Ritorno al passato

di Flowerina
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Caro diario  Cara pagina bianca che aspetti da ore che io scriva qualcosa piuttosto che osservarti
Ho sempre odiato gli inizi, anche se si trattava solo di un tema, e ora sono qui, con mille pensieri e migliaia di avvenimenti da raccontare, incapace di esprimerli adeguatamente su una pagina che continua, maledettamente, a restare bianca. Per questo, ho deciso di scrivere e basta, senza sforzarmi di trovare parole che si incastrino perfettamente, senza costringere il fiume di concetti che mi scorre nella testa ad assumere una forma che sembrerebbe troppo forzata e innaturale. Ho deciso di scrivere per poter realizzare meglio ciò che mi è accaduto, per rileggere fra qualche tempo queste pagine e, magari, accettare gli eventi che mi hanno coinvolta di recente. So che, se mai queste parole finiranno in mano ad altri, nessuno potrà mai credere alle mie parole, perché neanche io riesco a crederci. Ciononostante, ogni cosa raccontata è accaduta per davvero.
Tutto ebbe inizio un piovoso giorno di Novembre, mentre stavo seduta alla TV a riguardare uno dei primi episodi della mia serie preferita: Merlin. Ero una ragazza normale, con una vita normalissima e, aggiungerei, monotona. Come stavo dicendo, guardavo un episodio della serie e, osservando gli stupendi occhi di Artù, ricordo che pensai: “Come sarebbe bello poterlo avere vicino, conoscerlo e parlarci”. Un desiderio che, sono sicura, hanno espresso in tante altre davanti alla TV. E allora, perché tutto questo non è capitato a loro? Perché proprio a me? Guardai l’orario, e notai che erano le 22.22. Lì per lì, non vi feci caso. Finito l’episodio, mi lavai i denti e andai a letto, perché la mattina seguente avrei dovuto svegliarmi presto per andare all’Università. Avrei dovuto … mai come adesso il condizionale è d’obbligo!
La mattina successiva non mi svegliai, come al solito, nel mio comodo lettino. Al risveglio, infatti, mi ritrovai in un letto più piccolo e più scomodo. Non realizzai la gravità della situazione, finché, girandomi di lato, non vidi un ragazzo che mi osservava con uno sguardo irritato e, insieme, incuriosito. Strizzai gli occhi più e più volte, incapace di credere a colui che avevo davanti. Non era possibile … eppure lui era là. Merlino mi fissò, anche lui incredulo.
“Cosa ci fai nel mio letto?” mi domandò, un po’ irritato dalla situazione.
“Dove siamo?” chiesi io, alzandomi frettolosamente ed inciampando nel lenzuolo.
Caddi rovinosamente all’indietro, finendo proprio tra le sue braccia; lui mi afferrò e disse: “Che domande fai?! Siamo nel castello dei Pendragon e, più precisamente, nella mia stanza!”
A queste parole, mi liberai dalle braccia di Merlino e mi affacciai fuori dalla porta della sua camera. All’esterno, vidi Gaius intento a mescolare il contenuto di varie fialette, forse per creare dei rimedi medici.
Non poteva essere possibile … stavo sicuramente sognando …
Eppure, ero lì: ero finita all’interno del telefilm.
    




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