse. La ragazza accennò una risata argentina, musica per le orecchie di
Murtagh, e parlò ancora. "Bene allora. Piacere di conoscerti. Io sono
Nasuada, la figlia di Ajihad." tese la mano, che il giovane strinse alzandosi in
piedi. "E' un vero onore Nasuada." disse accennando appena un inchino. "Sei
qui per conto di tuo padre?" "Sì e no. Mio
padre vuole sapere se sei pronto a sottoporti all'esame dei Gemelli e io sono
venuta a portarti il messaggio per avere modo di conoscerti." "Conoscermi?"
chiese Murtagh stupito "Perchè volevi conoscermi?" "Io..." esitò lei "Non lo
so esattamente. Però qualcosa mi dice che ho fatto bene a venire." "Be' io...
sono felice che tu sia venuta." I due si sorrisero e dopo qualche istante si
immersero in una fitta conversazione, quasi come se si conoscessero da anni invece
che da pochi minuti.
Murtagh sospirò. Sarebbe stato bello
poter vivere in quei ricordi felici. Entrò nella sua stanza e si accoccolò
accanto al suo splendido drago e iniziò ad accarezzargli dolcemente le
brillanti squame scarlatte. Castigo gli mandò un pensiero interrogativo
mostrandogli un'immagine di Nasuada. Il ragazzo sorrise e rispose con il
pensiero: -Lei è il capo dei Varden,
Castigo. Il suo nome è Nasuada.- Il drago non era soddisfatto.
Murtagh gli aveva inviato senza rendersene conto una serie di sensazioni
piacevoli che Castigo non aveva mai provato, nè in prima persona nè attraverso i
pensieri di altri. E ora voleva saperne di più. Così rimase a guardare il
Cavaliere finchè lui non aggiunse: -L'ho
conosciuta prima che tu nascessi. Allora il capo dei Varden era suo padre Ajihad
e io ero libero. Lei mi veniva a trovare spesso e parlavamo moltissimo.- -E
poi?- Murtagh sospirò, improvvisamente triste. E poi i Gemelli avevano
ucciso Ajihad, costringendo Nasuada a prendere il comando dei Varden, benchè lei
fosse ancora molto giovane e avevano portato Murtagh a Uru'Baen, privandolo per
sempre della libertà. -E poi mi sono svegliato, Castigo.- Rispose
il giovane con un sorriso amaro. -Non mi avevi
mai parlato di lei.- -Non avevo mai più pensato a lei prima di
oggi.- Tra i due calò il silenzio. Ognuno era immerso nei propri
pensieri. Improvvisamente Castigo disse: -Parlami
di lei.- -Perchè ti interessa?- Castigo scrollò le spalle. Murtagh lo
guardò per qualche istante, poi capendo che per qualche motivo per Castigo era
una cosa importante, chiese: -Che cosa vuoi
sapere?- -Mostrami il primo ricordo di lei che ti viene in
mente.- Murtagh annuì e chiuse gli occhi, concentrandosi intensamente su
Nasuada finchè un ricordo non lo pervase completamente.
Murtagh era seduto sul suo
letto e accanto a lui c'era Nasuada, più bella che mai con il suo vestito color
dell'oro. Stavano parlando dell'imminente battaglia contro lo Spettro Durza e i
Kull. Murtagh stava tentando di convincere la ragazza a intercedere con il padre
affinchè lui gli permettesse di prendere parte al combattimento. "Nasuada, ti
prego, cerca di essere ragionevole. Ti fidi di me, giusto?" "Certo che mi
fido di te, lo sai benissimo!" "E non pensi che questa sarà una battaglia
durissima e quindi i Varden avranno bisogno di tutto l'aiuto possibile?" "Sì,
però..." "Però cosa? Te l'ho detto, ho ricevuto un ottimo addestramento e il
fatto che sia riuscito a scappare dal re dimostra che so cavarmela. E voglio
mettere le mie capacità a servizio dei Varden, per il bene mio e di tutta
Alagaesia!" "Non voglio che tu
combatta. Non voglio che tu ti ferisca e non voglio che tu metta a repentaglio
la tua vita." Disse con semplicità Nasuada guardandolo negli
occhi. "Perchè?" "Non è ovvio?" Murtagh si ritrovò smarrito a quella
domanda. No, non era ovvio. "Io non..." "Oh, lascia perdere, tanto non
capiresti!" disse lei stizzita. "E c'è anche un'altra cosa! Non sopporto che tu
o mio padre possiate rimanere qui e rendervi utili mentre io sarò costretta ad
andarmene come una bambina indifesa! Anch'io voglio combattere per il mio
popolo!" "Non dirlo." replicò Murtagh con il volto serio e un tono apprensivo
"Tu devi restare al sicuro." "E perchè? Alla mia età molti ragazzi combattono
già e io non sono certo meno abile di loro." "Su questo non ci sono dubbi
ma..." "Ma cosa? E' perchè sono una ragazza?" chiese Nasuada con tono di
sfida. "Certo che no, che sciocchezze!" "E allora perchè?" "Perchè..."
Iniziò Murtagh riluttante, iniziando a capire ciò che Nasuada aveva cercato di
dirgli prima. "Sì?" "Perchè non voglio che tu ti ferisca e non voglio che
tu metta a repentaglio la tua vita." "E' esattamente quello che ho detto io prima." "Lo so." "Quindi tu
puoi preoccuparti per me ma io non posso preoccuparmi per te?" "No, non sto dicendo
questo." "E allora?" Murtagh rimase in silenzio, guardando negli occhi la
ragazza. Non sapeva come ribattere. Nasuada aveva ragione. Ma questo non
cambiava le cose. Lui avrebbe combattuto perchè era giusto che fosse così e lei
sarebbe rimasta al sicuro perchè suo padre non le avrebbe mai permesso di
rischiare la vita. E Murtagh ne era felice. La vita di Nasuada era troppo
preziosa. Nasuada sospirò. "Perchè Murtagh? Perchè non vuoi che io rischi
la vita?"
Murtagh tornò
improvvisamente alla realtà. Non era stato in grado di rispondere a quella
domanda allora e non ne era in grado nemmeno adesso. Tutto ciò che sapeva era
che non voleva che lei si mettesse in pericolo e in quel momento si rese conto
che sarebbe stato capace di spezzare tutte le ossa a chiunque avesse
osato anche solo minacciarla. Sarebbe stato persino in grado di sfidare
Galbatorix, se non fosse stato per il fatto che lui conosceva il suo vero nome e
di conseguenza lo controllava. Mentre era immerso in
questi pensieri gli arrivò un altro pensiero interrogativo di Castigo. Il drago
non capiva l'apprensione del suo Cavaliere nei confronti di quella
ragazza. -Perchè eri così preoccupato per lei?- -Non lo so neanche io,
Castigo. Non lo so neanche io.- Il drago guardò negli occhi Murtagh
mentre con il pensiero cercava di comunicargli quanto fosse importante per lui
sapere... capire... Il ragazzo sospirò e si concentrò per cercare di
accontentare Castigo. In fondo capire se stesso non gli avrebbe certo fatto
male. Chiuse gli occhi e svuotò la mente. Perchè non voglio che Nasuada
rischi la vita?
SPAZIO
DELL'AUTRICE Ciao!! Finalmente pubblico la mia prima ficcy su Eragon!
Sarà una long-fic, anche se non so ancora con precisione quanto sarà
lunga... adoro Murtagh, adoro Nasuada e penso che loro due siano una coppia
perfetta!!*-* Per quanto riguarda
il titolo della storia e la citazione che c'è all'inizio... be' l'idea per la storia
mi è venuta leggendo quella frase, quindi ho pensato di
inserirla^^ e il titolo della ficcy è ispirato alla suddetta frase. Spero che il
primo capitolo vi piaccia, fatemi sapere!! A
presto DreamGirl=)
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