E
va bene non sei bella. E allora?
Mi
piaci cosi' come sei.
(Tobias-
Divergent)
Capitolo
primo.
136...138...140...142!
Eccolo finalmente! Non riesco a credere di essere finalmente
arrivata! Questo Distretto cosi' piccolo sembra essere gigante quando
non lo si conosce.
Non
sono mai venuta nel Distretto 12. Ho scelto questo distretto perche'
e' molto lontano e relativamente tranquillo. Sono abbastanza sicura
che nessun giornalista verra' a curiosare in giro, nessuno mi conosce
e c'e' una forte probabilita'( se non una assoluta certezza) di
incontrare Katniss Everdeen e Peeta Mellark.
Sono
passati gia' due anni dalla fine della guerra e so che i due si sono
messi insieme(veramente questa volta) ma sarebbe molto indelicato da
parte mia bussare alla loro porta solo per farmi fare un autografo.
Mi prenderebbero per pazza e darei solo fastidio. Intanto sara'
meglio che mi dia da fare a trasportare tutti gli scatoli( circa
tre). Ho scelto una piccola casa del Giacimento. Nessuno verra' a
darmi fastidio qui.
Inizio
a portare gli scatoloni dentro l'appartamento che non degno neanche
di un'occhiata.
Impiego
mezz'ora per portare tutto dentro e sono decisamente esausta. Pur
avendo poche cose il mio fisico e' talmente fragile da non riuscire a
sostenere il loro peso. Da quanto tempo non mangio? Mi guardo
intorno. La casa ha una cucina molto piccola, una stanza da letto e
un bagno con una vasca. E' molto piu' piccola della casa del
Distretto 12 dove ho vissuto per due mesi ma me la faro' andare
bene.
Mi
concedo un piccolo sorriso compiaciuto prima di iniziare a svuotare
gli scatoli.
-Posso
aiutarti?- chiede qualcuno.
Mi
volto per vedere di chi sia la voce. Davanti a me c'e' una bellissima
ragazza con una lunga treccia che le scende su una spalla.
-Oh,
si grazie. Non riesco a trovare il panificio. Ho bisogno di prendere
qualcosa da mangiare ma non ho la piu' pallida idea di dove si
trovi.- rispondo sollevata. Sto girando in tondo da un bel po' senza
riuscire a capire la direzione da intraprendere. L'orientamento non
e' il mio forte.
-Vieni,
ti faccio strada. Ti sei appena trasferita?- chiede.
-Oh
si! Scusa, non mi sono neanche presentata. Mi chiamo Demetra- mi
presento alla ragazza che mi supera abbondantemente in altezza.
-Piacere
Demetra. Io sono Katniss- si presenta a sua volta.
-Katniss?-
chiedo incapace di contenermi.
Lei
sorride appena.
-Si,
Katniss Everdeen-
-Wow...
cioe' scusa! Non voglio assolutamente sembra poco gentile o cose del
genere ma wow! Sono davvero entusiasta! Tu sei il mio mito!-
Questa
si mette a ridere.
-Oh,
beh grazie. Vieni stavo giusto andando nel panificio di Peeta-
Ho
appena incontrato Katniss Everdeen e tra una manciata di minuti Peeta
Mellark! Vorrei poter urlare dalla gioia. Sono arrivata al Distretto
solo da poche ore e ho gia' l'occasione di conoscere entrambi.
Arriviamo
al panificio ed entriamo subito. Dentro c'e' il famoso ragazzo biondo
con lo stesso sorriso dolce che avevo notato nelle interviste e nelle
arene.
-
Ciao Peeta! Lei e' Demetra-
-Katniss!
Piacere Demetra- mi saluta allegramente.
-P-P-Piacere
mio- deglutisco- wow...- riesco solo a dire.
Peeta
ride come ha fatto poco fa Katniss. Mi rendo conto che sto facendo
una pessima figura e arrossisco immediatamente.
Dannazione
Dem! Riprenditi!
-Okay,
credo di aver appena detto la cosa piu' sbagliata. Quindi
ricominciamo. Sono molto onorata di fare la vostra conoscenza-
Chissa'
se mia madre sarebbe orgogliosa dei progressi che ho fatto in fatto
di presentazioni eleganti.
-Il
piacere e' tutto nostro. Ti sei appena trasferita?- chiede
gentilmente Peeta. Katniss si e' semplicemente seduta vicino a lui e
adesso si limita ad osservarmi.
-Si,
esatto. Se non fosse stato per Katniss non sarei mai riuscita a
trovare questo panificio e dire che vengo da un distretto molto piu'
grande!- mi lascio sfuggire.
-Da
quale distretto vieni?- chiede innocentemente Katniss continuando a
scrutarmi.
-Da
uno molto lontano da qua. Come mai vuoi saperlo?- Mi sforzo di tenere
a bada il nervosismo ma questa domanda ha risvegliato in me la paura.
-Hai
un viso famigliare anche se non riesco a capire dove ti ho vista.-
spiega.
-Mmm..non
so. Questa e' sicuramente la prima volta che ti incontro.
Probabilmente ti starai confondendo- replico candidamente.
-Si,
esatto. Scusa ma ogni tanto faccio un po' di confusione- mormora
imbarazzata.
-Tranquilla.
Comunque, potrei avere mezzo chilo di panini al burro?- chiedo
rivolgendomi direttamente a Peeta che per tutta la durata dello
scambio di battute con Katnis e' rimasto in disparte.
Sorride
leggermente annuendo e preparandomi il pane che ho appena ordinato.
-Quanto
viene?-
Lui
fa un cenno con la mano:- Per questa volta niente. Sei appena
arrivata nel distretto, consideralo un regalo-
E'
tanto tempo che qualcuno non fa qualcosa di carino per me e mi sento
stranamente commossa.
-Grazie
mille..davvero-
-Figurati.
Saluta la tua famiglia, spero di vederli in giro- dice.
Il
sorriso mi muore sulle labbra e devono essersi accorto del
cambiamento perche' Katniss mi chiede molto delicatamente:- Qualcosa
non va?-
Stringo
i denti come mi ha insegnato mia madre.
-Non
c'e' nessuna famiglia. Sono solo io-
La
loro espressione cambia.
-Mi
dispiace..-sussurra Katniss.
-Tranquilli,
non fa niente. Grazie ancora per il pane e grazie a te, Katniss, per
avermi accompagnata. Arrivederci- e infilo la porta.
E'
stata piu' dura di quanto pensassi.
Arrivata
a casa poso il pane sul tavolo ed entro nel bagno. Ho appeso su una
parete uno specchio. Guardo il mio riflesso cercando di scrutarmi con
occhio critico.
Ho
tenuto i capelli raccolti, ho indossato le lenti marroni per
confondere il colore dei miei occhi e mi sono anche truccata! Non
puo' avermi riconosciuta.
Forse
avrei dovuto tingere i capelli o tagliarli...
Dovevo
stare piu' attenta, dannazione!
Per
fortuna la mia corporatura e' molto diversa dalla sua. Sono
decisamente piu' magra.
Ho
ancora un po' di tempo da passare con loro senza che sospettino
niente. So gia' che non posso aspettare troppo tempo e prima dico la
verita', prima riusciro' a lasciarmi tutto alle spalle.
Spengo
la luce del bagno e chiudo la porta dietro di me.
Alle
otto del mattino sento qualcuno bussare insistentemente alla porta.
Per favore ho l'abitudine di svegliarmi presto. Sbircio dalla tenda
per vedere chi sia e scorgo la figura slanciata di Katniss. Afferro
un elastico per legarmi i capelli e apro la porta.
-Ciao
Katniss!- la saluta.
-Ciao
Demetra. Ti disturbo?- chiede.
-Oh
no, assolutamente. Entra- e mi sposto per lasciarla entrare.
Ieri
pomeriggio sono riuscita a dare un'aria piu' confortevole a questa
casa abbandonata.
-E'
molto carina!- esclama Katniss.
-Grazie
mille. Non e' del tutto rifinita ma credo che sia abbastanza
accogliente- replico.
-Ma
non credo che tu sia venuta per vedere casa mia. Posso fare qualcosa
per te?-
-Ehm..sono
venuta qui per scusarmi per ieri. Non avevo intenzione di metterti a
disagio-dice arrivando in fretta al punto.
-Oh
no! Non mi avete messo assolutamente a disagio. E' che mi hai preso
un po' alla sprovvista. Tutto qua-
Katniss
arrossisce un po'.
-In
effetti non sono venuta qui solo per questo. So benissimo come ci si
sente essere in un posto sconosciuto, da sola. Io e Peeta avevamo
pensato di aiutarti. Fa sempre comodo avere degli amici e potremmo
aiutarti ad ambientarti al 12. Insomma..se ti va..se ne hai
bisogno..- continua molto imbarazzata.
Rimango
molto stupita dalla sua richiesta.
-Io..non
so cosa dire. Ti ringrazio dal profondo del cuore. Sei stata la mia
eroina per tutto il tempo degli Hunger Games e ho sempre pensato che
fossi una persona molto buona ma non pensavo cosi' tanto. Grazie-
Lei
arrossisce ancora di piu'
-
Ehm, grazie. Ti va di venire a pranzo da me oggi? Saremo solo io,
Peeta ed Haymitch. Tranquilla, e' molto simpatico anche se puo'
sembrare un vecchio ubriacone-
La
sua ultima frase mi fa ridere. Da quanto tempo non rido?
-Accetto
volentieri anche perche' non ho molto da mangiare- e faccio un gesto
con la mano indicando la dispensa vuota.
-Si,
mi sono accorta che non devi mangiare da molto- dice accennando alle
ossa sporgenti del mio corpo -E so cosa vuol dire non mangiare. Sono
cresciuta al 12! Ci vediamo all'una, va bene?-
-Va
benissimo-
Mi
saluta velocemente e lasciala casa.
Quando
arrivo a casa Everdeen-Mellark l'unica cosa che vorrei fare e'
tornare indietro. Sto quasi per farlo quando vedo Peeta arrivare. Mi
saluta con un cenno della mano.
-Ciao
Demetra. E' bello averti a pranzo. Dai entriamo, Katniss dovrebbe
essere riuscita a preparare il pranzo senza mandare a fuoco la
cucina- dice ridendo.
Cerco
di imitarlo ma il nodo all'altezza dello stomaco me lo impedisce.
Apre
la porta e la lascia aperta in modo tale che io possa entrare. E'
molto piu' grande, bella e nuova rispetto alla mia e appena entrata
vengo investita dall'odore di famiglia. Nonostante vi abitino solo
due persone, queste mure sono impregnate del loro amore.
In
cucina scorgo Peeta posare un tenero bacio sulle labbra di Katniss.
Arrossisco in fretta.
Ricordi
come ti sentivi quando poggiava le sue labbra sulle tue? Ricordi
com'erano i baci fatti di passione, amore, mistero e paura? Ricordi
com'era dover tornare subito a casa con il suo sapore in bocca?
-Beh
piccioncini? Avete intenzione di mangiare o di stare tutto il tempo a
sbaciucchiarvi?- sbraita la voce di Haymitch che e' comparso
magicamente dietro di me.
-Vedo
che sei riuscita a cucinare senza provocare un incendio, dolcezza-
continua.
Ha
un'aria molto arcigna e si volta a guardarmi come se fosse
un'intrusa. Beh, effettivamente lo sono.
-E
tu chi sei?-
-Sono
Demetra. Mi sono appena trasferita al Distretto 12 e Katniss mi ha
invitata a pranzo- dico prontamente, ripetendo tutto come una
macchinetta.
Il
loro mentore si limita ad annuire e trascinarsi in sala da pranzo
dove afferra subito la bottiglia di vino.
-Haymitch!
Non iniziare bere!- gli urla contro Katniss mentre mi passa accanto-
Andiamo, dai- dice in un tono diverso.
Mi
accomodo vicino Haymitch e nonostante i dubbi che nutrissi, il pranzo
procede senza problemi e mi ritrovo anche a sorridere ogni tanto e
ridacchiare. Haymitch e Katniss litigano in continuazione e Peeta
scuote la testa e mi guarda come per dire che ha perso ogni speranza
con quei due. Ho notato pero' che Haymitch mi ha fissato per tutto la
durata del pranzo. Spero che sia troppo ubriaco per iniziare a
nutrire dei dubbi anche lui.
Finito
il pranzo aiuto Peeta a sparecchiare mentre gli altri due si
accomodano nel salotto. Mi offro di lavare i piatti come
ringraziamento e dopo aver insisto parecchio, Peeta acconsente. Mi
lascia in cucina e va dagli altri. Sento le loro risate e le frasi
borbottate di Haymitch.
Finisco
di lavare abbastanza in fretta e mi sposto anch'io nel salotto. Li
vedo tutti e tre seduti vicini come una vera famiglia. Katniss e
Peeta si tengono per mano e lei ha appoggiato la testa sulla sua
spalla mentre il loro mentore li guarda con un'espressione mista al
disgusto e all'affetto.
-E'
stato difficile rimettersi in piedi e continuare a vivere?- chiedo
senza pensare. Si girano tutti nella mia direzione. Quando mi rendo
conto quello che ho detto e provo a scusarmi, Katniss mi risponde.
-In
effetti si. All'inizio c'ero solo io. Mia sorella non c'era piu', mia
madre ha lasciato il 12 perche' il dolore l'avrebbe uccisa e Peeta
era a Capitol City per essere curato. E' stato un momento molto
brutto. Ero sempre sola e non avevo piu' una ragione per vivere ma
poi Peeta e' tornato- e si gira a guardarlo con tenerezza- e abbiamo
ripreso in mano le nostre vite. Insieme-
-Abbiamo
guarito l'uno le ferite dell'altro- conclude Peeta con un sorriso. Si
scambiano un bacio a fior di labbra che mi provoca una dolorosa fitta
al cuore.
Haymitch
si gira verso di me, dopo aver finto di vomitare guardando i due
ragazzi baciarsi.
-E
tu? Quanti anni hai, da dove vieni?-
-Beh,
ho sedici anni anche se non sembra- rido, accennando alla mia
struttura fisica e alla mia altezza- Vengo da un Distretto abbastanza
lontano da qui- non aggiungo altro perche' non ho intenzione di dire
da quale distretto provengo.
-Come
mai sei venuta nel 12? Insomma, anche ora non offre molto- continua a
chiedere.
Katniss
gli lancia un'occhiataccia e gli fa cenno di smetterla.
-E'
abbastanza lontano da casa mia e io dovevo andarmene per forza-
-Davvero?-
Annuisco.
-Gli
Hunger Games non esistono piu'. Cosa ti ha portato a scappare lo
stesso?
Katniss
arrossisce di rabbia.
-Smettila
Haymitch! La metti a disagio- lo sgrida.
-Volevo
solo capire- si giustifica e si volta per fissarmi.
Ho
paura che abbia capito e qualcosa nella sua strana occhiata mi fa
raggelare il sangue.
Lui
sa.
-Tranquilla
Katniss. E' comprensibile voler capire. I miei genitori non sono
morti come probabilmente avrete capito- dico in direzione dei due
ragazzi- ma mi hanno buttato fuori di casa.
Piomba
un silenzio imbarazzante nella stanza.
-I
tuoi genitori..ti hanno buttato fuori di casa?- chiede con un
bisbiglio Peeta. Sento tutti gli occhi puntati su di me.
-Si.
E' una cosa molto comune nel..nel mio Distretto. Quando un figlio non
si comporta come i genitori si aspettano viene buttato fuori di casa
dopo i sedici anni. Da quel momento in poi dovra' cavarsela da solo.
Prima la sua unica possiblita' era offrirsi volontario agli Hunger
Games e cercare di vincere ma adesso..- e lascio la frase in sospeso.
Capisco
che sono tutti molto scioccati. I genitori di Peeta sono morti, non
erano molto affezionati ma non l'hanno lasciato lo stesso e il padre
e la sorella di Katniss sono morti nonostante amassero molto la sua
famiglia. Sono comunque stati presenti nelle loro vite. Non possono
capire queste cose.
-Ecco
perche' ho preso un appartamento qui. I costi sono bassi rispetto
agli altri distretti- aggiungo.
-Non
hai fratelli o sorelle? Qualcuno che ti possa aiutare?- insiste
Haymitch.
-Avevo
un fratello ma e' morto diversi anni fa- rispondo semplicemente.
Restiamo
in silenzio per un po'.
-Credo
di aver disturbato abbastanza, sara' meglio che io vada. E' stato un
piacere passare un po' di tempo con voi. Spero di rivedervi presto-
Li
saluto brevemente ed esco.
Man
mano che cammino sento quella morsa farsi sempre piu' forte. Mi metto
a correre mentre le lacrime mi bagnano il viso. Arrivo in fretta a
casa e mi fiondo in essa. Ho appena chiuso la porta che sono gia' per
terra a singhiozzare.
Ovunque
andrai io saro' con te. Il mio ricordo sara' con te.
Le
sue parole mi rimbombano nella mente mentre abbatto la parete del
dolore.
Angolo
dell'autrice.
Salve
gente! Saro' breve. So che dovrei concentrarmi su altre fanfiction.
Sto per completare la raccolta di one-shot e devo iniziare la seconda
long del capitolo I will always love you. Per chi non mi conoscessi,
mi farebbe molo piacere se la leggeste.
Punto
primo: Ho un problema al pc che non mi consente di utilizzare
l'accento e per questo devo sostituirlo con l'apostrofo.
Punto
secondo: Sono molto gradite le recensioni.
Punto
terzo: Ringrazio tutti quelli che leggeranno.
Quindi...vi
sta incuriosendo un po' questa storia? Demetra ha un passato molto
tormentato. Mente su molte cose, nasconde molte cose e ne omette
altrettante. La storia della sua famiglia e' solo una piccola parte
della sua storia.
Spero
che questa fanfiction vi interessi molto, ho in mente diverse conte.
Alla
prossima,
Hoon21
:)
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