Un magico momento

di Caterpillarkable
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Sapevo perfettamente che i pugni, che tiravo verso lo schermo, e le urla non sarebbero serviti a nulla. Ma vederlo in quel posto lontano, lontano da me, solo e così sofferente, era troppo anche per me, per una abituata a vedere gli Hunger Games, a conoscere ragazzi che poi sarebbero andati verso morte certa.
« Non sono veramente lì! Sono al sicuro, Haymitch! Sono al sicuro! »
Speravo mi sentisse con tutto il cuore. Volevo staccare gli occhi da quell'immagine di lui, rannicchiato a terra, con la faccia sconvolta e le mani sulle orecchie, ma era come se non potessi farne a meno. Se avessi staccato gli occhi da lui, se ne sarebbe andato.
« Haymitch, sono al sicuro! »
Il mio urlo era meno forte, le lacrime, proprio come quelle di lui, rigavano le mie guance. I pugni erano cessati, e, semplicemente, appoggiai la mano sullo schermo freddo e sterile, come se quel contatto potesse dargli forza, in qualche modo.
« Effie, no! NO! »
Di scatto, Haymitch si alzò e incominciò a correre verso le mie presunte urla.
Il dolore, oramai, mi aveva invasa totalmente e non riuscivo più a ragionare. Urlavo parole biascicate tra le lacrime, che continuavano a scendere copiose, e non staccai gli occhi da quella figura che tanto amavo.
Non avevo mai avuto coraggio di rivelargli i miei sentimenti e, forse, non avrei più avuto nessun'altra occasione per farlo. Mi accasciai contro lo schermo, che occupava tutta la parete, e continuai a piangere, stringendo al mio petto il braccialetto d'oro che avevo fatto fare apposta per lui.
Mentre stavo cadendo nell'oblio del mio dolore, entrarono nella stanza dove mi trovavo due pacificatori, pronti a trascinarmi via dal mio unico amore.

« No, Haymitch! No! »
Urlai, mentre la porta si chiudeva sull'immagine che tanto avevo temuto: Haymitch colpito a morte.
« Effie. Effie... »
Le ultime sue parole che io riuscii a sentire.

Effie si svegliò di soprassalto, sudata sulle tempie, con un'espressione terrorizzata sul volto per ciò che aveva appena visto nell'incubo. Il suo fiato grosso e la mossa repentina, nel tornare alla realtà, avevano svegliato Haymitch, di fianco a lei.
Gli occhi chiari di lui impiegarono qualche istante  a mettere a fuoco il volto preoccupato della donna al suo fianco.

« Effie! Effie, stai bene? »
Il tono preoccupato e la mano posata sulla sua spalla fecero trasalire la donna, che si voltò subito verso l'uomo biondo, senza che la propria preoccupazione se ne andasse dal suo viso.
« Io... Tu... E' stato orrendo. »
La voce di Effie era pressoché un sussurro, lontano dalla camera nella quale si trovava, proprio come il suo sguardo, perso nel vuoto.
Dopo aver pronunciato quelle poche parole, abbracciò stretto Haymitch, appoggiando il viso sul suo petto, ascoltando il battito regolare del suo cuore.
Così forte. Così vero.
Lui, dal canto suo, strinse a sé la donna, così semplice e bellissima senza trucco e parrucche, con quei capelli del colore della Luna, lasciati sciolti e po' spettinati. Non si trattenne e le accarezzò la testa, con fare protettivo.

« Sssh... E' tutto finito, è tutto a posto. »
Haymitch sussurrò quelle parole, cullando con dolcezza la ragazza che aveva tra le braccia. Effie, infatti, aveva nascosto il viso contro la spalla di lui e la paura provata in quell'incubo si riversò fuori da lei con singhiozzi sonori.
Restarono in quella posizione per un tempo che parve loro infinito, fino a che lei riuscì a tranquillizzarsi e a distaccarsi da lui, quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi. Prontamente, l'uomo le asciugò le ultime lacrime con una delicatezza inaspettata.

« Ti amo, Haymitch. »
In quel momento esistevano solo loro due; quelle parole appena sussurrate, ma forti erano un segreto da custodire gelosamente. Gli sguardi si incrociarono senza più staccarsi. Inaspettatamente, il viso di lui si illuminò in un grande sorriso.
« Lo so, dolcezza! Anche io ti amo. »
Per la prima volta, il duro e burbero Haymitch aveva confessato i propri sentimento. Effie, totalmente presa da lui e dal momento, portò le braccia intorno al collo dell'uomo biondo e, di slancio, lo baciò piano, come se un movimento troppo forte potesse spezzare quel magico momento.




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