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I_S_Acquamarine
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/ Titolo:
Amore
a mezzanotte Fandom:
Originali Rating:
Arancione Genere/i:
Drammatico,
Angst, Fantasy Avvertimenti:
Tematiche
delicate Introduzione:
in un mondo dove esseri umani e creature magiche convivono, un
ragazzo scoprirà a dure spese come un rituale difficile per i
Figli della Luna, un sotto popolazione di elfi, possa essere
addirittura impossibile per un essere umano. Ma Grimpow non è
solo un essere umano, è un mezzo elfo. Ma questo lo salverà
o lo condannerà per sempre? Un rituale che pochi tentano e
ancora meno superano si rivelerà fatale per il giovane. Quando
l'amore è volubile e distruttivo non ne può uscire
nulla di buono. Soprattutto se affronti il tutto senza essere stato
preparato prima. Note
dell’autore: storia
leggermente pesante e a tratti dura da digerire. Ma non tutte le
storie possono avere un lieto fine, purtroppo.
AMORE
A MEZZANOTTE
Era difficile vedere qualcuno passeggiare su
quella spiaggia, specialmente di notte.
Non perché era un posto pericoloso, anzi,
ma perché era territorio del popolo dei Figli della Luna.
Gli umani non ci andavano per rispetto e anche un
pizzico di paura per quel popolo fatato che chiedeva solo di lasciare
stare quel piccolo pezzo di terra in cambio dei loro servigi.
Erano degli ottimi guaritori e non si facevano
problemi ad aiutare chi ne aveva bisogno.
L'unica cosa che chiedevano era che quella piccola
spiaggia e il bosco poco distante venisse lasciato in pace.
Il bosco perché era la loro casa, la
spiaggia perché...
Perché, nelle notti di luna piena, i Figli
della Luna celebravano il rito dell'Amore di Mezzanotte.
Pochi lo tentavano e ancora meno lo superavano.
Nessuno degli abitanti del villaggio sapeva ciò,
ma visto che la richiesta non costava nulla agli abitanti del
villaggio lì vicino, evitavano quel lembo di terra e fine.
Ai bambini e agli adolescenti veniva spesso
ripetuto di non andarci, specialmente di notte, ma ogni tanto
qualcuno infrangeva il divieto per soddisfare la propria curiosità.
Uno di questi era Grimpow.
Aveva infranto il divieto quand'era solo un
bambino di cinque anni e ora, all'età di vent'anni, si
apprestava a farlo di nuovo.
Grimpow era sempre stato più curioso dei
suoi coetanei. Ogni volta che uno dei Figli della Luna veniva al
villaggio, lui era in prima fila per vederlo.
Non sapeva perché, ma ogni volta che
venivano nominati quei guaritori dai poteri mistici lui sentiva una
fitta al cuore e una strana sensazione.
Oltre ad essere più curioso di tutti gli
altri, Grimpow era diverso dai suoi compaesani anche sotto altri
punti di vista.
Più inquieto, più riservato, più
testardo quando si trattava di trovare la soluzione ad un problema o
la risposta ad una domanda. Insomma era diverso.
Non solo nel carattere, ma anche nell'aspetto.
Capelli scuri come le ali del corvo, occhi capaci
di oltrepassare le apparenze e vedere la realtà delle cose.
Occhi che rivelavano poco di quello che gli passava per la testa, ma
che assorbivano tutto quello che vedeva inghiottendolo in quel blu di
un mare in tempesta che erano.
Occhi che mettevano a disagio quasi tutti quelli
che li fissavano un secondo di troppo.
Carnagione chiara, quasi pallida, era in netto
contrasto con il colore della sua capigliatura.
Vestiva in maniera semplice e funzionale come
tutti, ma su di lui faceva risaltare la sua figura asciutta e
slanciata.
Decisamente un bel vedere per la parte femminile
del piccolo centro abitato.
Ogni tanto Grimpow si chiedeva se quella
soggezione che mettevano i suoi occhi agli altri ci fosse sempre
stata o se era cominciata dopo quello che era successo alla sua prima
intrusione nella piccola spiaggia.
Ripensandoci non gli sembrava che fosse successo
niente di speciale, ma ai suoi di bambino era stato quasi un sogno.
Mentre camminava in riva al mare, deluso perché
quella era una spiaggia normale, con nulla di strano, ecco arrivare
la figura di una donna verso di lui.
Da dove fosse arrivata non saprebbe dirlo neanche
ora, semplicemente era apparsa lì, davanti a lui.
Una donna con lunghi capelli scuri, ancora più
dei suoi, mossi dalla brezza leggera che spirava dal mare. Pelle
bianca come la luna che brillava alta nel cielo in quella notte
d'estate e che sembrava luccicare appena sotto la flebile luce
dell'astro celeste.
Un vestito si stoffa leggera color acquamarina la
fasciava mettendo in evidenza la sua figura magra, ma ben
proporzionata.
Quello che però si ricordava meglio erano
gli occhi di lei.
Due pezzi di cielo estivo incastonati un quel
volto così perfetto da sembrare irreale.
Erano di un azzurro sconvolgente, così
intenso che stentava ancora a credere che fosse reale.
Li sognava di notte ancora adesso.
La donna non aveva fatto nulla, si era fermata a
qualche passo di distanza da lui e l'aveva fissato per dei
lunghissimi minuti, o almeno a lui era sembrato così.
Quegli occhi azzurri più del cielo
l'avevano scrutato da cima a fondo, apertamente.
Si era sentito quasi giudicare da quello sguardo.
Poi, una volta finito di scrutarlo, la donna aveva
semplicemente guardato un attimo la luna ed era tornata da dov'era
venuta.
Però lui era sicuro che gli avesse detto
qualcosa.
A mezzanotte, a mezzanotte di una sera
d'inverno l'amore ti raggiungerà sotto la luce della luna.
Queste le parole che gli erano
rimbombate in testa mentre tornava a casa di corsa preso dal panico.
Da quel giorno non si
era più avvicinato a quella piccola spiaggia, ma, ogni volta
che un Figlio della Luna veniva al villaggio, lui sperava che fosse
quella donna.
Purtroppo, ogni volta,
le sue speranze venivano puntualmente deluse.
Alla fine non ci aveva
più pensato a quella donna e a quelle strane parole, quasi una
profezia, ma ultimamente la sua inquietudine, iniziata dopo
quell'episodio, era aumentata.
Aveva bisogno di
risposte, così si era finalmente deciso a tornare dove tutto
era cominciato.
Ora, all'età di
vent'anni, Grimpow stava tornando in quella spiaggia, sicuro che ci
avrebbe trovato delle risposte.
Era una sera d'inverno
e il clima era rigido, ma non poteva aspettare oltre.
Qualcosa gli diceva che
doveva andare ora, o non avrebbe mai più avuto un'opportunità
come quella.
Non fu difficile
raggiungere quella piccola lingua di sabbia.
Fece avanti e indietro
per il piccolo lembo di terra un paio di volte prima di sedersi su un
tronco portato a riva dal mare chissà quanto tempo prima.
Si sedette lì e
aspettò, qualcosa sarebbe successo prima o poi.
Man mano che il tempo
passava, il mare gli sembrava sempre più inquieto, ma doveva
essere solo una sua impressione.
La luna era alta nel
cielo e donava sfumature argentate a tutto quello che illuminava con
la sua luce soffusa e fievole.
Grimpow non avrebbe
saputo dire per quanto rimase a fissare il mare illuminato dalla
luna, ma più il tempo passava, più ringraziava di aver
indossato gli abiti più pesanti che possedeva.
Quella era decisamente
una delle notti più fredde che avesse vissuto fino a quel
momento.
Poi, di punto in
bianco, successe qualcosa.
Una voce dolce,
rassicurante gli diede il ben venuto.
<< Ben venuto,
Grimpow. Ti stavo aspettando, sei in ritardo. >>
Grimpow si voltò
nella direzione da cui proveniva quella voce e quello che vide lo
lasciò sotto shock.
Quella era la donna che
aveva visto quand'era bambino!
Era lei, ne era sicuro!
Quegli occhi non
avrebbe mai e poi mai potuto dimenticarli.
Di un azzurro così
intenso da rivaleggiare con lo stesso cielo estivo.
Grimpow ci mise un po'
a riprendersi abbastanza da poter parlare.
<< Chi sei?
Perché dovrei essere in ritardo? >> chiese cercando di
mettere in ordine i pensieri che gli vorticavano nella sua testa.
<< Non hai ancora
capito vedo. >> rispose lei avvicinandosi.
Indossava ancora
l'abito di quella volta, l'aspetto era identico a come lui lo
ricordava. Si stava avvicinando con una piccola lanterna in mano per
fare un po' di luce. Solo un piccolo diadema con incastonata una
pietra azzurra si era aggiunto in quegli anni.
Per il resto era
identica a com'era allora, il tempo sembrava non averla sfiorata.
<< Cosa non avrei
capito? Chi sei tu? >> riprovò il ragazzo sempre più
confuso.
Cos'è che non
aveva capito? Cos'è che non riusciva a ricordare?
La donna si fermò
a un paio di passi da lui, ma non si sedette sul tronco d'albero,
dove invece appoggiò la piccola lampada che aveva portato con
se, rimase in piedi e si mise a fissare la luna.
<< Ti ricordi
cosa ti dissi quella volta? >> chiese dopo qualche momento di
silenzio senza smettere di fissare l'astro che illuminava il cielo
notturno.
<< Non me le sono
immaginate allora? >> Grimpow sembrava stupito e in parte
rincuorato dalla domanda che lei gli aveva posto.
Per molto tempo era
convinto di essersi immaginato quelle parole appena sussurrate nel
vento.
La donna non rispose,
il suo volto rimase impassibile.
Grimpow non sapeva cosa
fare o dire.
La donna di quando
aveva cinque anni era lì con le risposte che cercava, ma lui
non riusciva ad aprire bocca.
Si prese la testa tra
le mani nella più totale confusione.
<< Sei confuso, è
normale. Ricordi quello che ti ho detto allora? Ripetimelo per
favore. >> disse la donna senza inflessioni particolare nella
voce.
<< A
mezzanotte, a mezzanotte di una sera d'inverno l'amore ti raggiungerà
sotto la luce della luna. Questo
mi hai detto. >> rispose Grimpow non capendo dove voleva andare
a parare la sua interlocutrice.
<< E poi? >>
chiese ancora la donna.
E poi cosa? Grimpow
ricordava solo quelle parole, nient'altro.
Che altro doveva
esserci oltre a quella frase?
Che cos'era che aveva
dimenticato?
Grimpow rimase in
silenzio non sapendo cosa dire.
Non ricordava altro,
non ci riusciva.
<< Ma
stai attento a non innamorarti della luna o il mare d'inverno ti
reclamerà nel momento stesso in cui incontrerai l'amore a
mezzanotte. >> esordisce
lei con tono da chi sta annunciando una profezia.
Grimpow la guarda
stordito.
Quelle parole non gli
dicevano nulla, però sembravano incastrarsi perfettamente con
quelle che ricordava lui.
Ma nonostante questo
non riusciva a ricordare di averle sentite.
La donna non sembrò
accorgersi della confusione del ragazzo. E anche se lo fece, non
sembrava interessargli che lui fosse confuso.
<< Chi sei? >>
chiese per la terza volta il ragazzo.
<< Davvero non
l'hai ancora capito? >> rispose la donna voltandosi finalmente
verso di lui e fissandolo con quegli occhi color cielo.
A Grimpow sembrò
di annegare e perdersi in quello sguardo.
C'era qualcosa che lo
risucchiava in quelle pozze estive e non gli dava la possibilità
di tornare a galla.
La donna si avvicinò
al ragazzo e gli si sedette accanto senza distogliere gli occhi dai
suoi.
Grimpow era totalmente
incapace di muovere un singolo muscolo.
Era paralizzato, non
capiva chi fosse quella donna, non capiva cosa volesse.
<< Davvero credi
di non sapere chi sono? >> continuò la donna quando fu a
pochi centimetri dal viso del ragazzo.
Grimpow rimase in
silenzio, ma la donna stava aspettando una risposta.
All'improvviso il
ragazzo fu preso dall'illuminazione improvvisa.
Ma stai attento a non innamorati della luna.
<< Luna? Tu sei
la luna? >> chiese in un sussurro Grimpow senza credere a
quello che stava dicendo.
La donna lo guardò
ancora per un lungo istante e poi si allontanò di nuovo
tornando a qualche passo di distanza da Grimpow.
<< Hai capito. I
miei complimenti. >> si limitò a commentare.
<< Perché
io?! Perché hai scelto me?! >> chiese il ragazzo quasi
urlando.
Era confuso,
disorientato, non ci stava capendo più nulla.
<< Sai perché
il popolo fatato che abita questi boschi si chiama i Figli della
Luna? >>
<< E questo cosa
centra? >> chiese Grimpow non capendo cosa centrasse quel
discorso con lui.
Perché quella
donna, Luna, o chi accidenti fosse, doveva sempre cambiare discorso?
<< Centra.
Allora, lo sai perché si chiamano così? No, non credo.
Nessuno degli essere umani lo sa. Ma tu non sei totalmente umano,
questo dovresti averlo capito. Sei a metà tra il mondo dei
Figli della Luna e il mondo degli uomini. Per questo sei sempre stato
attratto dai Figli che venivano al villaggio. Ed è per questo
che quando sei venuto qui a cinque anni hai sentito le mie parole e
mi hai visto. Fossi stato totalmente umano non ci saresti mai
riuscito. >> disse la donna avvicinandosi al bagnasciuga.
Mentre parlava guardava
il mare, come se stesse aspettando qualcosa.
Il mare, a Grimpow,
sembrava più inquieto da quando era arrivato chissà
quante ora prima.
Forse non se lo era
immaginato allora.
Che fosse Luna a
inquietarlo così?
Il ragazzo non disse
nulla, aspettando che la donna continuasse il suo racconto.
<< Si chiamano
così perché possono vedere la Luna prendere forma umana
nelle notti a lei dedicate. Il fatto che hanno chiesto che questa
piccola spiaggia resti inviolata dagli uomini dipende dal fatto che
molti di loro si innamorerebbero di me e dimenticherebbero la strada
per tornare a casa. Dimmi, anche tu ti sei così innamorato
della signora della notte da dimenticare la strada di casa? >>
chiese la donna mostrando finalmente uno stralcio di emozione nella
voce.
Grimpow non seppe dire
se fosse la speranza che lui non si fosse innamorato di lei o il
contrario.
<< Molti Figli
della Luna si sono innamorati di me, ma loro possono tornare a casa
quando vogliono, non dimenticheranno mai la strada. Perché la
loro strada per tornare a casa sono io. Sono innamorandosi di me
possono tornare al luogo a cui appartengono. >>
La donna guardò
il cielo.
Grimpow avrebbe
scommesso che lo stesse guardando come un'innamorata guarda la sua
metà.
No, non stava guardando
il cielo. Stava guardando le stelle.
Le stelle erano i Figli
della Luna.
Quando lo comprese
Grimpow si sentì mancare.
Com'era possibile una
cosa del genere? Come?
Era oltre ogni umana
comprensione.
<< Ma tu, tu non
sei completamente uno di loro. Il mare ti ha messo in guardia
all'epoca, ma sono riuscita a evitare che tu lo sentissi. Perché
allora hai aspettato così tanto a venire da me? Perché?
>>
Grimpow aveva un
vortice di pensieri in testa che era sicuro che tra poco gli sarebbe
scoppiata.
No, lui era solo un
essere umano.
Perché la luna
ce l'aveva con lui?
Perché il mare
lo voleva proteggere?
Che aveva lui di
speciale.
<< Chi sono io?
>> riuscì solo a dire in un sussurro appena
percettibile.
<< Vuoi davvero
saperlo? >> chiese la donna voltandosi verso di lui e
fissandolo negli occhi con tutta la magica intensità di cui
era capace.
<< Sì. >>
rispose Grimpow incapace di resistere al richiamo di quegli occhi.
<< Allora,
giovane Grimpow, sei innamorato della luna? >> chiese la donna
affabile.
Grimpow ci pensò
su un momento prima di rispondere.
Era innamorato di
quella donna?
Era disposto a
rinunciare a tutto e a seguirla in quel grande cielo scuro per
sempre?
La guardò per un
attimo e quello che gli si parò davanti agli occhi lo lasciò
senza fiato dallo stupore.
Quello che vedeva era
una donna magnifica, fatata, quasi irreale.
Dietro di lei il mare,
leggermente agitato e un cielo come poche volte l'aveva visto. Pieno
si stelle luccicanti che parevano poter scacciare le tenebre della
notte.
La luna torreggiava sul
mare, esattamente dietro a quella donna irreale dando al tutto
un'atmosfera magica e potente.
Neanche in un sogno
avrebbe potuto assistere ad una cosa del genere.
Per un momento Grimpow
si chiese se era degno di far parte di quello spettacolo che aveva
davanti agli occhi.
Per un solo attimo fu
sul punto di dire di no, che non era innamorato della luna.
Ma chi, vedendo quello
che stava vedendo lui, non si sarebbe innamorato della luna?
Chi? Nessuno.
Non si ricordava
nemmeno più la profezia che gli aveva rivelato la dopo qualche
ora prima.
Era giunto il tempo di
decidere.
<< Sì,
sono innamorato della luna. >> disse semplicemente.
Era scoccata la
mezzanotte.
O il mare d'inverno ti reclamerà nel
momento stesso in cui incontrerai l'amore a mezzanotte.
E il mare d'inverno lo
reclamò.
Non
poteva lasciare che uno dei suoi figli finisse in un mondo a cui non
apparteneva per soffrire le pene dell'inferno per l'eternità.
Perché
i figli degli uomini e del popolo fatato devoto alla luna
appartenevano al mare, erano i suoi figli.
Erano
pochi, pochissimi, e lui doveva proteggerli ad ogni costo.
Il
mare d'inverno agguantò Grimpow con le sue onde prima che Luna
potesse portarlo con se e farlo diventare una di quelle stelle fredde
che le facevano da corteo ogni notte.
No,
non lo avrebbe permesso.
Avvolse
il ragazzo tra le sue spire e lo tirò a fondo.
Grimpow
provò a ribellarsi, ma il mare non ne voleva sapere. Non
avrebbe perso uno dei suoi pochi figli così.
Luna
alla fine cedette e lasciò andare il ragazzo che fu
prontamente preso dal mare e trasportato al villaggio dov'era
cresciuto.
Il
mare lo lasciò alla porta della casa in cui era cresciuto e se
ne andò.
Non dovevi
tentare il rituale dell'Amore a Mezzanotte figlio mio. Non dovevi. Mi
dispiace di non averti salvato in tempo. Mi dispiace.
Si disperò il mare.
Sapeva
che Luna non sarebbe più tornata, era fin troppo volubile
quella donna.
E
non riuscendo a salvare il ragazzo in tempo, sapeva di averlo
condannato.
Quando
la madre trovò Grimpow, disteso davanti alla porta di casa
quella mattina, le venne un colpo.
Lo
svegliò e lo portò in casa.
Quando
cercò di farsi dire cosa gli era successo l'unica cosa che
ottenne da Grimpow fu: << Il rituale dell'amore a mezzanotte.
>>
Nient'altro,
solo quello.
Conosceva
quel rituale, la donna.
Lo
conosceva perché l'elfo che tanto aveva amato in gioventù
l'aveva messa in guardia.
L'aveva
avvertita che il figlio avrebbe potuto sentire il desiderio di
tentare quel rituale un giorno e che lei l'avrebbe scoperto solo
quando ormai sarebbe stato tardi.
Sia
che lo superasse o no.
I
mezzi elfi erano i Figli del Mare ed erano una rarità.
La
luna li voleva per se, il mare li voleva solo proteggere da quella
donna mutevole e incantatrice che era la signora del cielo notturno.
La
donna non sapeva cosa fare.
Grimpow
sembrava sempre più perdersi nei meandri della sua mente ogni
giorno che passava.
Voleva
rivedere quella signora che lui continuava a chiamare Luna.
Dichiarava
di esserne innamorato e che doveva assolutamente andare da lei.
La
notte lo sentiva piangere, ma la povera donna non poteva permettere
al figlio di tornare in quella baia.
Se
non lo prendeva la luna, lo avrebbe preso il mare e non poteva
permetterlo.
Grimpow
rimase perso per molto tempo.
Alla
fine si arrese all'evidenza dei fatti: la donna di cui si era
innamorato non sarebbe mai più andato a riprenderlo.
Aveva
fallito il rituale del popolo fatato.
Semplicemente
decise di non combattere più, arrendendosi al destino.
Grimpow
si chiuse su se stesso e non tornò mai più.
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