Quinn/Bert
LET
ME BE THE ONE (SMOTHER ME)
"Thanks guys!" urlò Bert al pubblico ansimante, che aveva
ballato e cantanto le canzoni dei propri idoli fino all'ultima strofa.
I The Used si piegarono in un veloce inchino e uscirono dal palco,
rifugiandosi poi nel backstage.
Bert, Jeph e Dan, corsero nei loro camerini per festeggiare
quell'ultimo successo mentre Quinn, dopo aver lanciato uno sguardo al
cantante che spariva dietro una porta, uscì fuori. Si
appoggiò al muro umido e freddo e accese una sigaretta per
ammazzare il tempo. Il suo fidanzato Frank gli aveva promesso che
sarebbe venuto, visto che per qualche giorno non aveva impegni con i My
Chemical Romance.
Fece un tiro lungo e intenso, sospirando poi, il sapore della nicotina
gli impastò la bocca.
Tolse la sigaretta dalle labbra e prese una bella boccata di aria
fredda, che gli punzecchiava già le guance pallide.
"Quinn!" esclamò Frank, raggiungendo il suo fidanzato
saltellando.
Il biondo si voltò e un debole sorriso migliorò
la sua espressione.
"Ehi Frankie." mormorò facendo qualche passo verso di lui e
buttando la sigaretta a terra.
Il moro si alzò in punta di piedi per dargli un tenero bacio
sulle labbra.
"Che ti succede?" chiese Frank appena si divise. "Il concerto non
è andato bene?"
Quinn tentò di sfoderare il sorriso più allegro e
sincero
che poteva ma i risultati che ottenne furono a malapena mediocri.
"No, è andato tutto alla grande." si affrettò a
dire. "Sono solo un po' stanco."
Frank lo scrutò per qualche istante con aria scettica
e
poi, abbastanza convinto, lo prese per mano e lo condusse dentro.
"Finalmente!" esclamò Jeph, vedendoli entrare. Dan invece,
diede una pacca sulla spalla ad entrambi.
"Dov'è Bert?" chiese Quinn guardandosi intorno, non notando
la presenza dell'esuberante cantante.
"E' andato a prendere qualcosa da bere." rispose il batterista
giocherellando ancora con le bacchette.
Quinn e Frank si abbandonarono su un divanetto ancora mano nella mano.
Si scambiarono uno sguardo complice che però venne
interrotto da
Bert.
"Ecco le bir..." iniziò entrando nella stanza, lasciando
cadere
poi le bottiglie che aveva in mano che si frantumarono nell'impatto con
il pavimento, mandando schegge di vetro ovunque.
Il cantante puntò lo sguardo sulle dita intrecciate dei due
innamorati e dopo essere stato scosso vigorosamente da JEph, riprese il
contatto con la realtà e mormorò:
"Porca merda... scusate, sono un idiota." E si guardò
intorno alla ricerca di una via di fuga.
Quinn era fin troppo abituato alla sbadataggine del suo amico
perciò non ci fece troppo caso.
"Non preoccuparti Bert." disse in fretta Jeph, allontanandolo dal
vetro. "Che ne dite di andare a bere qualcosa da qualche altra parte?"
Dan esultò ma Quinn schiarì la voce:
"Ehm.... io e Frank pensavamo di andare subito in albergo. Sai
com'è..." La pelle pallida del biondo si colorò
di rosso
porpora sulle guance.
Il batterista e il bassista ridacchiarono.
I due ragazzi furono poco dopo in albergo e cominciarono a salire le
scale diretti nella loro stanza perchè Frank
piagnucolò
per non prendere l'ascensore. Il moro le faceva due a due saltellando,
mentre Quinn ciondolava dietro. Appena dentro la camera, corse subito
verso l'enorme letto e ci si buttò a peso morto, senza
togliersi
nemmeno le scarpe.
Frank invece si sfilò la T-shirt, lasciando che le deboli
luci
della stanza, illuminassero il suo torace tatuato e poi andò
in
bagno per sciacquarsi il viso.
Quinn sentì la pelle fredda del fidanzato sfiorare la sua
pochi
minuti dopo. Si abbandonò ad un sospiro e strinse ancora di
più gli occhi, poggiando un braccio sulla fronte.
Frank cominciò ad accarezzargli una guancia con delicatezza
e
poi si alzò su di lui per poggiare le sue labbra su quelle
del
biondo. Non si schiusero subito, dovette insistere un po'
perchè Quinn partecipasse attivamente al bacio. Prima
sussultò un attimo, perchè nella sua mente si
ricostruì un'immagine risalente al concerto di quella sera.
Rivide il viso di Bert avvicinarsi al suo e scambiarsi un bacio veloce
e sfuggente, ma che bastò a destabilizzare il pubblico che
esplose in un boato, in preda al delirio. Cercò di rivivere
il
brivido che percorse tutto il suo corpo nell'esatto istante in cui
incontrò quelle labbra morbide e tanto desiderate.
E questa volta fu un tremito ad attraversarlo. Frank se ne accorse,
anche perchè Quinn rischiò di mordergli un labbro
quando
cercò di stringere i denti per non mettersi a urlare.
La situazione era diventata sempre più frustrante e
insopportabile. Era arrivato quasi ad odiare Bert, perchè
era
capace di farlo felice e di farlo soffrire come nessun altro al mondo,
nemmeno come Frank.
Lo odiava perchè desiderava solo salire sul palco per
baciarlo, di sentirlo suo almeno per un istante.
"Piccolo, tu non stai bene." affermò Frank deciso, bloccando
il libero flusso dei pensieri dell'altro.
Quinn scosse la testa mantenendo ancora gli occhi chiusi, per paura di
lasciare tradire da una possibile lacrima.
"Ne sei sicuro?" aggiunse Frank.
"Sì tesoro, te l'ho detto: è solo la stanchezza."
"Sicuro sicuro?" insisté il moro sgranando gli occhi,
mettendocela tutta per farlo confessare.
Quinn sbuffò irritato.
"Sì, al 150%."
"Va beh, tanto sai che se vengo a sapere che mi hai mentito, vai in
bianco per un bel po'." sentenziò Frank, mettendosi seduto e
incrociando le braccia.
Anche Quinn si alzò e sorrise, poi baciò l'altro
ragazzo con più entusiasmo di prima.
Frank lo spinse delicatamente facendolo sdraiare di nuovo e poi
cominciò ad accarezzargli i capelli biondi e sottili.
Posò le sue labbra rosee prima sulle guance sfiorandogli
appena
le labbra e poi scese sul collo.
Quinn sospirò profondamente per contenere l'eccitazione che
cominciava a sentirsi anche sotto i pantaloni perchè Frank
si
fece sempre più audace ma poi fu battuto dalla stanchezza
che lo
costrinse a chiudere gli occhi. Il moro si accorse subito che l'amato
era finito nella trappola del mondo dei sogni perciò lo
sistemò meglio sotto le coperte e si addormentò
anche lui.
Quinn ebbe un sonno travagliato e popolato da incubi vividi.
Era tutto avvolto nell'oscurità più nera e il
piccolo
biondino volgeva la testa a destra e a sinistra in cerca di uno scampo
di luce. Poi sentì dei singhiozzi strozzati che giungevano
come
un eco lontano e sobbalzò quando scorse Frank accasciato a
terra
con il volto nascosto tra le gambe che erano strette al petto. Quinn
avrebbe voluto dirgli di smetterla, che le sue urla gli facevano male
alle orecchie ma quando aprì bocca non uscì
nessun suono.
Posò le mani sulle orecchie per cercare di attutire i
singhiozzi
del suo fidanzato ma quando tolse le mani dalla testa, le vide madide
di sangue. I suoi timpani sanguinavano.
Colto dallo spavento, cominciò a correre a perdifiato con il
sangue che gli colava lungo il collo. All'improvviso il pianto di Frank
si dissolse nel nulla e in lontananza scorse la figura di Bert. Sorrise
e aumentò il passo per raggiungerlo. Bert però
era sempre
più lontano perciò Quinn cominciò a
piangere
lacrime di sangue che gli macchiarono prima le guance e poi la
maglietta. frank ricomiciò a gridare e Quinn, con un urlo,
aprì gli occhi di scatto.
Si ritrovò nella sua camera d'aòbergo illuminata
dal sole, avvolto in candide coperte.
Il suo respiro era affannoso e, oltre il leggero vento che faceva
ondeggiare le tende color cremisi, era l'unico rumore nella stanza.
Si stropicciò gli occhi e toccandosi le orecchie con le mani
sudaticce, tirò un sospiro di sollievo quando non
notò
nessuna traccia di sangue.
Le ultime immagini dell'incubo, gli ronzavano ancora in testa mentre
gli occhi erano spalancati.
E fu in quello stato che Frank lo ritrovò, quando
aprì la porta della stanza con la colazione.
"Quinn!" esclamò.
Corse accanto al biondo dopo aver posato il vassoio sul comodino.
Gli ravviò ripetutamente le ciocche di capelli bagnatti e
appiccicati alla fronte, mentre l'altro diceva: "Tranquillo piccolo, ho
solo avuto un incubo. Sto bene."
Frank non era affatto convinto ma fu costretto a fermarsi quando Quinn
gli lanciò un'occhiata furente. Lo ringraziò per
la
colazione nonostante quel gesto lo faceva star male. Lo stava prendendo
in giro ben bene ma lui era l'unico che riusciva a distrarlo un po' da
Bert che lo considerava solo e soltanto il suo migliore amico.
Dopo aver mangiato frettolosamente un cornetto e bevuto un po' di succo
d'arancia, Quinn andò a farsi una doccia calda. Rimase
lì
per diverso tempo a sentire le goccioline d'acqua scendergli dalla
testa per tutto il corpo.
Bert invece si svegliò tardi quella mattina. Quando scese
per
fare colazione, si rese conto di essere in ritardo persino per il
pranzo. Continuava a pensare a ciò che gli aveva detto Jeph
la
sera prima, al ritorno dal locale.
"Lo so che fa male, ma Quinn è innamorato di Frank. Lo vedi
anche tu."
Bert aveva provato a replicare ma in effetti si era reso conto che Jeph
aveva perfettamente ragione. Poteva solo ingoiare il dolore.
Uscito dalla sala da pranzo, passò nell'atrio. Non si
accorse
subito che qualcuno stava suonando il piano posto a destra dell'entrata
principale.
Una melodia dolce riempiva tutta la stanza e il cantante volle a tutti
i costi conoscerne il compositore. Gli bastò volgere lo
sguardo
per riconoscere la zazzera bionda di Quinn.
Gli posò una mano sulla spalla e l'altro
sobbalzò, interrompendo all'improvviso la musica.
"Bert!" esclamò mettendosi una mano sula cuore. "Non farlo
mai più. Mi hai fatto prendere un colpo."
Il cantante mormorò delle scuse.
"Che cos'è?" chiese poi strappando il testo della canzone
dalle mani di Quinn.
"Nu... nulla."
"Let me be the one who
calls you baby
All the time
Surely you can take some
comfort
Knowing that you're mine
Just hold me tight, lay
by my side
and let me be the one
who calls you
Baby all the time. "
Lesse Bert.
E poi:
"I found my place in the
world
Could stare at your face
for the rest of
my days."
Alzò lo sguardo dal foglio.
"Santa merda, Quinn! E' bellissima!""
Il biondo arrossì e blaterò parole insensate.
"Ti piace davvero?"
"Certo e sono sicuro che piacerà anche a Frank.
Sarà orgoglioso di te." rispose Bert guardandolo negli occhi.
"Ah sì... Frank." mormorò Quinn alzandosi e,
riprendendosi il testo, uscì dal'atrio.
Appena fu certo di essere fuori dalla visuale dell'altro,
cominciò a correre verso l'ascensore. Entrò e
attese i minuti necessari per arrivare alla sua stanza.
Trattenne i singhiozzi fino a quando non si sentì realmente
solo. Sbattè la porta della camera e appallottolò
il foglio del testo della sua canzone e lo lanciò
rabbiosamente in un angolo.
"Frank cazzo!" gridò alzando le braccia al cielo. "Lui pensa
a Frank!"
Si buttò sul letto a pancia in giù e nascose il
viso nel cuscino per strozzare il suono dei suoi singhiozzi. Strinse il
lenzuolo tra le dita lasciando che le lacrime facessero il loro corso
bagnandogli le guance.
Bert lo ignorava, porca puttana, del tutto.
Sentì la voce di Frank dall'altra parte della porta
perciò cancellò velocemente le lacrime con le
mani ma questo non bastò a calmare il moro che appena
entrò in camera si precipitò dal biondo.
"Tesoro..." mormorò inginocchiandosi davanti a lui.
"Frank, tu... tu mi ami?" chiese Quinn trafiggendolo con i suoi occhi
arrossati.
"Cosa?"
"Mi ami?"
"Certo che ti amo, piccolo mio." rispose Frank accarezzandogli le
guance.
"Ripetimelo, ti prego. Ho bisogno di sentirmelo dire."
insisté il biondo abbassando lo sguardo.
"Ti amo Quinn, ti amo."
Il biondo prese Frank per le spalle facendolo alzare davanti a lui. Lo
baciò cominciando subito a slacciargli i pantaloni.
Quinn era alla disperata d'amore.
Frank sorrise sulle sue labbra e lo spinse facendolo sdraiare sul
letto. Gli salì sopra e gli sfilò la T-shirt. I
suoi gemiti arrivarono dolcemente alle orecchie di Quinn, sciogliendo
la sua solitudine.
Quando il desiderio si spense fievolmente, Frank corse a farsi una
doccia. Diversi minuti dopotornò da Quinn che giaceva ancora
nudo.
"Senti Sweetheart." disse amorevolmente il piccolo Frankie. "Sarei
dovuto tornare in New Jearsey ma adesso chiamo Gee e gli dico che non
se ne fa più nulla."
Diede le spalle a Quinn e si tolse l'accappatoio, dopo aver cercato un
paio di boxer dalla valigia.
"Perchè?"
"Come perchè? Quinn, tu mi scoppi in lacrime così
da un mometo all'altro, i tuoi sogni sono infestati da incubi... e mi
chiedi perchè non voglio lasciarti solo?"
Il biondo si alzò dal letto, scoprendo involontariamente il
suo basso ventre.
Frank deglutì, improvvisamente eccitato. La carne
è debole.
"Dio, Quinn... ti prego, rivestiti o ci potrei morire." E
cominciò a lanciargli i primi vestiti che trovò
in giro.
L'altro accolse quell'invito di malavoglia perchè gli faceva
dannatoamente piacere e lo rincuorava anche, sapere che faceva quel
genere di effetto a qualcuno.
"Comunque, tornando al discorso." riprese Quinn. "Tu vai in New Jersey
e non si discute! E poi ci sono i ragazzi con me. Sono al sicuro."
"Ma..." insinuò Frank.
"Shhh!" sussurrò il biondo avvicinandosi all'amato e
posandogli con dolcezza, l'indice sulle sue labbra morbide.
"Va' e sta' tranquillo..." esitò per qualche istante prima
di aggiungere: "Ti amo."
Quelle parole resero Frank il ragazzo più felice della Terra
mentre a Quinn fecero l'effetto inverso. Bruciavano come
ferro caldo. Era certo di averle pronunciate solo per tranquillizzarlo,
ma non era stato abbastanza furbo da tenersele per sé.
Frank corse a sistemare la valigia e a pomeriggio inoltrato se ne
andò, salutando Quinn con un profondo bacio, rincorrendo per
un po' la sua lingua. Era il suo gioco preferito.
Appena il fidanzato si chiuse la porta alle spalle, il biondo ci
poggiò la schiena e esausto scivolò a terra,
ricominciando a piangere. Era tutto così sbagliato,
così ingiusto.
All'imporvviso il suo amore per Bert si era strasformato in un
ossessione che premeva sui polmoni, rischiando di soffocarlo...
Verso ora di cena, bussò alla sua porta.
"Ehi Quinn, esci di lì! Jeph e Dan ci stanno già
aspettando sotto per andare a mangiare qualcosa."
Il biondo, tremante, trattenne l'ennesimo singhiozzo e
mormorò flebilmente:
"N-non voglio."
Bert, capì subito che c'era qualcosa che non andava, che
turbava il suo amico.
"Piccolo, che succede? Fammi entrare..."
Quinn si alzò e fece scattare la serratura della porta. Poi
si accasciò di nuovo a terra appoggiandosi però
al muro.
Il cantante entrò e rimase sconvolto dalle condizioni in cui
trovò Quinn. La sua zazzera bionda era madida di sudore, il
viso contorto e sformato dal dolore e gli occhi esausti, ridotti a due
fessure.
Bert gli si inginocchiò di fronte prendendogli le mani
pallide e con le nocche arrossate.
Passò le dita sulle sue, notando che le sue unghie erano
spezzate mentre dello smalto nero ne era rimasto solo qualche chiazza.
Una lacrima solcò anche una guancia di Bert, terrorrizzato
dallo stato in cui era il suo amato.
Chi poteva avergli procurato così tanto dolore? Frank? Lui?
Non aveva senso.
Cosa c'entrava lui in tutto questo? Quinn era di proprietà
di Frank.
"Chi ti ha ridotto così?" soffiò con lo sguardo
basso.
Quinn deglutì nervoso e attese diversi istanti prima di
mugolare qualcosa.
"T-tu..."
"Io?!"
"Sì... soffocami Bert, non avrebbe senso vivere se tu non
sei con me."
Bert sgranò gli occhi, pensando di aver capito male. Le
parole di Quinn non avevano alcuna logica.
"Cosa significa che non avrebbe senso se io non sono con te?"
"When i'm alone time go
so slow I need you here with me..." canticchiò
il biondo.
Il cantante aprì la bocca e mosse le labbra, ma non
uscì nessun suono.
La canzone.
"La canzone era per me, non per Frank..." disse Bert.
"Certo che sei sveglio." rispose Quinn ironico.
L'altro allargò la bocca in un sorriso di gioia.
"Tu... Frank... non avrei mai creduto che..." balbettò. "Mi
perdoni?"
"Solo se lascerai che io sia l'unico che potrà chiamarti
Baby per tutto il tempo, che non ti lascerà mai solo e che
ti sarà affianco fino alla fine... Accetti le condizioni?"
chiese Quinn perdendo all'improvviso il suo pallore malaticcio.
"Tutte, fino all'ultima."
Quinn si mise anche lui sulle ginocchia, ritrovandosi all'altezza di
Bert. Avvicinò lentamente il viso al suo fino a sfiorargli
le labbra. Soppesò ogni movimento muovendo piano la sua
lingua per schiudere le labbra dell'altro.
Non era la prima volta che si baciavano, aveva ormai perso il conto di
quante volte l'avevano fatto sul palco ma quel bacio era
così diverso da tutti gli altri. Sembrava che avesse vissuto
solo per arrivare a quel momento.
Si baciarono pere istanti che sembrarono eterni per entrambi ma non
volevano comunque che finissero.
Quando si divisero lo fecero solo per mancanza di ossigeno
perchè di quel passo, avrebbero rischiato di soffocare l'uno
nelle braccia dell'altro.
Quinn non staccò gli occhi da Bert, per lui ciò
che stava vivendo era ancora troppo vicino alla fantasia.
"Frank?" mormorò Bert improvvisamente preoccupato.
"Tranquillo, troveremo una soluzione però voglio andarci
piano, per non fargli troppo male. Per il momento però, non
pensiamoci. Dobbiamo recuperare tutto il tempo perduto."
spiegò Quinn sorridendo maliziosamente. Passò la
mano dietro la nuca di Bert per avvicinarlo, infilandogli poi entrambi
le mani sotto la maglietta per accarezzargli la schiena.
Il cantante la inarcò tuffandosi poi nel collo profumato di
Quinn. Spostò il colletto interno della maglietta per
coprire con la lingua quel lembo di pelle scoperta mentre il biondo
mandò la testa all'indietro chiudendo gli occhi,
abbandonandosi al piacere.
NdA: Allora, che ne pensate?
Questo delirio mi è venuto in mente
lunedì scorso, appena dopo il compito d'Inglese (-.-).
Ci tenevo a dedicarla a Infamous Monkey, nuova utente di EFP
nonché mia migliore amica, senza la quale questa one e la
maggior parte delle mie storie, non sarebbero in questo sito. Poi anche
a _Crystal_Heart_ (Honeyyyyyy cara! C i ho preso gusto a dedicarti le
one!) e etoil noir (Gioh *__*) e un po' anche alle
mie readers (ms_reverie, Anna94_17, omfg, friem, Amarie, Xx_ImJustAKid).
Un bacio a tutti e alla prossima!
Dominil
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