L’Annunciazione (no, non quella)

di Ciuffettina
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Gabriel era in piedi, spostando il peso del corpo da un piede all’altro, aspettando nel santuario del Signore che entrasse Zaccaria (no, non quel viscidone) a offrire l’incenso sull’altare. Chissà perché gli umani erano convinti che le creature celesti amassero il profumo dell’incenso, lui, personalmente, preferiva quello del miele, specialmente se era caramellato sui datteri ripieni di noci e pinoli e impanati col sale(1), una vera leccornia! Ma prima doveva portare a termine la missione, ovvero annunciare all’umano Zaccaria, sposato con una certa Elisabetta, che finalmente sarebbe diventato papà. “Speriamo che si sbrighi a entrare, sto cominciando ad annoiarmi.

Finalmente entrò e Gabriel gli apparve davanti, l’umano fece un salto indietro spaventato ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita, tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Ti sarà di allegrezza e… e… scusa un attimo…» si frugò nelle pieghe della tunica e tirò fuori una pergamena con gli appunti che si era fatto. “Se Metatron pensa davvero che un povero arcangelo possa ricordarsi tutta 'sta pappardella sta fresco! Per che cosa, altrimenti, sarebbe stata inventata la scrittura?” «Dov’ero arrivato...? Ah sì! Ti sarà di allegrezza e giubilo e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né altre bevande inebrianti... poraccio... sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e convertirà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto.» Finito di leggere, riprese fiato.
Zaccaria chiese scettico: «Come potrà mai succedere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti con gli anni ed è pure sterile!»
L’angelo replicò stizzito: «Io sono l’arcangelo Gabriel, sto alla sinistra del Trono di Dio e sono stato mandato qui a portarti questo lieto annunzio!» così dicendo, spalancò le sue sei ali. «Siccome non hai creduto alle mie parole, sarai muto e non potrai più parlare fino al giorno in cui queste cose si avvereranno.» Unì l’indice e il medio e fece un gesto a mezz’aria in direzione della sua gola. «Hai altri quesiti da pormi?»
Zaccaria aprì due o tre volte la bocca come un pesce, tentando inutilmente di parlare, poi si voltò e scappò fuori dal tempio.
Così ti passa la voglia di fare domande idiote. Peccato che non possa fare lo stesso con il tuo omonimo, spero solo di non beccarmi una ramanzina da Metatron” pensò Gabriel, sparendo in un frullio di ali.

 
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Racconto ispirato al capitolo 1 del “Vangelo di Luca”.
1) Dolce tipico dell’antica Roma.




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