Characters: Thor Odinson; Loki Laufeyson
{ jötunn!loki };
Pairing: ThorxLoki { thorki, platonic };
Rating: PG
Genre: Fluff;
Words: 754
Prompt: Anello
Warning: pre-slash; kidfic; A/U; movieverse (Credo. Avrà senso in
un au?);
Note: Avevo voglia di scriverla, tutto qui.
Disclaimers: I personaggi di Thor appartengono alla Marvel e a chi di
diritto.
Scritta per la 4° Settimana del
Cow-t5 @maridichallenge
Se avesse dovuto contare gli inverni che
aveva, ne avrebbe contato uno solo, lungo tutta la sua vita e intrecciato con le
linee dipinte sulla sua pelle; strade di scuro ciano che conducevano ovunque sul
quel corpo di bambino apparso davanti ai propri occhi, come in un sogno, e
coperto da nulla più se non dalla sua grazia e da qualcuno dei lunghi crini
corvini.
Più basso di lui e con braccia sottili, poco adatte all'arte della spada o al
divertimento dei pugni, il bambino aveva sostenuto il suo sguardo con adulta
fierezza. Per la prima volta Thor aveva sentito l'impulso di essere il primo a
distogliere i propri occhi. Aveva resistito, aveva mosso un passo avanti, ma il
bambino aveva subitamente sollevato il mento, osando sfidarlo ad avanzare
ancora.
«Il mio nome è Thor,»
«Non l'ho chiesto e non ho alcun interesse a saperlo.»
La vocetta che l'aveva interrotto era stata sottile, un dardo ghiacciato volato
ai timpani di Thor insieme al vento freddo di Jötunheimr che ne aveva sferzato
il volto in uno schiaffo. Non lo aveva visto coi propri occhi, ma aveva sentito
il colpo sulla guancia. Magia. Non poteva essersi trattato d'altro;
tuttavia, non era servito a farlo desistere dal tornare a parlare, gonfiando il
petto.
Non era ancora uomo, ma lo sarebbe diventato presto.
«Il mio nome è Thor,» riprese, deciso a rimettere il bambino al suo posto
«figlio di Odino, padre di tutti gli dei.»
Il piccolo non si stupì; sapeva già chi lui fosse ed aveva visto i destrieri di
Asgard cavalcare verso la dimora del Re di Jötunheimr, con l'intento di
stipulare la pace tra i due popoli, legando tra loro gli eredi delle famiglie
reali.
Eppure, davanti agli occhi azzurri di Thor spalancati nell'attesa, le labbra
ebbero un tremito e lui tentennò nella risposta «Il mio nome è Loki, figlio di
Laufey e Principe dei Giganti di ghiaccio di Jötunheimr.»
«Loki, dunque sarai tu la mia sposa.» considerò, studiandolo senza nascondere la
meraviglia, annullando ogni distanza tra loro per chinare il capo innanzi al suo
«Non pensavo che il figlio di un Gigante potesse essere tanto piccolo.»
Loki avampò di rabbia.
«Attento a come parli, figlio di Odino!»
Thor rise.
«Invero, sono felice che tu sia così piccolo.»
«Non hai udito ciò che–»
«In questo modo potrò stringerti più facilmente tra le mie braccia e
proteggerti.» e nel dirlo le sue braccia avevano trovato posto intorno alle
spalle del figlio di Laufey e il suo corpo lo aveva coperto in un abbraccio
improvviso.
Fu la prima volta che il calore si posò sulla pelle di Loki; impreparato, si
oppose a quel gesto, sollevando spine di ghiaccio che ferirono la guancia di
Thor, lasciando cadere a terra una ciocca dei suoi capelli biondi. Il freddo
tornò a circondarlo quando le braccia del principe di Asgard lo abbandonarono
con la stessa velocità con cui l'avevano stretto.
Thor si tastò la guancia, macchiandosi di sangue.
Il silenzio cadde tra loro. Nel silenzio si chinò a raccogliere la ciocca
tagliata, per poi voltarsi a capo chino.
«Che... che stai facendo?» domandò Loki, disturbato dalla vista delle sue
spalle.
Thor non rispose, né si accorse della curiosità infantile che il bambino non era
riuscito a seppellire interamente sotto al tono indignato.
«Ho chiesto: cosa stai facendo! Rispondi.» ordinò l'altro, le piccole dita
strette nei pugni.
«Ecco fatto.»
«Fatto cosa, di grazia?»
Senza ancora rispondere, Thor gli tornò accanto, gli afferrò una mano e sciolse
con paziente gentilezza la stretta del suo pugno, combattendo il freddo della
sua pelle con il calore della propria. Infine, ad una delle dita sottili infilò
un anello dorato fatto dell'intreccio dei propri capelli.
«Quando entrambi saremo dell'età adatta e tornerò a Jötunheimr per reclamarti
come mia sposa, ti farò dono di un anello più maestoso, degno di chi regna su
Asgard. Ma fino a quel momento, puoi tenere questo.»
Loki guardò l'intreccio di capelli e il colore dorato che risaltava sulla
propria pelle e, pur senza avere le sue braccia intorno al corpo, riuscì a
sentire di nuovo il calore che lo aveva colto poco prima, soprattutto sul volto,
in cui le gote si erano imporporate. Sentì le parole cucirsi alle labbra,
impedendogli di pronunciarle, il respiro arrotolarsi in gola e, nel timore di
starsi per sciogliere - di morire e diventare gocce d'acqua colate a bagnare il
terreno -, corse via.
Non si voltò nella corsa, ma con tutta la forza in suo possesso, strinse con la
mano la gemella al petto, a custodire con gelosia l'anello infilato al proprio
dito.
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