Capitolo II
Capitolo
II
~Selene
«..Non
berrei mai il suo caffè di proposito e solamente per paura
cheilsuopossarovesciarsi...Pronto?! Ufficio del Signor Dane»
Non ringraziai mai abbastanza Jack, l'uomo dall'altra parte del
telefono, per avermi salvata da quel momento assurdo con il mio capo.
Era già stato un miracolo l'aver convinto Dana a prestarmi
la
sua camicia..
«Dana!
O la tua camicia o il licenziamento!» squittì
nervosamente
verso la mia collega, che era intenta a spulciare la rivista Man's
Health
«Certa
gente dovrebbero renderla illegale. Eccesso di manzaggine, guarda qui
che muscoli..» mormorò, mostrandomi l'immagine
dell'uomo
"perfetto" scelto dalla rivista. Non avevo tempo, adesso, per pensare a
tutti quegli addominali scolpiti e Dio solo sa a cos'altro.
«Danahhhh...» la supplicai,
sventolando le mani a mezz'aria, guardandomi attorno nervosamente «Ti
prego!»
Dana sospirò, chiudendo a malincuore la rivista e
squadrandomi
dalla testa ai piedi. Scosse appena il capo, facendo schioccare la
lingua sul palato ripetutamente.
«Ti
faccio l'abbonamento annuale alla rivista Man's Health. Hai cinque
secondi per decidere: cinque, quattro, tre, due...»
«Andiamo in bagno!» fu la
risposta affermativa della donna, che si mosse immediatamente verso la
toilette «..Facciamo
due anni?» fece una contro proposta all'ultimo, osservando la
mia reazione con la coda dell'occhio.
Inspirai profondamente dalle narici e dopo una breve pausa,
annuì: «Se
oggi non verrò licenziata, sì.»
confermai,
scambiando con la donna una stretta di mano decisa, atta a voler
sugellare quel "patto", prima di entrare in bagno.
E così ci scambiammo la camicia, che mi permise di
accogliere giusto in tempo Colin con il suo caffè,
sopportando
tutta quella serie di domande, fino a quella paradossale situazione,
che fece scoprire ad entrambi la nostra "dipendenza" dal caffelatte di
soia amaro alla cannella. Fortuna vuole, che Jack chiamò
proprio
in quell'istante.
«Oh,
ciao Jack!» dissi, così da far capire a Colin chi
è
che lo stava chiamando, notando come il canadese, seduto sulla sua
scrivania, mi fece un cenno negativo con le dita.
Aggrottai la fronte, non tanto per il fatto che Colin non avesse alcuna
intenzione di parlare con Jack, lo sapevano tutti che tra loro non
scorreva buon sangue, quanto per quello che mi disse: «Va
bene..Veniamo subito, allora.» conclusi, agganciando il
telefono.
«Perché
Jack vuole che andiamo nel suo ufficio?» chiesi al Dane,
perché ero sicurissima che lui sapesse qualcosa. Di fatto mi
rispose con un sorriso fintamente innocente e che sapeva tanto di non te lo dirò mai.
Strinsi perciò le labbra, annuendo pacatamente con il capo,
senza aggiungere altro, uscendo quindi dall'ufficio. Intercettai lo
sguardo di Daisy, muovendo le dita della mano vicino alla gola, mimando
quindi il classico gesto di "testa mozzata", per indicarle che Colin
stava per uscire e che quindi sarebbe stato meglio per tutti se
avessero fatto finta di lavorare.
Pochi istanti dopo apparve Colin, intento a riabbottonarsi la giacca
mentre entrambi procedevamo verso lo studio di Jack.
«Allora...» esordì,
cercando di rompere il ghiaccio «..Ha
letto il manoscritto che le ho dato?» erano passate 3
settimane
da quando gli avevo consegnato il mio manoscritto. Quello di scrivere
un libro è sempre rimasto un sogno nel cassetto che
finalmente
dopo anni di studi -e soprattutto di lavoro per una casa editrice-
poteva avverarsi..Se non avessi scelto proprio Colin come prima persona
a cui far leggere il mio racconto.
L'uomo fece schioccare la lingua sul palato «Giusto
qualche pagina. Non mi ha entusiasmato molto.» disse
sollevando appena una spalla con noncuranza
«Posso dire qualcosa?»
«No.»
«Dunque..»
me ne fregai altamente dei suoi divieti. Sono una persona, una
cittadina americana e come tale ho il diritto di parlare su qualcosa
che riguarda me.
«..Cos'ha che non va? Ho letto centinaia di manoscritti e
credo che dopo sette anni di lavoro qui e soprattutto con Lei...»
sì, non gli risparmiai nemmeno quell'occhiata in tralice. Se
dovevo essere licenziata, volevo farlo con un po' di stile. «..So
perfettamente come si scrive una storia. Di cos'ha bisogno
affinché possa risultare appetibile ed...» mi
accorsi che
non mi stava ascoltando, perché la sua attenzione si
focalizzò su Dana e sulla mia camicia macchiata di
caffè
che indossava al
mio posto «..interessante per il pubblico.» mi
sforzai
comunque di terminare la frase, cercando di usare un tono
più
convincente possibile.
Colin sbuffò dalle labbra con sufficienza «Pff,
sbagliato..» disse, aggiungendo «..E
comunque lo so che quella del caffè non è una
coincidenza. Tu bevi il caffè che bevo io, per paura che
possa
rovesciarsi. Il che è piuttosto pietoso.»
«O stupefacente.» lo corressi,
decisa a non dargliela vinta
«Sarebbe stato stupefacente se non
l'avessi rovesciato, costringendo..» breve pausa «..Va
beh, hai capito di chi sto parlando. La proprietaria della tua nuova
camicia.»
aggiunse simpaticamente, rallentando il passo davanti alla porta
dell'ufficio di Jack «..Ora
stai in silenzio. Qui ci penso io.»
«Seh.»
risposi scocciata, varcando la soglia dell'ufficio di Jack a cui
sorrisi per salutarlo, mettendomi infine zitta zitta in disparte
così da lasciare entrare Colin
~Colin
«Ahhh..Il coraggioso Cavaliere con il suo
paggio! Prego, entrate pure..»
Quanto odiavo Jack e il suo sarcasmo. Il finto uomo tutto
sorrisi
e carinerie, che non aspettava altro di fregarti alla prima occasione
«Jack.» risposi
freddamente, non appena varcai la soglia del suo ufficio, che osservai
con attenzione «Vedo
che ti sei sistemato bene.» questo è sarcasmo,
Jack. Prendi e porta a casa.
«Sì,
molto bene» mi rispose compiaciuto e con un sorriso raggiante
a trentadue denti.
Oh, Jack...
Strinsi le labbra tra loro, schiarendomi lentamente la voce, prima di
aggiungere «Libera
il tuo ufficio, Jack.»
Il gelo piombò improvvisamente in quella stanza. Con la coda
dell'occhio vidi Selene ruotare il capo in mia direzione, sgranando gli
occhi per la sorpresa. A Jack stava quasi per cadere una mascella. Io,
invece, restavo del tutto impassibile.
«...Eh?!» fu l'unico
commento da parte di Jack, che mi portò a sospirare
«Ti ho chiesto mille volte di organizzare
una conferenza stampa per Tom e non l'hai fatto» feci
spallucce «Sei
licenziato.» glielo dissi in un tono di voce più
diretto.
Forse così riusciva a capirlo.
Selene nel frattempo si mosse
lentamente verso la porta, che andò a chiudere con calma
così da rendere quel momento più.."privato", per
poi
tornare silenziosamente al suo posto. Perché non posso avere
gente capace e competente come lei?!
Jack, nel frattempo, sbuffò appena dalle labbra,
visibilmente
confuso da quella situazione che non si aspettava di dover affrontare.
Deglutì un paio di volte e sfarfallò le palpebre
mentre
cercava di trovare una scusa plausibile davanti alla mia decisione
«Ma te l'ho detto..Tom non era sicuro di
voler pubblicare il manoscritto, figuriamoci fare una conferenza
stampa!»
«Uhm.» fu la mia prima
risposta, che mi portò ad umettare le labbra «E'
strano perché gli ho appena parlato al telefono e mi ha
detto di
sì.» che poi non era del tutto vero, era un'altra
storia
ma sapevo perfettamente che quella della conferenza era la soluzione
giusta per sbloccare un indeciso come Tom.
«..Cosa?!»
«Sapevo
che avresti risposto così e questo mi fa pensare al fatto
che tu
non l'abbia mai chiamato..» sospirai sconsolato «..So
che Tom non è un tipo facile, ma pensavo che lavorare per me
ti
avesse aiutato ad affrontare situazioni difficili.» mi
concessi
l'ennesimo respiro dalle narici, guardando per qualche breve istante
Selene. A volte penso che lei sia l'unica persona in tutto lo
stabilimento a meritare di essere qui. Dovrei darle un aumento.
Tornai con l'attenzione su Jack «Facciamo
così: ti do due mesi di tempo per trovarti un altro lavoro e
poi
dirai che sei stato tu ad andartene, va bene?» domandai
retorico,
ruotando la testa verso Selene a cui rivolsi un sorriso che sapeva
tanto di qui abbiamo
finito, muovendomi infine verso la porta.
Uscii dal suo studio, seguito da Selene
«Cosa fa?» le domandai a denti
stretti, in un tono di voce complice mentre continuavo a tirare dritto
«Fa
avanti e indietro...Appoggia le mani sulla scrivania..Si afferra i
capelli..» alzai gli occhi al cielo ed inspirai profondamente
«Dimmi
che non sta uscendo..» mormorai verso di lei ma dentro di me,
sapevo che l'uomo stava facendo esattamente quello
«TU!» esclamò Jack
furioso, uscendo a sua volta dallo studio
«Eccolo..» borbottai,
fermandomi definitivamente, chinando il capo per qualche secondo, prima
di voltarmi lentamente
«..Sì, Jack?»
«Sei solamente un cinico bastardo!» si
sentì un ohhhhhhh!
di
stupore da parte dei presenti, che volente o nolente assistevano alla
scena. Non dissi niente, optando per il silenzio così da
lasciar
sfogare del tutto il povero Jack
«Io
lo so qual è il tuo gioco. Mi licenzi solamente per passarmi
davanti, così da ottenere prima di me il posto all'interno
del
consiglio d'amministrazione!»
«Jack,
ti prego..» mormorai, spostando lo sguardo verso tutti gli
altri
presenti che a turno abbassavano la testa, facendo finta di lavorare.
Come se non lo sapessi che per loro, una scena simile, era quasi pari
al ricevere un premio Pulitzer.
«Io lo so perché lo fai, perché tratti
così
le persone. Tu ti senti minacciato. Constantemente. Sei così
insicuro di te stesso, che scarichi i tuoi problemi sugli altri,
perché sei un fottuto bastardo, che non è in
grado di
farsi apprezzare da nessuno, perché tu Sei Mr. Nessuno!
Nessuno che vuole esserti amico o che ti prenda in simpatia, o che ti
reputi una bella persona! Sei triste e io provo pena per
te.»
Serrai con decisione le mascelle, scaricando in quel gesto tutto il
nervosismo che potevo mostrare, andando a prendere anche un profondo
respiro dalle narici.
«Ascoltami
bene, Jack...» esordì dopo qualche istante,
concedendomi
del tempo per non lanciarmi addosso a lui con il rischio di prenderlo
a pugni «..Non
ti ho licenziato perché voglio passarti davanti. Ti ho
licenziato perché non svolgi il tuo lavoro come dovresti:
sei
inoperoso, incompetente, passi il tuo tempo su Youporn invece di
lavorare ed inoltre non sai nemmeno chiamare Tom, per dirgli che
vogliamo organizzargli una semplice conferenza stampa.»
«..» Jack
schiuse le labbra, deciso a replicare ma lo fermai istantanteneamente
«E
se dici un'altra parola, ti faccio sbattere fuori dagli agenti che
Selene ha chiamato giusto in tempo..» e con un semplice cenno
del
mento, indicai i due uomini in divisa alle spalle dell'uomo, in attesa
di un mio semplice gesto per poter agire.
«..Sei solamen..»
«Una
sola parola, Jack. E io ti faccio sbattere fuori da una scorta armata.
Selene e tutti gli altri ti riprenderanno con il cellulare, caricando
infine il video su quel famoso sito internet..Qual era?»
chiesi
in un tono di voce fintamente vago, riferendomi però
direttamente alla mia assistente.
«Youtube.» rispose Selene in un
pigolio sommesso, ottenendo un sentito ringraziamento da parte mia con
il capo
«Esatto.
E' questo che vuoi?» domandai retoricamente, visto che sapevo
che
Jack non si sarebbe mai permesso di rispondere «Perfetto.»
commentai infine, scuotendo leggermente la testa verso i due uomini in
divisa, facendo bene intendere come non ci sarebbe stato bisogno del
loro aiuto.
Mi concessi così un profondo respiro dalle narici e mi
voltai
semplicemente, dirigendomi nuovamente verso il mio ufficio. E anche
questa era fatta.
|