Furihata si trova ad
arrossire. Si scopre tutta rossa sulle guance, tanto da percepire
ancora di più il freddo vento che le muove leggermente i
capelli. Non andava bene. Non andava affatto bene.
Poco avanti
a lei c’è la causa di quel violento rossore.
Akashi Seika, la Regina, la Perfezione.
Se deve
essere sincera, a Mitsuki ancora non è ben chiara tutta
quella faccenda. Con timidezza, la castana affonda il volto nella
sciarpa, cercando di placare il suo rossore e il suo imbarazzo.
Non ci
riesce.
Si sente
così intimidita dall’altra ragazza – chi
non lo sarebbe stato, d’altronde? – che non riesce
a spiccicare parola.
Kyoto
è dolcemente coperta dalla neve, quel giorno. E’
stata una vera sorpresa vedere il paesaggio innevato, appena passata
Shizuoka, tanto da spingerla ad imitare il bambino
nell’avvicinarsi al vetro per guadare meglio. A Tokyo, in
quei giorni, era caduta solo una fastidiosa pioggia. Guardare quelle
bianche distese l’avevano distratta, almeno fino a quando
Furihata non era scesa dallo Shinkansen e aveva scorto
l’inconfondibile figura di Akashi.
Seika
l’aveva invitata a passare il Capodanno da lei. E Furihata
non era riuscita a rifiutare.
La donna
che amava non esisteva più, di questo ne era consapevole.
Eppure Seika, la vera personalità, non l’aveva
lasciata andare. A parere di Furihata non voleva, semplicemente.
La ragazza
trova imbarazzante relazionarsi alla giovane Akashi. Non sa se sia per
il pensiero che questa possieda tutti i ricordi dell’altra
sé – alcuni dei quali molto privati e
imbarazzanti, a considerazione di Furihata – o semplicemente
perché i suoi sentimenti sono nuovamente confusi. Eppure le
due Akashi, per quanto siano la stessa persona, sono molto diverse.
L’altra, ogni volta che la vedeva, la
attirava tra le sue braccia incurante degli sguardi altrui. La chiamava
per nome senza vergognarsi, e le sussurrava cose che mandavano la sua
mente in subbuglio.
Akashi non
era così. La trattava con educazione e garbo, tenendosi
quasi a una distanza di sicurezza che si è imposta lei
stessa. Voleva essere sua amica, le aveva detto.
Furihata
stringe la propria valigia, meditabonda, zampettando distrattamente
dietro Seika.
«
Non manca ancora molto, Furihata-san. » Mitsuki sorride
lievemente.
«
Non c’è problema. »
Akashi la
osserva qualche attimo.
«
Hai freddo? » le chiede allora. Mitsuki sgrana leggermente
gli occhi, perplessa. « Sei molto rossa. »
«
No! S-sto bene, Akashi-san! » replica. Quando Seika torna a
proseguire il cammino, Furihata si passa una mano sulla guancia.
Si promette
di non cascarci di nuovo. L’altra l’ha già
coinvolta in una relazione che era finita male. E non vuole creare
problemi a Seika.
Loro sono
due amiche. Niente di più, niente di meno.
|