sa
UN UOMO PER KURAMA
Due settimane più tardi, Tomobiki era illuminata dal sole estivo; tutto era
tornato come prima e il parco era gremito già dalle prime ore del mattino.
Kurama, seguita a ruota libera dai suoi inseparabili tengu, scrutava
ogni uomo fra la folla nel tentativo di trovarne uno di suo gradimento.
Ryuunosuke, liberatasi del padre rimasto sul pianeta degli ainu,
passeggiava in compagnia di Shinobu fasciata in uno splendido yukata
femminile estivo, che metteva in risalto le sue belle forme.
Un'improvvisa folata di vento creò scompiglio, e la successiva apparizione di
una strana astronave a forma di libro gettò tutti nel panico.
Lamù ed Ataru, che passeggiavano nel parco, corsero sul luogo
dell’atterraggio; in cuor loro speravano che fosse Oropa, ravvedutosi della sua
folle decisione.
Anche Kurama si diresse lì spinta dalla curiosità.
Lo strano oggetto volante, una volta atterrato, si aprì in due come un libro
e ne balzò fuori il padre di Ryuunosuke, che sbraitò alla figlia di indossare
abiti consoni ad un uomo prima di intraprendere un furioso combattimento.
Sul volto di Lamù ed Ataru calò un velo di delusione; poi un secondo uomo
fece la sua comparsa, uscendo dalla navicella.
Era un giovane con corti capelli scuri, gli occhi verdi magnetici come quelli
di Rei, il naso piccolo come quello di Ryuunosuke ed una bocca perfettamente
proporzionata come quella di Tsubame. Aveva anche una leggera velatura di barba
che rendeva il suo viso ancor più carismatico e mascolino.
Kurama, Lamù, Ataru, Ryuunnosuke - dopo essersi liberata del padre! - e
Shinobu rimasero a bocca aperta.
Il nuovo arrivato notò il piccolo gruppo che lo osservava e li raggiunse con
incedere elegante e sicuro. Indossava uno splendido yukata nero con
striature bianche e teneva le mani giunte dietro la schiena.
"Salute a voi, abitanti di questo splendido pianeta", esordì il giovane con
un sorriso rivolto principalmente alle ragazze. "Sono arrivato fin qui per
riportare dai suoi cari il terrestre smarritosi sul pianeta degli
ainu!".
Kurama lo squadrò da cima a fondo ed avvicinò il suo fascinoso corpo a quello
del nuovo arrivato. "Ma voi siete... Ryoda!", disse la ragazza con gli occhi
illuminati da una famelica passione.
"Per me è un grande onore e un immenso piacere che una così bella ragazza
conosca il mio nome", affermò Ryoda. "Lasci che le baci la mano in segno di
gratitudine…".
Detto questo, il misterioso individuo afferrò la mano di Kurama nella sua e
la portò alle labbra; l’ispida e rada barba del mento strofinò il palmo della
ragazza, che a quel contatto provò un brivido di piacere.
"Eravate su Ainuboshi?", domandò ad un tratto Lamù.
"Esattamente", rispose Ryoda mollando la presa dalla mano di Kurama, la quale
non gli staccava gli occhi di dosso. "Gli indigeni avevano richiesto il mio
aiuto per essere elevati dal rango di analfabeti… io sono un docente
interstellare di Storia terrestre e, senza falsa modestia, sono in possesso di
una dizione decisamente ottima!".
"Non dire assurdità!", sbraitò Ataru decisamente irritato dall'avvento di
Ryoda. "Tu avrai al massimo vent'anni ed un professore non può essere così
giovane. E poi... non sei un ainu!".
"C'è una spiegazione a tutto", disse il giovane senza scomporsi minimamente.
"In verità il mio pianeta natale si chiama Meiji. Si tratta di uno dei pianeti
più rinomati dell'universo e da lì provengono i migliori docenti interstellari;
per quanto riguarda il sottoscritto, dovete sapere che sono stato addestrato fin
dalla più tenera età nell'insegnamento della nobile disciplina definita
maestra di vita da un antico popolo di questo pianeta che duemila anni fa
governava un impero immenso".
Tutti i presenti rimasero esterrefatti dopo aver ascoltato l'esauriente
spiegazione data loro dal giovane insegnante.
"Tuttavia dovete sapere un'altra cosa", continuò Ryoda. "Ho accettato la
proposta degli ainu perchè in cambio avrei avuto la possibilità di
offrire i miei servigi alla regina di Nettuno, Oyuki".
"ASPETTATE UN MOMENTO!", strillò Kurama. "Il mio contratto di fornitura di
energia eolica riporta che Ryoda mi sarebbe stato dato come marito in cambio dei
MIEI servigi!".
"Temo che ci sia stato uno spiacevole malinteso", commentò Ryoda prima di
prendere le mani della principessa dei tengu e guardarla dritta negli
occhi. "Comunque sia, farò tutto ciò che è in mio potere per onorare i debiti
che gli ainu hanno nei vostri riguardi, così come ci si attende da un
uomo che voglia definirsi tale nella pienezza del suo essere".
"Ora basta!", esordirono in coro Ataru e Shutaro; quest’ultimo si era fatto
paracadutare direttamente dal superbombardiere della sua famiglia dopo aver
visionato sul monitor del centro tattico l’arrivo della strana navicella
spaziale. I due ragazzi unirono le forze per allontanare Ryoda da Kurama, ma il
giovane originario del pianeta Meiji evitò abilmente il martello ligneo gigante
sfoderato dal giovane Moroboshi e lo mise fuori combattimento con l'ausilio di
un voluminoso libro di storia.
Rimasto solo, il giovane Mendo si lanciò sfoderando la spada, ma il saccente
individuo lo arrestò con un gesto della mano, si schiarì la voce e disse:
"Messere, la prego di deporre la sua arma. Non è assolutamente nelle mie
intenzioni continuare questo inutile duello e vi consiglio vivamente di
accettare la sconfitta; non voglio essere vostro nemico, bensì vostro
amico".
Shutaro, convinto dalle parole del suo avversario, rinfoderò la sua katana
e si mise in disparte accanto a Shinobu.
"Mio caro amico", disse il giovane insegnante. "Colgo l’occasione per
ricordarle che per risolvere quasiasi controversia, il mezzo più efficace è la
parola, non la forza bruta".
"Principessa, che ne pensa di questo Ryoda?", domandò il centoventunesimo
decano dei tengu a Kurama.
"Dico che... è l'uomo giusto per me!", rispose la ragazza letteralmente
entusiasta, mentre i suoi occhi brillavano di luce propria davanti a quel
ragazzo così incredibilmente educato, colto ed attraente, ma al tempo stesso
forte e carismatico.
Senza perdere tempo, Kurama lo afferrò per le braccia e si affrettò a
trascinarlo via, ma una folata improvvisa di gelida neve la bloccò.
Oyuki si materializzò dal tronco cavo di un albero, trasformato per
l’occasione in passaggio ultradimensionale ed esclamò: "Il mio contratto con gli
ainu prevedeva che, oltre al denaro, mi venisse fornito un perfetto
insegnante di dizione per il mio Bi-M-Bo; quindi il signor Ryoda è pregato di
seguirmi senza ulteriori indugi".
Ryoda passò in rassegna con lo sguardo ogni centimetro quadrato di quella
meravigliosa, seppur gelida fanciulla e si bloccò indeciso sul da farsi.
Kurama si oppose energicamente alla decisione della regina di Nettuno e fra
le due scoppiò un battibecco incessante.
"Signore, non è il caso di litigare", esclamò Ryoda cercando di sedare il
litigio fra le due ragazze. "Vi propongo un compromesso: onorerò l'accordo che
la regina Oyuki ha stipulato con gli ainu e farò da precettore a Bi-M-Bo;
al termine del mio incarico, decideremo insieme il da farsi. Che cosa ne
dite?".
"Mi pare una proposta più che ragionevole", rispose la regina di Nettuno.
"Per me va bene!", ribattè Kurama fermemente intenzionata a non lasciarsi
sfuggire il giovane insegnante.
Ad un tratto, Benten arrivò dal cielo in sella alla sua moto spaziale e
vedendo Lamù fra la folla si diresse verso l’amica e la salutò. "Ciao, Lamù!
Dalla mia navicella ho notato l’atterraggio di questo affare e sono venuta a
controllare… ma mi pare che sia tutto in ordine!".
"In un certo senso... sì", rispose la bella aliena. "Quello che vedi laggiù è
Ryoda, il premio di Kurama e il precettore di Oyuki al tempo stesso".
"Per un attimo ho creduto che...", esclamò la dea della fortuna prima di
interrompersi ed abbassare gli occhi. "Carino il tipo!", aggiunse infine.
"Già!", rispose Lamù. "Questa notte farò un salto da una certa persona e
chiederò lumi in merito; non so perchè, ma quel ragazzo ha qualcosa di...
sospetto!".
"Me ne stavo dimenticando!", esclamò di colpo Benten. "Lamù, prendi Ataru e
vieni con me. Dobbiamo svolgere un lavoro di assoluta importanza!".
I tre ragazzi si alzarono in volo sulla moto spaziale; Ataru era al settimo
cielo per il fatto di trovarsi in mezzo alle due ragazze.
Benten guidava il mezzo speditamente in direzione del mercato del pesce. "Ho
scritto una lettera di appuntamento a Megane e l'ho firmata a nome tuo, Lamù",
disse la dea della fortuna.
"Perchè hai fatto una cosa simile?!", domandò stupito Ataru.
"Tesoruccio! Sei geloso?", esclamò felice Lamù.
"Figurati...", bisbigliò lui.
"Smettetela!", li rimproverò Benten. "L'ho fatto perchè dobbiamo da da
mangiare ad un pinguino, ma dal momento che i tonni non gli piacciono... lo
nutriremo con una cassa di sardine!".
"Perchè dovremmo fare questo a Megane?", chiese Lamù.
"In primo luogo, perchè è divertente!", rispose Benten. "In secondo luogo
perchè l'uomo incappucciato che nel giorno del tuo rapimento vi ha rivoltato la
folla contro era lui. Oro... cioè, l'hanno visto togliersi il mantello e me lo
hanno riferito".
"Non vuole neppure nominarlo...", pensò Lamù preoccupata per l'amica. "Chissà
dov'è adesso Oropa...".
"Sardine in vista!", esclamò la dea della fortuna dirigendosi con la moto
verso un nutrito bancone carico di pesci appena pescati.
"Prese!", gridò Ataru dopo aver afferrato una casa ricolma di sardine.
Afferrata l'arma biologica, la moto prese la direzione della discarica e una
volta arrivati nelle vicinanze Lamù chiese: "Gli hai dato appuntamento in un
posto simile?".
"Certo! E quando Ataru avrà centrato il bersaglio, fai in modo di friggere
bene sia Megane che le sardine, in modo da diffondere un ottimo aroma
nell'aria!", consigliò sorridendo la dea.
Megane attendeva al settimo cielo l'arrivo del suo ideale femminile davanti
all'entrata della discarica. Pensava ingenuamente che Lamù avesse deciso di
abbandonare Ataru colpevole di averla lasciata nelle mani degli ainu...
ed aveva scelto lui come suo nuovo fidanzato!
La lettera che gli aveva mandato era oramai illeggibile, visto che l'aveva
leccata a tal punto da cancellare le parole.
Un rumore familiare lo destò dal suo sogno proibito, e quando inquadrò nel
cielo la moto di Benten in picchiata verso di lui tentò la fuga. Una cascata di
sardine maleodoranti lo investì in pieno sulla schiena e sulla nuca facendolo
cadere al suolo; per un momento credette di essersela cavata con poco, ma il
velivolo tornò sui suoi passi e venne colpito da una potente scarica di
Lamù.
Ancora una volta, il ragazzo con gli occhiali pensò di aver superato il
peggio e si rialzò sorridendo.
In breve, da ogni dove sopraggiunsero forti miagolii... ogni buco oscuro,
ogni anfratto, ogni vicolo buio si illuminò di mille occhi famelici e migliaia
di gatti affamati banchettarono sulla pelle del povero Megane!
Nonostante lo scherzo fosse riuscito alla perfezione, i tre ragazzi non erano
soddisfatti... mancava qualcuno alla festa: uno strano ragazzo in yukata
bianco con striature nere.
FINE
Note degli autori: in verità, Meiji è il nome di una rinomata università
privata di Tokyo, ma in questa storia è il pianeta d'origine di Ryoda.
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|