Il segreto della doppia K

di KiarettaScrittrice92
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Angolo dell'autrice:
E così è iniziata ufficialmente questa avventura, come ha detto uno dei miei lettori, avete scoperto il vero significato della "doppia K", che non sta per Kaito Kid, ma
per Kaito e Kiaretta.
Come vi avevo detto le cose in questa fanfic sono un po' diverse dalla trama creata da Gosho, come avrete notato nel capitolo precedente infatti, Kaito (ed anche il mio personaggio) conosce la vera identità di Conan, quando ricordo a tutti che nel Manga non è così. Mi scuso, inoltre,  per la lunghezza di questo capitolo (perché sarà parecchio corto), ma era essenziale che fosse così, visto che è un capitolo di passaggio nonché un capitolo molto importante ai fini della trama di base di questa prima parte della storia.
Come al solito prima di cominciare ringrazio i miei lettori Bankotsu90 e Dudi_Mouri, e finalmente anche shinichi e ran amore che è riuscito a recensire anche i primi due capitoli di questa mia nuova fanfic.
Buona lettura ^-^

Due imprendibili amici



Proposta di sfida
 

Mancava solo mezz’ora alla mezzanotte, Kid ed io eravamo sul tetto di villa Hakuta, pronti per brindare il capodanno e la riuscita del furto, quando dalla scala che conduceva al tetto arrivò quel bambino con gli occhiali, lo stesso che avevo visto alla festa.
«Devo ammettere che hai stile Kid!» esclamò il bambino.
«Dici? – rispose lui in modo ironico – Non mi aspettavo un complimento da te sai…»
«Infatti non era un complimento.» rispose il bambino, mettendosi le mani in tasca.
«Ah no?» chiese Kaito, quasi divertito dalla discussione.
«Non solo usi i tuoi stupidi trucchi e travestimenti per fare i tuoi furti, ma vai a insegnare queste sciocchezze a una ragazza.»
A quel punto non ci vidi più. Conoscevo bene quel bambino, sapevo tutto di lui, come sapevo tutto di Kaito, e l’idea che mi prendesse in giro mi mandava in bestia. Infuriata nera precedetti il mio compagno.
«Prima di tutto lui non mi ha insegnato niente e poi di che ti impicci detective da quattro soldi?»
Il bambino rimase di stucco, come se non si aspettasse una mia reazione. Poi, dopo essersi ripreso, tornò quel suo sorrisetto di sfida.
«Non diresti ciò se sapessi…»
Non gli diedi neanche il tempo di finire la frase.
«Cos’è che dovrei sapere? Che in realtà sei il famoso detective liceale Shinichi Kudo? Mi dispiace per te ma lo so!» dissi, anche io con tono di sfida.
Kaito però fece in modo di chiudere la discussione, dato che, anche con l’aria gelida di quella notte, l’atmosfera intorno a noi si era fatta incandescente.
«Ok, piccolo detective, se non ti dispiace noi ce ne andiamo.» ci prendemmo per mano e ci buttammo nel vuoto per poi aprire gli alianti. 
Proprio in quel momento il bambino, ancora sul tetto, urlò:
«Questa me la paghi Kid, te lo prometto, d’ora in poi la sfida tra me e voi due è aperta!»
A quelle parole sorrisi compiaciuta e vidi il mio compagno fare lo stesso.
Poco dopo, proprio davanti a noi, dal centro di Tokyo partirono una serie di fuochi d’artificio che si alzarono fischiando verso l’alto, per poi esplodere in una miriade di colori sgargianti.
Mi voltai entusiasta verso di lui che mi guardò con quel bellissimo sorriso.
«Buon anno fanciulla!»
«Buon anno anche a te Kaito.» risposi felice.





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