Missione di livello S: ricominciare a vivere

di 144kagome_alice144
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< Rasenshuriken!!!! > < Susanoo! Amaterasu!!! > Sakura sentì un boato, lei insieme a Tsunade, Shizune e i ninja medici, era rimasta a curare i vari feriti sul campo di battaglia. Ora stava correndo, correva più forte che poteva, combattendo con tutta se stessa per non far fuoriuscire le lacrime. Continuava a ripetersi che non erano morti, che quando meno se lo aspettasse sarebbero arrivati lì, da lei, e si sarebbero abbracciati come hai vecchi tempi. Arrestò la sua corsa quando vide un enorme cratere dal quale sorgeva una colonna di luce. Aguzzò lo sguardo e si accorse che nella colonna c’era lo spirito di Madara che stava tornando nell’aldilà. Ebbe paura di guardare in quel cratere, per la millesima volta la paura l’assalì come una morsa che ti stringe forte il cuore e che non ti permette di respirare. Si fece coraggio, lentamente calò lo sguardo in quel profondo cratere, scavato dalla precedente battaglia. Quello che vide le raggelò il sangue. Naruto e Sasuke erano a terra gravemente feriti, senza più una goccia di chakra. Sakura riprese a correre sempre più veloce per raggiungere i suoi compagni. Quando arrivò vicino a loro si accorse che erano immersi in una pozza di liquido rosso, per Sakura non fu difficile capire di che si trattava. Sangue. Sangue dei due ragazzi, ormai stremati che giacevano a terra. La rosa si avvicinò a loro con cautela e notò che oltre alle varie ferite, Naruto era stato ferito gravemente all’addome e Sasuke alla spalla sinistra. Sakura perse la sua forza di volontà. Iniziarono a scendergli calde lacrime dai suoi occhi, un tempo sempre raggianti, ora stanchi e impauriti dall’orrore della guerra. Si inginocchiò vicino a loro e iniziò la procedura medica; aveva consumato quasi tutto il chakra e comunque sapeva bene che sarebbe servito a poco. Iniziò a sussurrare i loro nomi, poi ad urlarli. Urlò, urlò talmente forte che sul campo di battaglia tutti i presenti rimasero impietriti, spaventati dall’orrore del suono di quella voce rotta dai singhiozzi del pianto. La prima a correre in soccorso della rosa fu Hinata. Che come Sakura rimase sconvolta alla visione dei due ragazzi. Hinata si avvicinò e si inginocchiò vicino a Naruto, scuotendolo leggermente e chiamandolo. Le sue lacrime scendevano copiose sul viso del biondo che non accennava al minimo movimento. La mora sentì una pugnalata al cuore vedendo la persona che più rispettava, che più ammirava, che amava giacere immobile fra le sue braccia ormai sporche del sangue del ragazzo. Guardò per un attimo Sakura che stava abbracciando il moro e che dondolava su se stessa. Da lontano sembrava che stesse parlando, supplicando il moro ad aprire gli occhi, ma in realtà dalla sua bocca non usciva suono. Tsunade insieme all’esercito alleato e agli altri kage si avvicinò ai quattro. < Hinata, Sakura, andrà tutto bene. Cureremo i ragazzi! > Tsunade pronunciò quelle parole con un filo di voce, cercando di convincere più se stessa che le ragazze. Quest’ultime però non avevano sentito, erano come rimaste paralizzate, non si muovevano, non parlavano e non ascoltavano; sembravano morte. Quando Tsunade se ne accorse < Shizune aiutami! Prendi Hinata, portiamole subito al campo dell’ospedale! > < Si signorina Tsunade! > rispose una Shizune sconvolta, mentre prendeva in braccio Hinata. < Hokage, mi occupo io di Naruto e Sasuke! > disse il Kazekage a Tsunade mentre questa prendeva Sakura in braccio. Tsunade si fermò un secondo a guardare dritta negli occhi Gaara, pregandolo implicitamente a salvare i due ragazzi; annuì velocemente e corse al seguito di Shizune verso il campo dell’ospedale. < Kazekage, il mio villaggio è poco distante da qui, abbiamo tutte le strutture necessarie per aiutare questi due giovani eroi! > lo Tsuchikage proferì queste parole con commozione e gratitudine rivolta a quei due eroi che ora giacevano esanime sul campo di battaglia. < Bene andiamo! >. Gaara fece scivolare un po’ di sabbia sotto ai due ragazzi sollevandoli e trasportandoli verso il villaggio della roccia.




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