A
Girl
Io
sono “a girl”. Avete presente il tormentone di
qualche settimana
fa? I Kissed a Girl, di Katy Perry? Non ho nemmeno l'onore di un
fottuto articolo determinativo. Io sono semplicemente una ragazza.
Esisto in quanto femmina. In quanto ho un corpo, due labbra.
Soprattutto due labbra. Quelle che le troiette etero baciano ogni
sabato notte in discoteca, rese “coraggiose”
dall'alcol.
Coraggiose...
no, non le
definirei così. È un insulto nei confronti del
coraggio, nei confronti di quelle che, come me, si sono subite la
trafila regolamentare di prese in giro e sguardi scandalizzati, di
quelle che, come me, hanno detto la verità a genitori e
amici.
E pazienza se poi tutti mi hanno guardata male per settimane.
Perché
io mi sentivo più leggera, più fiera.
Odio
e amo queste mie labbra desiderabili “solo per provare,
perché
a me di solito non piacciono le ragazze”. Quelle labbra che
alle
altre ragazze piace usare, di tanto in tanto, per sentirsi
trasgressive. Al corpo non ci arrivano neppure: hanno il ragazzo,
loro, lo tradiscono moderatamente, lo tradiscono solo con le labbra.
Io
mi lascio usare. Dopo tutto non ci perdo niente. Dopo tutto
chissà
che un giorno non passi di là “quella
giusta”. Sì,
ridete pure, può sembrare strano che una che ogni sabato si
fa
ficcare la lingua in bocca da una persona diversa aspetti l'amore. Ma
l'amore non lo si aspetta stando a casa a lavorare a maglia. E poi ci
sono troiette che baciano bene. Anche troppo a volte. Così
bene che mi viene da credere che sia... non so... speciale. Ma quello
non è un problema, quelle ragazze di cui neppure conosco il
nome in fondo le uso anch'io. È uno scambio equo. Il
problema
sorge quando della ragazza conosco il nome, il cognome e il numero
telefonico. Il problema sorge quando ci sono amiche che mi sfruttano
per dirimere le loro crisi d'identità sessuale e turbe
adolescenziali varie. Il problema sorge quando passo la notte da
un'amica a chiacchierare e lei non si rende minimamente conto del
fatto che se si sdraia così sul letto, con la camicia da
notte
trasparente e le gambe allungate in quel modo io riesco a seguire ben
poco di quello che mi dice. Il problema sorge quando quella ragazza,
del cui cuore conosco i meandri più segreti, mi chiede un
bacio. “Così, tanto per provare. Tra amiche si
può,
no?”
Tra
amiche
sì. E non è
che io di amiche vere non ne abbia. È solo che quando
succede
così... io mi sento persa. Sento di non avere un posto
preciso
in questo mondo. Forse è così che si sentono
tutti a
sedici o a diciannove anni, però mi pare che il mondo non si
della mia misura, a volte. Mi pare che tutte le parole siano
sbagliate per descrivermi, per farmi parlare con gli altri. Forse
sono io ad essere sbagliata, forse sono solo “a
girl” che si
crede troppo importante. Però, ecco, mi fa notare una timida
vocina dentro di me, io sono
importante, almeno per me stessa.
Ed
ecco un'altra “cosa” in prima persona... e dire che
io adoro la
cara vecchia terza persona dei romanzi! Ma le idee mi vengono
così...
Per la cronaca: ho messo
flashfic, ma sono ben 509 parole. Né la precisione
né la brevità sono il mio forte^^
Sarebbero
molto apprezzate delle recensioni! Grazie.
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