Ringrazio
anche solo chi legge.
Remake
di Stai lontana da me.
Scritta sentendo Stai lontana da me di Adriano Celentano.
Cap.1 Valese la traditrice
"Anche oggi vuoi che vado al solito posto a prendere il gelato?"
domandò Goten. Valese socchiuse gli occhi, sorrise mostrando
i denti candidi e annuì. I suoi orecchini a forma di lune e
stelle ondeggiavano, riflettevano la luce del sole sulla loro superfice
dorata. Goten sentì il proprio cellulare vibrare,
guardò il nome sopra lo schermo, sospirò, chiuse
la chiamata e lo rimise nella tasca.
"Chi era?" domandò Valese. Sbatté un paio di
volte le palpebre facendo ondeggiare le lunghe ciglia. Goten
sbuffò e alzò le spalle, mettendo le mani in
tasca.
"La mia ex. Ancora non ha capito che ora sto con te"
borbottò. Valese si sporse, gli baciò la guancia
lasciandogli un segno vermiglio.
"Sei tutto mio, mio eroe" trillò. Goten arrossì,
le sorrise e le fece l'occhiolino.
"Due gelati in arrivo" sussurrò. Valese annuì, si
allontanò facendo sbattere i tacchi sulle piastrelle di
pietra e raggiunse una panchina sedendosi. Goten attraversò
la strada, raggiunse un chioschetto e si mise in fila.
"Ohy, ciao". Si sentì salutare. Abbassò lo
sguardo e vide che la ragazza davanti a lui era Bra, i lunghi capelli
della giovane le ondeggiavano dietro le spalle.
"Bra?" domandò e la voce gli tremò. La giovane si
mise una ciocca azzurra dietro l'orecchio e annuì.
"Ti ricordi molto di me" disse ironica. Goten ridacchiò, si
passò la mano tra i capelli e arrossì.
"Di solito quando ci vediamo c'è sempre un po' troppo
movimento. Ed inoltre ricordo quando seguivi me e Trunks, ed eri alta
un tappo e un barattolo" ammise. Bra sospirò e
incrociò le braccia sotto il top rosso, facendo ondeggiare i
suoi seni prosperosi.
"Ti ricordi ancora quando avevo quella specie di ciuffo sulla testa,
sembravo una rapa" borbottò. Goten scoppiò a
ridere, Bra lo colpì con una gomitata all'addome e il
ragazzo tossì.
"Io non rido per quel cespuglio che hai in testa" brontolò.
Goten si grattò la guancia e annuì.
"Li devo tagliare giornalmente per non essere il clone di mio padre".
Ammise.
"Puoi passare avanti" disse Bra. Goten sorrise e le si mise davanti,
osservò un'aziana allontanarsi e si trovò davanti
il viso del gelataio.
"Due coni alla panna" ordinò. L'uomo annuì e
Goten si voltò verso Bra.
"Grazie, la mia ragazza li sta aspettando. Anzi, vieni così
ti presento la mia Valese" disse. Bra annuì, Goten si
voltò e prese le i due coni per le ostie con entrambe le
mani. Dei rivoli di gelato alla vaniglia gli colarono sulle mani.
"Metta tutto sul mio conto" disse Bra, guardandosi le unghie aguzze e
laccate di rosso sangue.
"Certo signorina Briefs" rispose il gelataio. Goten fischiò.
"Wow, è vero, voi siete ricchi" sussurrò. Bra
annuì, si tolse un laccio dalla tasca della gonna rosso
fuoco e si legò i capelli lunghi in una coda.
"Andiamo, la tua ragazza ti aspetta" gli ricordò Bra. Goten
si voltò e attraversò la strada, seguito dalla
giovane. Si fermò a metà percorso, sgranando gli
occhi e socchiudendo la bocca. Valese era in braccio a un ragazzo dai
lunghi capelli castani, con una cicatrice sopra la fronte. I due si
stavano baciando, mentre alle loro spalle si alzavano gli schizzi della
fontana della piazza. Goten aprì le mani ed i coni gli
finirono a terra, le ostie andarono in frantumi e il gelato si
allargò sull'asfalto. Bra guardò la giovane,
digrignò i denti e afferrò Goten per un braccio.
"Se resti qui t'investiranno" mormorò. Raggiunse le strisce
pedonali e lo condusse con sé fino a un'aiuola, i suoi
stivali affondarono nel terreno e nell'erba. Si fermarono sotto un
albero, Goten si accasciò contro la corteccia appoggiandoci
la fronte. Bra guardò le sue iridi grigie e strinse un
pugno, coperto dal lungo guanto vermiglio.
“Quello che vedi morire, giudicalo perso”
sancì.
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