Ecco una shottina scritta per il contest "ma cosa vuoi che sia
una canzone" che ha vinto come miglior personaggio femminile.
Giusto per resettare il mio livello di "fiaccaggine" xD (e
chissà che non mi venga risparmiato il bastone per questa volta...)
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…Oh I know that the musics fine Like sparklin' wine,go
and have your fun Laugh and sing, but while we're apart Don't give your
heart to anyone…
W. ROSWELL HIGH Junior / Senior PROM
2001 SPACE ODYSSEY
April
27
Maria si era fermata all’ingresso della scuola osservando, imbronciata,
la locandina che pubblicizzava l’evento più importante di tutto l’anno. Sospirò
per l’ennesima volta, ancora incredula di come erano andate le cose. Da quando
si era rimessa con Michael aveva cominciato a fantasticare su di loro al ballo.
Ogni volta il suo pensiero si arricchiva di qualche particolare, aveva scelto il
vestito, la pettinatura, il completo di lui, le foto ricordo e persino quali
balli avrebbero fatto. Una serata memorabile. Una delle cinque serate
più importanti della sua vita. Con una smorfia il suo pensiero ritornò alla
realtà. La serata del prom era arrivata finalmente e, fra pochi minuti, lei
avrebbe varcato la soglia della scuola per parteciparvi, proprio con il vestito
e i capelli che aveva sempre desiderato, ma sola. Michael non ci sarebbe
stato. Avevano litigato qualche giorno prima, quando lui si era rifiutato
categoricamente di accompagnarla.
“Puoi anche
uccidermi ma io non verrò mai al ballo, non mi piace” “Ma... mi spieghi
perchè non ti piace?” “Perchè è una cosa fasulla, assolutamente
innaturale” “Davvero? Anch’io trovo innaturale che tu sia per metà un
guerriero alieno e nonno Dupreè. Eppure lo sopporto” “Sapevo che questa
faccenda ci avrebbe fatto litigare” “Se tu non collaborerai per farmela
godere allora io… dovrò cercare un altro cavaliere che mi accompagni” “Stai
dicendo che vuoi frequentare qualcun altro?” “Oh Michael, sei davvero una
cosa impossibile!” “Allora anch’io mi darò da
fare” “Bene!”
Ovviamente non aveva nemmeno cercato un ragazzo che
l’accompagnasse, era stata solo una minaccia a vuoto per spaventarlo, ma aveva
avuto l’effetto opposto, peggiorando il loro litigio. Nei giorni successivi si
era macerata nel dubbio che Michael avesse messo in atto quanto aveva affermato.
Senza farsi vedere teneva d’occhio ogni suo spostamento, controllando in
particolare che non si avvicinasse troppo allo stanza dei cancellini, ma non
aveva modo di verificare cosa combinasse fuori dalla scuola. Quando ne aveva
parlato con la sua migliore amica si era tranquillizzata. Lei aveva scoperto che
passava tutto il tempo insieme agli altri alieni. Per quanto riguardava il
rapporto tra Liz e Max, loro avevano deciso di rimanere amici ma, era evidente,
che l’attrazione non si era attenuata anche se facevano di tutto per ignorarla.
Tess, per fortuna, sembrava presa da Kyle e non rappresentava un pericolo come
in passato.
Dopo una notte insonne si era decisa, la mattina del ballo,
a parlare con Michael per pregarlo un ultima volta di accompagnarla. Sarebbe
equivalso ad umiliarsi, ma lei ci teneva troppo. Purtroppo non era riuscita a
farlo perché non lui non si era presentato a scuola. Immediatamente Maria aveva
pensato che l’avesse fatto apposta, in modo da non incontrarla e non essere
scocciato. A quel punto aveva giurato a sé stessa di non parlargli più,
troppo offesa dal suo comportamento. Sarebbe andata lo stesso al prom e si
sarebbe divertita, proprio com’era nei suoi programmi, e se qualche ragazzo
l’avesse invitata a ballare avrebbe accettato con molto
piacere.
*
La palestra della scuola era irriconoscibile. C’erano
dei tavoli rotondi elegantemente apparecchiati e, tutto intorno, gli addobbi
creavano un ambiente da mille e una notte, proprio come una favola. Maria si
avvicinò al tavolo del buffet e prese un cocktail da bere. La band che stava
suonando non era male e lei si ritrovò a battere con il piede, tenendo il ritmo
della canzone. Rimase per un po’ a parlare con alcune sue compagne,
scambiandosi complimenti e commentando le coppie in pista. Ad un certo punto si
avvicinò Richie Wynes che la invitò a ballare. Trasgredendo ai suoi propositi
lei lo ringraziò ma rifiutò. Era stata proprio una stupida a comportarsi
così ma la realtà era che lei voleva Michael, solo lui.
Osservando la
folla notò sua madre e Jim Valenti che stavano parlando in modo molto intimo e
poi li vide allontanarsi, ridendo, fino ad uscire dalla palestra. Maria sospirò,
scuotendo il capo e guardando per terra, persino sua madre era riuscita a
trovare un compagno per quella sera. Quando rialzò il viso però ebbe un
tuffo al cuore. Michael era lì. Sovrastava gli altri ragazzi che erano
intenti a parlare in gruppetti all’entrata. Aveva lo sguardo serio ed il
completo scuro che indossava lo rendeva terribilmente elegante e sexy. Provò
a chiudere gli occhi, timorosa che quell’apparizione fosse frutto della sua
fantasia e dei cocktail bevuti, ma quando lì riaprì era ancora davanti a lei,
anzi si stava avvicinando lentamente, facendosi largo tra la folla che li
divideva. Rimase ferma sul posto, incapace di muoversi, finchè lui non la
raggiunse, fermandosi di fronte. Avrebbe voluto buttargli le braccia al
collo, felice che l’avesse raggiunta, ma frenò quell’istinto. Non doveva cedere
subito, le sue parole l’avevano ferita e voleva vendicarsi. “Che sorpresa di
vederti qui” commentò in tono freddo fissandolo. Michael non si scompose di
fronte al suo tono. “Sono venuto per te” ribatté. Maria si portò le
braccia sui fianchi, in atteggiamento chiaramente arrabbiato. “Sei un po’
ritardo, soprattutto dopo aver detto più volte che non ci avresti messo
piede” “Avevo da fare” “Da fare? La tua nuova fidanzata ti ha tenuto così
impegnata da non poter nemmeno venire a scuola?” Michael corrugò la fronte
nel sentire quell’accusa ma durò solo pochi secondi. Risoluto la prese a
braccetto, cominciando a camminare. “Lasciamo stare per
ora” “Ma…” Alzando una mano puntò l’indice verso un angolo della
palestra. “Ci conviene andare subito a farci fare la foto o rischiamo di
trovare coda più tardi”
Quando la band incaricata di suonare cominciò con
una musica lenta tutte le coppie si spostarono rapidamente al centro della sala
per ballare. Anche Maria strattonò Michael e lui, seppur riluttante, si lasciò
trascinare. Si mossero per pochi secondo però, prima che lui
parlasse. “Maria…” Michael si era bloccato, incapace di continuare. Nella
sua mente aveva già provato quel discorso centinaia di volte ma ora,
pronunciarlo a voce alta, sembrava un’impresa troppo difficile. “Cosa
c’è?” “Io… - si passò una mano tra i capelli scompigliandoli – ti devo
parlare di una cosa seria” “Non possiamo aspettare la fine del ballo?” Lui
scosse il capo. Dato che non sapeva come introdurre il discorso lo disse e
basta. “Max ha trovato un modo per tornare su Antar” Maria sgranò gli
occhi e lo guardò come se fosse impazzito. Ne avevano discusso qualche volta
anche se era sempre sembrata una cosa molto remota. Fissandolo però capì che non
stava mentendo, era tutto vero. Di scatto si allontanò da lui. “Ma com’è
possibile?” “Tramite il diario siamo risaliti ad un nascondiglio segreto nel
deserto. Si è aperto nello stesso modo della camera dove siamo nati. Qui abbiamo
trovato uno strano cristallo cilindrico che viene usato come carica per azionare
il granilith. E’ tutto documentato e spiegato” Per lei quelle parole erano la
realizzazione del suo peggiore incubo. “Non ci credo” “Nemmeno noi
all’inizio. Invece è proprio così. Max lo ha azionato e ora abbiamo
ventiquattr’ore di tempo prima della partenza” “Che cosa? Mi stai dicendo
che… Adesso capisco” rispose alzando il tono di voce per mascherare il terrore
che stava crescendo dentro di lei. Michael tentò di avvicinarsi e toccarla ma
lei indietreggiò di nuovo, evitando per un soffio una coppia che ballava,
incurante di loro. “Non volevo farti soffrire” affermò. “Ecco spiegato
perché, improvvisamente, hai deciso di partecipare al ballo. Volevi darmi un
contentino prima di andartene via per sempre” “Non è così” Maria si morse
il labbro. Quella che doveva essere una serata stupenda si stava trasformando un
incubo. Avvertì gli occhi inumidirsi. “E allora com’è Michael? Spiegami cosa
non ho capito. Tu stai per partire per il tuo pianeta, andrai lontano anni luce
da qui e probabilmente non ci rivedremo mai più e tu…” Lui riuscì a zittirla
mentre l’abbracciava, attirandola contro il suo petto, soffocando le
proteste. “Shh. E’ sbagliato quello che hai detto. Vieni qui,
sediamoci”
Michael la fece accomodare ad un tavolo vuoto. Intorno a
loro tutti erano occupati a ballare o chiacchierare e la musica alta faceva sì
che nessuno prestasse attenzione a loro. Prese una mano di Maria e la tenne
stretta fra le sue, era fredda al tocco e lui si sentì in colpa per quello che
le stava facendo passare. Purtroppo il tempo scorreva inesorabile e lui non
aveva scelta. “E’ vero che partirò con Max, Isabel e Tess. Per tutta la mia
vita non ho fatto altro che sentirmi un pesce fuor d’acqua, cercando un indizio
sul mio passato, su chi ero, a quale posto appartenevo. Finalmente ho
l’occasione che ho sempre cercato: andare su Antar. Non ho idea di cosa troverò
una volta arrivato ma ho bisogno di partire e capire. Voglio sapere qualcosa
della mia famiglia, i nomi dei miei genitori, se avevo dei fratelli o delle
sorelle. Riesci a capirlo Maria?” concluse fissandola negli occhi, sperando
nella sua comprensione. Lei invece iniziò a scuotere il capo, rifiutandosi di
accettare quanto le stava dicendo. “No, io non ce la faccio. Tu vieni qui, mi
sorridi e poi pretendi che io venga a salutarti con la mano augurandoti buon
viaggio? Vattene Michael e non sprecare tempo a mandarmi una cartolina dal tuo
pianeta, non mi interessa” Lui rafforzò la stretta intorno alle sue dita.
“Tornerò” “Non ci credo” “Guardami – le ordinò in tono deciso e
aspettò finché lei non ubbidì - non sto scherzando. Non ho intenzione di restare
su Antar. Come ti ho detto prima, ho passato la vita convinto di appartenere a
quel pianeta ma, ultimamente, mi sono reso conto che è la Terra la mia vera
casa. Qui ho un lavoro, una casa, degli amici e, soprattutto, ho te
Maria” “Michael…” “Tornerò da te, lo prometto, anzi te lo giuro. Ho solo
bisogno di sapere se mi aspetterai” Le mancò il respiro nel sentire quelle
parole. Lui era un testone, molte volte irritante nei modi e nei discorsi, ma
aveva la specialità di spiazzarla nei momenti più imprevisti. Come
quello. Era riuscito, di nuovo, a toccare le corde giuste del suo cuore
facendole esplodere dentro una miriade di sensazioni, ricordandole il motivo per
cui era innamorata di lui. Non aveva nemmeno bisogno di pensarci, di
guardare dentro la sua anima per capire cosa doveva fare. “Ti aspetterò”
sussurrò stringendo forte le sue dita.
Asciugandosi una lacrima Maria si
sforzò di reagire e gli sorrise. “Non vorrai mica sprecare così la nostra
ultima sera seduti ad un tavolo spaceboy!” Un lampo passò negli occhi di
Michael e subito dopo si alzò di scatto, tirando in piedi anche lei. “Volevo
che fosse una serata speciale, da ricordare” “Cosa avevi in mente?” La
prese per mano raggiungendo velocemente l’uscita della palestra. “Vieni con
me e lo scoprirai”
*
Arrivarono fino all’appartamento di lui e
Maria rimase a bocca aperta entrando. La stanza era piena di candele accese e la
tavola era apparecchiata per due. “Ma cosa…” “So che ami la cucina
italiana e che scooby-doo è il tuo preferito” Ancora senza parole lei si
avvicinò al tavolo preparato in ogni dettaglio, non accorgendosi che il suo
spaceboy aveva acceso lo stereo. “Ma… è fantastico” commentò sinceramente
stupita ma felice per la sorpresa che le aveva preparato. Lui si avvicinò
dietro di lei e le mise le mani sulle spalle. “Speravo ti piacesse” Maria
si voltò e gli sorrise dolcemente. Tutta la rabbia e la paura per la sua
imminente partenza erano stati momentaneamente spazzati via dalla gioia di
quanto stava accadendo. Michael si era sempre dimostrato insensibile alle sue
richieste di essere un fidanzato perfetto, o quantomeno di sforzarsi di
dimostrare quanto ci tenesse a lei. Ecco che ora, senza che avesse domandato
nulla, lui creava una simile atmosfera da sogno. “E’ splendido” confermò
sincera. Con le dita lui percorse il contorno del suo viso, scese lungo la
gola e le sfiorò una spalla in modo seducente. “Balla con me” le sussurrò
all’orecchio con voce roca, mentre le faceva scivolare una mano sulla schiena
spingendola dolcemente contro di lui, finchè i loro corpi non aderirono. Con
l’altra prese intrecciò le loro dita stringendo forte. Maria appoggiò la
testa contro la sua spalla, mentre si muovevano a ritmo. Stava vivendo un
momento magico e la sua mente avrebbe associato per sempre ogni nota ascoltata a
quanto stava vivendo. Era sicura che quella musica provenisse direttamente dal
paradiso e così l’avrebbe sempre ricordata. “Non sono mai stato bravo con le
parole” esordì Michael poco dopo. “Non preoccuparti” gli rispose senza
sollevare il capo dal suo petto ma, quando si bloccò, rialzò il viso per
guardarlo. “Per proteggermi non ti ho mai permesso di guardare dentro di me.
Avevo paura. Ma voglio che tu capisca cosa rappresenti per me. Quanto hai
cambiato la mia vita” “L’ho capito lo stesso” Lui scosse la testa in segno
di diniego. “Non è la stessa cosa. Baciami”
Nell’istante in cui le
loro labbra si toccarono ci fu un’esplosione di immagini nella mente di Maria.
Rivisse le emozioni di Michael dal momento in cui era “nato” sulla Terra. Provò
il terrore di ritrovarsi solo in un ambiente sconosciuto, il dolore per i
maltrattamenti subiti vivendo con Hank, la tranquillità e la serenità insieme a
Max e Isabel e, infine, l’amore che provava per lei. Una sensazione di calore la
invase, toccandola fin nel profondo dell’anima. Quando si staccò da lui
aveva le lacrime agli occhi e il suo corpo era ancora scosso dalle vibrazioni
provocate da quanto aveva vissuto. “Io… Non so cosa dire…” esordì
accarezzandogli una guancia, con la voce rotta dall’emozione. “Ti amo
Maria” Per un attimo lei credette di morire. Neanche nei suoi sogni era mai
arrivata a sperare tanto, ad immaginare che lui riuscisse a dirle quelle due
parole così importanti. Invece era successo. Michael aveva dichiarato di
amarla, senza essere sollecitato o minacciato. Le tremarono le gambe e se non
fosse stata abbracciata a lui sarebbe sicuramente caduta per terra. Gli prese il
viso tra le mani fissando i suoi lineamenti, che aveva imparato a conoscere in
ogni piccolo particolare. Lo baciò teneramente, sperando di trasmettergli il
proprio amore, così come aveva fatto lui. In poco tempo la passione divampò
come un fuoco fra di loro, alimentato dal contatto delle loro labbra, delle mani
che vagavano sui corpi toccando, accarezzando, memorizzando tutto. Fare l’amore
fu una cosa spontanea, un modo per cementare di più i loro sentimenti ed essere
ancora più vicini.
“Ti amo anch’io” Queste furono le prime parole di
Maria quando riuscì a recuperare il fiato. Era quasi incredula di fronte
all’evoluzione di quella serata. Solo poche ore fa era arrabbiata con lui e
decisa a divertirsi al ballo. Adesso era qui, abbracciata a Michael, dopo aver
fatto l’amore con lui. Tutto questo superava di gran lunga la sua lista di
serate più importanti della sua vita. Si accoccolò meglio nell’incavo del
braccio di lui, godendo per il contatto contro la sua pelle. “Abbiamo fatto
passi da gigante nei rapporti tra umani e alieni non credi?” Solo lei poteva
trovare una frase simile per commentare quanto avevano fatto. Le baciò la testa
e la tenne stretta per un momento. Se fosse stato possibile posticipare la
partenza per Antar avrebbe rinunciato a tutti i suoi poteri in cambio. Era
riuscito per qualche ora a dimenticarsi di tutto, ma adesso non poteva più
ignorare che il tempo passava. “Devo farti una domanda” dichiarò
serio. Maria drizzò il capo, incuriosita. “Quale?” Michael la prese per
i fianchi facendola mettere sopra di lui. Le scostò i lunghi capelli biondi che
le erano ricaduti intorno al viso. “Ti ho praticamente portata via subito
dalla scuola e non siamo riusciti a fare il nostro ballo” “Non mi lamenterò
di certo per come è andato a finire” sottolineò maliziosamente, stampandogli un
bacio sul naso. “Lo faremo quando tornerò. Prometti di riservarmi il prossimo
ballo” dichiarò in tono solenne. Lei non ebbe nessun dubbio sulla veridicità
di quelle parole. Michael gliel’aveva giurato e aveva deciso di
credergli. “Promesso”
But don’t forget
who’s taking you home And in whose arms you're gonna be So darling save
the last dance for me
(Il titolo e il testo sono tratti
dalla canzone "Save the last dance" di Michael Bublè. )
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