Nocturnal Lovers

di bluemary
(/viewuser.php?uid=3163)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Storia scritta per il torneo su Dragon Ball indetto su Writers Arena.




Nocturnal lovers

Assecondare le proprie dita, animate dal desiderio di spogliarla della canottiera e rivelare quel seno perfetto, che lei mette sfrontatamente in mostra con abiti succinti e provocanti, quasi si divertisse a stuzzicare il suo autocontrollo. Stracciare i suoi vestiti come fossero carta velina, soffocando le sue insulse proteste premendo rudemente la bocca sulla sua, nel modo migliore che ha trovato per farla tacere. E poi scoprire il calore della sua pelle, il sapore delle sue labbra, l’inebriante suono dei suoi gemiti, nel momento in cui la stende sotto di sé e si prepara a sfogare l’impulso che ormai da giorni lo tormenta.

Avere come unica percezione quelle mani forti che, esigenti e impetuose, le percorrono la pelle senza farle alcun male e la costringono ad artigliare convulsamente la coperta, rendendola incapace di contenere la frenesia che, con quel tocco quasi rovente, si sta insinuando in ogni fibra del suo essere.

Entrare in lei con una cautela che non ha mai riservato prima d’ora alla donna con cui ha condiviso il letto, facendo appello al suo ultimo barlume di razionalità per non ferirla, mentre un’imprecazione silenziosa gli attraversa i pensieri per questo atteggiamento in cui non si riconosce; e tuttavia dimenticare ogni cosa non appena sente le sue gambe sottili intrecciate dietro la schiena e le sue mani che gli attirano il volto verso le sue labbra.

Spalancare gli occhi all’improvviso, sorpresa della sua delicatezza. E baciarlo, perdersi nelle sue iridi di tenebra, nel tentativo di sondarne le profondità, di capire se un giorno sarà in grado di oltrepassare quella barriera invalicabile e trovare il tenue bagliore di un’emozione dietro quello specchio nero e inespressivo.

Sentirla inarcarsi contro il suo petto e godere della consapevolezza di averla inerme, tra le proprie braccia, con le labbra socchiuse in un’espressione sognante e il respiro affannoso; nutrirsi del piacere che affiora dai suoi occhi per aumentare il proprio, stranamente soddisfatto del desiderio riflesso in quell’azzurro sconfinato. Un desiderio che porta le sue sembianze.

Unirsi all’assassino che ha accolto sotto il suo tetto, graffiargli la schiena fin quasi a fargli male, gridare la propria estasi contro il suo collo, prima di accasciarsi esausta sul materasso, pervasa da uno sconosciuto senso di felicità quando lui, pur dandole le spalle, si stende al suo fianco.

Un gemito sfugge alle loro labbra, infrangendo il silenzio da cui sono circondati.
Si svegliano nello stesso istante, entrambi ansimanti e sconvolti per quelle immagini che li rincorrono ogni notte; l’una troppo spaventata per chiedersi quale sia l’inaccettabile desiderio insito nelle profondità del suo cuore, l’altro troppo orgoglioso anche solo per ammettere che, tra i suoi pensieri, stia comparendo qualcuno di diverso da un Kakaroth sconfitto.
Ma il sogno persiste, sempre più nitido e reale, svanendo alle prime luci dell’alba con un delicato sentore di rimpianto.
E quando s’incontrano per colazione, sfidandosi e battibeccando come ogni mattina, senza mai abbassare lo sguardo, non possono fare a meno di chiedersi se una parte di quelle sciocche illusioni riesca a riflettersi nei loro occhi.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=300728