Shugo chara prologo
P R O L O G O
Quel che successe prima
Circa
sei anni prima
Amu
piangeva. Piangeva lacrime amare. Piangeva chiusa nella sua cameretta,
abbracciando forte il morbido cuscino rosa. Nei suoi dieci anni di vita
non aveva mai provato quel tipo di dolore: non era dovuto a un
ginocchio sbucciato o a un capriccio non esaudito.
“Ikuto-nii-san”, quel bambino più grande
di lei di
un anno era partito irrimediabilmente per l’America. Sentiva
una
crepa nel cuore.
Sapeva
che era stato obbligato, dopo la morte della madre il patrigno voleva
cambiare aria. Fosse stato solo quello. Con lui se ne era andata anche
Utau, sua compagna di giochi e migliore amica.
In
definitiva, si sentiva abbandonata.
Ikuto
le chiamava principesse.
Per definizione le principesse sono capricciose.
Per un capriccio che poi si trasformò in rimpianto,
tagliò tutti i contatti con loro.
-
Circa
due anni prima
Al
passaggio delle scuole superiori, Amu aveva fatto una scelta inusuale
per una sedicenne: aveva fatto i bagagli e si era iscritta al
collegio “Seika Accedemy” di Osaka. Aveva lasciato
Tokyo e
si era allontanata da casa di 400 km circa in linea d’aria e
circa 500 km di strada effettiva.
Voleva
lasciarsi il passato alle spalle. Alla Seika si era presentata fredda e
irraggiungibile, guadagnandosi così il soprannome di
“bella e gelida Amu”.
Nonostante
cercasse di essere distaccata e lontana da tutti, si era affezionata ai
guardiani. Quei ragazzi le avevano dato fiducia e l'avevano
fatta
entrare del consiglio studentesco con il titolo speciale di Jolly.
Si
era incupita parecchio in quegli anni. Non che prima avesse un
carattere solare ma "l'abbandono" di Ikuto e Utau l'aveva segnata nel
profondo.
Il suo carattere era irrimediabilmente cambiato ma aveva superato la
cosa e si era fatta degli amici.
Era serena.
-
Circa
una settimana prima
Yaya sbuffò arrivata
di già all’esasperazione.
<< Non riesco a scrivere questo stupido discorso!
>> gettò all’indietro la testa,
fermandosi a
contemplare il roseto presente fuori dalla serra. <<
Questo
è uno di quei momenti in cui odio essere una dei guardiani
>> sbuffò nuovamente.
Mancava
una settimana all’inizio delle lezioni ma, nella frescura di
inizio aprile, i cinque membri del consiglio studentesco dovevano
già recarsi a scuola per organizzare l’assemblea
di inizio
anno, un specie di tour dell’istituto per i novellini ed
occuparsi di altre scartoffie.
Amu
frugò meccanicamente nella sua borsa, ne estrasse un
pacchetto
di sigarette e se ne accese una senza distogliere lo sguardo dai fogli
che stava leggendo.
Nadeshiko
le rivolse un’occhiata contrariata << Amu sai
benissimo che
non potresti fumare qui >> lei sbuffò di
rimando.
<<
Non rompere dai, sai che non sono una fumatrice accanita, quindi quelle
poche volte che lo faccio lasciami in pace >>
l’amica
sospirò rassegnata, non c’era verso di ragionare
con
l’Hinamori.
Per un breve lasso di tempo
calò il silenzio. Si sentivano solo i fruscio dei fogli ed
la rosa che espirava il fumo.
<< Tadase
perché qui nel programma c’è scritto
che io
>> disse Amu marcando l’ultima parola
<< Dovrei fare
da sotto-specie di baby sitter a uno del terzo anno? >>
il
povero Hotori si sfregò nervosamente la nuca
<< Ehm
… sai com’è, è nuovo hehe...
>> la
ragazza gli lanciò un’occhiata omicida, odiava
fare quel
genere di cose.
<< Solo
perché sei tu. Nadeshiko passami il
dossier di quel tizio >>
<< Ecco a te
>>
Amu lo aprì e quando
lesse il nome perse un battito.
Scritti con un carattere
più spesso, troneggiavano in bella vista quei cinque
ideogrammi “月 詠 イ クト” li
lesse piano, scandendo ogni sillaba << Tsukiyomi Ikuto
>>.
Spense la sigaretta senza
finirla.
Si
passò nervosamente una mano tra i capelli.
<<
Non può essere >> disse inquieta sotto lo
sguardo confuso
dei suoi amici.
<<
Che succede? >> domandò Yaya
leggermente preoccupata, ma l’interpellata non rispose
<<
Amu! >>.
<<
Niente Yaya, stai tranquilla >>
sospirò, cercando di fare un sorriso decente.
<<
Amu
>> Insistè l'amica.
<<
Ho detto che non è
niente! >> urlò alzandosi di scatto
sull’orlo di una
crisi di nervi << Non è fottutamente possibile
che lui sia
qui! Non dopo tutto questo tempo cazzo! >> disse a denti
stretti,
praticamente in un sussurro. Gli altri la fissavano in un modo a
metà tra l’essere confusi e l’essere
preoccupati.
Non capivano cosa stesse succedendo.
La
Jolly si rigettò sulla sedia bianca poggiando la testa sul
tavolo. Chiuse gli occhi e fece dei respiri profondi per riprendere la
calma.
<<
Amu ... >> si azzardò a dire Tadase
<< Se per te
è un probl- >> venne interrotto.
<<
Taci Tadase
>> la ragazza si
alzò e prese la sua borsa, avviandosi verso l'uscita
<< Scusatemi, per oggi io finisco qui >>.
Mentre
percorreva il cortile si accese un'altra sigaretta non curante del
fatto che qualcuno potesse vederla. Alzò lo sguardo al
cielo,
fissando una nuvola di passaggio.
Note
autrice:
Ma salve!
Allura, questa è la prima merdaccia storia
che scrivo su Shugo Chara
diciamo che è una specie di esperimento u.u
Tu,carissima lettrice (presumo che tu sia femmina), vuoi lasciare una
recensione
con il tuo parere?
Come dici? No? Tzè sciocchezze u.u certo che vuoi,
tvb ❤
Ok basta, alla prossima
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