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Molto spoiler e molto what if!
Dedicata a tutte le Mosche Verdi!
Ragazze facciamoci sentire >O
.: CountDown ~ ShikamaruShiho Version
:.
§ 10 - Ore §
Si tolse gli occhiali, asciugandosi con la manica il sudore.
Era stanca e le dolevano gli occhi, ma doveva lavorare.
Ne andava il destino di Konoha: doveva trovare la chiave per quel crittogramma.
Non poteva fallire né cedere alla stanchezza - anche se aveva passato lì, china
su libri e pergamene, quasi dieci ore.
No. Non poteva arrendersi.
“ Shiho. Avvicinati!”, la voce del sempai la fece subito drizzare.
Il pensiero che forse aveva scoperto qualcosa le donò istantanea speranza.
“ Sì. Subito.”, esclamò, correndo verso la sala principale dove Shikamaru Nara,
il chunin che le aveva portato il codice, attendeva delle novità che,
sfortunatamente, non c’erano.
Quello per Shiho era un duro colpo.
La mancanza di quella chiave legava le mani sia a lei che al sempai, e deludere
il chunin era l’ultima cosa che desiderava
Ma le bastò solo il sorriso di Shikamaru - che riponeva piena fiducia in loro -
a donarle nuova forza, tanto che sarebbe stata pronta a intraprendere
addirittura altre dieci ore di duro lavoro.
§ 9 - Nove o ‘Ta’? §
Ammetterlo a sé stessa non era stato difficile e neanche il rinunciarvi era
stato ostico.
Era abbastanza matura e intelligente per capire tutto - anche le cose più
difficili - e quindi, Shiho, già sapeva che nonostante si fosse presa una cotta
colossale per Shikamaru non avrebbe mai avuto il ‘lieto fine’ che si vedeva in
ogni favola.
Perché quella era la realtà e la rossa si accontentava di lavorare con lui -
anche se in compagnia di Naruto.
“ Non ti viene proprio niente?”, domandò il chunin all’Uzumaki, pensieroso.
Shiho lo osservò in aspettativa, cercando di non guardare il profilo del Nara -
che l’avrebbe fatta avvampare.
Quel codice era chiaramente diretto a Naruto, l’unico che conosceva abbastanza
bene Jiraya, e a loro non restava altro che sperare che qualcosa gli saltasse in
mente per tradurre quell’assurda serie di numeri che partiva con un ‘9’.
“ Mi chiedevo...”, esordì il biondo. “ Non è strano che in un codice di soli
numeri ci abbia infilato una sillaba del katakana?”
Beh, quello era sicuramente un passo.
Da ‘9’ si era passati al ‘Ta’.
§ 8 - Cose che amo di te §
Più il tempo passava più lei aggiungeva alla sua ‘Mentale Lista’ cose che le
piacevano di Shikamaru.
Era arrivata a quota otto.
Le piaceva il suo sorriso.
Trovava divertente il suo dire: “ Che seccatura.”
Le piaceva il suo carattere pigro ma attivo e deciso nel momento del bisogno.
Amava anche le discussioni con lui, non erano mai stupide o futili.
Iniziava anche ad amare quella sua fissa del ‘riposo sotto le nuvole’.
Anche le attenzioni che le rivolgeva le piacevano, anche se erano puramente
lavorative.
Le piaceva anche il suo inutile preoccuparsi per Kurenaisensei.
E infine anche quel suo preoccuparsi per lei, per una ragazzina né bella né
brutta, durante l’attacco dell’Akatsuki a Konoha.
Quelle erano le otto cose che, fino a quel momento, Shiho amava di Shikamaru.
Cose che sarebbero aumentate nel tempo ma che sicuramente erano già
indispensabili per lei.
§ 7 - Minuti §
Sette minuti.
Era quello il tempo che si era imposta per prepararsi.
Per una volta non si sarebbe nascosta dietro libri, crittogrammi e pergamene.
Per una volta Shiho sarebbe scesa in campo e si sarebbe battuta non solo per
salvare Konoha ma anche per lei e per il suo onore.
Perché era stufa di essere ‘un topo di biblioteca’ e una ‘pallida secchiona’.
Era giunto il momento di dire basta alla sua vecchia vita.
Quella era una guerra e potevano anche morire di lì a un momento all’altro, e se
doveva accadere l’avrebbe fatto combattendo.
Non era forte come Sakura ma era abbastanza intelligente e preparata da
ricordarsi moltissime tecniche studiate in anni e anni.
Si tolse il bianco camice e gli occhiali, inutili in battaglia.
Si rifece la coda e sistemò il coprifronte sul capo.
Irriconoscibile anche per lei ma non le importava, non le era mai importato il
come appariva agli occhi degli altri.
Shiho era sempre Shiho e per avere un futuro e per assicurarlo a chi amava
avrebbe fatto di tutto.
Era pur sempre una kunoichi di Konoha.
§ 6 - Kunai §
Poggiò la schiena al muro dell’abitazione diroccata.
Il suo respiro era velocizzato e i suoi occhi corsero subito a suo padre, poco
lontano da lui.
Shikaku gli sorrise, coraggioso e strafottente come sempre.
Da uomo pigro e lamentoso in battaglia diventava un’altra persona.
“ Shikamaru sei pronto? Non credo che il nostro Jutsu l’abbia ucciso.”, disse
per spezzare il silenzio di quella piccola pausa, fatta per riprendere fiato,
durante la battaglia contro uno dei corpi di Pein.
“ Pronto.”, rispose.
Tutti i suoi muscoli erano tesi a captare ogni piccolo movimento, ma non erano
abbastanza svegli per prevedere il movimento di quel corpo nemico che era
scivolato fino a loro.
Shikamaru sussultò e posizionò le mani per attivare una tecnica ma sia lui che
suo padre erano troppo lenti.
“ Giù!”, una voce conosciuta lo risvegliò ed ubbidì all’istante mentre sei kunai
colpivano - anche se inutilmente - i punti vitali di Pein che balzò indietro.
“ Shiho!”, esclamò subito il Nara stupito dalla sua presenza.
“ Non sarò di grande aiuto.”, rispose la ragazza, chinandosi vicino a lui,
osservando il nemico. “ Ma almeno siamo tre contro uno.”
§ 5 - Secondi §
Prima di morire c’erano sempre cinque secondi.
I più lunghi di tutta un’intera vita e Shikamaru li stava vivendo in quel
momento.
Bloccato tra delle macerie stava guardando la morte in faccia.
Un secondo lo dedicò alle persone che aveva perso, come Asuma.
Un altro alla sua famiglia, e sperò che suo padre - privo di sensi - vivesse al
contrario suo.
Il successivo alla fallita promessa di proteggere Kurenai e di crescerne il
figlio come promesso al suo sensei.
Il quarto secondo per i suoi sogni infranti, non si sarebbe mai sposato né
andato in pensione.
E il quinto al suo rimpianto. Non aver avuto tempo per conoscere bene l’unica
ragazza abbastanza bella e intelligente che non era una seccatura.
Si erano conosciuti in un periodo oscuro lui e Shiho e questo era il suo
rimpianto mentre chiudeva gli occhi accettando di morire.
§ 4 - Aiuti §
“ Ti sei arreso così in fretta, eh Shikamaru?”
Riaprì gli occhi ritrovandosi davanti delle ombre.
“ Temari!”
“ Ehi! Non c’è solo lei!”, esclamò Kankuro mentre aiutava Shiho a rialzarsi -
Shikamaru sospirò sollevato nel vederla viva.
“ Dai esci da lì.”, la bionda kunoichi di Suna sorrise sbruffona. “ Non l’ho
mica ucciso.”
“ Mfp... sempre a comandare.”
“ Ci devi la vita. E la dovrai anche a Gaara dato che è andato a prelevare
l’Uzumaki per fare più in fretta.”, commentò il marionettista.
“ Quattro aiuti in un colpo.”
“ E come sempre ti devo salvare il culo, piagnucolone.”, dichiarò Temari,
mettendo in salvo Shikaku.
“ Grazie.”
“ Ringraziaci solo quando vinceremo.”
§ 3 - Mesi §
Ciò che era successo dopo il salvataggio del Team di Suna rimaneva per Shiho un
ricordo confuso.
Aveva combattuto fianco a fianco con valenti ninja.
Aveva aiutato Konoha ed aveva assistito alla nuova forza di Narutokun, aiutato
dalle forze del Raikage e di Killer Bee.
Molto veloce, tanto che perfino lei non riusciva a capirlo. Neanche dopo quei
tre mesi di apparente pace.
Che era successo?
Konoha era salva e l’Akatsuki sconfitta.
A Sasuke Uchiha era stato dato il permesso di essere libero - non era più legato
ad alcun villaggio e non era neanche un mukenin.
E tutti nel villaggio si davano da fare per ricostruire ciò che era andato
distrutto e lei... beh, proseguiva con il suo solito lavoro di decriptazione
che, per la prima volta, gli sembrava noioso.
Tutto, dopo quell’attacco, era diventato diverso per lei.
Aveva visto in faccia la morte e aveva combattuto per proteggere sé stessa, il
villaggio e anche chi amava e quella vita da ‘topo di biblioteca’ gli andava
stretta.
Soprattutto dopo che aveva capito che non poteva fare a meno di Shikamaru, ma in
quei tre mesi non era ancora riuscita a stare con lui.
§ 2 - Frasi §
Entrò nella Sala di Decriptazione seguito da Temari.
Entrambi portavano un grosso carico di pergamene e foglie, era tutto quello che
era stato recuperato dall’attacco e andava messo a posto.
“ Shihosan!”, esclamò allegra e decisa la kunoichi di Suna.
“ A-arrivo!”, rispose prontamente Shiho apparendo da dietro uno scafale,
trafelata e goffa come sempre. “ Poggiate tutto sul tavolo. Ci penso io.”, disse
velocemente rivolgendo un sorriso stanco ai due.
“ Bene. abbiamo anche altri lavori.”, dichiarò Temari con decisione poco prima
di congedarsi con un: “ A presto.”, lasciando indietro Shikamaru che ancora
sistemava i rotoli.
Era indeciso se lasciarla o meno sola con tutto quel lavoro. Dall’aspetto
sembrava non dormire da giorni.
“ Non ti preoccupare, Shikamarukun.”, lo anticipò con una leggera vocina la
giovane. “ Anche Temarisan ha bisogno d’aiuto.”
“ Upf. È abbastanza forte per cavarsela da sola. Poi è una seccatura e non
voglio sorbirmela mentre liberiamo le case dalle macerie.”, dichiarò facendola
ridacchiare, imbarazzata.
“ Ma è quello il lavoro che vi è stato assegnato.”
“ Mi costringi ad andare.”, constatò avviandosi alla porta. “ Ah, Shiho.”, si
fermò
“ S-sì?”
“ Dopo passo ad aiutarti così non passi tutto il giorno qui. Se ci stai, dopo
che abbiamo finito qui, ti porto in un posto.”
Le parole sembrarono morire in bocca alla giovane che assentì avvampando e
sorridendo.
Shiho per Shikamaru era molto semplice da capire: per renderla felice erano
bastate solo due frasi.
§ 1 - Routine §
Imbarazzante.
Per Shiho quella situazione era imbarazzante.
Stare sola con il ragazzo che le piaceva in un prato deserto non la metteva di
certo a suo agio.
Oltretutto il ragazzo in questione se ne stava placidamente steso sull’erba a
guardare le nuvole e la sua espressione era così rilassata e bella da farla
avvampare.
“ Sei tesa, Shiho?”, la voce di Shikamaru proruppe nel silenzio.
“ N-no...”
Gli occhi del giovane la fissarono: sapeva che era una bugia.
“ Si vede tanto?”, domandò abbassando la testa.
“ Abbastanza.”, il Nara si mise seduto e la guardò.
“ B-beh... la situazione per me è imbarazzante...”; ammise.
“ Colpa mia?”, Shikamaru inarcò in sopracciglio.
“ Più o meno.”
Il ragazzo la fissò e le poggiò una mano sulla spalla - sentendola all’istante
sussultare - e la spinse distesa.
“ Ora ti rilassi e ti godi questa pace.”, disse con una strana decisione. “ Ti
porterò qui fino a quando non la smetterai di imbarazzarti da tanto diventerà
normale.”
“ Ma non sarà per te una seccatura?”
Quella era la prima delle preoccupazioni di Shiho: non voleva essere per
Shikamaru un peso.
“ Se sono io a proporlo perché dovrebbe esserlo?”, anche lui si distese. “ Poi
tu non sei una seccatura. La tua compagnia mi è gradita.”
Anche senza vederla sapeva che era avvampata e si ritrovò a sorridere.
“ Questa sarà la nostra prima routine, Shino.”
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