Una guerra chiamata vita

di Jade Tisdale
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Capitolo 8
“Risata”



 

«Un, due, tre... stella!»
Hanako si voltò rapidamente. Sia Marron che Trunks erano fermi, rigidi, apparentemente immobili, ma agli occhi della bambina parve il contrario.
«Trunks, hai mosso il braccio! Torna indietro!» esclamò.
«Ehi, non è giusto!» sbottò il sayan. «E' già la terza volta che mi fai ripartire da capo, ma io non sono mosso! Stai barando!»
Hanako e Marron scoppiarono a ridere insieme.
«Lo fai solo perché vuoi che sia lei a vincere...» sussurrò, mentre un'idea gli balenò in testa.
Il giovane sayan ritornò al punto di partenza, mentre sul suo volto andò a formarsi un misterioso sorriso. Hanako si voltò e ripartì con la sua cantilena.
«Un, due, tre... stella!»
Con un gesto fulmineo, Trunks si teletrasportò davanti alla bambina, facendola sobbalzare dallo spavento.
«Fregata, questa volta ho vinto io!»
Marron corrucciò la fronte. «Non è vero, stavolta sei tu ad aver barato!»
Trunks scosse la testa, in segno di negazione. «Eh no ragazze, è ovvio che vi dia fastidio la sconfitta!»
Marron si sedette a terra e sospirò. Non ne aveva voglia di discutere con l'amico, anzi, era parecchio stanca e sarebbe andata volentieri a dormire. Ormai era da più di una settimana che sostavano in quel paese e ogni giorno, Hanako li costringeva a partecipare ad un nuovo gioco.
Ad un tratto, la bionda alzò lo sguardo, che fu rivolto all'abitazione posta di fianco a quella del Dottore.
«Hanako, posso chiederti di chi è quella casa?» domandò la figlia di Crilin.
«Era la casa del nonno, ma adesso la utilizziamo per le scorte di cibo. Purtroppo però, stanno quasi per finire...»
Il discorso fu interrotto dall'arrivo di Saya, la gatta di Akio e Ikue. La piccola si diresse verso Marron, che le accarezzò teneramente la schiena.
Ad un tratto, il Dottor Tanaka uscì e rivolse un grande sorriso ai ragazzi.
«Marron, Trunks! Venite con me, presto!»
I due si scambiarono un'occhiata interrogativa, dopodiché, mano nella mano con Hanako, seguirono Yaichi nella camera in cui stava Bulma. Quando entrarono, trovarono la scienziata finalmente in piedi.
«Mamma!» esclamò Trunks, commosso nel vedere che la madre si stava finalmente riprendendo. La donna sorrise, rivolgendo poi un occhiolino a Marron.
«Vostra madre sta notevolmente riprendendo le forze.» spiegò il dottore. «La febbre è quasi sparita del tutto ed è riuscita a recuperare qualche chilo. Direi che ormai è fuori pericolo!»
Marron non riuscì più a resistere e si buttò tra le braccia della turchina. Incominciò a piangere, mentre la madre le accarezzava i capelli sorridendo.

***

«Allora Trunks, sei pronto per il tuo primo allenamento?»
Il bambino annuì. Da quando suo padre era morto, aveva pregato Gohan di insegnargli tutto ciò che sapeva sulle arti marziali e come fare per trasformarsi in super sayan. Il figlio di Goku aveva accettato quella richiesta, ma mise in chiaro fin da subito che sarebbero stati degli allenamenti duri per uno della sua età.
«Forza, fammi vedere quello che sai fare.» esordì Gohan.
Trunks scattò verso di lui, incominciando a scagliare una serie di pugni sul viso di Gohan, che parò prontamente. Il piccolo continuò per diversi minuti, fino a quando il sayan più grande lo bloccò.
«Non puoi continuare a cercare di colpirmi in viso.» disse, in tono pacato. «Dopo un po', dovresti cambiare obiettivo e magari inserire anche qualche calcio. Tutto chiaro?»
In risposta, il figlio di Vegeta tirò un calcio all'addome di Gohan che, essendo distratto, ricevette in pieno il colpo. Benché Trunks fosse solo un bambino, restava pur sempre un sayan e la sua forza era nettamente maggiore di un ragazzino della sua età. Malgrado ciò, Gohan si ricompose subito e si preparò a ricevere altri colpi. Il bimbo dai capelli lilla, però, si fermò.
«Gohan...» cominciò a dire, con la testa bassa. «Se io non riuscirò mai a battere Cell... se questi allenamenti sono solo una perdita di tempo per darmi false speranze... allora dimmelo subito.»
Il moro alzò un sopracciglio. «Perché dici ciò, Trunks?»
Il bambino digrignò i denti. «Perché mio padre mi ha sempre detto che non bisogna mai sottovalutare la forza del nemico!»
Gohan si portò una mano dietro alla nuca e sorrise. «E' vero, ma non bisogna nemmeno sottovalutare la propria forza.»
Trunks lo osservò con lo sguardo spento, mentre volava coi pensieri altrove. Poi, in preda ad uno scatto d'ira, corse verso Gohan e lo abbracciò, scoppiando a piangere.
«RIVOGLIO IL MIO PAPA'!» gridò, mentre il figlio di Goku lo strinse a sé. «LO RIVOGLIO INDIETRO GOHAN!»
Il diretto interessato abbozzò un sorriso. «Se quando rivedrai tuo padre piangerai, però, non sarà affatto contento!»
Il bambino singhiozzò. «Non dire idiozie... per quanto io possa diventare forte, anche se io batterò mai Cell, non riavrò mai più indietro mio padre! Non c'è alcun modo per farlo tornare in vita!»
Gohan sciolse l'abbraccio e guardò negli occhi il ragazzino dai capelli lilla.
«Un modo c'è.» soffiò, notando nei suoi occhi un velo di speranza. «Trunks, tu sai cosa sono le sfere del drago?»
Lui annuì. «Sono delle sfere speciali che fanno apparire un grande drago in grado di realizzare tre desideri, giusto?»
«Giusto. Vedi, il drago in questione si chiama Shenron ed è in grado di fare molte cose, anche riportare in vita delle persone. Perciò, se riuscirai a trovarle tutte e sette, potresti chiedere a Shenron di riportare in vita tuo padre. Che ne dici?»

***

«Marron, sei sveglia?» bisbigliò Hanako, in piedi di fianco al letto della bionda.
«Si..» rispose, stropicciandosi gli occhi. «Ma tu perché sei ancora in piedi? E' mezzanotte.»
La piccola alzò le spalle. «Non riesco a dormire. Posso stare un po' con te?»
La figlia di Crilin rispose affermativamente, lasciando poi spazio alla bambina.
«Come mai fai fatica a dormire?»
Hanako la guardò negli occhi.«Stavo... stavo pensando a Sen.» ammise.
Marron deglutì. «Ti va di parlarmi un po' di lei?»
La bimba annuì, accennando un piccolo sorriso. «Sen era la sorella migliore del mondo. Quando vedevo Cell alla televisione e mi spaventavo, lei sapeva sempre come farmi tornare il sorriso. Mi sopportava quando piangevo, giocava con me ogni volta che glielo chiedevo. Sapendo che non ce l'avrei mai fatta ad andare a scuola, mi ha insegnato a leggere e a scrivere in poco tempo. Anche il giorno in cui Cell ci ha attaccati ci stavamo esercitando sulla lettura di una fiaba. Poi, abbiamo sentito delle urla ed è successo quel disastro...»
Marron sentì un brivido attraversarle la schiena.
«Mio nonno ha voluto abbattere le case ancora intatte. Il motivo non lo so, ma vedere quelle abitazioni vuote, lo faceva arrabbiare molto. Mi rassicurava sempre dicendomi che una volta grande avrei dimenticato tutto quanto. Ma io... io non ce la faccio proprio a dimenticare.»
Gli occhi della bambina iniziarono a farsi lucidi. «Quando chiudo gli occhi, mi sembra ancora di sentire l'urlo di dolore di mia sorella prima di essere assorbita dall'androide... è stato straziante.» Fece una pausa, lasciando spazio ad un singhiozzo. «Ho sempre fatto tanta fatica ad addormentarmi, ma da quando ci sei tu, sono più sicura...»
La piccola continuò a piangere per diversi minuti, fino a quando, all'improvviso, si strinse alla bionda.
«Marron, ti prego, promettimi che ucciderai Cell e vendicherai la mia famiglia...» sussurrò, poco prima di addormentarsi.
La bionda le diede un bacio sulla fronte. «Te lo prometto.»

 

Saya prese a giocare con un lungo filo che pendeva dalla manica della felpa di Hanako. Intanto, Trunks e Marron stavano discutendo sulla ricerca delle sfere del drago.
«Direi che questo pomeriggio potremmo provare a dare un'occhiata nella foresta qui vicina, mentre domani controllare nella città dalla quale siamo venuti.»
Marron annuì. «Si, per me va bene!»
Hanako tese il braccio, rendendo così impossibile per la gatta continuare a giocherellare. Saya iniziò così a miagolare, attirando l'attenzione dei due fratelli.
«Che cosa le prende?» domandò Trunks.
«Non avrà mica fame?» ipotizzò Marron.
Hanako, però, scosse la testa. «No, fa così quando sa che sono tesa.»
Il sayan alzò un sopracciglio. «E perché sei tesa?»
La bimba sospirò, dopodiché, si mise davanti al suo armadio e abbassò lo sguardo.
«Le sfere del drago... sono tanto importanti per voi?» chiese, con un filo di tristezza nella sua voce.
Trunks annuì, anche se in realtà, essendo voltata, Hanako non lo poteva vedere. «Si, molto. Quando riusciremo a trovarle tutte, potremmo realizzare tre desideri e sarebbe un passo avanti per poter battere Cell.»
Marron s'incuriosì. «Come mai sei interessata alle sfere?»
La nipote del dottore, a quel punto, aprì il suo armadio e dalla tasca di un cappotto verde, estrasse con entrambe le mani un oggetto di forma sferica, con una stella al centro. I due ragazzini si scambiarono un'occhiata scioccata, mentre Hanako porgeva loro quel piccolo tesoro davvero prezioso per le loro vite.
«Pochi giorni prima dell'attacco di Cell, io e mia sorella siamo andate in spiaggia a giocare. Io sono stata la prima ad aver notato un oggetto luminoso provenire dal largo e Sen, che sapeva nuotare molto meglio di me, è andata subito a prendere la sfera. Nostro padre, allora, ci spiegò il valore di questo oggetto: ci diede il permesso di tenerla, anche se sapeva che non avremmo mai trovato le restanti sei sfere. Non ve l'ho data prima perché è un ricordo di un giorno in cui sono stata felice, ma ora, capisco che è meglio che l'abbiate voi.»
La figlia di C18 sorrise e diede un bacio sulla guancia della bambina. «Grazie mille piccola, ci hai dato davvero un grande aiuto.»
La bambina, a quel contatto fisico, scoppiò a ridere. «Mi hai fatto il solletico!»
Per vendicarsi, Hanako iniziò a fare il solletico in diverse parti del corpo di Marron, che scoppiò a ridere in modo diverso dal solito.
Trunks sorrise a sua volta. «La tua risata è molto simile a quella di tua madre!»
Marron cessò di ridere all'improvviso. Hanako, fortunatamente, non aveva sentito l'esclamazione di Trunks, ma aveva comunque capito che qualcosa non andava e aveva smesso di fare il solletico alla bionda. Quest'ultima si alzò in piedi.
«Mia madre...?» sussurrò, con sguardo interrogativo.
Il figlio di Vegeta si maledisse per essersi lasciato scappare quelle parole, ma fortunatamente, Ikue chiamò i tre ragazzi per andare a pranzare e il sayan poté così evitare le domande di Marron.





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