Eccomi di nuovo qui!!! Spero che questa storia possa essere di vostro
gradimento ci vediamo giù un bacio e buona lettura ;*
Era sempre
cresciuto con la madre, era tutto ciò che possedeva.
Non sapeva dove fosse suo padre, era un avventuriero e ancora
prima che lui nascesse aveva lasciato sola sua madre e così suo figlio.
Nonostante tutto
era cresciuto con tanto amore da parte di sua madre ed era abituato ad avere un
padre assente, non gli interessava conoscerlo.
Al suo
essere orfano di padre si aggiunse alla lista anche l’essere gay.
Si era accorto che provava attrazione per il suo stesso sesso nell’adolescenza,
quando un ragazzo di bella presenza e con molto charme gli fece provare il
brivido di buttarsi a capofitto in una storia, che durò per bene quattro anni. Poi
era finita rovinosamente.
Come ogni
ragazzo di vent’anni, passava le serate con i suoi due amici, Lance e Gwein. Avevano fatto le migliori cazzate insieme e non si
erano mai lasciati una volta o litigati. Erano come fratelli. Lance era l’unico etero del gruppo, poiché anche Gwein aveva un’attrazione per gli uomini ma non disgustava
neanche le donne.
Ormai l’Estate
aveva preso possesso delle giornate. C’era caldo, il sole era sempre presente
nel cielo, e la notte era serena e le strade e i bar erano pieni di vita a Eldor. Era un paesino in cui erano nati e cresciuti tutti e
tre, vicino al mare e in estate si riempiva anche di molti turisti.
Di giorno
andavano a prendersi il sole a mare e la notte s’intrattenevano
con i turisti, nel lungo mare e nei bar. Tornavano a
casa sempre un po’ su di giri, bevendo sempre un po’ troppo ma non fino al
punto di rigettare pure l’anima, di solito finiva che si addormentavano tutti e
tre in un unico letto.
- Giorno
ragazzi! – entrò Hunit con dei caffè e posando il
vassoio sul comodino – forza sono già le undici. –
stava per uscire quando aggiunse – Lance, ha chiamato tuo padre, dice che i tuoi
cugini e tuo zio sono in arrivo e di farti trovare a
casa. – poi uscì e chiuse la porta.
Lance si gettò dal letto bevve velocemente il suo caffè – Scusate ragazzi,
ci vediamo dopo. – e cercava di darsi una sistemata. Gwein
si stiracchiò – Biscottino dammi un bacio almeno. – sogghignò, Merlin mugolò
qualcosa che somigliava a un “ giorno ” e “ va bene ” .
Lance uscì di fretta salutando gli amici e Hunit,
Gwein si stropicciò gli occhi – Dai Mer svegliati. – lo scosse leggermente e quello mugolò
qualcosa d’incomprensibile. L’amico andò a sciacquarsi in bagno e tornò a
svegliare il moro dormiente.
- Ahi Gwein, dannazione – disse con la voce impastata dal sonno,
dopo aver ricevuto una cuscinata dall’amico, che rise beffardamente – Avanti amico,
alzati o ti tiro giù a modo mio – lo punzecchiò nelle
costole, l’altro scoppiò in una risata e si arrese.
Dopo che
ebbero fatto una colazione/pranzo sostanziosa andarono
al loro solito bar, salutarono educatamente la barista ormai loro amica e si
andarono a sedere, ordinando qualcosa di fresco da bere.
Quella sera
ci sarebbe stata la festa dei lidi, ovviamente loro non sarebbero mancati di certo a quell’evento.
Il telefono
squillava – ehi ragazzi dove siete? Non riesco a
trovarvi in tutta questa baraonda. – e una voce metallica rispondeva – Davanti l’Eldor bar – e la chiamata terminò. Una volta insieme
gli amici si salutarono, e l’amico appena arrivato presentò
i suoi cugini– Ragazzi, questi sono i miei cugini Arthur e Morgana. – e sorrise.
Così diedero avvio alla serata. Mentre stavano
ballando, Lance invitò a fumare e tutti declinarono tranne Merlino, una volta
soli e un po’ lontani dalla musica – Come mai non hai
mai parlato dei tuoi cugini? – disse tranquillamente Merlino all’amico, l’altro
fece spallucce – Io e Arthur non ci stiamo troppo
simpatici.. – lasciò cadere un po’ la frase, di rimando il moro lo guardò –
successo qualcosa tra di voi? – sibilò serio. Lance inspirò a fondo la nicotina
dalla sigaretta ed espirò – Ci rubammo diverse volte la stessa ragazza, fino a
quando lei stessa si stancò e ci mandò al diavolo. –
sogghignò.
- Eeehi amiiici – la voce di Gwein brillo arrivò da loro, stava barcollando e rideva
come non mai, li abbracciò per le spalle – Ragazzi credo di amarvi. E quella
tua cugina Lance, è uno schianto. – sedendosi pesantemente su una panchina.
- Ehi
ragazzi siete stanchi? Volete tornare? – Chiese educatamente
Lance ai cugini che li stavano raggiungendo, Morgana sorrise sinceramente – Oh io
si, ti spiace se torno a casa? Vi lascio tra
maschietti – fece l’occhiolino diede un bacio sulla guancia a Gwein e andò via.
Gwein
vaneggiava parole incomprensibili – pagiata Lan, portami spiagga – rise
chiassosamente, l’amico lo assecondò e lo portò in riva al mare. Una volta soli
Merlino prese il pacco di Winston e lo porse al biondo di fronte a lui, che lo
guardava. Come svegliatosi da un sogno disse di no e
prese il suo pacco di Marlboro ed entrambi si accesero le rispettive sigarette –
Allora, non sapevo che Lance avesse dei cugini. Tu di che ti occupi? –
ispirando il filtro della sigaretta. Il biondo espirò il fumo, e per un attimo
fu come osservare un’opera in mezzo ad una nebulosa – Si bè diciamo
che ci sono stati dei trascorsi. Comunque sono un pompiere – fece spallucce e
continuò a fumare. Il moro osservava il modo in cui le labbra dell’altro
succhiavano via la nicotina dalla sigaretta, e avrebbe voluto..
smorzò quel pensiero – Ah un pompiere.. – un pompiere, per gli dei. Artù
ticchettò sulla sigaretta per far cadere la cenere – Tu invece? Di che ti
occupi? – avvicinandosi alla balaustra dov’era appoggiato anche lui. Il moro
sorrise imbarazzato – Io, sono un architetto. Alle volte però faccio il
fotografo. – ispirò l’ultima volta e poi spense la sigaretta e lo guardò di
sottecchi, Artù lo imitò.
Era a letto,
per Merlino non era strano pensare ai ragazzi, eppure aveva avuto una storia
soltanto, a parte tutte le piccole avventure, con un ragazzo Elyan. Carnagione scura, occhi scuri,
mani rudi. Anche quelle di Artù erano così? No forse
erano forti, morbide, calde. La sua carnagione era chiara, una tonalità calda,
i suoi capelli rischiaravano più del Sole, i suoi occhi erano azzurri ma non
quell’azzurro solito del cielo o del ghiaccio. Il suo
colore era più simile ai fondali lucenti del mare, e le sue labbra. Se pensava
alle sue labbra gli seccava la gola, erano carnose,
sembravano lisce, e rosse. Avrebbe voluto che Artù gli succhiasse le proprie
come lo faceva con le sue sigarette. Aveva anche un così buon profumo, sotto l’odore
di sigaretta, aveva sentito una nota di muschio bianco. Si addormentò con
questi pensieri per la testa e l’immagine di quel ragazzo biondo che, lo sentiva,
gli avrebbe cambiato l’estate, per non dire la vita. Senza che se ne accorgesse
il suo stomaco si chiuse nella morsa.
Artù in quel
letto non riusciva a dormire, la sorella accanto a lui ormai aveva preso il
sonno da tempo. Guardava il muro accanto a sé nell’attesa
che il sonno arrivasse. Era una persona razionale, alle volte troppo, come
diceva suo padre “ i sentimenti sono per
i deboli e per le femmine ” però era anche una persona obiettiva. Non si
scandalizzava a dire che un uomo era bello o piacente, se qualcosa era in un modo era inutile dire che non lo fosse. Infatti, doveva
ammettere che Merlino era davvero piacente, perfino gentile e simpatico per
quanto aveva potuto costatare. Aveva dei lineamenti molto fini per un ragazzo,
i capelli neri, più neri della pegola, quasi come il
nero del mare di notte quando non c’è luce. Anche i suoi occhi erano profondi
come gli abissi del mare, e di quel colore blu. Il blu delle porzioni più scure
e irraggiungibili dell’oceano. E quelle mani così delicate, lunghe e affusolate
come solo i pianisti possono averle, avrebbe dovuto
chiedergli se suonava il piano. Avrebbe voluto domandare in quel momento ma non
aveva il numero di cellulare, ma poi magari già dormiva. Oh insomma quante stupidaggini, lo chiederai domani, è
una cosa stupida che può aspettare anche qualche ora, si disse. S’imbronciò
con se stesso, si voltò dando le spalle al muro, come se fosse la causa di
tutti quei pensieri e si addormentò.
Angolo
autrice:
D: Speravo che
fosse una Oneshot e invece
mi sta diventando una mini long o long ancora non so!!! Le storie decidono da sé!
Piccoli
accorgimenti: Ho scelto di
proposito le Wiston per Merlino poiché sono bianche
con il perfilo Blu e Marlboro per Artù poiché sono
bianche e rosse. Giusto per richiamare i loro colori
diciamo così :D
Bè se siete
arrivati sino a qui vi ringrazio tantissimo! ;D Un bacio a tutti sia a quelli che recensiranno sia aquelli che leggeranno e ( spero ) seguiranno la storia
anche in silenzio. Siete tutti importanti un abbraccio!!