La tela dell’amore
Riassunto:
“Ma tu
saresti?” le chiese.
“Hinata, la
maestra di Minaku!”rispose lei timida come al suo solito, ma lui le afferrò la
mano e la scosse energicamente.
“Piacere io
sono Naruto..” incominciò a dire lui, ma Hinata lo interruppe
In un asilo due anime sole, ma complementari
s'incontrano, ma per imparare ad amare ci vorranno i colori giusti.
Scritta per celebrare la giornata di oggi,
per rendere onore al NaruHina Day! NaruHina is love!
Personaggi:
Naruto, Hinata, Minaku (creato da me), e in misura minore, ma sono pur sempre
presenti: Sakura, Ino, Sasuke, Tenten, Temari, Tsunade.
Raiting:
Giallo
Avvertimenti:
Alternate Universe. In questa storia non vi sono ninja.
Madre e Figlio. Gustav
Klimt
“Lasciami
stare!” fu il fiero grido di un cavaliere pronto alla sua grande battaglia.
“Minaku” un
filo di voce.
Dolcemente, cercò
di ammorbidirlo la bella fanciulla venuta a soccorrerlo, a distoglierlo dal suo
intento.
“Devi capire
che non puoi fare così” cercò di aggiungere lei, ma le peggiori nemiche della
logica, in alcuni momenti, sono la rabbia e la vendetta.
“Tu non mi
capisci” gridò lui nuovamente, sempre più infuriato, sbattendo i piedi contro
il pavimento.
“Ti prego
Minaku” tentò nuovamente la ragazza, che era ora al suo fianco, inginocchiata,
con le mani sulle sue piccole spalle scosse dai singhiozzi.
“Non ho
fatto nulla, io!” esclamò rabbioso Minaku, prima di gettarsi fra le braccia
della ragazza.
“Hinata” singhiozzava
il piccolo bambino. Il suo abbraccio si strinse forte, intenta a rincuorarlo.
“Shh…!”
incominciò a sussurrargli Hinata, cullandolo ritmicamente.
Dopo qualche
minuto i movimenti ritmici e il tono calmo della ragazza erano riusciti a
calmare il bambino, e fu così che Hinata riuscì a farlo finalmente sedere su di
una piccola sedia.
Sempre in
ginocchio, si posizionò in modo da essere di fronte a lui, così che i loro
sguardi fossero in contatto. Alzò una mano e spostò il ciuffo biondo che ricadeva
sulla fronte di Minaku.
“Ora
raccontami con calma cosa è successo” disse Hinata.
“Sono stati
Nami e Ishi, si sono avvicinati e mi hanno spinto così io gli ho tirato dietro
la terra e poi Ishi, è caduto e si è fatto male, e mi ha detto di essere brutto
e stupido!” le raccontò il bambino, mentre le lacrime avevano incominciato a
inondargli il volto.
Hinata allora si sedette su una delle piccole
sedie per i bambini e dopo qualche attimo, in cui cercò di mettersi il più
comoda possibile, sollevò il leggero peso di Minaku e lo posizionò sulle sue
gambe, la testa appoggiata al suo petto.
“Calmati Minaku,
passerà tutto, andrà via anche la rabbia e tutto sembrerà più chiaro” disse
Hinata, sapendo perfettamente che quelle parole erano più per confortare lei
che lui, troppo piccolo per capirne il significato.
“Minaku ti
piace quando ti tirano la terra?” chiese Hinata continuando a cullarlo e ad
accarezzargli dolcemente i capelli.
“No!”
rispose deciso il bambino.
“Ti è piace
essere spinto? O essere preso in giro dai tuoi compagni?” chiese nuovamente
Hinata.
“No!”
rispose nuovamente Minaku, questa volta liberandosi dal caldo abbraccio di
Hinata per poter osservarla meglio, con la sua piccola manina si asciugò gli
occhi.
“Credi che a
Nami e Ishi piaccia?” continuò Hinata nella sua logica prosecuzione.
Minaku si
fermò per quale attimo a riflettere, e come solitamente faceva quando era
concentrato, si morse il labbro inferiore.
“No, non
credo!” rispose dopo un’attenta meditazione.
“Quindi
concordi di aver sbagliato a reagire in quel modo?” chiese Hinata.
“No!” fu la
secca risposta del bambino che aggrottò le sopraciglia, le braccia conserte, e
un broncio stampato sulle labbra.
“Minaku, se
Nami e Ischi ti chiedessero scusa tu ti sentiresti meglio?” continuò ancora
Hinata, paziente come sempre.
“Sì!” ribatté
il bambino, allungando le braccia lungo il corpo e aprendo le mani, come per
dire: “E’ ovvio!”.
“Bene,
quindi puoi capire che probabilmente anche Nami e Ishi vorrebbero poter sentire
le tue scuse!” cercò di ragionare Hinata.
“Ma io non
ho fatto niente, sono loro che sono cattivi, sono loro che dovresti punire, io
non gli chiederò mai scusa!” esclamò tragicamente il bambino.
La reazione
esagerata di Minaku strappò un sorriso divertito a Hinata.
“Vedi Momiko
ci saranno tante persone che ci feriranno, che a volte ci faranno i dispetti o
ci prenderanno in giro, ma noi non possiamo rispondere offendendoli o facendo altri
dispetti, proprio perché a nessuno piace riceverne. Quindi Minaku loro hanno
sbagliato a farti del male, ma tu avresti dovuto fermarti e non rispondere con
la terrà, perché in quel preciso momento hai sbagliato anche tu. Hai fatto una
cosa che ha ferito i tuoi compagni e quindi hai fatto qualcosa di male!” gli
spiegò Hinata. Un dolce sorriso sul viso, una mano fra i capelli del bambino,
un tono lieve e melodioso.
Minkau
rimase fermo per qualche minuto con lo sguardo perso nel vuoto e ancora una
volta il labbro inferiore torturato dai denti. Dopo qualche minuto di totale
inattività, Minaku scese dalle gambe di Hinata per poi chiederle il permesso di disegnare.
Hinata gli
indicò di sì con il capo.
Rimase così
incantata dall’innocenza di quel bambino dai capelli biondi, dagli occhi
celesti e dalle gote rosse.
Intento a
muovere il pennarello avanti e indietro, il solito labbro inferiore tra i
denti.
Restò persa
in quella visione di purezza e candore, fin quando un ragazzo entrò dalla
porta. L’identica copia di Minaku in versione adulta.
Hinata
rimase incantata dalla rassomiglianza fra i due, non solo per l’esatta fisionomia
e per i medesimi colori, ma per la stessa energia e innocenza che emanavano,
per il sorriso allegro e spensierato di chi non si arrende mai, dipinto sul
volto.
Il ragazzo
si avvicinò a Minaku, che si rese conto della sua presenza, solamente quando
era oramai giunto al suo fianco.
“Campione”
disse il giovane ragazzo rivolto a Minaku, che gli si gettò al collo e lo baciò
sulla guancia.
Il sorriso
del giovane se possibile si illuminò ancora di più.
“Naruto!”
gridò Minaku lasciando la presa e mostrando al ragazzo il suo disegno, i due
ragazzi si scambiarono qualche parola, ma Hinata non riuscì a comprendere cosa
si erano detti.
Improvvisamente
arrossì resasi conto in primo luogo di essersi intromessa in fatti che non la
riguardavano e soprattutto che i due ragazzi si erano girati ad osservarla.
“Scusatemi”
disse Hinata, il suo volto sempre più rosso e la voce sempre più flebile.
“Non volevo
intromettermi” si scusò lei.
“Non ti
preoccupare!” esordì Naruto sorridendole e grattandosi la testa. “Ma tu saresti?”
le chiese.
“Hinata, la
maestra di Minaku!”rispose lei timida come al suo solito, ma lui le afferrò la
mano e la scosse energicamente.
“Piacere io
sono Naruto..” incominciò a dire lui, ma Hinata lo interruppe: “Sì, Minaku mi
ha parlato di te!” .
“Minaku ora
andiamo” disse Naruto, senza però distogliere il suo sguardo da Hinata.
“Aspetta un
attimo, devo fare una cosa prima” disse Minaku, prima di alzarsi e con un
foglio in mano dirigersi verso il tavolo dove Nami e Ishi erano seduti a
giocare.
Fra lo stupore
dei due adulti presenti a quella scena, si scusò con i due ragazzi e gli regalò
il suo disegno, prima di correre verso Naruto e infilarsi la sua giacca per
uscire.
Dopo aver
salutato Hinata con un bacio sulla guancia, afferrò la mano di Naruto per trascinarlo
fuori dalla porta.
Il ragazzo riuscì
solo a dire “Ciao Hinata!” prima di sparire dietro lo stipite della porta.
Ecco qui il
primo capitolo della mia nuova NaruHina, scritta appositamente per questa
giornata di festa: il NaruHina day!!
Spero che vi
possa piacere… perché volevo fare un buon lavoro per celebrare degnamente il
Loro Amore, ma non sono sicura di essere riuscita a scrivere qualcosa
all’altezza.
Alcuni
appunti: spero che si capiscano bene i passaggi di questa storia.
In primo
luogo, spero anche che non sia scritta in maniera troppo infantile, ma non è
stato facile immaginarmi di dover spiegare le cose ad un bambino di più o meno
cinque anni, come è Minaku.
Probabilmente
nel corso della storia Hinata, ma soprattutto Naruto potrebbero risultare OC,
ma tenete sempre conto che è un AU oltre al fatto che è nata così la storia
nella mia testa, e così si è sviluppata sulla tastiera del computer, quindi
chiedo scusa in anticipo-
Tutte le
critiche costruttive sono sempre bene accettate!!!
Infine la
mia correttrice di bozze è super impegnate, e io ho avuto davvero pochissimo
tempo per poterla rileggere quindi chiedo scusa anche per tutti gli errori che
incontrate durante la storia!
Cercherò di
associare ogni capitolo ad un quadro, spero di riuscirci a farlo per ogni
capitolo:D!
Per ultima
cosa, ma non meno importante le dediche: a Ayumi che è sempre un ispirazione,
grazie alla quale questa storia esiste, grazie alla quale continuo a scrivere,
che adoro e stimo infinitamente.
Alla mia
Wishful, so che la vita è un casino, ma l’amore per le fanfics non può
diminuire!
E a tutte
quelle meravigliosi scrittrici che credono e amano questa coppia, che oggi
sosterranno l’amore eterno di questa ragazza e di questo ragazzo! Grazie!
NaruHina is coming! Naruhina Is
Love!!!