Un viaggio nel vento

di smx
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Prima di tutto mi sembra decoroso presentarmi, sono Gebek (nome curioso, mi sono sempre chiesto dove venisse) un aeroplano di carta.
La mia storia inizia sotto il fertile suolo delle foreste norvegesi, durante un gelido solstizio d'inverno, ero compresso assieme alle mie sorelle e fratelli.. La vita non era per niente facile.
Siamo rimasti congelati sotto uno spessissimo strato di neve per giorni, settimane, mesi.
Quando il sole era timido quando fece il suo ingresso nel cielo, ormai stavamo perdendo le speranze..ma i suoi raggi erano abbastanza caldi per poter sciogliere quella che ormai era la nostra tomba.
Molti dei miei fratelli morirono nel corso dell'inverno, altri nacquero con immensa sorpresa e gioia!
Man mano che i giorni passavano e il sole prendeva coraggio, iniziammo tutti insieme a spingere verso l'alto per ammirare per la prima volta la nostra futura casa.
Ormai il passare dei giorni era diventato sempre più estenuante, non immaginate che vita difficile debba condurre un povero germoglio.
Avevo da tempo ricevuto il titolo di "anziano longevo" perché ero stato l'unico a sopravvivere per tutto quel tempo (in realtà non ero poi così vecchio) quindi stava a me portare avanti la nostra crescita e far fare a ognuno il suo lavoro, con estremo ordine.
Passarono gli anni, erano tanti e a volte pensavo fossero troppi, quando iniziammo a vivere nella paura..
Ogni giorno sentivamo dei rumori tremendamente dolorosi per il perfetto silenzio della nostra famiglia (dovete sapere che quando un albero inizia ad affermarsi nella foresta, entra a far parte di una famiglia più grande che comprende tutti gli alberi limitrofi e non, fino alla prima valle) non era naturale che così tanti individui cadessero senza che nessun effetto atmosferico avesse agito..
Oltre al rumore agghiacciante di una vita che si spezza, si iniziava a vociferare che ci fossero terze parti a intromettersi nel nostro perfetto ecosistema: piccoli esseri bipedi su strani aggeggi che portavano al loro interno gli strumenti per abbatterci.
Nel giro di tre settimane avevano abbattuto tre delle 18 foreste a cui eravamo in contatto.. Tra cui noi.
Avevamo dovuto lasciare là pezzi delle nostre vite e cosa ancor peggiore, ci avevano accatastati l'uno sull'altro su un grosso coso con quattro cerchi, lo avevano chiamato "camion"; inoltre non sapevamo dove fossimo diretti.
Della parte che ne susseguì, preferirei non parlarne.. Quello che ricordo è doloroso o non me ne ricordo.
Ricordo molto bene di come ho preso forma dopo essere stato plasmato e trasformato in qualcos'altro: ricordo un bambino che con mani abili, appena mi vide, mi prese e mi piegò fino a trasformarmi in quello che sono.
Sono Gebek, e questa è la mia storia.




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