The end of whirlpool

di Xandalphon
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45)La condanna

 

***Inazuma***

Che giornata piatta. Non ero dell'umore per andare da Akiko, non ero dell'umore di mettermi per la strada a fare qualcosa, non ero dell'umore per prendere una missione né per andare dal mio caro vecchio salice.
Ultimamente ero dell'umore per fare ben poco.
Avevo persino perso un paio dei miei già pochi chili. Il cibo era diventava come cenere mentre lo mangiavo: insapore, piatto.. e mi passava la fame.
Non volevo cercare le mie amiche.. loro erano con i Konohani, in visita di sfuggita ad Uzushi, domani sarebbero ripartiti. Ma a costo di sembrare scortese non volevo vederli. Osservare gli sguardi luminosi delle due coppiette mi avrebbe solo ricordato quanto ultimamente mi pesasse il 'sentirmi sola', e avrebbe riacceso quel sentimento nel petto. Un misto di sincera felicità che provavo per loro e un'oscura gelosia che macchiava quel sentimento altrimenti sincero e candido.
 

Loro erano state fortunate ed ero davvero felice per loro... ma vederle così... mi faceva sentire esclusa e aumentava solo la mia tristezza agitando ricordi che volevo nel contempo dimenticare e mantenere per sempre nella mia mente, nel cassetto dei ricordi segreti. Quelli che sebbene fossero i più cari, mai avrebbero dovuto emergere.
Come quel breve momento... il ricordo di quel bacio che bruciava le labbra e mi faceva quasi arrossire solo a pensarlo. Era sia un ricordo molesto tanto quanto uno dei quali tenevo maggiormente. Un segreto che custodivo gelosamente.
Non l'avevo raccontato nemmeno alle mie amiche. Così come dubitavo che lui ne avesse parlato ai suoi. Era una piccola parentesi che avremmo per sempre conservato nelle nostre menti.
 

Tuttavia la mia strana.. apatia era stata notata da chi mi stava vicino, e se Akiko lasciava correre, dato che comunque aveva relativamente poco tempo da dedicarmi come zia, mentre era impegnata a cercare di inculcarmi in testa il minimo indispensabile per non far cadere in malora il villaggio tempo zero dopo che avrei dovuto posare il culo sul trono, Akari non faceva altrettanto.
Le mie risposte sul vago non la convincevano, e per quanto volesse da una parte 'rispettare' il mio silenzio, era tuttavia preoccupata e avrebbe voluto in qualche modo poter fare qualcosa per me.
La andai a trovare.
 

“Ciao ma'” esordii entrando nelle sue stanze.
Lei lasciò subito perdere la corrispondenza che stava scrivendo per guardarmi.
Come al mio solito mi lasciai sedere sul tappeto ricco per appoggiare il mento sul suo ginocchio, e lei mi scompigliò i capelli.
Mi lasciai sfuggire un lungo sospiro mentre respiravo a pieni polmoni il suo profumo così dolcemente famigliare.
“Allora... ti deciderai mai a sputare questo rospo che ti tieni in gola?”
Rimuginai un lungo momento sulla sua domanda, pensandoci seriamente.
Con un altro sospiro mi rassegnai: dopotutto mi avrebbe fatto bene parlarne per davvero con qualcuno, soprattutto con lei che era una persona adulta e matura, e mi avrebbe capito senza giudicarmi.
“Credo di aver contratto la malattia più grave del mondo...” dissi piattamente.
“Cosa?” chiese senza comprendere.
“L'amore...” mi spiegai.
“Oh...” disse lei con tono di comprensione.
“é uno dei ragazzi di Konoha vero?” disse dopo un momento di silenzio.
“Come fai a saperlo?” le chiesi. Non li aveva manco mai incrociati!
“Beh, cara... se fosse uno di Uzushi in qualche modo lo avrei saputo tramite qualche pettegolezzo, inoltre avresti avuto Rikuro tra i piedi. Inoltre dubito che tu mi dica che ti sia improvvisamente innamorata di lui... o credo che penserei che ti abbia avvelenato con qualche pozione strana...”
 

Ridacchiai alle sue considerazioni.
Si, quella era proprio la mia ma'. Mi conosceva meglio di me.
“Immagino sia la conclusione logica”
“Ho sentito dire che uno con una bandana e un ragazzo con i capelli scuri e il volto sfigurato sono spesso in... visita al vortice...” provò a incoraggiarmi a parlare.
“Chi Genma e Raido dici?”
“é uno di loro?”
“No!” esclamai facendola sorridere. Aveva un sorriso stupendo, alla quale risposi a mia volta con un mezzo sorriso.
“Genma è uno sboccacciato del cavolo motivo per la quale si trova come culo e camicia con Yuki e con loro due sintonizzati su radio-presa-per-il-culo c'è n'è da far venire mal di testa da stronzate pure ad un sordo.
Raido sembra di vedere un cavaliere d'altri tempi. Un bravo ragazzo, ma sin troppo per bene. Comunque sembra avere qualcosa in comune con Nacchan”
Gonfiai le guance come una bambina con il broncio. “No.. lui non si è fatto vedere. D'altra parte è meglio così. Lo sappiamo tutti e due...” dissi sentendo io stessa una nota di amara tristezza nella mia voce.
“Allora chi è? L'altro che era venuto qui al vortice?”
Annuii.
 

“Ti va di raccontarmi qualcosa?”
“Si chiama Kakashi... Kakashi Hatake. È il figlio di Zanna Bianca della Foglia sai?”
“Mi ricordo di Sakumo. Era una delle persone che più mi avevano favorevolmente colpito quando... si insomma... quando andai alla foglia”
“Mi è capitato di vedere una vecchia immagine di suo padre. Sembra che si somiglino molto.. è tipo una sua versione con i capelli più corti...” le raccontai un po' tutto, da come avevamo iniziato a rispettarci l'uno le abilità dell'altro a come ero finita per affezionarmi sempre di più a quel ragazzo, che sebbene avesse la mia età sembrava già quasi logorato dal dolore di una intera vita votata al sacrificio per il bene del villaggio.
Per essere neppure diciottenne aveva già perso così tanto!
Di come la sua iniziale fredda apatia si era un poco alla volta dissipata, come di un riccio che diffidente apriva il guscio protettivo un poco alla volta, per controllare che non ci fossero altri predatori in zona.
Le raccontai anche dello scontro con Hideo (di cui lei già era al corrente) ma questa volta le raccontai anche di come più tardi i sensi di colpa mi avessero lacerato, ma lui... lui era stato lì pronto a rimettere insieme i pezzi e a confortarmi, dicendo che mio padre era un Uzumaki, non quel bastardo. Portare gli stessi geni non fa genitori. Genitore è colui che ci vuole bene e ci cresce. E lei si disse più che d'accordo, ritenendo sagge le parole di Kakashi.
 

Quando terminai lei rimase in silenzio per vari secondi.
“Se devo essere sincera figlia mia, non trovo davvero le parole giuste da dire. Se da una parte vorrei dirti che sono felice per te che hai trovato una cosa dolce come l'amore... dall'altra mi viene da dirti che mi dispiace poiché...” si fermò temendo di ferirmi.
“Già, non potremo mai. Motivo per cui non si è fatto vedere in zona. Se no scommetto che quella testa bianca bacata sarebbe riuscita a trovare un sacco di scuse per essere 'casualmente' in zona” dissi con un mezzo sorriso. Più amaro che felice.
“Oh, tesoro...” lei mi abbracciò mentre quelle lacrime che avevo sempre tenuto ben salde in gola sgorgavano contro la mia volontà.
“Sai, credo che anche tuo padre... sarebbe orgoglioso della donna che sei diventata...” mi disse carezzandomi i capelli.

*

Quella mattina Rikuro aveva gironzolato senza precisa meta, cercando Inazuma o Akaho. Una delle due.
Non riusciva davvero a comprendere perché Ina-chan si ostinasse tanto a respingerlo... tanto erano fidanzati. E poi chi meglio di lui avrebbe potuto rivestire i panni del suo consorte? Mah, valle a capire le donne. Akaho era un ottimo ripiego.
Era di sangue nobile (che mai si fosse detto che si mescolava con persone inferiori), facile da manipolare, e una volta zittita era comunque di bell'aspetto.
In quel momento vide che c'era il padre di Akaho che lo cercava, per un attimo provò un brivido freddo.. che quella stupida le avesse detto delle loro 'sortite' notturne?
“Ehm.. buongiorno signor...”
“Rikuro!”
“Si?”
“Dimmi ragazzo... ti piacerebbe diventare consorte della Tsunamikage entro pochi giorni?”
“Beh il matrimonio con Inazuma è tra tre mesi...”
“Oh, ma io non sto parlando di Inazuma, ma di qualcuno di molto più semplice da manipo.. ehm compiacere...”
Per quanto non fosse un genio, Rikuro comprese subito di che stava parlando.
Dapprima rimase allibito, ma pensando in fretta considerò che sarebbe assai stato più facile ottenere ciò che voleva con Akaho che con Inazuma. No, Ina-chan raramente riusciva a controllarla.
“L'ascolto..”

*

I ragazzi di Konoha se n'erano finalmente andati via, e mi stavo godendo una bevanda fresca in compagnia di Yuki e Nacchan. Dopo aver parlato con mia madre mi sentivo stranamente sollevata. Certo, la situazione mi pesava ancor sempre sul cuore, ma era come aver alleviato un po' il carico, e riuscivo a essere più serena con le due.
“Allora ragazze... a quali illuminanti conclusioni siete giunte? Vi sposerete tra due anni, andrete a vivere a Konoha e avrete dieci figli per ciascuna?” ci scherzai sopra.
Loro si guardarono a disagio.
“Avete delle facce da fotografia. Dai ragazze sù! Aggiornatemi!”
“A dir la verità al momento non ho alcuna intenzione di andarmene da Uzushi. Se mister grissino ci tiene tanto che sia lui a scomodare le sue chiappe!”
“Sottoscrivo. Poi voi due senza di me non andreste da nessuna parte” disse con un sorrisetto Nadeshiko.
“Quanta fiducia...” dissi con una falsa imbronciatura.
“Che vi devo dire.. qualcuno con un minimo di buon senso serve...” disse lei.
“Ah, faccia d'angelo... giuro, è meglio che sto zitta!”
Ridacchiai all'espressione di Yuki.
Non so di preciso cosa accadde, ma venimmo circondate da un gruppo assai fitto di squadre ANBU.
“Inazuma! Sei in arresto. Abbiamo il compito di scortarti sino al palazzo per un udienza formale” esordì il capitano delle guardie lasciandomi allibita. Qualsiasi cosa stesse succedendo non presagiva nulla di buono.
“Che idiozia è mai questa?” se ne uscì Yuki.
Ma loro manco la considerarono, mentre si avvicinavano con le manette ricoperte di rune per bloccare il flusso di chakra.
“State lontano da lei!” ringhiò la ragazza muovendosi per estrarre il nastro, e notai che anche Nadeshiko aveva portato una mano all'arco.
Ma la fermai. “Si tratterà di un errore. Voi andate in avanscoperta. Cercate di capire cosa succede...” dato che notai che sembrava che l'intera Uzushi si stesse scuotendo, vista la confusione che stava pian piano dilagando nelle strade.
Loro mi lanciarono un'occhiata dubbiosa ma alla fine obbedirono.

*

Akari stava osservando il concilio riunito di fronte a lei, avvertendo dentro di se una strana inquietudine. E quando avvertiva questo... fremito, voleva dire che c'era qualcosa di grosso in arrivo. Grosso e davvero poco piacevole.
Il viso di Akiko era una maschera di granito, ma i suoi occhi le sembravano al contempo preoccupati e tempestosi.
Molti degli anziani lì riuniti avevano espressioni strane. Che andavano dalla preoccupazione, alla furia, all'indignazione a quella del padre di Akaho -che Inazuma detestava con tutta sé stessa- che sembrava quella di una volpe che è finalmente con suo estremo piacere, riuscita a mettere le zampe sulla gallina più grassa dal pollaio.
E questo era di certo il segno peggiore.
Vide con la coda dell'occhio entrare Yuki e Nadeshiko per poi prendere posto nella sala, dove sembrava che tutti i nobili di Uzushi si fossero riuniti.
“Ora Matsuo, vorrei davvero sapere il motivo di questa pagliacciata” sibilò Akiko. I suoi occhi mandavano scintille.
 

“Sono qui per accusare Akari Uzumaki di tradimento. E per dichiarare che, sua figlia non è altro che una bastarda mezzosangue. Dichiaro quindi che Inazuma Uchiha è altresì colpevole di alto tradimento!” disse l'uomo alzandosi con fare plateale.
L'intero consiglio fu scosso da mormorii e furono in molti ad alzarsi indignati, chi gridava alla pazzia dell'uomo chi invece cercava di capirci qualcosa.
Akari sbiancò di quel tanto che la neve sembrava più colorata di lei.
 

“Ho saputo da fonti più che sicure che Inazuma possiede lo Sharingan, e come è ben noto è un tratto distintivo di un unico clan: gli Uchiha della foglia. E a ben pensarci diciotto anni fa venisti mandata in missione diplomatica alla foglia... direi che oltre ai rinforzi alleati si sei portata altro a casa..” disse l'uomo con un ghigno sadico.
“Trattieni la lingua serpe! Se anche i tuoi vaneggiamenti fossero veri Akari rimane pur sempre un Uzumaki e la moglie di mio fratello. Tributale il dovuto rispetto. E prega che non stia dicendo solo follie o giuro che ti pentirai a lungo di questo giorno...” lo minacciò Akiko.
“Sarò più che lieto di condividere con Voi le mie informazioni...” disse posando diversi fogli al banco della Tsunamikage, che impallidì s'incupì man mano che procedeva alla lettura.
 

“Akari cos'hai da dire in tua discolpa?” disse solamente la donna.
“Dunque è vero ciò che Matsuo-sama dice?” chiese un'esponente dei Jundo.
“Parrebbe di sì” disse mesta Akiko.
Sentendosi accerchiata la povera Akari scoppiò in lacrime, ma venne incalzata dalle domande di Akiko, che tuttavia tentò di usare un minimo di gentilezza, conoscendo l'indole dolce della cognata.
Akari rivisse dunque ancora una volta l'orrore che le segnava l'anima, raccontando non senza difficoltà la verità su ciò che era accaduto.
“Perché non dircelo prima? Mi viene da domandarmi se non sia un'altra bugia per coprire i tuoi misfatti Akari...” insinuò Matsuo.
Akari non rispose singhiozzando silenziosamente.
“Oppure volevi solo coprire il tuo orgoglio ferito... difficilmente un principe del rango di tuo marito sposerebbe una persona così...” continuò ad infierire l'uomo, sfruttando l'occasione per sfogare tanti anni di rabbia repressa. Anni passati nel buio dietro le quinte, mentre Akiko e Akari si godevano e si crogiolavano nella luce del sole... del potere.
“Ora basta!” intervenne la Tsunamikage, bloccando anche i mormorii maligni che avevano iniziato a strisciare nella sala.
 

“Vogliamo provare a farti violentare in un angolo della strada per vedere quanto desiderio hai di parlarne in pubblico Matsuo?” chiese duramente Yuki, non riuscendo più a trattenere la sua indole impulsiva, facendo arrossire l'uomo.
 

“Akari ha agito in maniera forse sbagliata, ma è stata vittima di un torto e non ti permetto di infierire su di lei. Il modo in cui ha agito è più che comprensibile e credo che tutte le donne di questa assemblea possano capirla. E qualsiasi uomo capace di un minimo di compassione” intervenne Akiko salvando anche Yuki dalla sua replica fulminando Matsuo con lo sguardo e mettendo anche a tacere l'amica della nipote.
Molti dei presenti infatti annuirono in accordo su quel punto.
Quando si infuriava la Tsunamikage ricorreva a metodi che forse normalmente erano più appropriati a Inazuma che non lei.
E in quel momento Akiko era fuori dai gangheri. Stavano minando la sua famiglia, e sapeva, era dannatamente cosciente del fatto che avrebbe potuto fare assai poco per proteggerla.
Se tutto quell'incubo era vero... le antiche leggi le imponevano di scegliere un'altra donna per succedergli. Inazuma non aveva sangue puro.
 

“Dunque, signori e signore... Inazuma deve comunque essere spogliata dei suoi titoli. Tanto più che se ne è venuta a conoscenza e non l'ha dichiarato... è comunque responsabile di ciò, e a differenza di Akari non ha alcuna attenuante. Le nostre più antiche leggi stavano per essere violate!”
Questa volta furono in molti a bisbigliare assensi, e nel mentre Inazuma stessa venne scortata all'interno dell'assemblea.
Tuttavia Akari sentì fiorire in sé la rabbia dovuta ad una madre alla quale viene minacciata la figlia.
“Mio marito era consapevole di ciò e non l'ho mai ingannato! Ma, a differenza tua era un uomo dal cuore grande e buono. Ha sempre considerato Inazuma sua figlia e ne era orgoglioso. L'ha cresciuta e amata come sua.
E io stessa sono felice di avere Inazuma per figlia. Lei è mia figlia, e nulla di quanto direte mi farà mai cambiare idea. Sono orgogliosa di aver dato i natali ad una delle ninja più capaci e fedeli ad Uzushi delle ultime generazioni” dichiarò Akari, drizzando la schiena e pronunciando le parole con seria convinzione.
 

“Madre...” mormorò Inazuma capendo subito il casino in cui si trovava.
“Inazuma Uchiha...” la ragazza rabbrividì sentendo il suo nome pronunciato in quel modo “... sei chiamata a rispondere per alto tradimento. Anche supponendo che da subito tua... madre l'abbia tenuto nascosto abbiamo prove inconfutabili che possiedi lo Sharingan. Da quanto ne sei consapevole?”
Subito pensò di mentire ma comprese di essere ormai spacciata. Tanto valeva dire la verità.
“Mi è capitato la prima volta durante la battaglia con Kushimaru Kuriarare.”
“Dunque confessi di aver mentito al villaggio e al suo consiglio”
“Confesso di aver fatto quanto credevo giusto per proteggere il villaggio, la mia famiglia e mia madre. E la memoria di mio padre.”
“Intendi forse Hideo Uchiha?” chiese con falsa noncuranza Matsuo.
Inazuma trasalì a sentire quel nome. Come diavolo faceva a sapere tante cose...?
“Da quanto ne so.. l'hai ucciso tu stessa durante la permanenza alla foglia..”
“Si ma...”
“Dunque ammetti di aver ammazzato il tuo stesso padre!”
“Si ma..”
“Signori, questa ragazza oltre ad una traditrice è anche un'assassina è giunta ad uccidere l'uomo che l'ha generata!”
“Mio padre era Kyoshi Uzumaki!” Sbottò all'improvviso Inazuma, con il viso arrossato dalla rabbia. “ è stato lui ad allevarmi e ad amarmi. Lui mi ha insegnato ciò che sapeva, lui è stato per me un padre. Hideo era solo uno stronzo che si divertiva a causare dolore agli altri. Ha violentato mia madre e lo avrebbe fatto anche con me. Fermarlo è stata la miglior cosa che potessi fare, per me, per l'onore di mamma e per quello di molte altre ragazze. Non mi pento di ciò che ho fatto, perché era ciò che andava fatto!” lo disse con una tale forza che furono parecchi sopratutto tra i Jundo e i Yajirushi a mostrare segni d'assenso, come pure tra i Genkaku.
Matsuo battè le mani con aria ironica.
 

“Bel discorsetto, te lo concedo... resta comunque il fatto che nel tuo sangue non scorre il puro sangue Uzumaki, pertanto non puoi succedere ad Akiko-sama, e hai taciuto sulla tua discendenza anche quando sapevi.”
Il consiglio fu unanime nel dare ragione a Matsuo, solo Akiko non si espresse.
“Akari... tu sei altresì colpevole di aver taciuto.”
 

Il consiglio fu di nuovo unanime.
“Propongo l'esilio per Akari e... la condanna a morte per Inazuma.”
“Cosa?”
“Ma siete tutti impazziti?” saltarono su Nadeshiko e Yuki.
“Statene fuori” le rimbrottò Inazuma, non volendole invischiare in questa situazione.
“Con sto cavolo che ne stiamo fuori. Il consiglio sta prendendo la decisione più stupida che abbia mai sentito” strepitò Yuki.
“Vi state forse schierando con una traditrice?”
 

“Mi sto schierando con la mia migliore amica e la mia principessa. Potrà anche avere solo metà del sangue di Uzumaki ma il suo cuore è quello di una principessa di Uzushi al 100%. Non ha mai fatto altro che avere cura del suo villaggio e lo ha servito fino in fondo!” Strillò Yuki.
 

“Yuki calmati!” intervenne suo padre, che era un'esponente importante del clan Jundo.
“Calmarmi un accidenti! Volete appendere per il collo Inazuma, ma vi rendete conto?!”
“Concordo e sottoscrivo” intervenne con fare più pacato Nadeshiko. Però le parole delle due ragazze trovarono parecchio successo tra i giovani che si erano raggruppati sul fondo della sala.
“Vi rendete davvero conto che state prendendo le parti di una ragazza macchiata di Alto tradimento?” chiese Matsuo.
 

“Mi rendo benissimo conto che casualmente, facendo fuori Akari e Inazuma la discendenza ricadrà su Akaho... il che rende la cosa stranamente fortuita...” disse con glaciale calma Nadeshiko, freddando il consigliere, di cui Inazuma notò una vena del collo che s'ingrossò.
 

“Ora basta!” gridò Inazuma, al che anche Yuki si zittì.
“Ragazze mi fa piacere la vostra fedeltà, ma non immischiatevi. Questa cosa non vi riguarda.” disse Inazuma cercando di farsi coraggio. Si sentiva colmare dall'affetto e dalla lealtà delle due amiche quando poco prima un sottile terrore si stava impossessando di lei, ma non voleva davvero che subissero la sua sorte.
“Ci riguarda eccome...!” tentò Yuki.
“Yuki... per favore. Non... non potrei sopportare vi accadesse qualcosa di male.” disse sottovoce Inazuma con le lacrime che le pungevano gli occhi.
Nadeshiko comprese. Fece un profondo inchino a Inazuma e trascinò un'imbronciata Yuki fino al gruppo di giovani che si era formato nella camera del consiglio, che sembravano tutti indignati.
 

“Tsunamikage-sama cos'ha da dire?” chiese uno Yajirushi.
“Mi trovo in accordo con le parole di Yuki. Conosco Inazuma da tempo e da vicino. Per quanto mi sconcerti il sapere che non possiede il sangue Uzumaki tradizionalmente richiesto, sono però altrettanto conscia che il suo cuore è grande e capace, e la sua fedeltà ad Uzushi è più grande di quanto le parole possano esprimere.
Akaho non è né in grado né adatta a sedere sul trono del Vortice. Inazuma è invece capace e scaltra. Sarà una grande Tsunamikage.
Sono inoltre d'accordo nel dire che per mio fratello è stata una figlia, anche se non di sangue magari... ma vedo molto di lui in lei.”
Inazuma dovette girare un momento il volto per far scomparire le lacrime che le erano affiorate sulle ciglia.
Sua zia la stava difendendo a spada tratta di fronte a tutti... anche se il consiglio fu scosso da un mormorio di sconcerto, mentre invece i giovani acclamarono le parole di Akiko.
 

“Questo è inammissibile!” saltò su qualcuno del consiglio. Forse un Denki.
Per diversi minuti il consiglio divenne una baraonda di pareri e discussioni, che Inazuma smise di ascoltare. Tanto la sua parola difficilmente avrebbe cambiato le cose.
“Ora basta!” gridò Akiko.
 

“Sembrate una massa di babbei anziché un consiglio. Siamo dentro il mio palazzo, non al mercato cittadino, e comunque credo che i mercanti si comportino con più cortesia e disciplina” rimbrottò i consiglieri.
 

“Inazuma, Akari e quanti non fanno parte del consiglio sono invitati ad attendere fuori. Udirete la sentenza non appena sarà pronta.” li congedò Akiko... e loro obbedirono.

Per tutti furono delle ore lunghe. Furono in molti tra le nuove generazioni di Uzushi ad avvicinarsi ad Inazuma e Akari, circondate dalla pattuglia e da Yuki e Nadeshiko ad avvicinarsi e ad esprimere la loro contrarietà alla volontà del consiglio.
Per loro Inazuma era una principessa capace, volevano lei, non Akaho alla loro guida... e Inazuma si sentì inaspettatamente gratificata e commossa da ciò.
 

Ancora non riusciva a credere che stesse davvero capitando tutto ciò per davvero. E il tarlo che la stava consumando era: come diavolo erano venute a galla queste informazioni? E come erano arrivate a Matsuo?
Era pronta a mettere la mano sul fuoco che né le sue amiche, né i ragazzi di Konoha avessero fatto fiato su ciò.. e Itachi e Shisui erano troppo bravi nel loro 'mestiere' per aver detto qualcosa in merito.
No. Doveva essere successo qualcos'altro...

*

“Il consiglio è pronto ad emettere la sua sentenza” disse un tizio delle ANBU venendo a prendermi in custodia per scortarmi dentro.
“Per quello che vale... sono d'accordo con Akiko-sama” mormorò questo avvicinandosi a me... e riconobbi Genta Jundo, il capitano delle ANBU.
Riuscii a fargli un piccolo sorriso tirato.
Dalla faccia di Matsuo dedussi che non era tutto andato come voleva lui.
Dalla faccia di Akiko ne dedussi che le cose non erano neanche andate come lei voleva.
 

E a presentarmi in mezzo alla mezzaluna formati dai banchi dei consiglieri con al centro il trono di Akiko, sentii una voragine aprirsi nel mio petto.
Paura, frustrazione, rabbia, dolore. Erano troppe emozioni a prendermi in quel momento, facendo a pugni l'una con l'altra per il domino.
Sentii una notevole folla di miei coetanei o di poco più vecchi assieparsi alla mie spalle.
“Il consiglio è infine giunto ad un compromesso” disse un Yajirushi.
“Sono pronta ad ascoltare la sentenza... e le sue conseguenze” dissi facendomi avanti, dato che mia madre era pallida come un cadavere.
“Il consiglio ha stabilito l'innocenza parziale di Akari. Lei ha subito un torto, e sebbene abbia sbagliato a tacere, è comprensibile il suo silenzio. La morte di Hideo Uchiha per mano di Inazuma, ha raddrizzato il torto subito pareggiando i 'conti' con la foglia. Riteniamo quindi la questione chiusa. Akari è assolta dalle condanne a lei imputate, ma la riteniamo inadeguata a succedere ad Akiko. Non potrai ereditare il titolo di Tsunamikage”
 

“E mia figlia?” chiese quindi lei, pescando le forze da non so dove.
“Inazuma è tuttavia stata dichiarata colpevole di aver volontariamente taciuto delle informazioni di vitale importanza. E di aver quindi tradito la corona e il villaggio per quella che potrebbe essere mera cupidigia e avidità di potere...” proseguì quindi l'uomo, facendo sollevare un coro di fischi e mormorii furiosi da parte dei ragazzi alle mie spalle.

 

“Per tanto dichiariamo il fidanzamento tra Rikuro Uzumaki e Inazuma rotto e la cerimonia d'incoronazione annullata... tuttavia, in virtù degli anni passati qui e della fedeltà dimostrata sin ora, commutiamo la pena da morte per impiccagione a...” l'uomo si guardò intorno... e il mio cuore tremò “...l'esilio. Hai tre giorni per abbandonare le nostre terre. Dopo di che verrai considerata alla stregua di qualsiasi altro ninja traditore”
“Akaho è stata designata come prossima delfina e Rikuro si sposerà con lei nella data prima stabilita con le nozze di Inazuma.”
 

Il mio cuore ora fece un tuffo fino al pavimento dove si frantumò in un milione di piccoli pezzi. Uzushi era casa mia! La mia patria! La mia amata patria!
Sentii le guance bagnarsi dalle lacrime che incredule facevano capolino dalle mie palpebre.
“Giustizia è stata fatta...” gongolò Matsuo.
“E sia. Non posso oppormi all'intero consiglio” disse Akiko, che era splendida e terribile nella sua furia, alzandosi dal trono. La maestosità che stava dimostrando in quel momento avvolta nel suo completo rosso e oro era tale che mise a tacere l'intera sala, tanto che non si udiva neppure una mosca volare.
“Tuttavia sappi che, mai fin tanto che io avrò vita e fiato né Akaho né Rikuro né te poserete il sedere sul MIO trono. E voi, stolti che non siete altro, avete appena barattato la migliore Tsunamikage che potevate sperare con un'inetta” detto questo si ricompose sedendosi, coperta dagli applausi dei giovani alle mie spalle.
 

In quell'atmosfera di silenzio che si era di nuovo creato, vidi Yuki staccarsi dal gruppo di giovani e venire fino davanti a me. Sperai che non stesse per fare cazzate... ma aveva un'aria stranamente solenne.
“Se essere fedeli a questo villaggio, sacrificare sé stessi, la propria felicità e il proprio amore per la causa, accettando alle volte amari compromessi pur di proteggere questo villaggio... viene premiato così... sinceramente mi chiedo che cazzo ci sto ancora a fare in un posto di merda del genere.
Anzi no... non tanto il posto, quanto la gente che lo governa. Senza offesa per Akiko. So che lei non è una testa di cazzo simile.”
 

Lo stupore di essere stati insultati in modo tanto plateale era così grande e palpabile che rimasero tutti in silenzio, a bocca aperta.
“Sapete na cosa?” disse ancora Yuki.
Si staccò il copri fronte e prendendo un Kunai tracciò una riga con un gesto deciso, facendo in questo modo sul suo copri fronte la tacca classica dei Nukenin.
“Io me ne vado. Tiratevi le palle!”
Si girò sui tacchi e si diresse verso la porta, e i giovani assiepati davanti ad essa si spostarono quasi con rispetto per farla passare.
Aveva già aperto il portone quando si girò non ancora soddisfatta della sua tirata.
“Ah, ancora una cosa: la prossima volta che uno di voi ha la luna storta e decide di far entrare nel villaggio dei ninja di Kiri rischiando l'invasione... non chiamatemi!” detto questo con aria soddisfatta se ne uscì sbattendo la porta.
Dire che il consiglio di Uzushi era allibito era un eufemismo colossale.
Vidi che Akiko era combattuta per non far emergere un sorriso, per quanto la situazione fosse... catastrofica.
 

Nadeshiko si fece avanti.
“Beh, non avrei usato delle parole così volgari ma il succo è lo stesso” a sua volta prese il copri fronte e gli fece la tacca da Nukenin.
“Inazuma è e resterà sempre la mia migliore amica e la mia principessa” dichiarato questo a sua volta si girò sui tacchi e se ne andò, seguendo Yuki.
Ero pure io a bocca aperta... e sentii le lacrime di commozione, felicità, sollievo e dispiacere formarmi un nodo in gola... nonostante tutto mi avrebbero seguito. Mi erano fedeli e leali come nessun'altra. Anche se mi dispiaceva che finissero in esilio a causa mia.
“Con vostro permesso vado a fare le valige. Direi che ho molte cose da fare..” fulminai con lo sguardo Matsuo. E sperai che comprendesse il messaggio.
'Prima o poi ti beccherò... stronzo!'
 

“Vengo anche io con te...” disse d'impulso mia madre, voltandosi verso di me, appena usciti dalla porta, e dirette alle nostre stanze.
“No mamma...” iniziai.
“Sei mia figlia, Ina...”
“No!” sbottai.
Lei rimase allibita.
Sospirai.
“Per favore mamma. Non rendere più difficili le cose. Ho... ho un piano” inventai sul momento. In effetti avevo qualche idea in mente. Ma al momento mi sentivo troppo persa e distrutta, nella mente e nello spirito per cercare di mettere insieme davvero qualcosa.
“Matsuo deve aver avuto una soffiata da qualcuno per scoprirlo. Voglio trovarlo. Se... se lo trovo potrei tentare di rendere invalidanti le sue accuse o... insomma qualcosa m'inventerò. Non è ancora detta l'ultima parola” buttai lì inventando sul momento.
 

“Però devo muovermi veloce e agile e tu... senza offesa non sei un granchè come ninja. Era papà quello bravo. Mi saresti solo d'intralcio” erano parole crude, ma che speravo riuscissero a trattenerla dal seguirmi.
Lei si morse le labbra, e vidi le lacrime affiorare sulle sue palpebre.
 

“Io.. io... capisco” disse infine.
L'abbracciai stretta.
“Oh, mamma. Ti voglio bene. Questo non cambierà mai. Ma tu devi stare qui. È questo il tuo posto, e ora come ora Matsuo farà i salti mortali per tentare di far 'morire di vecchiaia' Akiko. È troppo vicino al trono per non tentarci e troppo galvanizzato dal successo per sentirsi insicuro. Farà la sua mossa. Se davvero vuoi aiutarmi resta qua e tieni la zietta viva il più a lungo possibile.”
Finalmente sembrò riprendere vigore.
 

“D'accordo. Farò come mi chiedi. Tu.. abbi cura di te, tesoro mio.”
Riuscii a spiaccicare un pallido sorriso, che sperai sembrasse rassicurante.
“Ci sono Yuki e Nacchan con me... e a Konoha ho ancora qualche amico. Persino a Kiri penso di essere riuscita a farmi quello che potrei più o meno definire 'un alleato'. Me la caverò, non ti preoccupare.”
Nel corridoio spuntarono Nadeshiko e Yuki.
Yuki sembrava piuttosto alterata. E anche la faccia di Nadeshiko era fredda al punto da far venire un brivido.
 

“Sei pronta? Non voglio restare un secondo più del necessario. O finirò per prendere a calci anche quello scemo di mio padre. 'Agire per il bene comune' puah!” sbottò Yuki.
“Dammi un secondo e sono da voi.” dissi correndo in camera mia.
Misi alla rinfusa tutta la mia roba in uno grosso zaino, compresa Nuibari... quella era mia di diritto, e tentai di schiarirmi la mente per cercare di pensare a quello che poteva servirmi per portarmi dietro l'occorrente.
Alla fine mi diedi una manata sulla fronte, srotolai un grande rotolo e accumulandoci sopra gli oggetti che ritenevo potessero servirmi, li sigillai al suo interno.
Presi quindi lo zaino in spalla e l'equipaggiamento che piazzai al suo posto.
Tentai di mettere sul viso una maschera di fredda determinazione e abbandonai al palazzo. Giunsi sino alle mura del villaggio.
“Ina-chan manca una cosa” mi fece notare Yuki.
“Cosa?” le chiesi.
“Questo” mi fece notare la riga da Nukenin picchiettando il suo copri fronte.
“Giusto” presi il mio e gli feci a mia volta la riga. E sentii di nuovo il cuore frantumarsi in pezzi ancor più piccoli.
 

“Andiamo” dissi con voce incerta, lanciandomi nella pioggia, con il cuore gonfio come le nuvole temporalesche.
“Cosa ne sarà di noi?” mi chiesi, sentendo che i singhiozzi che fin ora ero riuscita a trattenere stavano infine uscendo.

***Kakashi***


Kakashi stava assentemente ascoltando le chiacchiere di Raido e Genma, da poco ritornati da una visita ad Uzushi.
Era combattuto a riguardo. Voleva sapere come stesse andando da quelle parti, ma tante volte saperlo gli faceva stringere il cuore.
 

Per me era difficile accettare di aver perso Inazuma... e se da una parte avrei voluto chiudermi a riccio nella solita apatia come avevo sempre fatto... dall'altra mi sembrava un insulto ai ricordi che avevo di lei. Lei lo aveva scrollato dal suo guscio di freddezza e lo aveva incitato a vivere per davvero. Ritornare indietro avrebbe come voluto dire che il periodo con lei non aveva significato nulla.
E non era così.. tutt'altro.
All'improvviso vidi Shisui venire a passo svelto, se non di corsa nella sua direzione.
“C'è questa lettera per te... è strana... Arriva dal vortice, ma non è ufficiale, dato che non ha il sigillo degli Uzumaki, ma ha il bollino rosso della massima urgenza... ed è indirizzata espressamente a te. Sono riuscito a metterci le mani sopra prima che... che... Lui la esaminasse.”
 

Capii che 'lui' era Danzo.
“Ti ringrazio” gli dissi afferrandola.
Spezzai il sigillo e la lessi.
La lettera aveva diverse cancellature ed era scritta nella calligrafia di chi sta scrivendo di gran fretta. Faticai un po' a leggerla, sopratutto dato che man mano che procedevo nella lettura un groppo di ansia e paura mi saliva sempre più a chiudermi la gola, impedendomi di respirare.
 

So che tu non mi conosci, ma ho sentito parlare di te tramite mia figlia. Mi chiamo Akari Uzumaki, sono la madre di Inazuma. Spero che questa lettera ti giunga prima che le notizie arrivino a Konoha.
C'è stato un... colpo di stato. Inazuma è stata scoperta ed è stata esiliata e dichiarata nemica di Uzushi. Ora è Nukenin.

 

Se è vero che anche tu tieni a lei, come madre io ti supplico di proteggerla nel limite delle tue possibilità. Temo che possa fare qualcosa di avventato. Mi ha parlato di avere una qualche idea di cosa fare e che voleva cercare chi o dove ci fosse stata la fuga di notizie che l'ha condannata, ma temo che stesse solo bluffando per farmi rimanere al vortice.
La posizione di Akiko è in bilico, dato che si è schierata con Inazuma... devo restare qui e proteggerle le spalle.

 

Come donna e come madre ti supplico: intercedi per lei presso l'Hokage... E sua moglie. Impedisci che diventi una fuorilegge anche per voi. Anche perché credo che a Konoha non possa andare giù molto l'idea di un nukenin con lo sharingan, dopo tutto... Se l'intera nazione del fuoco le desse la caccia temo che non avrebbe scampo. Impedisci che mettano una taglia sulla sua testa.
p.s. Nadeshiko e Yuki sono con lei, dato che si sono esiliate per indignazione, seguendola. Credo che hai tuoi amici interessi saperlo.”

 

Rimasi un lungo momento a guardare il vuoto davanti a me. Sembrava che il mio cervello stesse tentando di elaborare troppe informazioni tutte insieme.
“Kakashi tutto bene..?!” chiese Genma con aria preoccupata.
Si può dire che mi mossi quasi più d'istinto che altro. Dovevo fare qualcosa e non potevo stare fermo.
“Genma, Raido. Correte a prendere i vostri equipaggiamenti completi, ci vediamo alla porta nord. Shisui... tu e Itachi avete un debito con noi... ti chiedo di aiutarci.”
“Certo Kakashi, dimmi.”
“Ma Kakashi cosa succede?” chiese Genma allarmato.
“Leggi la lettera, portala dall'Hokage e falla sparire per sempre. Tu e Itachi dovete andare da Minato e supplicarlo da parte mia. Io non ho tempo.” lui annuì, e afferrò la lettera.
 

“Le ragazze sono in pericolo. Alla porta nord. Vi do' un minuto.” dissi prima di fuggire alla volta di casa per equipaggiarmi prima di partire.
 

“Akari, sebbene non ti conosca... hai la mia parola. Farò del mio meglio perché Inazuma possa restare al sicuro.” mi dissi internamente.





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