In un mondo di treccine e braccialetti pieni di perline colorate, c'era lei

di Cromatismi cromatici
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Andava in giro così Nadia, vestita di semplicità e leggerezza. Album da disegno con fantasia a fiorellini sotto braccio, coloratissime magliette perennemente lunghe e larghe oltre misura. Frequentava il quarto anno del Liceo artistico ed era ingenua.
Ingenua, non stupida: troppo spesso la gente scioccamente associa le due parole.
Ingenua perché incredibilmente ed inesorabilmente persa nel suo mondo.
Ingenua perché convinta di poter far tutto con un pastello colorato.
Ingenua perché sicura di poter rendere il mondo migliore grazie ai suoi disegni.
Ingenua perché era bellissima ma non lo sapeva.
Ingenua perché mai avrebbe dubitato nell'affermare con sfrontata sicurezza che le persone erano sicuramente migliori di quanto lei pensasse; che i gesti sbagliati della gente erano tali solo perché era lei ad interpretarli male.
Ingenua perché perdutamente innamorata di tutti.
 
Aveva qualcosa addosso. Come una specie di tristezza. La vedevi che parlava -poco e con timore, ma parlava- rideva e scherzava. Ma la verità è che lei non era lì. No. Era dannatamente immersa nel suo mondo. Si sentiva persa, spaventosamente sola senza le sue amiche. Si vedeva che era lontana, che qualcosa le mancava. Ma quando le ritrovava -fosse crollato il mondo- nessuno avrebbe potuto affermare di essere più in armonia con se stesso.
In quei momenti lei era Nadia. Nulla di più, nulla di meno.
Anche se non parlava spesso, anche se ad occhi estranei poteva sembrare indifferente, anche se era troppo riservata per aggiungere qualcosa alla curva del suo sorriso. Non aveva bisogno di parole: quelle sono superflue quando c'è qualcuno cui hai mostrato anche la parte peggiore di te stessa. Per lei era sufficiente esserci, anche senza partecipare.
Esserci per vedere la gioia sui volti di chi aveva accanto.
Esserci per sorridere meravigliosamente come solo a lei riusciva. E quando la vedevi sorridere tutto svaniva. Rimanevano solamente lei e la sua maledetta semplicità.
Una cosa da nulla, per lei.
Così indispensabile, per gli altri.
 
In un mondo di treccine e braccialetti pieni di perline colorate, c’era lei. Àncora di salvataggio per molti ma non per sé. Macchie di colore sulle scarpe di tela, orecchini color del bosco alle orecchie.
Aveva perso un fratello a 12 anni, il fratello preferito, il miglior custode di segreti mai confessati neppure al diario con i fiorellini celesti. Ma immediatamente aveva deciso che lei non sarebbe stata una storia triste.
Lei sarebbe stata Nadia. Solo Nadia.
Nulla di più, nulla di meno.



 
 
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E' una delle prime storie che scrivo: se mi lasciaste una recensione (anche minima, anche negativa. Basta che sia una recensione), mi farebbe molto piacere.
Grazie :)




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