“Allora avanti
andiamo!!!!” disse il capitano della Going Merry.
La ciurma si divise per perlustrare quella nuova isola dove erano
approdati.
Sanji andò con Usop, Nami con Nico Robin e infine Zoro Rufy
e Chopper.
“Speriamo di trovare
provviste in abbondanza e magari del
materiale nuovo per costruire le mie armi!”disse Usop
“Speriamo di trovare
delle belle indigene” mormorò con aria da pesce
lesso Sanji
“Cosa hai detto
Sanji?!” ma Sanji era troppo occupato a
vagare con la sua mente per rispondergli, si vedeva già
circondato da belle
ragazze dell’isola che gli davano il benvenuto con collane di
fiori e tanti
baci.. “Sanji..Sanji!!!! Prontooo…mi
senti!!!!!” tutto inutile.
“Ormai sono ore che
camminiamo, che ne dici di tornare alla
nave?” “Certo
Nami” sorrise Nico Robin
anche se un po’ delusa di non aver trovato nessun sito
archeologico. Tornarono
indietro, proseguendo lungo la strada fatta in precedenza. Finalmente
giunsero
in prossimità della spiaggia, la si poteva già
vedere, e fra gli alberi e i
cespugli si intravedeva anche la Going Merry.
“Eccoci siamo quasi
arrivate, chissà se gli altri sono già
tornati!” “Speriamo
di sì, si sta
facendo sera possibilmente
vorrei
salpare da quest’isola prima che faccia buio!”
esclamò la navigatrice, il suo
tono era preoccupato “C’è qualcosa che
non va Nami?” anche se aveva già intuito
la risposta voleva avere una conferma direttamente da lei “Penso che anche
tu durante la nostra
perlustrazione abbia sentito una strana sensazione, come se ci stessero
osservando, vero?” “Già!” era
proprio come sospettava, era la stessa cosa che
preoccupava entrambe, era quella strana sensazione,
preferì non dire niente pensando che magari
era solo la sua immaginazione…invece anche Nami dava
conferma alla sua teoria,
non poteva essere una coincidenza. Robin riprese a camminare
“Vieni andiamo!”
suggerì l’archeologa. “Sì
vengo subito, tu avviati dalla ciurma e controlla che
ci siano tutti per poter andarcene da qui, io intanto finisco di
tracciare la
cartina di quest’isola, tranquilla starò qui sulla
spiaggia ben visibile dalla
nave!” disse la rossa ammiccando e col sorriso “Va
bene ma fai attenzione!”
Non fece nemmeno in tempo a fare due
passi che ad un tratto
un frutto molto pesante cadde su quella testolina rossa
“AHIIIIIII!!! ma che
diavolo…” alzò
la testa e vide qualcuno arrampicarsi
sull’albero ma non riuscì a distinguere chi era,
gli urlò immediatamente “Ma
sei impazzitoooo!!!! Chiunque tu sia!!! Mi hai fatto male
idiota!!!!!!” “Non
fare la piagnucolona!!” replicò quella figura che
si arrampicava. Nami poteva
riconoscere quella voce ovunque e soprattutto quei modi tanto gentili e
raffinati “ZOROOO!!!! Ma che ci fai su quell’
albero?!!” “Niente!
Non sono affari tuoi” “E dove sono
Rufy e Chopper?!!” a Nami gli venne
un’illuminazione “Ah ho capito..” disse
ridacchiando “ti sei perso vero?!” poi il suo tono
cambiò, gli urlò con quanto
fiato aveva in gola “SEI PROPRIO UN BABBEOOOO!!!!! Dovevamo
immaginarcelo che
ti saresti perso, sei sempre il solito!!!!!” Zoro
ribatté infuriato “Non è vero!!
Non mi sono perso, stavo solo ritrovando la strada guardando
dall’alto!” “E
secondo te questo come lo chiami….vuol dire perdersi!!!
Imbranato!!!” poi
aggiunse “E oltretutto ce l’hai anche davanti al
naso la nave!! Non c’era
bisogno di fare la scimmia sugli alberi” “Come osi
brutta strega! Fammi
scendere da qui e vedrai..” ma non poté nemmeno
finire la frase che perse
l’equilibrio e in un istante cadde proprio addosso alla bella
navigatrice
‘Cavolo!’ pensò
immediatamente Zoro
‘questa me la farà pagare fino alla fine dei miei
giorni!’. I due si
ritrovarono uno sopra all’altro e i loro volti quasi si
sfioravano da quanto
erano vicini, e forse era per quella situazione così
imbarazzante o per il
fatto che inaspettatamente le batteva così forte il cuore
che stranamente Nami
non gli urlò contro ricoprendolo di insulti, e nemmeno lo
picchiò a sangue,
come lui invece si aspettava infatti era già pronto a
mettersi sulla difensiva,
si limitò a rimanere imbambolata a fissarlo nei suoi begli
occhi neri e
profondi. Vista questa strana reazione della rossa Zoro rimase
spiazzato, forse
avrebbe preferito che lo insultasse, almeno per quello era preparato,
ma senza
nemmeno rendersene conto gli uscirono delle parole “Tutto
bene?” domandò con
sincera preoccupazione lo spadaccino
“S-sì” rispose titubante Nami che non
era
la sola ad essere rimasta pietrificata da quella situazione, anche Zoro
era
come incantato dai quegli occhi magnetici, dai rossi capelli che le
ricadevano
sul suo bel viso che sembrava di porcellana , dal suo profumo,
così dolce e
delicato come i suoi adorati mandarini, sembrava una meravigliosa
scoperta
eppure tutti i giorni lei era lì a suo fianco, come il resto
della ciurma, da
molto tempo erano compagni d’avventura, ma da un
po’ la guardava con occhi diversi
cercava continuamente il suo sguardo e lei se ne era accorta, forse era
per
questo che in quel preciso momento le batteva forte il cuore e non era
riuscita
ad aggredirlo come al suo solito , probabilmente metodo che usavano
entrambi
per tenere ben nascosti i loro sentimenti. ‘Perché
mi fissa in quel modo, dai
Zoro dì qualcosa, qualsiasi cosa...aspetta un momento ma
anch’io lo sto
fissando, oh mamma che situazione imbarazzante, non mi è mai
capitato di
rimanere senza parole, non è da me’ la mente di
Nami era inondata
da pensieri che si susseguivano
uno dopo l’altro in quell’istante che sembrava
durare un’eternità, ad un certo
punto un gesto…un gesto inaspettato che arrivò
come un ancora di salvataggio.
Nami notò lo sguardo dello spadaccino che cambiò
subito espressione, divenne
quell’espressione che gli aveva visto in volto mille volte
prima di ogni
combattimento, uno sguardo duro, serio, di sfida, stava guardando
dietro di
lei, oltre la fitta vegetazione. In un movimento velocissimo dalla
posizione in
cui erano, Zoro le mise un braccio dietro la schiena e la
sollevò tirandola
verso di se così che la testa della ragazza ricadde proprio
sul suo petto, poi si
girò di scatto tenendola stretta tra le
braccia, a quel punto riuscì finalmente a dire qualcosa
“Zoro ma che
fai!!” non
ebbe nemmeno una risposta
perché una forte esplosione divampò alle loro
spalle, fu terribile, fortissima
e purtroppo precisamente diretta su di loro. Nami guardò in
direzione della
spiaggia “La Marina!!! Ma cosa ci fa qui?!”
esclamò terrorizzata ‘ecco a cosa
era dovuta quella strana sensazione che avevamo avvertito poco fa, ci
stavano già
spiando’ il colpo era stato provocato proprio da uno dei
cannoni della loro
nave, poi riprendendosi dallo schok proseguì “Meno
male che hai i riflessi
pronti, per un pelo
non ci colpivano in
pieno” ma il silenzio dello spadaccino le fece realizzare una
terribile
verità….ci mancò molto meno di un
pelo…..l’esplosione aveva colpito Zoro!! Il
ragazzo giaceva a terra ricoperto
di sangue
“Zoro!!!! Zoro!! Rispondimi, riesci a muoverti, dimmi
qualcosa ti prego!!!” a
fatica riuscì a rispondergli “Non ti preoccupare
sto bene” disse con voce
sommossa cercando invano di rialzarsi “Tu torna alla nave,
corri più veloce che
puoi” “Non
fare lo stupido!!!! Non
posso....non posso lasciarti qui, non lo farò”
“Fai come ti dico!!!” urlò lo
spadaccino, Nami non riusciva a trattenere le lacrime, le scorrevano
sul viso
ininterrottamente, non riusciva a credere che il suo forte e
invincibile
cacciatore di pirati fosse in quelle condizioni, è vero che
innumerevoli volte
era stato ferito gravemente ed era stato ad un passo dalla morte, ma
adesso
vederlo soffrire in quel modo proprio non ce la faceva, non se lo
sapeva
spiegare, non conosceva il motivo di quell’angoscia che
l’assaliva, sicuramente
era turbata da quello che era appena successo al suo compagno, ma
c’era
qualcos’altro, qualche altra misteriosa motivazione per quel
suo stato d’animo,
e ad un tratto eccola!!.....arrivò improvvisa come un colpo
diretto al cuore!!!........lei
lo amava! Finalmente lo aveva capito e lo avevo ammesso a se stessa,
amava i
suoi modi da uomo primitivo, amava la sua testa a carciofo, come lo
chiamava
sempre Sanji, amava il suo “insopportabile”
orgoglio maschile, ma soprattutto
amava il suo
coraggio, la sua
determinazione, la sua straordinaria forza
e perché no la sua dolcezza, le vennero in
mente tutte quelle volte che
l’aveva salvata dalle situazioni più pericolose,
compresa quella di poco fa, lo
aveva fatto sempre con dolcezza, lui era sempre attento a dove fosse
lei
durante i più feroci combattimenti e si assicurava sempre,
anche se non lo
faceva notare a nessuno, che fosse al sicuro, lontana da ogni rischio.
Intanto
i colpi dei cannoni risuonavano intorno a loro portando distruzione su
quella
pacifica isola! Ma nulla poteva far distogliere lo sguardo della rossa
da
quella straziante visione che le si poneva davanti, quel corpo che
l’aveva
protetta centinaia di volte, ora era duramente provato, sentiva che
stava per
cedere, il suo volto traspariva dolore e preoccupazione per lei,
sì, per lei
che lo aveva stregato, per la ladra che gli aveva rubato il cuore ma
che in
quei momenti che lui definiva meravigliosi gli sapeva regalare anche
sorrisi
sinceri nonostante tutte le difficoltà, doveva proprio
ammetterlo, quella
mocciosa era la cosa più importante della sua vita!
E ora in quel triste momento temeva
seriamente che sarebbe
finito tutto, che non avrebbe mai più avuto
l’onore di proteggerla, e di vedere
così il suo viso rassicurato dalla
sua
presenza, di litigare con lei, di consolarla, di portarla sulle spalle,
di
sentirla strillare perché gli deve dei soldi, niente di
niente, sarebbe finito
tutto quanto in un attimo e questa era una cosa che lo terrorizzava più della morte
stessa! “Resisti ancora un
po’ Zoro, mi è venuta un idea” il
ragazzo annuì ma non si rendeva più conto di
quello che le diceva, sentiva troppo dolore e stava per perdere i
sensi.
Intanto Nami uscì da quella fitta boscaglia per dirigersi
verso la spiaggia, la
quale non era molto distane da dove si trovavano loro, e davanti a
sé, proprio
ai piedi della loro nave, vide una cosa che purtroppo si aspettava, la
ciurma
di cappello di paglia si scontrava con gli uomini della marina.
Fortunatamente
erano solo semplici soldati quindi potevano tenergli testa facilmente,
ma Nami
non poteva aspettare la conclusione della battaglia, doveva agire
subito e
doveva farlo in fretta perché anche se non voleva crederci
si rendeva
perfettamente conto che Zoro non aveva molto tempo da vivere se non lo
avessero
curato al più presto possibile, questa era la crudele
realtà a cui non poteva
sfuggire in alcun modo, e con tutta la forza che aveva in corpo
urlò
disperatamente il nome della piccola renna, che nel frattempo era
intenta a
combattere “CHOPPER!!!!!! CHOPPER!!!!!!!!” dovette
gridare più forte che mai
per sovrastare la confusione creata da quello scontro, ma finalmente
riuscì ad
attirare la sua attenzione, quando si voltò nella sua
direzione proseguì “TI
PREGO VIENI SUBITO QUA!! HO BISOGNO DEL TUO AIUTO!!!” la
renna si precipitò da
lei correndo più forte che poteva , la ragazza gli
spiegò tutta la situazione e
immediatamente tirò fuori dal suo zainetto tutto
l’occorrente per le
medicazioni. Quando cessò lo scontro con la Marina li
raggiunsero anche gli
altri e purtroppo videro le condizioni del loro amico, erano tutti
sconvolti,
attendevano con impazienza la sentenza di Chopper. Poi eccola, il
dottore si
diresse verso di loro e cominciò “Ha riportato
gravi ustioni sulla schiena…”
aveva il viso rivolto verso il basso e l’angoscia negli occhi
non riusciva a proseguire
ma doveva farlo “e profonde lacerazioni sul tutto il corpo
dovute all’impatto
con l’esplosione....” Rufy lo interruppe
bruscamente “Allora Chopper cosa vuoi
dirci!!??” tutti loro avevano compreso che c’era
qualcos’altro che la piccola
renna non aveva il coraggio di dire, le lacrime incominciarono a
scendere dal
viso di quest’ultima e con uno sforzo enorme
proseguì “non ce l’ha
fatta…” Una
sensazione di vuoto assalì Nami, rabbia, dolore,
disperazione, questo era
quello che sentiva, e non solo lei ma anche i suoi compagni, per un
istante non
reagì, sembrava paralizzata, il suo sguardo era fisso nel
nulla, il suo cuore
sembrava che stesse rallentando, le mani tremavano, il fiato sembrava
mancarle.
Perfino Sanji, nonostante dicesse di odiare quello stupido spadaccino,
non potè
fare a meno di piangere. Rufy battè i pugni a terra con
tutta la forza che
aveva, non poteva crederci, il suo migliore amico,
l’invincibile Roronoa Zoro,
si ripeteva a se stesso che era un sogno, sì, un sogno, anzi
un terribile
incubo, già non c’era altra spiegazione, era stato
il primo ad unirsi a lui,
insieme avevano trascorso mille avventure e affrontato altrettanti
avversari erano
inseparabili, almeno così credeva. La rossa
riuscì a pensare qualcosa…era
successo di nuovo, l’incubo si ripeteva, per la seconda volta
aveva perso la
persona più cara della sua vita, prima una madre e adesso il
suo primo vero
amore, e la cosa che più la opprimeva e la consumava dentro
era il fatto che
non era mai riuscita a dirglielo, e ora era troppo tardi. Odiava la
Marina,
avrebbe voluto distruggerla, annientarla, eliminarla dalla faccia della
Terra,
era la cosa che le aveva portato via il suo Zoro, non ce la faceva
più voleva
urlare e piangere per sfogarsi ma non ci riusciva. Attorno a
sé c’era il vuoto
totale, come se fosse scesa la notte all’improvviso, poi da
quel vuoto
arrivarono delle mani ad afferrarla dolcemente, delle braccia ad
avvolgerla per
riscaldare quell’esile corpo gelato, fu l’unica
cosa a tranquillizzarla da
quello shock, per rispondere a quel gesto si strinse al petto di Sanji
come se
volesse nascondersi dal resto del mondo o se volesse sparire da esso
per
sempre. Una fitta pioggia cominciò a scendere, come per
rispecchiare il suo
stato d’animo, sembrava che anche il cielo fosse triste per
la scomparsa del
miglior spadaccino del mondo, sì perché per lei
lo era nonostante non avesse e
non avrebbe mai sconfitto Mihawk. Le venne una morsa al cuore soltanto
a
pensare di non osservarlo più durante i suoi faticosi
allenamenti, di non
vedere più il suo sorriso complice e il suo sguardo
indifferente ai suoi
rimproveri, le sarebbe mancato tutto di lui perfino la sua incredibile
capacità
di perdersi ovunque, anche quando seguiva qualcun altro, o di dormire
nei
momenti meno indicati, la sua voce calda e profonda e
l’inconfondibile odore di
rum di cui aveva sempre impregnati i vestiti. Tornarono tutti sulla
nave, ma
questa volta la Going Merry avrebbe avuto a bordo sei persone.
‘È
già mattina… mi sento tutta
frastornata…..che buon odore,
deve essere Sanji che ha preparato la colazione..’ la rossa
si svegliò quella
mattina come se avesse un grosso peso addosso e con gli occhi pieni di
stanchezza, ad un certo punto un pensiero le attraversò la
mente, anzi, un
nome….Zoro! Incominciò
a ricordare tutto
e più ricordava e più l’assaliva una
strana sensazione, ma non era tristezza o
dolore, ad un tratto a interrompere i suoi pensieri fu qualcuno che
bussò alla
porta, “Avanti!” rispose smarrita la cartografa la
quale vide spuntare dalla
porta un vassoio con tante cose squisite sopra, la ragazza
intuì subito “Ah
vieni Sanji, grazie mille!”
“Mi spiace
deluderti ma non sono Sanji” non sapeva perché ma
sentire quella voce le riempì
il cuore di gioia, tutti i pensieri tristi sparirono nel nulla, quel
giovane
uomo venne avanti con passo deciso e posò il vassoio sul
tavolino, i suoi occhi
erano visibilmente assonnati, doveva essersi alzato da poco
“Quello stupido di
un cuoco mi ha ordinato di portarti la colazione o altrimenti non
l’avrei avuta
io” poi continuò “Beh!
Cos’è quella faccia?! Smettila di fissarmi con
quell’aria da tonta!” in effetti poteva sembrare un
offesa ma in realtà l’aveva
sul serio quell’espressione in volto, aveva stampato un
sorrisetto a mezze
guance e dipinto occhi come quelli di un bambino che riceve un bel
regalo a
natale, ma improvvisamente cambiò espressione e non
potè fare a meno di
piangere “Adesso che fai!! Dai non piangere! Ma che ho
fatto?!!” lui si agitò
subito, ma le sue erano lacrime di gioia, provava un forte senso di
sollievo…..
‘Era solo un terribile incubo, sono così
felice!’ pensò la rossa “Dai smettila,
mi dispiace, scusami!!” continuava imperterrito Zoro, ma lei
si alzò di scatto
e con un gesto veloce e imprevedibile si buttò con le
braccia al collo dello
spadaccino stringendolo forte “Oh Zoro!!”
esclamò, lui arrossì “Ma che diavolo
fai?! Hai la febbre per caso?!” sicuramente non se lo
aspettava, non sapeva se
ricambiare la sua dolce stretta, ma una cosa era certa lo desiderava
tantissimo, finalmente aveva quella testolina rossa vicino a se e non
perché la
stava proteggendo. Con le mani le accarezzò i capelli lisci
e morbidi mentre
nella sua mente emerse un ricordo, già, il ricordo della
prima volta che la
vide, fu anche la prima volta che le salvò la vita, non se
lo sarebbe mai
scordato quel giorno compreso ogni impercettibile dettaglio di lei.
“Mi
dispiace Zoro, mi dispiace!” ripeteva fra le lacrime Nami
“Ma perché dici così,
che cosa è successo?!” “Ho fatto un
terribile incubo in cui tu morivi per colpa
mia, sì perché per l’ennesima volta mi
facesti da scudo col tuo corpo, non
posso permettere che accada una cosa del genere, eppure potrebbe
succedere, e
tutto perché io non sono in grado di difendermi da sola, e
tu rischi sempre per
me quando potresti benissimo pensare a te stesso e salvarti, non voglio
esserti
di peso, non voglio, perdonami Zoro!” “Non dire
sciocchezze Nami!!” rispose con
tono deciso “Tu non sei affatto un peso, sei
un’ottima navigatrice, senza di te
non ce la faremmo mai a solcare questi mari così pericolosi,
e durante le
battaglie dai il tuo prezioso contributo non esclusivamente con la
forza fisica
ma con le tue astuzie, sono necessarie anche quelle nei
combattimenti….” Nami
si sentì un po’ sollevata da quelle parole
“Inoltre….” proseguì “che tu lo voglia
o no io sarò sempre lì per
proteggerti!” fu come una doccia fredda non avrebbe mai
immaginato di sentirsi
dire una cosa del genere da lui, sbarrò gli occhi e smise di
piangere all’istante,
si voltò verso di lui, i due si guardarono intensamente,
potevano percepire ogni
minimo rumore intorno a loro lo sciabordio delle onde, i loro respiri,
il vento
leggero che attraversava la stanza trasportando il soave odore dei
più dolci
mandarini del mondo, in quel quadro fantastico c’erano solo
loro due, loro due
insieme per sempre e niente e nessuno poteva dividerli, e a sigillare
quel
patto segreto fu un bacio, fu spontaneo e inaspettato, entrambi si
avvicinarono
sfiorandosi delicatamente le labbra, poi quel bacio divenne sempre
più deciso,
profondo, forte……passionale! Zoro poteva sentire
le calde mani della
navigatrice attraversargli i capelli mentre lui trascinava le sue lungo
la sua
bianca schiena provocandole un piacevole fremito, in quel magico
istante c’era
solo una cosa che poteva dire con tutta sincerità lo
spadaccino “Sai
Nami….. ne vale proprio la pena
proteggerti…...anche a costo della vita!”
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