Mary's Story
Capitolo 1
Scuola.
Per alcuni è il tempio del Sapere.
Per altri
è un luogo d’atroce sofferenza e di tortura.
Per altri ancora è solamente un
luogo come un altro in cui passare il tempo.
Tra questi “altri ancora”, si
può distinguere un’alta figura slanciata dagl’occhi smeraldo e i capelli rosso
fuoco.
Quell’edificio per costui non aveva alcuna importanza, semplicemente,
riteneva di non aver altre occupazioni da adempire, per questo ci andava.
E
quel primo giorno di scuola del suo quarto anno doveva essere, come tutti gli
altri anni, noioso, con le solite regole e le solite
persone.
Doveva…
Perché si sa, le cose non vanno mai
come si progetta.
Stranamente, quella mattina si era alzato presto; di solito
si svegliava all’ultimo momento, con suo padre che gli strepitava contro di
tutto e di più, per il suo totale disinteressamento alla vita scolastica e
lavorativa.
Axel approfittò di quel colpo di fortuna: quel mattino non aveva
voglia di sorbirsi la solita ramanzina.
Indossò un paio di jeans scuri, una
maglietta nera, prese lo zaino ed uscì di casa, diretto al bar vicino
scuola.
La scuola, quell’anno, iniziava il 10 settembre e fortunatamente la
temperatura era ancora piacevole, non come l’anno prima. Se lo ricordava bene,
pioveva a dirotto e lui odiava la pioggia.
Con il motorino non ci mise molto
ad arrivare al bar, dove ordinò un cappuccino e una brioche alla crema. Si
accomodò tranquillamente sul tavolino del bar semivuoto e guardò l’orologio
bianco e nero del locale segnare le 7:45, pur essendo il primo giorno di scuola
doveva comunque entrare alle 8:15, quindi poteva fare colazione con calma.
Il
ragazzo stava finendo di bere il suo cappuccino, quando un altro ragazzo entrò
nel locale.
- Sora! - salutò Axel.
Il ragazzo, il cui
nome era “Sora”, non era molto alto, aveva capelli castani e occhi azzurri.
Frequentava il secondo anno al Chain of Memories, lo stesso
liceo di Axel, nonché il suo migliore amico.
- Axel? Cosa ci fa qui? Di
solito arrivi all’ultimo minuto…
- Lo so, ma oggi mi sono svegliato prima e
non mi andava di sentire le lamentele del vecchio.
Sora sorrise.
Axel
spesso si lamentava del padre, da, quando era morta la madre continuava a fargli
pesare tutto, ogni singola azione, ogni singolo voto.
Era quello il
principale motivo del comportamento svogliato di Axel: era solo stanco di
impegnarsi per “nulla”.
- Capisco… Axel… Quest’anno… cercherai di impegnarti
di più? Cioè non arrivare ancora all’ultimo minuto a studiare per salvarti
l’anno.
- Sora… E dai… Bisogna godersi la vita… - sospirò il rosso finendo il
suo cappuccino per poi alzarsi - Andiamo… Oppure faremo tardi.
I due ragazzi
alle 8:00 si diressero verso l’istituto lì vicino. Un discreto gruppo di ragazzi
e ragazze era già entrato dentro.
Axel e Sora si salutarono e si diressero
verso le rispettive aule[quella del rosso era situata al terzo piano e quella
del moretto era al piano primo piano- in quella scuola c’erano tre piani N.D.
Isuzu].
Sora arrivò in classe lentamente pregando ogni divinità, persino
quelle a lui sconosciute, principalmente sperava che quell’anno Axel si calmasse
e si decidesse ad impegnarsi seriamente in qualcosa. Non era un cattivo ragazzo,
era come un fuoco che avvampava alto e luminoso, ma che si stava spegnendo, non
trovando più nulla di interessante.
Entrò in classe e tirò un sospiro di
sollievo. L’altro motivo per cui era agitato in quel momento non era presente in
classe.
Il suo nome? Kairi.
Una ragazzina tutta briosa
che ti salta addosso quando meno te l’aspetti e che continuava a regalargli
bizzarri portachiavi, blaterando qualcosa su uno strano legame.
Non aveva
ancora capito che lui aveva altre tendenze, cavolo… Dopo otto anni che erano
amici doveva essersene accorta, o no?
- Sora!
Quella voce apparteneva
ad un affascinante ragazzo dai capelli argentei e dagli occhi azzurri.
Si
erano conosciuti il primo giorno di scuola e avevano subito molto legato per
qualche ragione ignota anche a loro ed erano passati quasi subito da parole di
convenienza a discorsi molto intimi.
Lui poteva sembrare il classico ragazzo
che “se la tira”, ma in realtà, era molto simpatico anche se a volte scontroso.
O almeno così appariva a Sora.
Il suo nome era Riku.
Era seduto in seconda
fila vicino al muro e sventolava la mano in segno di saluto.
- Sora! Ciao!
Come hai passato le vacanze estive?
- Bene… Ma non riuscivo a contattarti…
Come mai?
Subito dritto al punto. Sora era così, odiava
non essere diretto, e così, invece di girarci intorno, preferì chiedergli per
quale diavolo di motivo non si era fatto trovare. Eppure era stato proprio Riku
a dirgli di chiamarlo...
- Ecco… Vedi…- mormorò Riku.
Ora cosa mi
invento ? Se gli dicessi la verità…Non so come reagirebbe…Una scusa… Ci vuole
una scusa…
- Allora?
- Ecco… Sono stato molto impegnato, tra i
compiti e le vacanze… Tra gli amici e anche i miei parenti… Sono soffocanti… -
si stava inventando tutto, ma fortunatamente non dava molto a vedere la bugia,
ma un minimo di verità doveva esserci, qualcuno che poteva, in parte, confermare
la sua tesi, fu così che gli venne in mente quella
persona.
- E poi… Non mi aspettavo di rincontrarlo dopo tutto
questo tempo… Ci ho messo un po’ a riconoscerlo… Ho passato molto tempo con
lui.
- Riku… Di chi stai parlando? - chiese Sora, quasi infastidito di
sentirlo parlare con quell’'espressione di qualcuno. Di
qualcun’altro.
Il ragazzo, però, sembrava non ascoltarlo, si era
perso nelle sue riflessioni.
- Cavoli… E’ cambiato parecchio…
- Ma chi?
Riku… Allora me lo vuoi dire?
Riku sentendo la voce di Sora più spazientita
che mai lo guardò e sorrise.
- Ti farà piacere rivederlo dopo tanto
tempo.
Axel entrò in classe, erano già quasi tutti arrivati.
C’era la
spilungona con quella sua strana treccia bionda, la ragazza dai capelli neri con
la passione per i ninja, il castano con la passione per i motori, e molti altri,
ma la sua attenzione fu attirata da un ragazzo biondo che non aveva mai visto.
Era alto e magro. Aveva i capelli biondi acconciati in una cresta
stravagante. Era seduto all’ultimo banco vicino alla finestra e il posto accanto
a lui era vuoto. Teneva le gambe distese sul banco, gli occhi chiusi e le
cuffiette dell’I-Pod nelle orecchie.
Senza rendersene conto, Axel gli si
avvicinò sempre più e si fermò dietro di lui.
Intanto Yuffie, la ragazza
ninja, e Jessica stavano parlando del nuovo ragazzo.
- Ha visto? Non è niente
male! - esclamò Jessy.
- Niente male? Dico ma hai visto che….[inserite qui la
parola che ritenete opportuna]
- Già…Hai ragione!
Detto questo si misero a
ridere con una mano d’avanti alla bocca.
Intanto Axel era rimasto a
fissare il ragazzo.
- Ehi, Axel! Mi raccomando diventa suo amico e poi
presentamelo! - esclamò Jessica, sicura che il ragazzo non l’avrebbe sentita per
via della musica.
- Jessica…Guarda che…- iniziò col dire Tidus.
- Axel? -
esclamò una voce a loro sconosciuta.
Era stato quel ragazzo biondo a parlare.
Si era alzato, dopo essersi tolto le cuffie, e si era messo di fronte ad
Axel.
- Axel… Non ci posso credere! E’ da un secolo che non ci si vede!
-
Eh? - fece il ragazzo arrossendo un poco davanti al suo comportamento così
inaspettatamente confidenziale, così caloroso, così familiare… Il modo di
muoversi, di parlare, di respirare... E quegli occhi... Di un colore tra il
verde e azzurro… Quelle gemme d’'acquamarina...
Potevano
appartenere solo ad una persona.
A quella unica persona che già un tempo gli
aveva scombussolato la vita.
Axel spalancò gli occhi ed aprì la
bocca.
Solo una parola, un nome, quel nome, uscì dalle sue
labbra.
- Demyx?
Angolino di Isuzu
Ecco a voi la mia primissima fanfiction.
Diciamo che sono stata convinta da Sorina a pubblicarla e ovviamente la ringrazio di cuore per avermi sopportato e aiutato.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Al prossimo capitolo.
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