Oltre le stelle - scene
NdA del
Febbraio 2010: primo capitolo revisionato. Sistemato lo stile,
cambiati parti dei dialoghi (la gaffe di Ami soprattutto), aggiunto
alcuni particolari.
Grazie ancora per aver
letto.
Oltre
le stelle - scene
Autore: ellephedre
Disclaimer: i
personaggi di
Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di
proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
Note:
- Temporalmente ambientata qualche giorno dopo la fine di "Oltre le
stelle". È necessario aver letto il capitolo 4 di quella
fanfic per
capire questa fanfic.
- Grazie a ISA1983, romanticgirl, luisina e jaj984 per l'idea di questa
scena. Le loro recensioni mi hanno fatto venire in mente di scriverla.
1 - Una gita al mare
La mattina, d'estate, si stava decisamente bene.
Mamoru inspirò a pieni polmoni e riprese a
camminare.
All'appuntamento con Usagi e le altre ragazze mancava ancora un quarto
d'ora, ma a lui piaceva arrivare in anticipo. Si sistemò
meglio sulle
spalle il grosso zaino che aveva preparato per i tre giorni che
avrebbero trascorso al mare. Avrebbe preferito
usare la propria macchina per il viaggio, ma non era abbastanza
spaziosa per sei persone
e due gatti, perciò il
treno si era rivelata l'unica soluzione adatta a tutti.
Di certo non gli sarebbe spiaciuto andare in viaggio solo con
Usagi, ma lei aveva insistito per andare tutti insieme, almeno per
quella volta. In fondo, aveva sottolineato con un sorriso, era un luogo
di
villeggiatura bellissimo e che motivo c'era per non
andarci tutti insieme?
Probabilmente le stesse ragazze
avrebbero preferito stare per conto loro, ma, alla fine, Usagi aveva
convinto sia loro che lui.
Comunque non aveva niente in contrario a passare del tempo con Ami,
Rei, Makoto e
Minako:
erano una
compagnia divertente e non le frequentava da un po'. Le aveva viste
solo un paio di settimane prima, in occasione del saluto alle
Starlights e
alla loro principessa, tuttavia, per via della sua assenza nei tre mesi
precedenti, non ci aveva realmente parlato da molto più
tempo.
Alzò lo sguardo. Il punto d'incontro era stato fissato a
poca distanza dal binario di partenza del loro treno. Proprio
lì si trovava già Ami, accanto un trolley scuro,
immersa nella lettura di un libro piccolo ma voluminoso.
Le arrivò accanto. «Ciao Ami-chan.»
Lei sobbalzò
appena.
«Ah... ciao Mamoru.»
Perché si era spaventata? Non
le era certo spuntato alle spalle. Hm, forse era stata solo
una sua impressione. «Anche questa volta ci hai
preceduti
tutti. Non credo riuscirò mai
ad arrivare ad un incontro prima di
te. »
Gli venne
rivolto un sorriso nervoso. «... sì.» I
grandi occhi blu iniziarono a
guardarsi attorno, a disagio.
C'era qualcosa che non andava? «Tutto bene?»
«S-sì.
Ehm...
pare che oggi sarà una bella giornata.»
«...
già.» Parlava
del tempo con Ami? Proprio con lei che ogni volta che lo vedeva si
illuminava
all'idea di poter
discutere di argomenti complicati?
... magari si stava immaginando problemi
inesistenti. «Hai poi pensato alla branca di
medicina
in cui ti piacerebbe
specializzarti? L'ultima volta mi avevi detto di essere indecisa tra
Cardiologia e Neurologia.»
«Ah, è vero!» Ami si lanciò
in un'appassionata
spiegazione sulle possibilità di ricerca offerte da
Neurologia.
Finalmente era tornato tutto a posto.
«Ehi!» Makoto arrivò di corsa,
salutandoli con la mano. Si era caricata sulle spalle un grosso zaino e
nella mano sinistra portava di peso un
contenitore termico.
Ami osservò proprio quello con aperta
curiosità. «Ciao,
cos'hai
lì dentro?»
«Sandwich ripieni per tutti. Più tardi mi
ringrazierete.»
Mamoru le sorrise. «Sicuramente, cucini sempre molto
bene.»
Makoto parve notarlo per la prima volta solo dopo
quel commento. Lo
fissò per un attimo, in imbarazzo.
E perché mai?
«Ah... ciao Mamoru.»
«Ciao.»
«Grazie per il complimento.»
«... Di nulla.» Grazie per il complimento?
Si conoscevano da anni o da due minuti?
«Che bella giornata, vero?»
Hm. «Sì.»
Ami si mise in mezzo a loro, alzando verso le loro facce il libro che
aveva avuto in mano. «Guardate, ho con me una cartina con il
nostro
itinerario.»
«Eccomi!» Rei apparve da dietro l'angolo,
trascinandosi dietro una
voluminosa valigia rossa.
«Ciao Rei!»
«Ciao Rei.»
«Ciao Rei.» Alzò anche lui la mano, in
segno di
saluto.
Quando gli occhi di Rei lo scorsero, il volto le si deformò
in una smorfia, le guance all'improvviso imporporate.
Ma che-?
Rei si riprese subito. «Ciao a tutti! Minako e Usagi non sono
ancora
arrivate?»
«No, non ancora.» Makoto appoggiò a
terra il contenitore.
«Le solite ritardatarie.»
«Beh, siamo noi ad essere in anticipo.» Ami
guardò il
proprio orologio.
Rei fece spallucce.
Mamoru cercò di attirare la sua attenzione. «Tuo
nonno sta
bene?»
Di nuovo quella strana espressione, anche se era più rivolta
alla colonna di cemento accanto a loro che a lui.
«Sìsì... dicono che oggi
farà
bel tempo, no?»
Hmm. «... così pare.»
Makoto tirò Rei per una manica. «Guarda, Ami ha
una
cartina da farci vedere.»
Mentre le ragazze guardavano la mappa, Mamoru si trovò a
rimuginare: qualcosa non gli quadrava.
«Ragazze!» Minako arrivò di corsa, per
quel che poteva con uno zaino e
un trolley appresso. Artemis era dietro di lei.
Si ripeté il giro di saluti e fu Mamoru a chiuderlo.
«Ciao
Minako.»
«Oh...»
E adesso cos'era quel sorriso? si chiese.
«Ciao Mamoru!»
Perché tanto entusiasmo?
«Tutto bene?» continuò lei.
«... sì.»
«Senti, è da un po' di giorni che voglio chiederti
una cosa.
Non è che per caso hai qualche amico da
presentarmi?»
Eh?
«Per uscirci insieme, si intende.»
Un amico da... presentarle? «Conosco qualcuno, ma
non penso che
sia il tipo di ragazzo che
cerchi.»
Lei gli mostrò un sorriso a trentadue denti. «Le
apparenze spesso ingannano.»
Rei la strattonò di lato, rivolgendo a lui una risatina
nervosa.
Qualcosa non gli quadrava proprio.
Percepì uno strofinio contro le gambe e abbassò
lo sguardo.
«Ehi, ciao.»
Artemis non poteva parlare in un luogo pubblico tanto
affollato, ma almeno lui lo
guardava con l'espressione amichevole di sempre.
Grato, Mamoru allargò le mani e Artemis gli
saltò in
braccio.
Poco dopo, arrivò in mezzo a loro Luna. Li salutò
tutti anche lei solo con
un cenno del capo.
«Ehi, sono arrivata anche io!» Usagi si
avvicinò con un
enorme zaino, un trolley e una gabbietta per gatti al seguito.
Come prima cosa gli si fece vicina, fino a stampargli un bacio
sulla guancia. «Ciao!»
«Ciao» Con
le altre a
guardarli, Mamoru si sentì lievemente in imbarazzo.
«Se mi avessi detto che avevi tutta questa roba,
sarei venuto a
prenderti in macchina.»
«Non ti preoccupare. Ciao anche a voi ragazze!»
«E così ora le amiche si salutano dopo.»
Makoto ridacchiava.
«Sei in anticipo, si sta preparando un evento
cosmico» la
punzecchiò Rei.
Usagi le rispose con una linguaccia.
Mamoru alzò gli occhi al cielo. «Ci siamo tutti,
possiamo salire sul treno.»
«Sì.» Usagi appoggiò
a terra la
gabbietta che
aveva portato nella mano sinistra. Si abbassò per sollevare
la porticina e
fece un cenno con la testa a Luna. «Su, dentro.»
Luna la fulminò con lo sguardo.
«Credevi l'avessi portata solo per bellezza?»
Luna annuì vigorosamente e le girò attorno,
indicando lo zaino rosa.
«Questa volta non ci stai. E poi l'ho portata apposta,
l'altra volta ti
sei lamentata di quanto eri stata scomoda. Guarda quanto è
spazioso qui invece.»
Luna ingaggiò una battaglia di sguardi con Usagi: in quella
scatola da gatti qualunque lei non ci sarebbe entrata!
Artemis gli scese dalle braccia e con un balzo spinse Luna dentro
la gabbietta. In silenzio, prese a ridere a squarciagola.
«Oh, ma guarda quanto spazio c'è
ancora!» esclamò
Minako. Si piegò e con un'unica mossa spinse Artemis dentro
la
gabbietta, proprio mentre Luna era sul punto di uscire. Prontamente,
Usagi applicò la chiusura.
Lei e Minako si scambiarono un sonoro cinque, prima di esclamare
contemporaneamente «E ora andiamo!»
Mamoru si trattenne a stento dal ridere: entrò nel treno
assieme a cinque ragazze e a due gatti fumanti di rabbia.
Si ricordò di chiedere delucidazioni ad Usagi solo quando
stavano ormai sistemando le loro cose nella stanza
d'albergo prenotata.
«È successo qualcosa alle
ragazze?»
Lei trafficò con la chiusura del trolley, tentando di
aprirlo. «In che senso?»
«Oggi mi hanno guardato tutte in modo... strano.»
Il trolley fu aperto con uno scatto improvviso. «Ah
sì?»
Era una punta di ferocia quella che le sentiva nella voce? si
domandò lui.
«Ne sai qualcosa?»
«Ma no. Sarà il caldo.»
Il caldo?
«Oggi si è discusso molto del tempo.»
«Eh?»
«Nulla.» Era ora di lasciar perdere. Non doveva
essere
niente di importante, in fondo le ragazze dopo avevano ripreso
rapidamente
a comportarsi in modo normale.
«Che sole!» Makoto allargò le braccia al
cielo.
«Sì, è bellissimo!» Minako
era ugualmente
entusiasta;
corse verso un punto quasi vuoto della spiaggia.
«Qui!» Mollò le proprie cose e si
diresse rapidamente verso l'acqua.
Usagi la
imitò senza pensarci due volte.
Arrivando con più calma, Rei ed Ami appoggiarono le
proprie borse sulla sabbia, accanto a quelle
delle altre, pensando come prima cosa a sistemarsi.
Mamoru prese a piantare l'ombrellone in pezzi che si era portato
dietro.
Makoto cominciò a fare lo stesso con uno suo, con una certa
fatica. «Ehi, Minako, Usagi! Scansafatiche,
venite qui ad
aiutare!»
Erano tutte e due già sul bagnasciuga, totalmente assorte.
«Scommetto che se adesso grido che chi non lavora non mangia,
tornano qui
in un istante.» Makoto sospirò e scosse
la testa.
A Mamoru scappò una risata. «Non ti preoccupare,
ti aiuto
io.»
«Ah, no no, ce la faccio da sola.
È...» Affondò
l'ombrellone
nel buco che aveva fatto nella sabbia, sbuffando per lo
sforzo. «...
il principio però.» Si allontanò dal
palo dritto
e quello cadde subito di lato.
Fu Mamoru a raccoglierlo da terra. «Anche io sbagliavo
così
all'inizio:
il buco deve essere più profondo. Ci vuole
questo.» Tirò
fuori la pala apposita che aveva comprato e iniziò a scavare
nella sabbia.
Lei gli mostrò un breve sorriso. «Allora
grazie e
scusa per il fastidio. Inizio a tirare fuori la roba da
mangiare.»
«Eccomi!» esclamò Minako, sbucata dal
nulla.
«Manco a dirlo» ridacchiò Makoto.
«Cosa?»
«Niente.»
«Voglio essere utile, in cosa posso aiutare?»
«Aiutami a mettere la crema solare sulla schiena»
Rei era già in
costume e aveva raccolto i folti capelli neri sul petto. «Se
la metto già ora, si sarà
completamente
assorbita per quando entrerò in acqua.»
«Agli ordini!»
Avendo finito di piantare l'ombrello di Makoto, Mamoru si
guardò
attorno. «Qualcuna di voi ha altri ombrelli da
piantare?»
«Io!» esclamò Minako e corse al borsone
gigante che si era
portata dietro. Tirò fuori l'ombrellone arancione e glielo
porse con
un mezzo inchino. «Grazie!»
Ami aveva appena finito di posizionare strategicamente borse e teloni
secondo l'inclinazione degli ombrelli già piantati: non li
avrebbe portati via il
vento e col passare delle ore sarebbero stati comunque coperti dal
sole. «Si chiama sfruttamento, Minako»
commentò, di sfuggita.
«Esagerata» obiettò lei, tornando alla
schiena esposta che doveva massaggiare. «E poi sappiamo bene
che a Mamoru
l'energia non manca.»
Mamoru sentì cadere un silenzio tombale.
Beh?
Si guardò intorno e scorse Makoto che ancora preparava i
sandwich, gli occhi fissi sull'insalata.
Ami giocherellava con un dito nella sabbia e osservava attentamente il
mare.
Minako stava ancora spalmando la crema solare a Rei.
Hmm... forse se l'era solo immaginato: in fondo quello di Minako era
stato un complimento qualunque. «Grazie.»
Rei affondò il viso tra le braccia conserte.
«Grazie a te per l'ombrello.» Minako gli sorrise
tranquilla. «Se ti
serve, posso aiutare anche te con l'abbronzante.»
«Che cosa?!?» Usagi le apparve dietro, emanando
un'aura minacciosa.
Minako scoppiò a ridere, alzando le mani in alto.
«Scherzavo, sapevo che stavi ascoltando.»
«Ah, ecco.» Usagi continuò a fissarla
con divertito sospetto. «Scusate se non sono venuta prima,
ma non riuscivo a staccarmi dall'acqua.» Si tolse i vestiti,
rimanendo in un costume a due pezzi e dirigendosi quasi subito da
Makoto. «Oh, questi panini ripieni
sembrano
buonissimi!»
«Lo spero. Serviti pure. Venite anche voi, è
pronto.»
Per divorare il cibo di Makoto non serviva né essere
stremati
né avere particolare fame.
Come al solito, gradirono tutti
ampiamente: Mamoru con un complimento alla cuoca, Ami e Rei col sorriso
dell'appetito saziato, Minako stiracchiandosi quanto più
poteva e Usagi con tre colpetti lesti alla pancia piena che aveva
accolto il bis.
Più tardi, con in mano un mazzetto di carte ripetutamente
usato, Usagi annuì soddisfatta. «Poker era troppo
complicato, uomo nero è il gioco adatto a
me.»
Rei alzò gli occhi al cielo e le rubò un tre di
cuori. «Veramente all'inizio ti ho preso il joker solo per
pietà. Sei un disastro a questo gioco, dalla tua faccia si
capisce tutto quel che pensi.»
Usagi si profuse in una linguaccia. «Non è vero! E
poi adesso non ce
l'ho mica io l'uomo nero.»
Ami tirò fuori
un nove di picche a Rei e lo sistemò nel giusto ordine di
numero e seme tra le proprie carte. «Non dovevi dircelo, in
questo gioco è importante mantenere il mistero.»
Il
commento portò Usagi a riflettere. «Beh, la mia
potrebbe essere una tattica per ingannare Rei.»
«Aspetta
e spera.»
Ami
sorrise sommessamente. «Se è così
avresti fatto meglio a non dire nulla comunque.»
«Stavo solo
cercando di farvi capire che non sono un'ingenua. E poi anche la
sincerità è un'arma.» Usagi
incrociò le braccia, infantilmente risentita.
Ami si ritrovò a studiare quell'ultimo commento, arrivando a
una conclusione interessante. «Hai
ragione. La sincerità può essere uno strumento
importante in talune occasioni, tuttavia vi sono casi in cui assumere
un'approccio di difesa sarebbe più efficace; rivelare tutto
non sempre è la strategia migliore. Ad
esempio l'altra volta ti sei pentita di non averci nascosto che tu
e-» Alzò lo sguardo su Mamoru e si interruppe di
colpo, portandosi le carte alla bocca. La pelle candida del viso
sembrò d'un tratto aver passato un intero pomeriggio a
rosolare al sole.
«Ah, mi riferisco a...»
Makoto corse a sfilarle una carta qualunque. «A quella volta
che Usagi
e il gelato hanno passato un'intera ora insieme.» Rivolse una
risatina a Mamoru. «Pensa,
se lo era finito tutto senza lasciarcene nemmeno un po' ed è
venuta a dircelo candidamente.»
Rei annuì con
ripetuta convinzione. «Ma è solo un esempio.
Un'altra volta ancora mi aveva strappato la pagina di un manga ed
è venuta subito a scusarsi.» Quella era
un'invenzione
troppo plateale e cercò subito di glissare.
«Dev'essere
stato per
tutte le volte che l'ho sgridata in passato.»
Gli angoli delle labbra di
Minako puntavano a tutta forza all'insù.
«Già. Non ci ha
nascosto queste e tante
altre cose.»
Makoto colpì il
suo mazzetto di carte col proprio, non curandosi di nasconderlo alla
vista.
Ami era sprofondata nell'imbarazzo.
Usagi sembrava pronta a commettere una qualche atroce violenza.
Mamoru non se la stava bevendo più.
Minako attirò la sua attenzione e gli mostrò il
retro del proprio mazzo. «Tocca a te, prendi una
carta.»
Non gli restò che annuire distrattamente: cosa gli stava
sfuggendo?
Per il resto della partita non riuscì più a
concentrarsi e alla fine solo lui e Usagi rimasero in gioco.
Lei raggruppò le ultime due carte che le erano rimaste in un
pugno, nascondendosele contro il petto. «Vero che mi
farai vincere, Mamo-chan?»
Erano alle solite. «Quindi va bene se invece perdo
io?»
«Ma certo» gli confermò lei,
riempiendosi
il volto del piccolo sorriso che gli ricordava Chibiusa. Ne veniva
puntualmente
intenerito proprio per quel motivo, anche se
renderne partecipe Usagi sarebbe equivalso a morte certa.
Comunque la carta che lei gli stava indicando con poca sottigliezza
era appoggiata su una superficie molto morbida e in bel rilievo che lo
faceva pensare sempre e solo a Usagi.
Sospirò e afferrò per un angolo proprio la carta
indicata, trovandosi tra le mani il joker.
Usagi gli buttò le braccia al collo.
«Grazieee!»
Rei sbuffò di nuovo. «Usagi, non dovresti
approfittartene così. E tu Mamoru non dovresti darle queste
soddisfazioni.»
«Lascia
perdere.»
Makoto sbatté in aria una mano
noncurante. «Sai quante gliene avrà
già fatte avere mentre tu non eri lì a
vedere?»
Le teste di Rei, Ami e Minako si voltarono in un lento unisono
verso di lei, con identiche espressioni stupefatte.
Makoto spalancò la bocca. E scattò in
piedi. «C'è da buttare la spazzatura!»
Era scappata meno di un secondo
dopo.
Mamoru si alzò anche lui, togliendosi la maglietta che aveva
avuto indosso fino a quel momento. «Usagi, vieni in
acqua.»
«Hmm... sì.»
Mentre solcava la spiaggia dietro di lui, Usagi trovò il
tempo di girarsi e imitare uno strozzamento feroce con le mani.
Mamoru entrò in mare fino a che non fu certo di trovarsi
abbastanza
lontano da tutte le persone che si divertivano in acqua.
Solo lì si voltò verso Usagi.
«C'è qualcosa che dovrei
sapere, credo.»
«Che cosa?» Al tono mieloso si accoppiò
uno sguardo innocente.
Non se ne lasciò giocare. «Non sei una brava
attrice.»
«Cattivo, non ricordi come ho interpretato bene la strega di
Biancaneve?»
«Se stai cercando di fare la parte dell'offesa, non sta
funzionando.»
Usagi prese a scalpitare, lanciando occhiate ai dintorni.
«Niente vie di fuga. E sono più veloce di
te.»
Lei lo osservò piccata, ma non disse nulla.
«Allora?»
Era lì ferma a rimuginare.
«La verità è la risposta
giusta.»
«In molti casi, no.»
«Questo è uno di quelli?»
Si sollevarono sopracciglia speranzose. «Se dico di
sì, lascerai correre?»
«No.»
«Allora... non so. Forse sì, forse no. Chi lo
sa.» Portò le mani dietro la schiena e prese a
dondolare da una parte all'altra, in volto il sorriso di poco prima.
«Non sta funzionando.»
Dopo uno sbuffo, l'espressione di lei cambiò repentinamente.
Gli
si fece vicina,
fino a mettergli le braccia attorno al collo e le labbra vicine alla
guancia.
Il bacio lento che appoggiò lì lo distrasse per
un istante, ma fu lo sguardo che lei gli aveva regalato in ben altre
occasioni a minacciare di fargli dimenticare di cosa stavano parlando.
Passò al contrattacco stringendola e
abbassando la testa fino a poterle sfiorare il collo con la bocca. Le
provocò un brivido e, all'orecchio, le mormorò,
«Non sta funzionando.»
«Uffa!»
Usagi si staccò di colpo, affondando le mani nell'acqua.
«Quanto sei testardo!»
Lui le sorrise solamente: senti chi parla.
«Posso dirti che non ti guarderanno mai più
così.
È quello che conta, no?»
Le fece capire di no con un singolo movimento della testa.
«Non ti fidi di me?»
«Di nuovo la tattica della ragazza offesa?»
Gli occhi di lei si socchiusero in segno di sfida. «Non ti
dirò nulla. È inutile insistere.»
«Invece posso assicurarti che me lo dirai.»
«Ah sì?»
«Sì.»
«E come farai?»
Ci pensò su un attimo. «Se non me lo dici,
inviterò Luna e Artemis ogni volta che
verrai a studiare da me. O le tue amiche. Male non ti
farà.»
Nelle due precedenti settimane avevano provato a dedicare qualche
pomeriggio allo studio: ogni nuova volta avevano passato un po'
più di tempo sui libri, ma ancora non ammontava a neanche la
metà delle ore trascorse insieme. E l'inizio del nuovo anno
scolastico per lei era alle porte.
Come aveva sperato, Usagi si fece visibilmente nervosa. «Non-
Non resisterai.»
«Sbagli, sarebbe per il tuo bene: ti concentreresti sullo
studio senza alcuna
interruzione. Quindi sì, resisterò.» Se
proprio lei voleva costringere entrambi a un periodo di astinenza
forzata
pur di non rivelargli qualcosa, lui di certo non si sarebbe tirato
indietro.
I profondi occhi blu scrutarono i suoi in cerca di un'inesistente
traccia di indecisione. Poi si abbandonarono ad un'incondizionata resa.
«Sei cattivo! Va bene, prima però le mie
attenuanti.
Innanzitutto, non ho fatto capire loro nulla. Le ragazze c'erano
arrivate da sole.»
«Ah-ha.» Poteva immaginarlo.
«Seconda cosa: mi hanno assillato.»
«Sì.» Immaginava bene anche questo.
«Terzo: ho solo dato un paio di numeri.»
«Okay.» Che tipo di numeri esattamente?
«Quarto: è stato per prevenire un battaglia senza
fine.»
«Cosa?» Battaglia?
«Tra Rei e Minako. Quinto-»
«Ora me lo dici.»
Nel volto di lei si fece viva la smorfia di chi era stato
beccato con la mano nel
vasetto di biscotti.
«Ho solo casualmente, vagamente, generalmente...
menzionato... quante
volte...» Alle guance rosse seguirono occhi bassi.
«Cosa?»
«Quante volte noi... insieme... quel primo giorno...
sai?»
Che?
«Insomma, quante volte abbiamo fatto l'amore quel primo
giorno!»
Lui sprofondò nel silenzio.
In altro silenzio.
In ancora più silenzio.
E in ulterior silenz- Scoppiò.
«COSAA?!?»
Lei fece brillare i denti in un sorriso. «Non ti
arrabbiare.»
Mamoru le prese i codini bagnati con entrambe le mani.
«Che fai?»
«Sto progettando di strozzarti con i tuoi stessi
capelli.»
«Nooo! Avevo minacciato la stessa cosa se te l'avessero fatto
capire!» Partì a piagnucolare.
Lui le tirò i capelli di quel tanto che bastava ad
attirare la sua attenzione. «Usa, con che faccia mi
presenterò di nuovo davanti a
loro?»
«Non sarà necessario: ora torno in spiaggia e le
uccido» ridacchiò lei, prima di tornare un
pochettino seria. «Semplice: fai finta
di non
sapere nulla. Loro
dimenticheranno presto e fine della storia.»
Era un suggerimento sensato, ma... «Comunque lo sapranno
sempre.»
«Sì, sapranno che ci amiamo tanto. E
che ho un ragazzo con molta molta energia.»
Il commento di Minako. Arrossì. «Non sta
funzionando.»
«Bugiardo, sta funzionando eccome. Mi farò
perdonare.»
Come no. «Ti dovrai far perdonare ancora tra molti
anni.»
«Hmm... secondo me, no.» Usagi si
avvicinò di
nuovo col viso al
suo e portò la bocca all'altezza del suo orecchio.
Lì sussurrò solo poche ma efficaci parole,
allontanandosi poi
con uno sguardo molto soddisfatto.
Gli tese una mano e lo invitò a tornare a riva.
Mamoru la seguì senza una sola altra parola.
«Era un urlo quello?» Minako cominciò a
scrutare l'orizzonte pieno di bagnanti, una mano a ripararle gli occhi
dal sole.
«Sì... sembrava Mamoru»
commentò Makoto. Si era
disfatta del sacchetto della spazzatura e ora stava terminando di
spalmarsi la crema solare con energiche passate.
«Cavolo, dite che l'avrà scoperto?»
«Penso di sì. Per quale altro motivo dovrebbe
urlare?»
«Mi dispiace.» Increspò le labbra in un
sorriso che non nascose.
«Tu lo facevi apposta» sbuffò Rei,
sistemandosi
meglio sul telone steso, gli occhiali neri sopra i capelli.
«Ma Ami e Makoto no. Stavo per morire dal ridere.»
«E si vedeva.» Con un piede, Makoto le
tirò addosso un po' di
sabbia.
«Andiamo, ragazze. Non è divertente?»
«Non sei tu che forse litigherai con lui» la
redarguì Ami,
che già si sentiva in colpa.
«Ma figurati se litigano, quello è cotto! Guarda
là.»
Seguirono tutte con lo sguardo il punto indicato da Minako: Usagi
camminava
nell'acqua
tenendo per mano Mamoru, lei davanti e lui dietro.
«Che dolci.» Makoto si lasciò vincere da
un sorriso intenerito.
In lontananza, Mamoru trattenne Usagi per un braccio e si
abbassò a dirle qualcosa all'orecchio. Lei
iniziò a gettargli addosso dell'acqua. Lui fece altrettanto,
ma
pochi secondi dopo si stavano già baciando.
«Altro che cotti, sono flambè.» Rei
trattenne a stento la smorfia.
Makoto imitò l'espressione. «Ritiro
tutto, troppo
zucchero
per i miei gusti. E se li guardo ancora finisce che schiatto
dall'invidia.»
«Macché invidia!» Minako le
invitò con la mano a
guardarsi intorno. «Abbiamo un'intera spiaggia di materiale
interessante da visionare, non trovate?»
Guardandosi dietro le spalle, Makoto adocchiò un possibile
sosia del senpai che le aveva spezzato il cuore.
Fingendo disinteresse, Rei scambiò una singola occhiata con
uno niente male che la fissava da dieci minuti.
Ami valutò rapidamente che avrebbe preferito passare il
tempo
con un giovane Albert Einstein e che la biografia della sua vita era un
degno sostituto.
Minako la squadrò e sbuffò. Rivolgendosi alle
uniche due sane di mente, puntò la spiaggia. «Diamoci
da fare, ragazze!»
In definitiva, un'ottima idea.
Una gita al mare - FINE
Note dell'Autore (aggiunte in seguito e aggiornabili in futuro): grazie
a luisina, bunny1987, fasana, ISA1983, jaj984, chichilina e maxia per
le recensioni.
Sono davvero felice di essere riuscita a divertire come volevo e anche
di aver suscitato da parte vostra commenti sul carattere dei
personaggi. Addirittura parlare di 'ottima qualità della
narrazione' ed
'eleganza' mi fa quasi arrossire :) A volte mi capita di leggere cose
(libri, più che altro) che mi fanno capire che ho ancora
diversa strada
da fare, anche dal punto di vista dello stile. Ma al momento riesco a
scrivere testi che riesco ad apprezzare (e che rileggo io stessa per
divertimento :) ) e a far apprezzare e questo è
già un ottimo passo
avanti.
Grazie mille anche alle altre cinque persone che mi hanno inserita tra
i preferiti.
Ciao
ellephedre
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