ndHebi.
Al volo al volo un piccolissimo appunto. Ho immaginato
Sasuke e Naruto nati nel 1988, quindi nel primo ricordo hanno 13 anni.
Preferisco che lo sappiate, così sarà un po' più facile tenere il filo. Ci
vediamo in fondo.
Tutto quello che vuoi
Vorrei incontrarti fra cent'anni
tu pensa al mondo fra cent'anni
ritroverò i tuoi occhi neri
tra milioni di occhi neri
saran belli più di ieri
°°°
3 Marzo 2051
Naruto si fa guidare da una cameriera
giovane ed elegante al tavolo che Sasuke ha prenotato per loro. “Un caffè” ha
detto, e poi ha prenotato in un locale vergognosamente costoso. Un sorriso sfugge
alle labbra di Naruto mentre pensa alla volta in cui Sasuke aveva detto
“andiamo a prendere un gelato” e poi aveva fatto la stessa cosa.
Accarezza l'imbottitura della sedia, si
siede e reclina la testa sullo schienale in un moto un po' bambino, un po'
teso.
«Le porto qualcosa, mentre aspetta?»
«Non c'è bisogno, la ringrazio»
Hinata gli ha detto che sarebbe stata contenta di passare un
pomeriggio a badare a Neji con Himawari,
che passasse pure delle ore piacevoli con il suo vecchio amico. Naruto le ha
sorriso con tenerezza e le ha baciato una guancia.
É arrivato con qualche minuto di
anticipo, si è raccontato che l'ha fatto perché a Sasuke non piace aspettare,
la realtà è che spera di convincere il suo cuore a smettere di battere così
furiosamente prima che arrivi.
Uno,
due, tre minuti.
Sperava di riuscire ad affrontarlo con
cortese risolutezza, ma il suo corpo è lo specchio indesiderato del tumulto che
gli sta sconvolgendo l'animo. Può asciugare sui pantaloni il sudore delle sue
mani, convincere il suo respiro a farsi più lento, ma basterà perché Sasuke non
si accorga dei suoi occhi lucidi? Li sente pizzicare e non può farci nulla.
Sette,
otto, nove minuti.
Non lo vede da quasi trent'anni, non lo
stringe da molti di più...
1 Gennaio 2001
Gong
«Akemashite
omedetou1 'tebayo!»
«Akemashite omedetou, baka»
Naruto abbraccia Sasuke di
slancio e seppellisce il naso tra i suoi capelli neri. Ama farlo, profumano di
buono.
Le braccia di Sasuke gli
cingono la vita ricambiando il suo abbraccio con esitazione, e lui si
ripromette di non dire nemmeno una parola pur di non farlo scappare via. Lo
stringe a sé un po' di più e strofina appena la guancia sulla sua. La sua pelle
è morbidissima.
Gong
«Avanti voi due, rientrate!
È pronta la soba!» la voce allegra di Kushina li
richiama da dentro la bella villa degli Uchiha, dove gli adulti e Itachi sono
rimasti a scambiarsi gli auguri per il nuovo anno. Naruto sbuffa appena contro
il collo di Sasuke, non ha alcun desiderio di lasciare l'engawa2
dove sono usciti per vedere i fuochi d'artificio. Ma Sasuke non ha allentato la
presa esitante sul suo corpo e Naruto si sente coraggioso abbastanza da gridare
in risposta alla madre «appena smettono di suonare le campane! Promesso!»
Gong
Ancora 105 rintocchi per
stringersi a Sasuke. Sorride.
Ti voglio bene, 'Suke.
5 Ottobre 2005
«Sai, dobe.
Penso che ti bacerò»
Naruto capisce che Sasuke
si è pentito immediatamente di aver aperto bocca mentre lui stava bevendo la
propria limonata ghiacciata, perché, nell'estremo tentativo di non soffocare, è
finita quasi tutta tra i suoi capelli neri e sulla sua camicia di lino.
«Cazzo Naruto, sei
un maiale!»
Sasuke gli rivolge il suo
sguardo più intimidatorio ma, mentre tenta di tossire via la limonata che gli è
rimasta incastrata in gola, Naruto non può fare a meno di mettersi a ridere,
perché con i capelli che gocciolano sul pavimento non fa poi così paura.
«È colpa tua! Io... ma che
cavolo... ma come te ne esci?!» farnetica, mentre cerca di ricomporsi, invano.
Sasuke gli sta battendo una mano sulla schiena con più vigore del necessario.
«Sei un imbecille»
Prima che possa rispondere
qualsiasi cattiveria, Sasuke lo afferra per le spalle e gli chiude la bocca con
la propria.
Tutto quello che vuoi.
Sono tutto quello che vuoi, Sas'ke.
17 Ottobre 2007
«Kami, quando fai quella
cosa con la lingua...»
Sasuke pianta gli occhi
lucidi nei suoi e non si da nemmeno la pena di farsi scivolare del tutto la sua
erezione fuori dalle labbra prima di parlare. Naruto è convinto che non esista
niente di più dannatamente erotico al mondo.
«Quale cosa?»
Le sue mani pallide gli
tengono il bacino ancorato al letto e Naruto ama da impazzire il contrasto con
la propria pelle abbronzata. I suoi palmi sono bollenti e la pelle dei suoi
fianchi formicola in risposta al suo tocco. Ama le sue mani.
Gli accarezza con
delicatezza i capelli mentre Sasuke smette di ghignare e si abbassa di nuovo su
di lui.
«Non lo so... Dio Sas'ke! Quella
cosa!»
La risata di Sasuke
riverbera sulla sua erezione congestionata. Che cosa voleva dire?
Ti amo, Sasuke. Non importa, glielo dirà la prossima volta.
22 Dicembre 2012
Naruto è sdraiato nel letto
del suo monolocale, a Konoha. Le tende con motivo di rane lasciano entrare
appena la luce calda del tramonto, creando strani effetti sulla pelle
bianchissima di Sasuke, tra i suoi addominali accennati, sotto suoi i pettorali
delicati. Gli sta accarezzando distrattamente la pancia con la punta delle dita
e Naruto, mentre lo guarda e intreccia le sue dita con quelle della sua mano
libera, pensa che non glielo farà notare per nessun motivo al mondo, purché non
smetta.
«Quando pubblicherò il mio
primo romanzo-»
«Quale romanzo?»
«Oh andiamo, teme! Quello
che scriverò!»
«Ma certo, come ho potuto
non pensarci»
«Ma sta' zitto! Dicevo.
Quando pubblicherò il mio primo-»
«Ma se non hai mai finito
nemmeno una storia»
«Sas'ke! Vuoi finirla?!
Fammi parlare. Quando pubblicherò il mio primo romanzo, che scriverò e finirò, per prima cosa comprerò un
appartamento vero»
Sasuke non ferma il
movimento delle dita di cui forse non si è nemmeno accorto, ma solleva appena
il capo posato sulla spalla forte di Naruto per poterlo guardare negli occhi.
«Qui a Konoha?»
«Ma sì! Sarà bellissimo.
Avrò una vera camera da letto, con un letto enorme pieno di cuscini. Una cucina
gigantesca-»
«Ma se non sai cucinare!
Una “cucina gigantesca” usata solo per scaldare ramen.
Una grande idea»
«Ho intenzione di imparare!
Sarò abbastanza ricco e avrò abbastanza tempo libero per seguire un corso, e se
non imparerò sarò comunque abbastanza ricco da potermi permettere una cuoca. E
non ridere, teme!»
Sasuke sghignazza e allora
Naruto sale a cavalcioni sul suo bacino nudo e comincia a fargli il solletico
sulle costole, fastidioso. Te lo do io un motivo per ridacchiare, bastardo!
«D'accordo, d'accordo, un
corso o una cuoca! Sta' fermo, mannaggia a te! Dai continua»
Ridendo, Naruto torna a
sdraiarsi sul letto e a guardare il soffitto. È così assorto che potrebbe
toccarle, quelle mura.
«Avrò un bagno enorme, con
tutte le piastrelle sane a al loro posto, e una vasca idromassaggio
incredibile»
«Mmmh,
questo mi pace. Nient'altro?»
Sasuke si sistema meglio
nell'incavo del suo braccio e si mette a fissare il soffitto pure lui, come se
così potesse davvero vedere i dettagli di quell'appartamento che sta facendo
sospirare Naruto.
«Avrò un salone grandissimo
e luminoso, con le finestre enormi e il parquet»
«Ah-ha»
«Ah, e le tende arancioni»
«No»
«Prego?»
«Non entrerà nessuna tenda
arancione in casa mia, Usuratonkachi»
Naruto spalanca gli occhi e
il suo cuore prende a battere così velocemente che sembra voglia sfuggire alla
presa del petto. Si gira a guardare Sasuke che ha gettato indietro la testa
prendendo a ridere in quel modo speciale che mostra solo a lui, senza malizia,
senza perfidia.
D'accordo, 'Suke. Niente tende arancioni in casa nostra.
6 Novembre 2014
Il sole splende sulla
lapide bianchissima e ferisce lo sguardo.
Gli occhi di Sasuke,
invece, sono persi in un buio così profondo che Naruto si chiede come sia
possibile che nessuno si sia accorto che la sua oscurità sta adombrando il
sole. Per lui è così reale che la sente avvolgergli le spalle come un mantello.
Sfiora con la spalla quella
di Sasuke e ringrazia che ci sia tutta quella gente al funerale di Itachi
Uchiha, così può prendere una sua mano tra le proprie e lasciarsi inghiottire
dal buio insieme a lui, senza che nessuno faccia caso a loro.
Nessuno nota la rigidità
innaturale delle spalle di Sasuke, la durezza violenta del suo sguardo, la
piega dolorosamente amara delle sue labbra. Nessuno nota le sue unghie
affondate così profondamente nella carne di Naruto tanto che sottili rivoli di
sangue sporcano le sue mani abbronzate.
Nessuno si è accorto che
parte della sua anima non lascerà la tomba di marmo bianco di Itachi, eccetto
Naruto, che spacca la sua e ne dona parte a quel luogo, purché non si senta mai
solo.
15 Dicembre 2014
«Ma non capisci? Itachi è
morto e agli occhi di mio padre io sono tutto ciò che è rimasto del nostro
nome. Ho dei doveri verso di lui e verso la mia famiglia. Perché non provi a
capire?»
Naruto lo guarda e vede la
determinazione nei suoi occhi, la certezza di star facendo la cosa giusta. Gli
manca il respiro. Gli occhi della sua mente stanno volgendo il loro sguardo ad
una vita senza Sasuke e improvvisamente la felicità sembra gli stia scivolando
tra le dita come sabbia. Si affanna ma non riesce a trattenerla, così come sa
che non riuscirà a trattenere Sasuke, qualsiasi cosa dirà, qualsiasi cosa farà.
Li perderà entrambi.
«Io ti amo, Sas'ke» le
parole escono in un soffio dalle sue labbra.
«Ti amo anch'io. E non ha
importanza. Mi trasferisco ad Oto, non ti cercherò più»
Non ha importanza.
28 Giugno 2017
«Mi hai fatto passare un
pomeriggio bellissimo, Naruto-kun, grazie»
Hinata non lo guarda negli occhi mentre parla, e si torce
appena le mani, il viso rosso d'imbarazzo. Il cuore di Naruto è pieno di
tenerezza per quella ragazza dolcissima. Le sfiora il viso, accarezza i suoi
capelli scuri e le posa un bacio sulla fronte.
Kiba ha insistito così
tanto perché la invitasse ad uscire che alla fine non ha potuto far altro che
invitarla a passare un pomeriggio insieme. Dovrebbe ringraziarlo, perché non si
sentiva così sereno da tanto tempo. Non felice, sereno.
La sua felicità, quella
Sasuke se la rigira da sempre tra le dita, tenendola prigioniera delle sue mani
eleganti.
Naruto l'ha tenuta per
mano, passeggiando nel parco, e ha visto brillare nei suoi occhi chiari una
gioia incredibile e genuina, troppo bella per non lasciarsi contagiare almeno
un po'.
Chissà, forse, con il
tempo...
«Naruto-kun, andrai al
matrimonio di Sasuke-kun e Sakura-chan? Sai, hanno invitato anche me... Sarebbe
bello...»
Naruto spera che Hinata non si sia accorta di averlo trafitto con le sue sue parole. È bastato il suono del suo nome perché
il velo dell'illusione di una vita sopportabile lontano da lui si squarciasse,
inondandolo di tutto il dolore che aveva tentato di arginare. Naruto, invece di
lasciarsi investire, lo abbraccia come un vecchio amico.
Spera sia convincente il
suo sorriso irriverente, mentre riprende a parlare.
«E perché dovremmo andare?
I matrimoni sono così noiosi! Bisogna vestirsi bene, comportarsi come damerini
a tavola e far finta che la madre della sposa sia simpatica!»
È bella Hinata,
quando ride.
«Risparmiamoci lo strazio!
Ti porto al mare» dice, spegnendo la sua risata con le labbra.
3 Settembre 2023
«Naruto?»
Naruto sente la voce
sorpresa raggiungerlo da dietro le spalle, ma è il profumo ad averlo raggiunto
per primo. Ha fatto un respiro enorme prima di potersi fermare, e ora
quell'odore gli sta stringendo lo stomaco e accarezzando il cuore.
Si volta e si specchia
negli occhi scuri di Sasuke dopo quasi dieci anni.
Sasuke ha la mascella più
squadrata e i capelli più morbidi intorno al viso, ma le sue mani, che ora
stringono dei sacchetti del supermercato, sono sempre le stesse e Naruto può sentire
ancora il loro tocco su di sé.
Porta la fede, e Naruto
sente il metallo di quell'anello piantarglisi nel cuore. Brucia.
«Ciao Sasuke»
Dio, è così bello. Naruto
stringe appena di più la manina di Himawari nella
propria.
Si guardano per un attimo
in silenzio, Naruto immagina che neanche lui sappia cosa dire. In realtà si
chiede cosa l'abbia spinto a fermarlo.
«Oh, e questa bella bimba
chi è?» chiede Sasuke chinandosi di fronte alla sua bambina, che si nasconde
appena dietro le sue gambe incuriosita e timida, con un sorriso che Naruto non
gli aveva mai visto, il sorriso tenero e impacciato di un papà.
Ci si può innamorare di qualcuno ancora e ancora? Ci
si può innamorare di qualcuno mille volte, in mille modi diversi? Ci si può
innamorare di ogni dettaglio sconosciuto, di ogni nuova piega delle labbra?
«Avanti polpetta! Com'è che
ti chiami?»la incita Naruto. Adora sentirla parlare.
«'Wa...
'Wari» risponde con la sua voce piccina, arrossendo
un po', proprio come la sua mamma.
«È Himawari,
in realtà. Non sa dirlo ancora bene»
«Ciao, Himawari.
Io sono Sasuke, un amico di papà» Sasuke le lascia un sorriso prima di tornare
in piedi.
Un amico di papà.
«Non sapevo avessi avuto
una bambina»
«In realtà lei è la più
piccola. Bolt ha due anni di più, ma ha preso la varicella ed è rimasto a casa
con Hinata»
«Già, Sakura mi aveva detto
che vi siete sposati. Anche noi abbiamo avuto una figlia, dovrebbe avere l'età
del tuo, se ho capito bene»
I suoi occhi brillano per
un momento di una gioia autentica, mentre sposta i tutti i sacchetti in una
mano e mostra lo schermo del cellulare a Naruto, per mostrargli la foto in cui
tiene in braccio una bambina imbronciata con i capelli nerissimi e gli occhiali
di plastica rossa.
Davvero si può?
«È incredibile, un dannato
terremoto!»
Sorride e scherza, Sasuke,
ma quando sposta lo sguardo dalla bambina sullo schermo a lui, qualcosa spegne
i suoi occhi neri come le ali dei corvi, come l'oceano. Naruto non osa dargli
un nome perché farebbe troppo male e lui ha voltato le spalle a quella
sofferenza cinque anni prima, quando Hinata gli ha
messo Bolt tra le braccia, sorridendo tra le lacrime più dolci che Naruto
avesse mai visto, le lacrime di una mamma, le lacrime di una moglie innamorata.
Così sorride anche lui.
«La tua bambina è bella, Sasuke!»
Sotto la spessa
montatura dei suoi occhiali ci sono i tuoi occhi.
3 Marzo 2051
Vede arrivare Sasuke al
tavolo del bar dove si sono dati appuntamento.
Naruto può vedere nelle
rughe sul suo viso e nei fili bianchi trai i suoi capelli tutti gli anni che
sono trascorsi dal loro ultimo incontro. Gli occhi di Sasuke sono più opachi di
come li ricordasse, la sua pelle più grigia e le sue mani più segnate; la sua
bocca è più sottile, le sue guance più scavate e le sue ciglia meno folte,
immagina che se chiudesse gli occhi non getterebbero ombra sulle sue guance
come facevano tanti anni prima.
Abbassa lo sguardo
sull'assenza della fede al suo dito e sente la malinconia invaderlo come
un'onda di bassa marea, ad ogni stanco riflusso lo trascina più a fondo
nell'oceano, e più lontano da Sasuke. Lo sposta su quella segnata dal tempo al
proprio, e la consapevolezza di non aver mai dato ad Hinata
quello che avrebbe meritato getta sale sulle sue ferite mai rimarginate. L'ha
amata e la ama, la rispetta e le è fedele da sempre, ma lo sguardo di Sasuke
nel suo, anche dopo tutto quegli anni, brucia e gli fa tremare il cuore come il
suo non ha mai fatto.
Hinata è la brezza gentile che con amore ha raccolto i pezzi
del suo cuore e della sua vita, che con dolcezza li ha tenuti in grembo perché
non si perdessero nel vento.
Sasuke è la tempesta che ha
sempre sconvolto la sua anima.
Prova a concentrarsi sui
segni degli anni che hanno cambiato il viso di Sasuke, Naruto, ma non riesce a
non pensare che non scalfiscono la sua bellezza affatto e che, ai suoi occhi,
l'uomo stanco e brizzolato che sta scostando la sedia e gli si sta sedendo
davanti è ancora la cosa più bella del mondo. Avrebbe voluto vederli apparire
giorno dopo giorno sul suo viso, baciarli uno per uno, ridere con lui della
prima ruga e del primo capello bianco, salutare con affetto la prima
imperfezione di melanina sulle sue mani pallide.
Sasuke gratta con la sedia
sul parquet mentre si accomoda e, finalmente, parla.
«Scusa il ritardo, Salada aveva bisogno che le tenessi Tomomi
per un po'. È molto che aspetti?»
Naruto lascia che la sua
voce gli entri nel petto e lenisca per un po' le cicatrici infette del suo
cuore. È più roca di come la ricordasse, più graffiata e più sfibrata. Lui se
innamora come l'ultima volta che l'ha sentita.
Stira le labbra in un
sorriso educato ma una lacrima sfugge ad un occhio grigio-azzurro, tradendolo.
Naruto la ignora e pensa alla risposta che ci si aspetta che debba dare, perché
la vita ha scelto per loro tanti anni prima e lui da troppo tempo ha deposto le
sue armi. Si asciuga il viso con un pollice e sospira.
«Un quarto d'ora» dice.
Ma la risposta che sente
Sasuke, la risposta che sentono entrambi, è diversa.
Tutta la vita, Sasuke.
26 Febbraio 2051
«Moshi
moshi»
Silenzio dall'altra parte
del telefono.
No, non silenzio, se si
impegna un po', Naruto può sentire dei sospiri, come di qualcuno che cerchi di
contenere il fiatone dopo una lunga corsa.
«Pronto! Chi è? Pronto?»
Altri sospiri e,
finalmente, qualcuno che si schiarisce la gola.
«Ciao, Naruto. Sono Sasuke»
Un attimo di silenzio, il
cuore di Naruto che sprofonda nel petto, se ne sta fermo per un po' e poi
comincia a correre come un dannato, come a voler raggiungere quello di Sasuke
attraverso la cornetta del telefono.
Mi trasferisco ad Oto.
Non ti cercherò più.
«Come stai?» la voce
metallica che esce dal telefono è un po' incerta. Naruto si rende conto solo
dopo averla sentita di non aver ancora risposto.
«Sto bene. Tu come stai?»
Sei felice, Sasuke?
«Bene. Sai... torno a vivere
a Konoha. Salada si è trasferita un paio di anni fa
con il marito e la bambina e ora che io e Sakura ci siamo lasciati ho pensato
di pensato di seguirla, sai... per poterle stare vicino, non si sa mai...»
«Capisco, immagino-»
«Tu... tu vivi ancora lì?»
«Sì, sì certo»
«Senti, ti andrebbe di
andare a prendere un caffè? Io... mi piacerebbe rivederti, Naruto»
Esita appena nella
cornetta, Sasuke, ma poi non aggiunge altro.
Naruto non ha idea di quali
siano le sue intenzioni, di cosa si aspetti da questo caffè. Sasuke non lo
dice.
Ma non ha importanza.
Naruto non ha intenzione di
voltare le spalle alla sua famiglia, alla vita che si è impegnato a costruire
con determinazione per tutta la vita. Continuerà ad essere un marito affettuoso
e presente, un buon padre e un nonno innamorato.
Continuerà a vivere il
riflesso sfocato della felicità attraverso quella autentica delle persone che
ama. Va bene così. Ha fatto la sua scelta quasi quarant'anni prima, quando ha
promesso ad Hinata che le sarebbe stato a fianco ogni
giorno della sua vita. L'ha confermata quando Bolt e Himawari
sono venuti al mondo e con i loro occhi pieni d'amore innocente hanno dato un
senso alla sua.
Non c'è posto per Sasuke,
nella sua vita a metà. É tardi per fargli spazio e stravolgere l'equilibrio che
ha tanto faticato per creare. Non ferirà Hinata per
nulla al mondo, non deluderà i suoi figli.
Dopotutto, ha aspettato
così tanto tempo. Tutti i suoi anni migliori se ne sono andati nello sforzo
costante e inflessibile di non far mai mancare niente alla sua famiglia,
nell'impegno di rendere le loro risa più forti delle urla del suo cuore.
Può aspettare ancora, per
riaverlo accanto a sé.
Il filo rosso che lega le
loro dita può logorarsi, schiarirsi, forse sfilacciarsi tra le pieghe del
tempo, ma non rompersi. Tira e segna la carne di Naruto da quando Sasuke ha
scelto per entrambi, allontanandosi dalle sue braccia quando il cuore di Itachi
Uchiha ha smesso di lottare. Naruto sente quell'incisione bruciare ogni
giorno, sotto al soffio fresco di Hinata e i suoi
baci morbidi, a ricordargli che quel maledetto filo, quel benedetto e spietato legame
è sempre lì, a tingere di porpora l'arazzo pallido della sua vita.
«Ma certo, Sasuke»
«Io... ehm... mi fa
piacere. Non sapevo se avresti accettato»
«Però paghi tu!» Naruto si
lascia sfuggire una sciocchezza come faceva tanti anni prima, quando Sasuke lo
imbarazzava e lui cominciava a straparlare. Allenta la tensione ma profuma
dolorosamente di casa.
«Sei sempre un'imbecille!»
si sente rispondere in una risata.
Non può fare a meno di
sorridere anche lui, Naruto.
Tutto quello che vuoi.
La prossima volta sarò tutto quello che vuoi, Sasuke.
°°°
Vorrei incontrarti fra cent'anni
come un gabbiano volerò
sarò felice in mezzo al vento
perché amo e sono amato
da te che non puoi cancellarmi
e cancellarti non posso
1 È l'augurio
che ci si scambia all'inizio del nuovo anno, in giapponese.
I 108 rintocchi vengono suonati nei templi buddisti
alla mezzanotte, a simboleggiare i 108 peccati dell'anima, che viene purificata
dal suono delle campane.
La soba è il piatto
tradizionale che si consuma dopo.
2 L'engawa non è altro che la veranda delle case tradizionali
giapponesi.
I versi all'inizio e alla fine della storia sono parte di "Vorrei incontrarti fra cent'anni", una canzone di Ron.
ndHebi. (quelle vere)
[Un avvertimento: queste lunghissime, deliranti notediHebi sono piene zeppe di spoiler
sul finale di “Naruto”]
Eccoci qui. Innanzi tutto vorrei scusarmi per la mia
recente sparizione stile Mago Silvan. Vi chiedo scusa.
Da quando ho cominciato a scrivere qui mi sono
ripromessa che avrei sempre risposto a messaggi e recensioni in un tempo
accettabile, ma non l'ho fatto. Posso tirare fuori una marea di scuse per
questa mia mancanza, sarebbero tutte vere, e tutt'ora ho difficoltà a trovare
del tempo libero perché sto preparando degli esami. La verità è che, anche quando
avrei potuto fare al volo un salto da queste parti, ho scacciato il pensiero
come si fa con le zanzare e mi sono dedicata ad altro.
Questo perché ho cercato di ignorare con la massima
convinzione il fandom di Naruto e le mie storie.
Il finale di un'opera che ho tanto amato mi ha ferita
in modi che non vi sto neanche a spiegare. E vi stupirà, ma le coppie sono
l'ultima cosa che mi ha delusa. Seguivo Naruto da così tanti anni che, per
quanto mi piaccesse scrivere storie su Sasuke e
Naruto e l'idea di loro due come coppia, ero innamorata del manga per tanti
altri motivi.
Le coppie che sono venute fuori purtroppo non sono che
il riflesso di tutto ciò che è stato violentato in questo finale.
Sasuke è risultato un personaggio senza alcuna
personalità, solo in balia degli eventi, sminuendo una conversione che era
arrivata con tanto tempo e fatica (sua e
di Naruto) assumendo di punto in bianco atteggiamenti e pensieri non suoi (ho
amato l'idea del viaggio di redenzione, Sasuke è sempre stato il riflesso di qualcun
altro, avrebbe dovuto prendersi del tempo per trovare se stesso. Ma un uomo in
cerca della propria identità non è già certo che tornerà a casa, e per di più
da una donna che ha sempre mal sopportato e che che
non è cambiata da quando avevano dodici anni e lo irritava). Sakura si è
rivelata una bambina che ha consacrato tutta la sua vita ad una cotta
infantile, impacciata, balbettante, succube. E Naruto? Forse lui è l'unico ad
esse maturato, crescendo anche in ambito amoroso, sganciandosi dalla sua cotta
per Sakura per abbracciare un amore più maturo. Ma per questo era necessario
trascurare i suoi figli e rinnegare il se stesso che abbiamo sempre conosciuto
e amato? Non ce l'ho fatta a fargli uno sfregio simile nemmeno in questa
storia...
Ah Kishimoto, me l'hai fa grossa.
L'unica cosa che non sono riuscita ad ignorare è stata
questa storia, che è stato doloroso scrivere, ma anche catartico. Per questo la
sto pubblicando ora che ho un secondo libero, per farvi sapere nell'unico modo
che conosco che non mi sono smolecolarizzata e che,
in un certo senso, ho fatto pace con dei personaggi che amo da quasi dieci
anni.
Quello che vi prometto (e io mantengo le promesse, è
il mio nindo!) È che comincerò da ora a rispondere
alle vostre recensioni e ai vostri messaggi, perché scrivere mi piace davvero
tanto e vi sono immensamente grata quando impiegate del tempo per farmi sapere
cosa ne pensate. Mi pare che vi meritiate almeno la considerazione di una
risposta.
Sesshy cara, a te nemmeno ti ringrazio. Sarebbe veramente
troppo poco visto l'impegno che stai mettendo nel sopportarmi da Novembre a
questa parte. Ho in mente qualcosa di meglio (e sai che il tempo non è mio
amico, ma ce la farò :P) Ti voglio bene.
Vale!
Hebi