L'asta- ShikaIno version
- A Solarial,
- che mi ha permesso
di usare l'ambientazione della sua fanfiction,
- che mi ha
trascinata e invogliata affinché scrivessi,
- che ha sempre fiducia in me.
- A Lee,
- che con poche
parole mi dà un carica incredibile,
- che mi sprona a
scrivere anche sotto frustate,
- che aspetta il
Naruto della sua vita, con l'augurio che arrivi presto.
Grazie di tutto.
- Oltre a loro,
- dedico questa
storia a tutte le persone che
in questo periodo hanno cambiato o vogliono cambiare vita,
- a chi ha
girato pagina, a chi sta per farlo.
- A chi è tornato a
vivere,
finalmente.
L'asta
- ShikaIno Version
Non poteva
crederci, non poteva averlo fatto veramente. Non poteva
essere stata così stupida da essere cascata nella trappola
diabolica di
Tsunade-sama. Ino Yamanaka, così scaltra e furba, si era
lasciata
incastrare come una bambina delle elementari. Certo, Tsunade-sama ne
sapeva sicuramente una più del diavolo e sapeva sempre come
ottenere
ciò che voleva, però...
Però
si era fatta fregare, inutile girarci intorno e cercare scuse.
Doveva
ammetterlo: all'inizio la cosa l'aveva intrigata, a lei
piacevano le cose particolari. E quella, lo era... però,
però. C'era un
però. Ad Ino piaceva avere il controllo delle cose, e in
quella
situazione si sentiva più una marionetta e non andava bene.
Ad
Ino
inoltre, piaceva scegliere, e ahimè in quel caso non poteva
farlo. Era
stata frivola a pensare che sarebbe stata una serata diversa dalle
altre, per spezzare un po' la routine, un modo per fare qualcosa di
diverso, insomma. Non aveva messo in conto che chiunque sarebbe potuto
presentarsi lì da lei, quella sera, e chissà con
quali
intenzioni. Anche se Tsunade aveva assicurato a tutte le ragazze che la
situazione sarebbe stata sotto controllo e non ci sarebbero stati
risvolti spiacevoli, un po' di preoccupazione le era venuta. Magari le
era toccato un vecchio maniaco in astinenza da anni. Un espressione di
disgusto le si formò sul volto.
Maledetta
Tsunade.
"Un'asta?" aveva chiesto Ino, un
sopracciglio alzato.
"Un'asta." aveva
risposto la voce tranquilla di Tsunade, seduta alla solita scrivania.
"Un'asta con lo scopo di
raccogliere fondi per la costruzione di un Night Club... é
uno scherzo, vero?"
"Non lo é."
Ino
era rimasta in silenzio per pochi secondi, il tempo di essere allettata
dall'idea e di scartarla subito dopo, avendo avuto la visione di un
vecchio bavoso che tentava di baciarla.
"Mi dispiace, ho già
un altro impegno." disse convinta, credendo di chiudere così
facilmente la questione.
Tsunade la guardò
storto, intrecciando le dita sotto il mento e assottigliando poi gli
occhi.
"Forse non ci siamo capite,
Yamanaka. Non ti ho chiesto un favore, questo é un ordine."
Ino
deglutì, quello sguardo che non ammetteva repliche
intimoriva
persino lei, sempre battagliera e sfrontata. Ma l'immagine di quel
vecchio faceva sempre più spesso capolino nella sua mente,
-ora
una sua mano rugosa tentava di accarezzarle il viso.
"No."
affermò, seriamente disgustata. "Non può
chiedermi di
mettermi come premio in palio per un'asta e sperare che io accetti come
se fosse la cosa più normale del mondo!" sbatté
un piede
al suolo, come quando era bambina e faceva i capricci col
papà,
sicura che avrebbe funzionato.
Tsunade osservò la
ragazza divertita, pronta a colpire dove sapeva.
"Sakura non ha fatto tutte
queste storie, mi deludi, Ino..."
"A che ora é,
l'appuntamento?"
Cretina. Era stata una cretina. Questo era ciò che la
ragazza si
stava ripetendo mentalmente mentre
veniva accompagnata da Shizune nel luogo dell'appuntamento. Si
guardò
intorno un po' spaesata, non trovando niente di familiare che la
rincuorasse in qualche modo. In realtà non sapeva nemmeno
lei
cosa cercasse, forse TenTen, Hinata, o Sakura, coinvolte anche loro in
quell'assurda vicenda esattamente come lei. Avevano passato il
pomeriggio insieme a prepararsi, lei aveva aiutato le ragazze sia con i
vestiti che col trucco, visto che era l'unica esperta tra loro. TenTen
aveva fatto più storie di Sakura, lamentandosi ogni due dei
tacchi delle scarpe che le aveva scelto, Hinata non voleva farsi
truccare, mentre la rosa sembrava più rassegnata. In qualche
modo si era anche divertita, ed era soddisfatta di tutto il lavoro
svolto, anche su se stessa, ma c'era sempre quel maledetto vecchio che
saltava fuori nella sua mente e tentava in tutti i modi di abbordarla.
Shizune si
fermò davanti una porta, facendo segno ad Ino di
essere arrivate. Le rivolse un sorriso comprensivo, e poi la
lasciò sola, sparendo in pochi attimi prima di doversi
subire
anche le lamentele della bionda, che a giudicare dall'espressione che
aveva, non avrebbero tardato ad arrivare.
Ino
guardò la porta, indecisa. Forse faceva ancora in tempo a
scappare. Poteva inventarsi una scusa qualunque; un malore improvviso,
aveva scordato di chiudere il negozio, aveva lasciato il gas aperto, o
doveva cercare il suo gatto scomparso... ah, no, non possedeva un
gatto. Maledetto gatto.
Afferrò
la maniglia, girandola lentamente, schiudendo la
porta che cigolava un po'. Notò che nessuna luce era
accesa
nella stanza, doveva essere in anticipo. Più rilassata dal
fatto
che dentro non vi fosse nessuno, entrò spedita chiudendosi
la
porta alle spalle, cercando nel buio l'interruttore della luce. Ma
qualcosa colpì il suo olfatto, facendole capire che non era
sola.
Nicotina.
"C'é
qualcuno?" le sue dita si muovevano strisciando contro
il muro, alla ricerca dell'interruttore che finalmente
trovò,
illuminando così quella piccola stanza. Non ci mise che
pochi
secondi per individuare una figura distesa sul letto, -braccia dietro
la testa, sigaretta tra le labbra.
Sgranò
gli occhi, totalmente spiazzata. E lui
che cavolo ci faceva lì?
La figura si
tirò su mettendosi a sedere, facendo penzolare stancamente
le braccia.
"Sei in
ritardo, mendokuse..."
Ino rimase
immobile, con la bocca semiaperta, cercando di fare mente
locale. A parte che sapeva Shikamaru in missione, o comunque in
qualsiasi altro posto a caso, le opzioni erano due: o le avevano fatto
uno stupido scherzo con la storia dell'asta, o Shikamaru era tornato
prima dalla missione e si era buttato su uno dei primi letti che avevo
trovato nel palazzo dell'Hokage. Non potevano esserci altre
spiegazioni, certamente. Eppure, aveva parlato come se la aspettasse...
niente panico, c'era sempre la terza opzione: Shikamaru era impazzito.
"Che ci fai
qui?" chiese semplicemente. Da un lato si sentiva
sollevata, quando il vecchio bavoso sarebbe arrivato non sarebbe stata
sola, no?
"Non ci arrivi
da sola?" le rispose lui alzandosi per spegnere la
sigaretta ormai consumata, mettendo in seguito le mani in tasca.
Soltanto in
quel momento Ino realizzò che Shikamaru non
indossava i suoi classici vestiti. Portava un paio di pantaloni neri e
una camicia bianca, decisamente un look più elegante
rispetto a
quello che era solita vedere. Lo squadrò da capo a piedi un
paio
di volte, ancora interdetta.
"Sei qui per
l'asta?"
Lui non
rispose, avanzando qualche passo verso di lei. Dio, se era
bella. Il vestito che portava sembrava essere fatto apposta per il suo
corpo, rigorosamente viola, e i capelli insolitamente liberi dalla coda
le ricadevano lungo la schiena. Era stato un caso che fosse tornato
dalla missione proprio nel pomeriggio e avesse incontrato l'amico
Chouji che lo aveva messo al corrente della brillante idea del loro
Hokage. Non ci aveva pensato due volte a partecipare e "vincere" Ino.
Era davvero uno sfigato, il primo appuntamento della sua vita con la
ragazza che gli piaceva aveva dovuto pagarlo. Non era molto
gratificante, ma l'idea che un estraneo potesse passare un'intera
serata con lei, gli aveva fatto saltare ogni buon proposito di starsene
in disparte a guardare. Perché era questo che di solito
faceva
Shikamaru, osservava ogni ragazzo che ci provava con Ino e sopportava.
Fare tutto quello fino ad allora era stato facile, in un certo senso
era come se agisse all'ombra, la proteggeva da chi non riteneva alla
sua altezza, ma la verità era che nessuno gli sarebbe mai
andato
veramente bene. Quando aveva pagato per lei quella sera, non aveva
pensato a come spiegarle il gesto, anche se sapeva che Ino cercava
sempre una spiegazione a tutto. L'aveva fatto e basta, istintivamente,
e adesso la situazione si complicava. Che seccatura. Tutte quelle
complicazioni... lui non le voleva, ma alla fine non poteva evitarle.
Non fin quando nella sua vita ci sarebbe stata Ino, perlomeno.
"Sì,
sono qui per l'asta." gli riuscì solo di dire alla fine,
ghignando.
Ok, niente vecchio bavoso pensò
la biondina, sentendosi in parte sollevata, e dall'altra confusa per la
presenza dell'amico lì. Tra tutte le cose assurde che gli
erano
capitate prima di allora, Shikamaru Nara che pagava una serata con lei
le superava tutte, meritava di certo il primo posto.
"Quindi, tu...
hai pagato per passare la serata con me?"
"Sì,
in parole povere... é così."
"Shikamaru
Nara, ma sei scemo?" gli si avvicinò piantandogli
un pugno in testa, facendolo chinare leggermente. "Passiamo quasi tutti
i giorni insieme da quando siamo nati e tu sprechi i soldi in questo
modo?"
"Non é stato uno spreco." precisò lui,
massaggiandosi il
punto in cui era stato colpito. "La faccia che hai adesso ripaga di
tutto."
Ino lo
fulminò con lo sguardo, incrociando le braccia al petto.
Shikamaru Nara non
aveva via di scampo.
"Adesso noi ci
mettiamo comodi qui..." lo afferrò per un braccio
trascinandolo sul letto, facendolo sedere. "e tu mi spieghi che
succede, ok?" finì, mettendosi seduta accanto a lui, decisa
come
non mai a capirci di più. Shikamaru non era certo tipo da
gesti
futili o inutili, la sua presenza lì doveva per forza avere
qualche significato. Ed Ino era curiosa, terribilmente curiosa.
Probabilmente, se la curiosità non avesse avuto nome, si
sarebbe
potuta chiamare Ino Yamanaka. Ma non era soltanto quella a spingerla a
cercare il perché, in verità. Se al posto di
Shikamaru si
fosse presentato Chouji, per esempio, l'avrebbe presa in modo diverso.
Chouji era un ragazzo generoso, che si preoccupava sempre per gli
altri. Ecco, se lui fosse stato lì, lei avrebbe pensato che
voleva aiutarla evitandole qualsiasi tipo di guaio. Ma Shikamaru... no,
non ce lo vedeva proprio, a fare una cosa del genere. Lui era
più menefreghista.
O almeno, credeva.
Non le aveva mai
prestato attenzioni particolari... a parte quando si
trovava in difficoltà in qualche missione, o quando la
aiutava a
studiare medicina, oppure quando le faceva compagnia al negozio quando
i suoi non c'erano, o quando... ok, forse qualche attenzione gliel'aveva
prestata. Ma questo non voleva dire niente... andiamo, si parlava di
Shikamaru Nara.
"Ti ascolto." lo
incitò vedendo che non si decideva a parlare.
"Mendokuse..."
biascicò lui, sapendo che non aveva scampo.
"Dimmi qualcosa che
non so già!" trillò ridacchiando,
divertita in qualche modo dalla situazione. "Non è che sei
malato e domani morirai?"
"Ma sei scema? No!"
"Allora devi partire
in missione per mesi?"
"No, Ino..."
"Allora è
un'abitudine, la tua? Che brutto vizio..." lo
guardò quasi con disprezzo, vedendo al suo posto il vecchio
bavoso.
"Mendokuse, Ino..."
"Ah! Allora dev-"
Era la seconda volta
che Shikamaru aveva fatto qualcosa senza pensarci
troppo, ed era la seconda volta che ne era rimasto soddisfatto.
D'accordo, avrebbe potuto zittire Ino in un altro modo, ma baciarla era
stata la prima cosa che gli era venuta in mente, e poi... al diavolo,
non sapeva usare le parole, doveva pur iniziare da qualche parte e lei
non lo aiutava parlando come una macchinetta di cose senza senso, per
giunta.
"Shika..."
"Se riattacchi lo
rifaccio."
Ino si
toccò le labbra, ancora incredula. Guardò
Shikamaru che aveva l'espressione di uno che era imbarazzato e
terrorizzato allo stesso tempo. Probabilmente stava pensando che lei lo
avrebbe picchiato. E probabilmente lo avrebbe fatto se non per un
piccolo dettaglio di cui lui non era a conoscenza.
"Sai, Shika... Stavo
pensando che forse tu in qualche modo molto
inconsciamente hai deciso di prendere parte a quest'asta
perché
la tua famiglia forse in passato ha avuto a che fare con questo genere
di cose guarda tuo padre per esempio mi sembra uno che..."
Ma
che cavolo...?
Oh.
Recepito il messaggio,
Shikamaru la baciò di nuovo, ghignando maliziosamente.
E Ino sorrise.
Quell'asta si era
rivelata più interessante di quello che -solo inizialmente,
aveva pensato.
Villaggio
di Konoha, qualche ora prima dell'asta.
"Ehi
Shikamaru! Già di ritorno?"
"Ciao
Cho. Sono appena tornato..."
Chouji
sorrise furbo.
"Allora
non sai ancora nulla, vero?
"Mh?"
"L'Hokage
ha indetto un'asta per raccogliere fondi per un Night Club..."
"Ah.
Vabbé, vado a riposarmi."
"Le
ragazze sono state messe come premio in palio. Anche Ino."
"Ah.
A che ora é, quest'asta?"
Fine.
Note autrice: Lucy,
ho rovinato tutto, perdono. ç_ç
Ho cercato di
fare del mio
meglio, e devo dire che nonostante forse non sia venuta un
granché, mi sono divertita un casino. XD Ridevo da sola come
una
scema, non so se sia normale, ma tant'è. Adoro scrivere in
questo modo, adoro scrivere su Ino e Shikamaru sopratutto
perché
mi permettono questo. Come già accennato nella dedica
iniziale,
l'ambientazione mi è stata gentilmente concessa da Solarial, che in
seguito alla sua versione Neji/Ten
mi ha proposto di scrivere questa. Ovviamente, vi consiglio di
leggerla: L'asta
Che
dire, spero di aver fatto cosa gradita, in caso siete tenuti a tirarmi
pomodori. (Almeno ci faccio la salsa XD)
Ringrazio
come al solito la mia beta (sola e unica ù_ù) Sakura84,
oltre che per il suo lavoro, anche perché come da rito
ormai, le
riempio la testa con i miei "fa schifoooo" e mi rendo conto che venga
voglia di picchiarmi. XD
Grazie anche alla mia Selphie86
che stavolta non l'ha scampata e ha letto tutto. (sotto
ricatti, ma dettagli, suvvia XD)
Vi lovvo. *_*
Una dedica speciale a tutte le mosche bianche, alle new entry, e alla
vecchia guardia.
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