A look at the sky
Augustus
Waters era rimasto sorpreso quando Hazel Grace gli aveva chiesto di
comprarle
del gelato. Non era questa la reazione tipica della ragazza di ritorno
dal
Cuore Letterale di Dio, ma aveva acconsentito di buon grado e poi
faceva troppo
caldo per poter rifiutare. Con la sua guida spericolata si erano
diretti verso
il centro, riuscendo miracolosamente a trovare parcheggio vicino a quel
parco
con lo stagno per le papere, senza papere.
«Vieni?»
chiese il ragazzo mentre si slacciava la cintura. Alzò lo
sguardo verso di lei,
ma per tutta risposta ricevette un diniego, seguito da uno splendido
sorriso.
Augustus ne era rimasto affascinato, un sorriso più
splendente del sole stesso.
La luce che filtrava dal finestrino dietro di lei le conferivano
un’aurea quasi
soprannaturale, facendola sembrare ancora più bella del
solito. E, guardandola
bene, anche i suoi occhi brillavano di luce propria più
forte di quella del
sole. Era in quei momenti che Augustus sarebbe rimasto per sempre ad
osservarla, trovandosi in pace con tutto il resto.
«Che
gusto?» chiese allora, ricambiando il sorriso.
«Fragola
e cioccolato.»
«Hazel
Grace non puoi avere gusti così... così
normali – esclamò stupito. –
Rovini la tua immagine da ragazza tosta.»
Entrambi
scoppiarono a ridere mentre lei difendeva la normalità dei
suoi gusti: adorava
il cioccolato, come ogni buona persone che si rispetti, e va pazza per
le
fragole. Al che il ragazzo scrollò le spalle e si diresse
verso il chiosco del
parco, lasciandola ad osservare il laghetto delle papere, senza papere.
Ritornò
dieci minuti dopo, stando attento a non macchiarsi la giacchetta in
finta pelle
con il gelato, e notò che dal finestrino del passeggero
sporgevano un paio di
gambe, con ai piedi delle All Stars bianche. Si avvicinò
sorridendo divertito,
adorava la parte stravagante della ragazza.
«Belle
gambe, Hazel Grace. Da sballo, oserei dire,»
ridacchiò il ragazzo mentre la
raggiungeva. Hazel era sdraiata occupando anche il suo posti e le
braccia
incrociate dietro il capo. Sorrise nuovamente ma non distolse lo
sguardo dal
cielo.
«Mi
piacciono le nuvole, danno la sensazione di poter essere sfiorate, di
portati
in luoghi lontani e inesplorati e mi fanno sentire leggera, come se
potessi
respirare.»
Augustus
si voltò poggiando la schiena contro la macchina e
osservando a sua volta il
cielo, immaginando luoghi inaccessibili e lontani.
Poco
importava se il gelato si sarebbe sciolto, gocciolando su tutte le mani
e
rendendole appiccicaticce, e nessuno dei due lo avrebbe mangiato.
Note:
Spero che, in 403
parole, non sia uscita propriamente una cavolata
perché mi dispiacerebbe che la mia prima storia su questo
fandom sia orrenda.
Sia il film che il libro sono bellissimi, la storia è
bellissima. E mi è venuta
voglia di scrivere un qualcosina su Gus e Hazel. Sono due personaggi
particolari, che meritano davvero tanto. Spero che vi piaccia, lasciate
un
commentino mi raccomando
Un bacione.
[Edit: storia
modificata il giorno 22 gennaio]
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