Pomeriggio di studi.

di sacca
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POMERIGGIO DI STUDI.

 

Isabella Marie Swan era così bella quel giorno che Jacob Black stentava ancora a credere a quanto fosse fortunato. Erano a casa sua, seduti al piccolo tavolino in cucina, e stavano studiavano. O meglio, lei studiava, lui ci provava, più o meno.

- Coraggio Jake! - lo sgridò di nuovo lei – concentrati! Qual è la risposta?

Jake non riusciva a stare attento, non gli interessava neanche a dire la verità: per lui il tempo che passavano insieme era sempre così ridotto che preferiva utilizzarlo per imprimersi ogni dettaglio di lei in testa. La lunga chioma ebano che quel giorno le ricadeva in onde morbide sulle spalle, gli occhioni di cioccolata che lo guardavano quasi arrabbiati in quel momento, la fronte attraversata da rughette di frustrazione, il piccolo nasino che avrebbe voluto baciare, le guance che si coloravano di un incantevole rosso mentre lui l'osservava e le dolci labbra di ciliegia che lo sgridavano. Per oggi gli sarebbe bastato questo, forse.
E poi lei si era sicuramente accorta che la stava fissando, spesso, più del solito comunque. Non che se ne vergognasse, semplicemente non voleva approfittare troppo della pazienza della ragazza.
Decise, quindi, di tentare di rispondere alle domande del compito rimandando, purtroppo, lo scanner che avrebbe voluto fare anche al suo meraviglioso corpo.

- Ehm... 1912?

Lui ci provava, davvero, ma quella giovane visione che lo fissava era una distrazione troppo forte. Era così bella, così dolce e avendola così vicina riusciva a sentirle l'odore di fragola che, ovviamente, lo stava facendo impazzire.
Si diede uno schiaffo mentalmente cercando di riprendersi. Da dove venivano quei pensieri da ragazzina innamorata? Doveva cercare seriamente di nasconderli o alla prossima ronda Embry e Quil lo avrebbero preso ancora in giro e, sinceramente, l'ultima volta gli era bastata. Certo, avrebbe potuto dare loro un ordire “Alpha”, come li chiamava Bella, ma non voleva essere quel tipo di capo. A dirla tutta, non voleva essere nessun tipo di capo. Inoltre, loro erano sempre stati i suoi migliori amici e sarebbe stato un insulto a quella amicizia storica imporre loro un ordine del genere. Odiava essere preso in giro ma sapeva che era nella normalità delle cose, si sarebbe preso in giro da solo certe volte! Per quanto si sforzasse, comunque, non riusciva a tenere a freno la lunga fila di pensieri sdolcinati che la ragazza che amava da sempre gli procurava.

- No Jake! 1915!! Quante volte te l'ho spiegato?

Bella si stava proprio arrabbiando! Erano stati tutto il pomeriggio a studiare ma lei era sicura che il giovane non avesse ascoltato neanche metà delle sue parole. Era troppo impegnata a fissarla, oh se n'era accorta! Solo un cieco non si sarebbe reso conto degli sguardi che lui continuava a lanciarle. Ogni volta che alzava gli occhi lo trovava lì a guardarla con un sorriso furbo sul volto bellissimo e, come al solito, non riusciva a impedire alle sue guance di diventare bordò. Non che le dispiacesse essere guardata da lui, però...
Sbuffò e con un tonfo chiuse il libro, tanto era inutile continuare! Decise di giocare un po' con lui fingendosi più offesa di quanto in realtà non fosse così, lanciandogli uno sguardo truce, si alzò per andarsene. Era sicura che lui l'avrebbe fermata e, infatti, non riuscì nemmeno a fare 5 passi.

- Bells – le disse lui, stringendola – mi dispiace dai!

Bella adorava essere fra le sue braccia, la facevano sentire al sicuro. Ovunque ci fosse il suo Jake c'era calore ma lì, quando era stretta al suo petto, le sembrava che il calore di lui fosse in tutte le cose, che non scaldasse solo lei ma tutto il mondo, migliorandolo. Si sentiva a casa.
Si girò verso di lui e sorrise, incapace di tenergli il muso troppo a lungo. Si alzò in punta di piedi e gli baciò la mascella, il punto più alto di quel corpo statuario che riuscisse a raggiungere, poi portò il suo naso sul collo di lui muovendolo su e giù, respirando forte il suo odore. Sapeva di boschi, di legni e di muschio, era un odore dolce che le piaceva, era lo stesso odore che da tempo si era fissato sulle sue magliette, nella sua macchina e nella sua camera. Sorrise, felice. Avrebbe volentieri annusato soltanto quel profumo per il resto della sua vita. Si rese conto, sempre più contenta, che molto probabilmente le cose sarebbero andate proprio così.
Jake abbasso il viso all'altezza di quello di lei per baciarla e la ragazza non poté che essergliene grata. Le loro labbra si unirono in una danza sensuale e, quando lo stesso brivido percorse le loro schiene, furono entrambi concordi sul fatto che il pomeriggio di studi fosse finito.

 





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