Say I love you

di LittleMissMaddy
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Genere Romantico.
Rating Verde.
Personaggi Nejme ( Si pronuncia Negmé e significa "Stella" ) e la sua ''amica'' che sguazza nell'anonimato.
Disclaimer I personaggi sono miei. Mieimieimiei.
Dedicata a lei, perché non c'è una sola volta che non abbia saputo tirarmi su di morale. Perché mi ha insegnato molto. Perché la rispetto e stimo. Perché mi rispetta e mi stima. Perché sì.




Say "I love you"



Nell'ultima ora di fitto studio, le loro posizioni erano mutate gradualmente: da sedute - di fronte ad una scrivania di ciliegio - ad accovacciate, a terra, sul tappeto che la padrona di casa aveva deciso di infilare nella stanza della figlia. Poi, pian piano, si erano rimesse in piedi, discutendo animatamente di Fisica, per concludere con una caduta strategicamente attutita dal materasso del letto ad una piazza affiancato da due comodini, sopra il quale vegliavano silenziosamente i Beatles, con i volti sorridenti affacciati su quella stanzetta colorata.
La sua gamba era scivolata su quella di Nejme, mentre le sue mani continuavano a trafficare con i capelli dell'amica, intrecciandoli e slegandoli all'infinito. Nejme non pareva quasi accorgersene, immersa com'era nella contemplazione del suo viso bianchissimo macchiato da un sorriso sbarazzino e poche lentiggini che le conferivano un'aria ancora più infantile.
« Dimmelo. »
La sua voce era bassa, persuasiva, come quella di una Diva che cerca di diffondere il suo fascino sui fans per scalare nuovamente le vette di un cinema ormai corrotto.
Nejme continuava a guardarla, silenziosamente, senza scomodarsi a darle una risposta.
« Dimmelodimmelodimmelo. »
« Perché? »
« Serve davvero – cominciò con aria saccente, forse stupita dall'ingenuità di Nejme. L'altra alzò gli occhi al cielo, ad incontrare con lo sguardo il sorriso smagliante di John Lennon – un motivo per voler sapere come si dice '' Ti voglio bene '' in arabo, signorina oh-mio-dio-voi-europei-siete-così-noiosi? »
« Se non è indispensabile... »
« Lo è! » insistette seccata l'altra.
Nejme inarcò scetticamente le sopracciglia.
Alzò nuovamente gli occhi al cielo - questa volta per chiedere aiuto a qualche lontano e sacro dio - e biascicò una parola a voce bassa, che risultò incomprensibile perfino alle sue orecchie.
« Come? » miangolò disperata l'amica, smettendo di attorcigliare i capelli di Nejme attorno alle dita sottili per tendersi verso di lei.
Arrivò a sfiorarle la guancia con la punta del nasino, e Nejme si sentì addosso il suo respiro. Trattenne il fiato per un istante, poi mormorò: « Bahebek. »
Il tono mortificato e colpevole strappò una risata alla ragazza che le aveva liberato i capelli soltanto per appropiarsi della sua guancia con un bacio infantile.
« Bahebek. » ripetè, cercando buffamente di usare la stessa pronuncia. Il suo arabo goffo fece affiorare un sorriso divertito sulle labbra dell'amica, che, dopo averle dato un'occhiata derisoria, sgusciò via da sotto la sua presa e balzò in piedi, allontanandosi verso la porta.
« Dove vai? »
« A casa. » rispose, sorridente.
Chissà che cosa avrebbe detto, la sua adorabile rompiscatole, se avesse saputo che in arabo non esisteva il concetto del ''Ti voglio bene'', ma un diretto e multiforme ''Ti Amo'', che pronunciato dalle sue labbra era riuscito soltanto a far sorridere estatica Nejme.




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