1. La
vita reale
Nella
vita reale, quella in cui ogni mattina mi sveglio, faccio colazione,
sbuffo quando il bagno è occupato e devo assolutamente
muovermi; quella in cui arrivo alla macchina e impreco a bassa voce
perché è rimasta incastrata tra SUV-mostri,
quella in cui il lavoro che faccio non rispecchia esattamente i miei
desideri; ecco, in questa vita sono soltanto una ragazza un
po’ troppo incline alla bontà,
dall’umore volubile, caratterizzata da momenti di
profondissima malinconia e di incontenibile gioia; una ragazza di
discutibile bellezza, che ha trovato nei suoi occhiali da vista un
dettaglio interessante, single inizialmente per scelta, poi per
condizione e ormai un po’ anche per abitudine forse; una
ragazza fin troppo timida, che arrossisce troppo, che si fida troppo
facilmente delle persone ma che ha un sesto senso quasi
infallibile per le menzogne e per la scorrettezza; una ragazza che
quando si arrabbia è una furia, che ha perso la dolcezza di
un tempo, che ha smesso di cercare l’amore puro che si
delinea ogni notte nei suoi sogni, ma che non riesce a smettere di
sognare, mai. Una ragazza che ama leggere e scrivere.
Scrivere. È proprio questo il mio sogno nel cassetto, un
cassetto mezzo aperto perché non vorrei mai che il sogno
finisse per morire asfissiato mentre io mi affanno nel tentativo di
sembrare credibile nei tanti lavoretti che svolgo nell’attesa
di poter far decollare il sogno.
Nella vita reale mi si vede spesso con un libro in mano, immersa in una
storia fin sopra ai capelli; mi si sente parlare di Londra come quella
misteriosa città che mi ha rubato un pezzo di cuore,
città che rivisiterei molto volentieri mille e mille volte;
nella vita reale mi si sente parlare dei miei autori preferiti e dei
miei personaggi preferiti, cose che trovo molto più
interessanti delle chiacchiere da sala d’attesa, anche se ho
sempre la sensazione di essere l’unica a pensarla
così; nella vita di tutti i giorni vorrei saper parlare e
scrivere in modo perfetto l’inglese… Ci sto
lavorando tra un impegno e l’altro, anche se mi distraggo
facilmente e molto facilmente mi faccio assorbire dalle molte storie
che leggo. Tra gli altri, un autore ed i suoi personaggi continuano a
riecheggiarmi nella mente, tornano sempre in qualche modo a catturare
la mia attenzione: parlo di Arthur Conan Doyle e di Sherlock Holmes e
John Watson.
Nella vita reale mi piacerebbe condividere i miei pensieri con altri
appassionati, ma alla fine mi dedico ad un monologo appuntato sul mio
diario.
La mia vita reale è fatta anche di musica e cinema: non
potrei fare a meno di un buon libro, una playlist per ogni occasione e
un buon film da guardare quando non leggo o quando semplicemente ne ho
voglia.
Nella vita reale solitamente guardo con particolare attenzione i film
tratti dai libri – indipendentemente dal fatto che io li
abbia già letti oppure no, e nel secondo caso il cinema si
rivela un’ottima occasione per impelagarmi in una nuova trama
– e per questo motivo non mi sono fatta certo mancare le
trasposizioni cinematografiche e televisive dedicate al personaggio di
Sherlock Holmes. Ho apprezzato moltissimo i due film diretti da Guy
Ritchie e ho amato la versione della BBC dopo l’iniziale
disapprovazione, al punto che se mi chiedessero di scegliere
l’uno o l’altro mi fionderei sulla terza opzione,
ovvero: entrambi o uccidetemi.
Nella vita reale ho un account Twitter che uso per esercitarmi a essere
sintetica nell’esposizione (cosa che non mi riesce affatto
bene) e per farmi i cinguettii dei miei vip preferiti. Nella vita reale
seguo Mark Gatiss, ad esempio, e una volta ho anche trovato il coraggio
di scrivergli. Di solito però mi limito ai retweet.
Non c’è nulla di interessante, a quanto pare,
nella mia vita reale.
Nella vita reale…
Ma in un universo parallelo… Oh, in un universo parallelo la
mia vita è decisamente diversa.
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