Noi,
amanti dei prati
Noi,del
buio delle fronde.
Fleur, ti ricordi
l'estate? Quando ci rotolavamo per i campi che circondavano la fattoria
in cui lavoramo. Ti ricordi quando ci intrecciavamo i capelli a vicenda
mentre ci raccontavamo favole appena sfornate dalla nostra fantasia? E
ricordi quella volta in cui avevamo fatto il bagno nel ruscello, di
nascosto dalla padrona? Ti avevo buttata di peso nell'acqua e tu avevi
il broncio, ma sorridevi con gli occhi. Era quello che mi piaceva di
te. Non eri mai davvero arrabbiata.
Primavere di vergini frutti
e giardini di grazie e
di dei
Era
primavera quando mi donasti la cosa più importante che
possedevi. La tua purezza. Me la donasti una sera d'aprile. Mi
guardasti con quegli occhi carichi di desiderio e non seppi dirti di
no. Mi dicesti che, quando eri piccola, pensavi che sarebbe stato il
principe azzurro a salvarti dalla torre. Invece, chi ti aveva fatto
uscire dalla tua prigione dorata era un'altra principessa. La tua
principessa.
Era stato in camera
tua. Ricordo benissimo quella sera. Ero entrata dalla finestra,
attraverso il maestoso albero che univa le nostre camere. Non ci era
permesso uscire dalle nostre stanze dopo il coprifuoco imposto per chi,
come noi, faceva parte della servitù. Eppure, ogni sera, io
usavo quella vecchia quercia per venirti a trovare. A volte ti trovavo
addormentata e rimanevo a guardarti mentre ti riposavi, sfiancata dal
lavoro che i padroni t'imponevano. Quando non dormivi, restavamo ore a
guardarci negli occhi e ad accarezzarci. Erano state solo carezze, fino
a quella sera.
Ancora non conoscevi
il tuo triste destino.
Anima
mia dove sei? Non è questo il tempo!
Anima mia dove sei? Questa luna dov'è?
Mi
lasciasti in una notte senza luna. Moristi tra le mie braccia. Eri
malata da tempo, l'avevo notato. Tossivi sempre più spesso e
sempre più intensamente. Resistetti quasi un anno.
T'ammalasti d'inverno, un inverno particolarmente rigido e moristi ad
ottobre, quando stavi aiutando per la vendemmia. Quella notte c'era una
forte tempesta. Io ti tenevo la mano mentre tu continuavi a sputare
sangue. Eppure avevi ancora la forza di sorridermi. Le ultime parole
che mi dicesti riguardavano la luce. I tuoi pensieri aggrappati alle
nubi.
Sarà
un mattino e volerò
e
sarà questo il tempo.
Sarà
un mattino e volerò
e
sarà tempo.
Adesso,
dopo tanti anni, tocca a me. Fleur, sono passati dodici anni da quando
mi hai lasciata. Sto vedendo anch'io la luce.
Finalmente
posso raggiungerti.
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