Sei bambinette andavano a spasso...

di lady hawke
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Note: Ok, gli Au spesso lasciano perplessi: ma datemi una possibilità piccina picciò *___*


Prologo

La famiglia Malfoy, a differenza di tante altre genealogie blasonate, era riuscita a cavarsela discretamente bene, dopo la fine della Seconda Guerra Magica. Sembrava una sorta di benedizione insita nel cognome, come a dire: un Malfoy degno di questo nome si salva sempre. E così era stato, a tutti gli effetti.
Lucius era riuscito a mancare una seconda e certamente prolungata permanenza ad Azkaban, grazie ad un processo certamente… addomesticato anche grazie all’inaspettato aiuto di Harry Potter che, suo malgrado, aveva dovuto ammettere che non era stato coinvolto nella Battaglia di Hogwarts e che, nell’ultimo anno, non era stato che un burattino nelle mani del defunto Voldemort.
Narcissa, che con la sua menzogna che aveva, a tutti gli effetti, dato un notevole aiuto al fronte dell’Ordine, non era stata nemmeno incriminata e anzi, poteva quasi camminare a testa alta, accompagnata a suo figlio Draco, il quale non poteva che ringraziare per essere uscito da quell’incubo nero.
Certo, le corpose finanze conservate nella camera di sicurezza della Gringott non erano più quelle di un tempo, ma Malfoy Manor era sempre il bel maniero che era stato, anche se con meno pavoni bianchi a spasso per il parco. Gli oggetti oscuri erano stati rastrellati dagli Auror, e stavolta niente pareva essere loro fuggito. La beneficenza che aveva reso Lucius un personaggio tanto amato all’ospedale S. Mungo quanto al Ministero era magicamente, è il caso di dirlo, sparita, per poter permettere alla famiglia di vivere degnamente fino a che i successi del mago nel campo degli affari non avessero fatto il resto. Dopotutto nessuno ne sentiva effettivamente la mancanza.
Il giovane rampollo Draco, rinnegando certi eccessi della gioventù, aveva adottato un profilo davvero basso, e stava cercando di imparare a gestire le fortune di famiglia così come aveva fatto suo padre e, possibilmente, anche un pochino meglio. Pochi anni dopo, però, era stato travolto dall’amore e nonostante tutti i suoi strenui sforzi aveva dovuto cedere alle profferte di Cupido.
La ragazza che gli aveva amorevolmente strappato il cuore dal petto e che tormentava i suoi sogni, di certo non immacolati, rispondeva al nome di Astoria Greengrass. Aveva un che di conturbante, ed era decisamente diversa dall’ossequiosa Pansy che aveva frequentato negli anni di scuola; senza contare che si era resa protagonista di uno spettacolo penoso, durante l’ultima guerra. Certi fanatismi era meglio lasciarseli alle spalle.
E così la secondogenita di casa Greengrass, bionda, dagli occhi chiari, sagace e ovviamente purosangue, sembrò essere la giovane perfetta per fregiarsi del titolo di signora Malfoy. Almeno fu così che Draco la presentò ai genitori, sperando disperatamente di ottenere la loro benedizione.
- Sembra la perfezione fatta persona, Draco. – aveva detto suo padre, la sera prima che la fatidica cena si svolgesse.
- Lo è. – aveva replicato il figlio con ardore.
- Vedremo. – Lucius non avrebbe mai abbandonato certi suoi modi alteri e rigidi, ma difficilmente, per come si erano messe le cose, avrebbe negato la felicità del suo unico erede, a meno che la candidata non fosse decisamente fuori luogo.
Astoria, invece, sorprese tutti. Elegante, divertente, forse un po’ linguacciuta e maliziosa, ma sinceramente innamorata. Narcissa l’osservò per tutta la sera con un sorriso enigmatico, prima di scambiarsi un’occhiata d’intesa con il marito: quei due erano decisamente cotti, anche volendo c’era poco altro da fare. La data delle nozze fu decisa quella sera stessa e in capo a cinque mesi Draco e Astoria festeggiarono la loro unione con una cerimonia non faraonica, ma certamente sfarzosa.
Fu dura farli uscire dalla loro comoda camera da letto la prima settimana.
E qui, inizia la storia dei nostri signori Malfoy.




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