A SNOWY STORY
Di Ilune Willowleaf
(nota anche come
Giulia-chan)
Famigerata nota
legale
Alcuni personaggi
(non certo i migliori) sono i miei, e sono venuti fuori dai recessi della mia
mente un po’ stramba e totalmente fantasy e manga-dipendente. I migliori
(Inuyasha, Kagome & co) nascono dalla mente della grande regina dei manga, Rumiko Takahashi (ave, somma
Maestra, la scrittrice si inginocchia di fronte al tuo genio creativo); tutti i
diritti di Inuyasha sono:
Inuyasha manga © 1997 Takahashi Rumiko, Shogakukan
Inuyasha anime © 2000 Takahashi Rumiko, Shogakukan, Sunrise, YTV
per cui…oh, cavolo, è la prima volta che scrivo una roba del genere, per cui,
abbiate pazienza, ok? ;-) G-chan
Capitolo 1 - sciarpe e berretto nella neve alta
Nell’era Sengoku era arrivato il
culmine dell’inverno; un soffice strato di neve copriva il villaggio e la
foresta, candido e uniforme, segnato solo dalle impronte dei bambini che si
rincorrevano nella neve alta, giocando a palle di neve e facendo grandi
fantocci bianchi. C’era anche chi, pur non essendo più propriamente un bambino,
se la stava spassando un mondo a giocare a palle di neve: Kagome, Sango e
Miroku stavano allegramente prendendosi a palle di neve, mentre Inuyasha, appollaiato su un albero,
guardava la scena con una faccia truce. Non che non gli piacesse la neve, anzi,
quando era bambino adorava costruire pupazzi, ma il giorno seguente sarebbe
stato il novilunio, e lui in quel momento era di cattivo umore: DETESTAVA stare
in forma umana!
-Inuyasha, vieni a giocare con
noi!- lo chiamò Kagome, dalla base dell’albero.
-Feh! Io detesto bagnarmi con la
neve!- mentì l’hanyou, che non aveva nessuna voglia di scendere.
-Ah, davvero?- gli chiese lei.
-Davvero!- le rispose seccato
Inuyasha.
-Davvero davvero?- chiese con un
sorrisino Kagome, mentre comprimeva qualcosa con le mani, calzate di comode
manopole.
-Davvero davvero, creti…-
Inuyasha non finì la frase: una gigantesca palla di neve gli si era spiaccicata
sul viso, entrandogli nelle sensibili orecchie canine e bagnandogli i lunghi
capelli.
-Te la sei voluta tu!- esclamò
allora, saltando su un ramo più basso dell’albero, ancora coperto di uno spesso
strato di neve. L’impatto del peso del ragazzo sul ramo fece cadere tutta la
neve, che coprì Kagome facendola diventare un insolito pupazzo. Inuyasha non poté
trattenersi dal ridere, ma la cosa gli costò cara, perché scivolò sulla
sdrucciolevole superficie del ramo, cadendo come un salame in un mucchio di
neve alta, manco Kagome gli avesse gridato “Osuwari!”. Stavolta toccò a Kagome
ridere, imitata da Sango, da Miroku e da Shippo. Prima che il mezzodemone
decidesse di contrattaccare a sua volta con proiettili nevosi, decisero di
rientrare nella capanna di Kaede, dove un bel fuoco caldo e scoppiettante li
stava aspettando, assieme a qualcosa di caldo da una delle tante buste di
liofilizzati che Kagome aveva nello zaino.
Brontolando per il fatto di avere
le orecchie bagnate, Inuyasha si sedette a pochi centimetri dal fuoco, cercando
di asciugare il kimono, infradiciatosi dopo la caduta nella neve alta.
-Avresti dovuto accettare gli
indumenti che la divina Kagome ha portato dal suo tempo, Inuyasha: noi siamo
perfettamente asciutti. - disse Miroku, togliendosi da sopra il vestito la
giacca a vento impermeabile che Kagome gli aveva dato.
-Miroku ha ragione, sono davvero
comodissimi, specialmente questi cosi che si infilano sulle mani. -
-Si chiamano guanti, Sango. Avevo
portato guanti e altro anche per Inuyasha, ma lui non mi vuole mai dare retta!-
-Feh! Non mi ammalo per così
poco, e io non indosserò MAI quella roba ridicola!- esclamò, riferendosi alla
sciarpa giallo scuro e al berretto dello stesso colore che Kagome gli aveva
portato.
-Perché, Inuyasha? Sono così
comodi!- esclamò Shippo che, per la prima volta in vita sua, non si era
congelato la coda nel giocare con la neve, grazie a una grossa sciarpa di lana
che Kagome gli aveva avvolto intorno. Il piccolo kitsune non se la sarebbe mai
tolta, tanto la trovava comoda, ma Kagome gli aveva spiegato che occorreva
asciugarla, o non lo avrebbe tenuto ancora caldo.
-E poi, ti stanno così bene! Sono
in tinta col colore dei tuoi occhi!- esclamò la ragazza, mettendogli il
berretto in testa, da dietro. Inuyasha sbuffò, ma tra sé e sé dovette
riconoscere che era davvero caldo e comodo, e non se lo tolse. Kagome apparve
contenta: aveva fatto il berretto, la sciarpa di Inuyasha e quella di Shippo
durante le ultime lezioni di economia domestica, a scuola, ed era felice che le
indossassero.
-Mi piace la neve! Quest’anno,
nella mia epoca, non ha nevicato quasi per nulla, e ormai si è sciolta quasi
tutta. - disse, per fare un po’ di conversazione.
-A proposito, come mai non cerchi
di precipitarti al pozzo per tornare a quella…come si chiama? Scuola?- chiese
l’hanyou in tono beffardo.
-Perché sono in vacanza!
Benedette le vacanze di capodanno!- esclamò Kagome, versando il the caldo dal
pentolino.
Mentre sorseggiavano il the, la
vecchia Kaede chiese -Domani è il novilunio, giusto? Non credo che ripartirete,
quindi, domattina. -
-Certo che no, vecchia! Se non
fosse per il novilunio, perché pensi che ce ne staremmo qui, anziché a cercare
i frammenti della sfera o a dare la caccia a Naraku?-
-Inuyasha, cerca di avere
rispetto per la venerabile Kaede!- esclamò scandalizzato Miroku. Non gli andava
proprio giù che l’hanyou si rivolgesse sempre in modo così volgare alle
persone.
-E tu cerca di tenere le mani a
posto, bonzo pervertito!- esclamò Sango, togliendo dal suo sedere una mano di
Miroku che, chissà come, durante la discussione era finita lì. Il giovane
monaco si ritrovò l’impronta della mano della ragazza stampato sulla faccia, e
come se nulla fosse tornò a bere il suo the.
“Forse potrebbero andare…devo
averne la certezza, perché non avrò una seconda possibilità…ma è da quasi
quattro settimane che li osservo, penso siano il meglio che io possa trovare.
Sono affiatati, tutto sommato, e mi sembra che possano accettare di aiutarci. ”
l’esile donna dalla pelle bianchissima e dai capelli corvini, cosparsi di
diademi di cristallo, osservava il gruppetto riunito nella capanna attraverso
uno specchio dall’impugnatura di cristallo trasparente, venato qui e là di
azzurro pallido. “Il mio potere ora è al massimo, e non tornerà tale prima di
un anno; non posso aspettare un intero altro anno, per cercare aiuto. Si, penso
che loro vadano bene. ” posò lo specchio su un tavolino, pure di cristallo
trasparente, incastonato di piccole gemme chiare, e alzò le mani, preparandosi
alla sua invocazione più potente.
-Attraverso i fiumi del tempo,
attraverso le dimensioni, ascoltatemi, spiriti del freddo e del gelo! A me,
vostra sovrana, portate ora i prescelti del mio sguardo, per la nostra e la
vostra salvezza, e per quella dell’intero Impero dell’Anno!-
la lunga veste candida, trapunta
di cristallo, si agitava e tintinnava attorno alle sue caviglie, mentre piccoli
spiriti simili a fate, dalle ali fatte di cristalli di ghiaccio, apparivano
vorticando attorno a lei, prima di scomparire, tutti assieme, in un vortice
azzurrino. La donna si accasciò, poggiandosi al tavolino, e, con le sue ultime
forze, si sedette su una piccola, preziosa sedia dello stesso materiale del
tavolino, attendendo.
Il mattino dopo, Kagome, Sango,
Miroku e Shippo decisero di andare ancora a giocare con la neve e, visto che
erano fuori, Kaede chiese loro di procurare dell’acqua dal fiume, spaccando il
ghiaccio.
-Inuyasha, tu non vieni?- chiese
gentile Kagome.
-Feh! Fossi matto! Prova a
immaginare cosa succederebbe se qualche youkai mi vedesse così!- esclamò il
ragazzo, scostando seccato alcune ciocche di capelli, ora nere, che gli
venivano sugli occhi.
-Oh, ma io speravo che tu ci
aiutassi a rompere il ghiaccio del fiume…in fondo, anche quando sei un essere
umano, scommetto che sei più forte di Miroku… ma se non è così…- disse lei.
Conosceva bene l’amor proprio di Inuyasha, e sapeva ormai come prenderlo.
-Io SONO più forte di quel bonzo
pervertito! Adesso esco, e vedrai se non riesco a spaccare quel ghiaccio come e
meglio di lui!- saltò su Inuyasha, punto sul vivo.
-Oh, si, ma non certo così! Se
esci senza null’altro che il tuo kimono, ti ammalerai! Mettiti almeno la
sciarpa, e gli stivali!- Kagome pareva davvero preoccupata all’idea che l’amico
uscisse nella neve alta scalzo, e senza coprirsi, così Inuyasha, pur di non
vederla piangere, si piegò a infilarsi gli scarponi che lei aveva portato dalla
sua epoca, si ficcò in testa il berretto, ora non più in tinta col colore degli
occhi, e si mise al collo la sciarpa. Beh, tutto sommato, dovette riconoscere,
uscendo nella neve, erano davvero caldi e comodi. Assieme a lui uscì Shippo,
tutto contento della sua sciarpa, su cui Kagome aveva ricamato il suo nome, e
del berretto che la ragazza gli aveva portato; Kirara, nella sua forma grande,
portava in groppa il piccolo kitsune.
-Allora, Inuyasha, andiamo?- lo
chiamò Kagome, da qualche metro di distanza, ma prima che il ragazzo potesse
muoversi di un passo, si sentì sollevare da qualcosa di freddo, come una forte
raffica di vento, e istintivamente la sua mano corse a Tessaiga. Ma non c’erano
youkai, nelle vicinanze, e prima che potesse rendersi conto di cosa stava
accadendo, lui, Kagome, Shippo, Miroku, Sango e Kirara vennero risucchiati da
un vortice biancastro. Kagome vorticò accanto ad Inuyasha che, d’istinto, la
afferrò e la tenne stretta; se cadiamo,
pensava, non voglio che si faccia male!
In effetti, caddero, su un
pavimento che aveva il colore di uno spesso strato di ghiaccio di fiume, con le
venature e le imperfezioni che crea l’acqua corrente gelando. Inuyasha era
caduto di schiena, facendo da cuscino a Kagome; anche Sango aveva fatto un
atterraggio morbido, atterrando su Miroku che, piuttosto stordito dalla caduta,
non riuscì nemmeno a palparla (doveva essere davvero stordito! NdG-chan). A fare l’atterraggio più morbido di tutti,
però, furono Shippo e Kirara, caduti addosso a Sango. Poco distante dal gruppo,
giacevano lo zaino di Kagome e l’Hiraikotsu di Sango. Mentre cercavano ancora
di rimettersi in piedi e di capire dove fossero, una voce dolce parlò alle loro
spalle.
-Benvenuti, prescelti, benvenuti
nel Castello d’Inverno. -
Si voltarono a guardare chi aveva
parlato: era una giovane donne dalla pelle chiarissima e dai lineamenti
cesellati, coi capelli neri cosparsi di cristalli simili a ghiaccio, una lunga
veste candida come la neve, senza maniche, cosparsa di gioielli come quelli che
le decoravano la chioma; le orecchie erano lunghe e appuntite, decorate con
innumerevoli orecchini, e gli occhi erano grandi, tristi e neri.
-Chi sei? E dove siamo?- esclamò
Inuyasha, scattando in piedi e impugnando Tessaiga, sfoderandola.
-OSUWARI!- gridò Kagome, mandando
Inuyasha a spiaccicarsi per terra.
-GWHA! Kagome, che cacchio
combini?-
-Metti via la spada, Inuyasha.
Non è uno youkai, e non percepisco energia malefica da lei. - disse severamente
la ragazza all’hanyou. -Ti prego di scusarlo. E’ un po’ rozzo e violento, ma
non è cattivo. - disse poi, rivolta alla donna vestita di bianco. Questa
sorrise un poco.
-Le sue domande sono legittime,
però. Sono Lady Loryn, sovrana del Castello d’Inverno…ommeglio, ero la sovrana
del Castello d’Inverno, fino a poco tempo fa. Qui siamo nei sotterranei del mio
castello, in una zona segreta nota solo a me e al mio sposo, Lord Zajer…- a
quelle parole, gli occhi, già tristi, si bagnarono di lacrime. -Scusate…- si
asciugò gli occhi con la manica del vestito. -Questo è l’Impero dell’Anno, in
cui sono presenti i Castelli delle Stagioni e le città dei mesi dell’anno.
Diverso tempo fa, al solstizio d’inverno, siamo stati attaccati…i solstizi e
gli equinozi sono i momenti in cui noi, gli otto sovrani delle stagioni,
cadiamo in un sonno profondo, vegliato dai principi dei mesi dell’anno. Siamo
inermi, per ventiquattr’ore, e siamo stati attaccati repentinamente. Sono stati
tutti catturati…tranne me, che sono stata fatta fuggire dai mesi. - si soffiò
il naso -Il mio reame è stato l’ultimo ad essere attaccato, e io ero quasi
sveglia. Comunque, ho usato tutto il mio potere per portare qui, dal mondo da
cui provenite, delle persone che potessero aiutarci…-
-E come possiamo farlo?- chiese
Sango.
-E soprattutto, perché
dovremmo?!- disse Inuyasha, rinfoderando Tessaiga, e venendo immediatamente
spiaccicato a terra dall’osuwari di Kagome.
-Beh, forse riuscirei a
rimandarvi indietro, ma a quel punto esaurirei tutti i miei poteri, e il clima
della Terra resterebbe stravolto. Già, senza il controllo del mio potere che
solo il mio consorte e re riesce ad esercitare, la neve cade troppo in certe
zone, e troppo poco in altre. Se poi venissi catturata anche io, sulla Terra,
nell’emisfero boreale, non pioverebbe più, o vi sarebbero alluvioni, o caldi
torridi, o geli assoluti…Non so che programmi abbia Humer, colui che ci ha
attaccati col suo esercito, per il vostro mondo…-
-Aiutarla mi sembra che sia il
minimo che possiamo fare, allora. - disse tranquillo Miroku, alzandosi da
terra. Il volto della giovane donna si illuminò -Dite davvero? Se riuscirete ad
aiutarmi a sconfiggere Humer, grazie al potere congiunto mio e delle mie
sorelle, potremo rimandarvi senza problemi nel vostro mondo, un secondo dopo
che vi ho prelevati!-
-Allora d’accordo. - disse
Kagome, aiutando Inuyasha a rialzarsi, e prendendo il piccolo Shippo in braccio
-Noi ti aiutiamo a sconfiggere questo Humer, e tu ci fai tornare a casa. -
guardò l’hanyou -Perché l’aiuteremo, vero, Inuyasha?- la sua non era una
domanda, ma praticamente un ordine. Inuyasha poteva essere forse un po’ rozzo e
violento, come aveva detto Kagome, ma non era stupido, e nemmeno cattivo, per
cui disse -Se questo è l’unico modo per tornare a casa…- per dire praticamente
“si, va bene”.
-Ah!- esclamò Kagome.
-E adesso che c’è?- chiese
Inuyasha, allarmato.
-Inuyasha…sei di nuovo un
hanyou!-
-Cos…?- il ragazzo si portò una
mano alle orecchie, di nuovo canine, coperte dal berretto giallo, e ai capelli,
nuovamente argentei. Le dita presentavano i consueti artigli, che sicuramente erano
anche ai piedi, coperti dalle scarpe che Kagome aveva insistito che Inuyasha
indossasse per andare nella neve. -Ma c’è ancora il novilunio! Com’è
possibile?-
-Qui non esiste il novilunio,
Inuyasha. - spiegò Lady Loryn -Ci sono quattro lune magiche, che restano sempre
sospese in cielo, piene, a turno; quando una tramonta, sorge l’altra, ai
solstizi e agli equinozi. -
-Beh, potrebbe cominciare a
piacermi, questo posto…- disse Inuyasha, raccogliendo lo zaino di Kagome e
issandoselo su una spalla. Sango prese il suo Hiraokotsu, mettendoselo in
spalla. Fortunatamente, prima di uscire nella neve, si era messa la tuta da
combattimento, sotto gli abiti datigli da Kagome, perché era molto più comoda
per muoversi agilmente dello yukata che indossava di solito. Naturalmente,
Miroku aveva tentato di spiarla, mentre si cambiava, e aveva ancora il segno
della sua mano sulla faccia. Il suo e quello della mano di Kagome, che aveva
lasciato, per una volta, la gonna corta per una sgargiante tuta da sci,
decisamente più adatta alla neve alta di quell’inverno dell’era Sengoku.
-Precisamente, per sconfiggere
questo Humer, cosa dovremmo fare?- chiese Miroku, guardandosi intorno e
recuperando il suo bastone da monaco.
-Semplicemente ucciderlo,
credo…ma prima voglio sapere cosa ne ha fatto delle mie sorelle, dei nostri
sposi, e dei principi dei mesi. Non credo li abbia uccisi, o non potrebbe più
controllare il clima, ma non oso pensare cosa possa aver fatto loro. - disse
piano lady Loryn.
-Beh, penso che la prima cosa da
fare sia uscire di qui, e vedere di scoprire dove sia Humer, no?- chiese
Inuyasha.
-Oh, è pericoloso. Mi stanno
cercando, e senza dubbio le sue guardie setacciano il castello. -
-Non è un problema. Con Tessaiga
ho affrontato nemici ben peggiori di un paio di guardie. Andiamo, facci strada.
-
disse Inuyasha…beccandosi poi un
colpo in testa da Miroku, che riteneva che l’hanyou non si fosse rivolto con la
dovuta deferenza alla dama. Il monaco non si azzardò neppure ad allungare le
mani sulla lady, un po’ perché si trovava in coda alla file, un po’ perché
Sango e Kagome gli avevano lanciato delle occhiate inceneritici che gli avevano
telegrafato un semplice, diretto messaggio: guai
a te se la sfiori.
Percorsero una scala molto lunga,
in salita, da che dedussero che dovevano trovarsi molti metri sottoterra.
Eppure, dalle pareti, simili per aspetto (ma per fortuna non nella temperatura,
pensò Kagome) al ghiaccio opaco che copre taluni fiumi e cascate, emanava un
bagliore verde-azzurrino, talvolta sfumato di rosa. Piccole luci rosee,
azzurrine e verdognole si muovevano davanti a loro, illuminando meglio la
strada, e ad un esami più attento Sango si accorse che trattavasi di piccole
fatine dalle ali simili a cristalli. Dopo diversi minuti di scale, erano
arrivati a un pianerottolo, con una porta incastrata nel muro. Lady Loryn toccò
un punto nel muro, e la porta si ritrasse, silenziosa, scomparendo nel muro.
Allora, che ve ne
pare? Non è la mia prima ff (è la seconda), ma è la prima che abbia come
protagonisti il gruppo di Inuyasha. Non sono certa di aver scritto bene i
termini giapponesi (osuwari, yukata, Hiraikotsu…), per cui, se qualcuno
trovasse un errore, chiedo in anticipo scusa. Aspetto i vostri giudizi! ^-^ Ilune