Sentì la stretta della corda aumentare sui polsi e aprì gli occhi sibilando di dolore. Clagane sogghignò, il volto sfigurato e i denti anneriti.
“La vergine puttana soffre il dolore” disse.
Brienne si tese in avanti, le lunghe gambe muscolose legate tra loro ondeggiarono a vuoto e uno dei medicamenti sul ventre piatto scivolò, scoprendo la ferita infettata. Clagane sputò in terra, si scostò.
“Mi sbagliavo”, disse, “neanche le puttane sono così brutte”.
Brienne si umettò le labbra screpolate e sanguinanti, socchiuse l'occhio sinistro livido.
“La spada che porto è in onore di un giuramento”, ripeté, con voce roca, “Sir Jaime mi ha fatto giurare di ritrovare le figlie della Lady”.
Clagane roteò gli occhi, le infilò le dita tozze e robuste nella ferita e premette.
“Smettila di mugolare, cagna. La Lady non ti crede”.
Brienne chiuse gli occhi sentendo il sangue scorrere sull'addome, tese le braccia e chiuse meglio le cosce. Clagane tolse di scatto le dita, grugnì pesantemente.
“Non vale la pena neanche scoparti”, disse, “ma forse potrei farlo lo stesso. Almeno piangeresti per qualcosa”.
Brienne strinse i pugni, i polsi sanguinavano lividi, gli occhi le pizzicavano.
< Sette Dèi, fate che la Lady rinsavisca. Fate che comprenda > pregò mentalmente.
Clagane le afferrò uno dei piccoli seni, lo schiacciò nel pugno e grugnì racimolando saliva nella bocca.
“Spero che tu sia piatta anche la sotto, altrimenti hanno sbagliato a chiamarti Lady”.
“Clagene!”, chiamò una voce, “la Lady vuole te!".
Brienne espirò pesantemente quando lui la lasciò, riaprì gli occhi azzurri e guardò la spada sul tavolino davanti a lei.
< Manterrò il giuramento. Per la mia Lady > si disse.
Lasciò ricadere la testa in avanti, il calore le faceva bruciare i capelli stopposi.
< Per Jaime >. |