He always keeps his promises
Salve a tutti!
È la prima volta che pubblico
sul fandom di Naruto qualcosa di più lungo di una drabble, per
cui siate clementi pleasee!
Rimando i commenti alla fine. Ci vediamo in fondo alla pagina!
He always keeps his promises
Il vociare assordante le aveva procurato un terribile mal di testa.
Sakura si sfiorò la fronte con una mano, maledicendo se stessa
per essersi convinta a prender parte a quella stupida festa.
Si voltò verso Ino che sedeva accanto a lei, in cerca di
distrazione, ma la bionda era evidentemente troppo occupata per
prestarle ascolto. La vide sorridere ammiccante a Sai, strusciandosi
contro di lui, e distolse immediatamente lo sguardo, scuotendo la testa.
Si volse verso l’altra estremità del tavolo, dove
Shikamaru e Neji lottavano per allontanare Rock Lee da qualsiasi forma
d’alcool. Il moro opponeva una strenua resistenza, lamentandosi
come un bambino e cercando di respingere le braccia che lo
trattenevano. Era uno spettacolo assolutamente ridicolo.
Poco lontano, Kiba intratteneva Hinata intavolando chissà quale
discussione, mentre Shino al loro fianco si limitava a rigirare il
bicchiere tra le mani, all’apparenza disinteressato a tutto
ciò che gli accadeva intorno. Sakura osservò per qualche
secondo la Hyuuga sorridere all’Inuzuka, sovrappensiero. Sembrava
davvero che si stessero divertendo tutti. Tutti tranne lei.
Sospirò, socchiudendo le palpebre e passandosi stancamente una mano tra i capelli.
Era sempre così, ormai.
Riaprì gli occhi che minacciavano già di riempirsi di lacrime. Prese un bel respiro e si impose di calmarsi.
Doveva solo provarci, poteva tranquillamente divertirsi anche lei.
Bastava solo un po’ di buona volontà, che diamine!
Si voltò nuovamente verso Ino, intenzionata a richiamare la sua
attenzione quella volta, ma la Yamanaka era impegnata in un violento
scontro di labbra con l’artista e dubitava ne sarebbe riemersa
tanto presto.
Accidenti.
Rimase a guardarsi intorno senza sapere cosa fare. Nessuno si voltava
dalla sua parte. Nessuno tentava di rivolgerle la parola. Nessuno
sembrava essersi accorto della sua presenza, a dirla tutta.
Da quando era diventata invisibile?
Si alzò seccata, voltandosi nuovamente verso Ino.
«Io me ne vado» disse a voce alta e chiara. Nemmeno questo
bastò però a distogliere la bionda dalla sua occupazione.
Nessuno si accorse che Sakura usciva dal locale.
Nell’esatto istante in cui mise piede oltre la soglia fu
investita da raffiche di vento gelido che la fecero rabbrividire.
Faceva maledettamente freddo, quella sera. La kunoichi si strinse
addosso sciarpa e cappotto nel tentativo di scaldarsi, inutilmente. Le
strade di Konoha erano deserte, naturalmente. Chi mai avrebbe trascorso
la vigilia di Natale passeggiando per le vie del villaggio?
Nessuno. Tranne lei.
Non aveva alcuna voglia di tornare a casa. Non aveva alcuna voglia di
aver gente intorno. Le sue gambe si muovevano in modo del tutto
autonomo, senza che lei prestasse alcuna attenzione alla direzione
presa. Non le importava. Proseguiva senza guardarsi intorno, senza
accorgersi di nulla di ciò che la circondava, senza
preoccuparsene.
Tutto ciò che avvertiva era ancora e sempre quel fastidioso senso di oppressione.
Portò una mano all’altezza del cuore, artigliando la stoffa dei suoi abiti come se volesse strapparselo dal petto.
Serrò le palpebre mordendosi il labbro inferiore tanto forte da farlo quasi sanguinare.
Era sempre così, maledizione!
«Ci rivedremo presto, Sakura-chan!»
Ancora quelle parole! Ancora quelle maledette parole!
Perché, perché continuavano sempre a perseguitarla?
Ed era allora che il ricordo di quel giorno tornava prepotente alla memoria.
Aveva annuito e sorriso. Non aveva dubitato nemmeno per un istante, perché Naruto manteneva sempre le sue promesse.
E lui si era voltato, sorridendo come sempre, sventolando la mano per aria in un gesto di saluto.
L’aveva guardato andar via, serena, continuando ad osservarlo finché non era sparito alla vista.
La prima lacrima le solcò lenta una guancia e non fece nulla per fermarla.
Perché, Naruto?
Non aveva mai perso la speranza, aveva continuato ad aspettarlo,
fiduciosa persino quando Tsunade-hime si era data per vinta.
Perché Naruto aveva promesso.
Quando la squadra mandata a cercarlo era tornata a mani vuote aveva
liquidato la faccenda con un’alzata di spalle. Non significava
nulla.
Naruto aveva promesso.
Stupida, stupida Sakura.
Quando riconobbe il luogo in cui i suoi passi l’avevano condotta non se ne stupì.
Volse per un istante lo sguardo al cielo, cupo, spento, esattamente come il suo animo.
Il vento frustava il suo viso implacabile, ma lei era insensibile al
freddo. Con un fruscio, si inginocchiò sull’erba umida e
sfiorò delicatamente la pietra fredda con le dita.
«Ciao, Naruto»
«Tsunade-hime, che succede?»
«Hanno trovato Naruto»
«Davvero? Sta bene? Dov’è? È a Konoha?»
«Sakura…»
« Mi dica dov’è, la prego!»
«Sakura, ascolta…»
«Cosa… cosa succede? Perché sta piangendo? Che sta succedendo?»
«Naruto… è morto, Sakura…»
Le lacrime si riversavano libere sul suo viso.
Fece correre le dita lungo la lapide, soffermandosi su ogni carattere del suo nome.
«È la vigilia di Natale, sai? Non avevo voglia di
festeggiare con gli altri. C’era troppa confusione. Ho preferito
venire a trovarti»
Quel silenzio faceva così male da farle desiderare la morte. Ancora.
«Ino ha baciato Sai, ti rendi conto?»
Chiacchiere futili solo per non affrontare il dolore. Ma era inutile,
perché il cuore sanguinava e le lacrime scorrevano e le dita
continuavano ad artigliare il petto.
«Naruto…»
E non riusciva più a contenere quell’assurda sofferenza.
Non voleva piangere, non voleva! Voleva essere forte. Era questo che
lui avrebbe voluto. Era così che lei avrebbe voluto essere.
«Mi manchi così tanto…»
Il suo sussurro si perse nel vento.
Tremava, ma non per il freddo.
Si sedette poggiando le spalle alla lapide e adagiando il capo contro
la pietra dura, di nuovo, perché in quel modo le sembrava quasi
di poterlo sfiorare.
«Non sai cosa darei per averti qui»
Stringeva ancora la mano al petto.
E l’urlo straziante di dolore moriva in gola, ancora, sempre.
Faceva male, faceva ancora troppo male. Non riusciva a dimenticare, non poteva. Perché Naruto era tutto per lei.
Era la luce che rischiarava le sue giornate.
Naruto era l’aria che respirava.
Serrò le palpebre, stringendo i pugni tanto forte da conficcarsi
le unghia nei palmi, incurante del dolore, di quello fisico almeno. Si
sentiva soffocare.
Quando riaprì gli occhi lui era lì, seduto vicino a lei.
Non ne fu sorpresa, solo immensamente felice.
Rimase a guardarlo a lungo, godendo della sua presenza, studiandolo in
ogni più piccolo dettaglio, scoprendo che era esattamente come
lo ricordava. Gli stessi occhi azzurri, grandi, sinceri, buoni. Lo
stesso sguardo amorevole che aveva sempre riservato soltanto a lei, lo
stesso sorriso dolce che mostrava solo in sua presenza.
«Non devi piangere, Sakura-chan»
La sua voce… quanto le mancava la sua voce?
«Lo so, ma non ci riesco»
«Ma devi provarci. Devi continuare a vivere»
Distolse lo sguardo, sorrise. Un sorriso amaro, il suo.
«Lo sai che non posso»
Ed era la verità. Semplicemente, non era nulla senza di lui.
«Devi farlo per me»
Scosse la testa.
No. Non poteva chiederglielo.
Era troppo.
«Sakura-chan, per favore»
Si costrinse a guardarlo dritto negli occhi.
Non poteva sopportare quella nota di supplica nella sua voce.
Non riusciva a sostenere quello sguardo implorante.
«Mi chiedi l’impossibile»
«No, tu puoi farlo»
«Come? Come posso continuare a vivere se tu non ci sei più?»
Naruto sorrise.
E il suo sorriso riusciva sempre a scaldarle il cuore, in qualche modo.
«Ma io ci sono. Sono sempre vicino a te. Non ti abbandonerei mai»
«L’hai fatto, invece»
«No, non l’ho fatto. Veglio sempre su di te»
Ed era la verità, non poteva dubitare di quegli occhi. Non aveva mai potuto.
Gli si avvicinò, lenta, tendendo le dita verso le sue labbra. Tremavano.
«Vorrei solo poterti sfiorare»
Lo vide chiudere gli occhi e sospirare piano.
«Anch’io»
«Mi manchi, mi manchi in ogni attimo»
Aveva bisogno di dirglielo. Voleva che lo sapesse, che capisse fino a che punto la sua assenza le facesse male.
«Mi manchi anche tu, Sakura, non immagini quanto»
Il suo nome su quelle labbra suonava così bene…
Continuò ad osservarlo a lungo, per minuti, o forse ore intere.
Non si curava affatto del tempo. Che importanza poteva avere il
trascorrere dei giorni se lui era lì, accanto a lei?
«Ci rivedremo?»
Doveva saperlo. Anche se la risposta faceva paura.
Naruto le si avvicinò lentamente, fermandosi ad un soffio dalle sue labbra.
Quanto avrebbe voluto toccarlo, baciarlo, per una volta…
«Ricordi? Te l’ho promesso»
Sakura sorrise tra le lacrime.
Era vero, aveva promesso.
E Naruto manteneva sempre le sue promesse.
Uhm… uhm…
Allora, ieri notte mi son messa davanti al pc e mi son detta: su, su! Scriviamo una bella NaruSaku carina, allegra e romantica!
Così le mie dita hanno
iniziato a ticchettare sulla tastiera per conto loro, come sempre. Dopo
un’ora il risultato finale era questo.
Che fine ha fatto la bella shot carina, allegra e romantica, mi
chiederete voi? Credetemi, non lo so. Sarà stata l’ora
tarda o semplicemente la mia mente deviata, ma questo è stato il
risultato. Probabilmente non uno dei miei lavori migliori, ma che
importa?
In ogni caso, se siete arrivati a
questo punto senza tagliarvi le vene, complimenti! E se avete persino
la forza di lasciare un commento avete tutta la mia stima e ammirazione.
Ci vediamo presto, sicuramente con qualcosa di più allegro!
Lavs
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