E' una promessa

di Ghillyam
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È una promessa
 

Bellatrix Lestrange, ecco come l’avrebbero chiamata tutti.
Tutti, tranne uno.

No, lui l’avrebbe chiamata ancora con il nome con cui l’aveva conosciuta e con cui non avrebbe mai smesso di chiamarla: Bellatrix Black.

Una donna così bella non poteva portare il nome di qualcuno che non sarebbe mai stato alla sua altezza. Una donna fiera e ambiziosa come lei non avrebbe mai dovuto sposare una persona tanto stolta da non capire che colei che stava sposando non gli sarebbe mai appartenuta, ma che, anche nelle notti di più sfrenata passione, avrebbe rivolto i suoi pensieri ad un altro.

Questo è quello che pensava Sirius, mentre osservava da lontano il matrimonio di sua cugina. Druella e Cygnus Black avevano deciso di organizzare la cerimonia all’aperto, nell’immenso giardino del maniero della loro famiglia. Non avevano pensato che un rinnegato come lui sarebbe potuto piombare in casa loro per rovinare la cerimonia tra la loro primogenita e Rodolphus Lestrange, un nobile Purosangue francese che, secondo Sirius, non superava in intelligenza nemmeno un Troll di montagna. Era arrogante e spavaldo, questo sì, ma con Bellatrix l’arroganza e la spavalderia non avevano mai portato a niente e questo, Felpato, lo sapeva bene: le poche volte che si era atteggiato in presenza della cugina era stato vittima di fatture di cui non aveva mai sospettato nemmeno l’esistenza.

Quel giorno, però, Sirius, non era venuto per rovinare un matrimonio. L’unica ragione per cui ora si trovava lì era osservare la ragazza che gli aveva sconvolto la vita commettere l’errore più grande della sua.

I ricordi dei momenti passati con lei si affollarono nella mente del ragazzo: immagini di loro due, nascosti in qualche ala della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, intenti a consumare quello che avevano sempre definito un amore dannato si sostituivano alle scene dei duelli intrapresi nei corridoi della scuola quando, dopo un litigio – quasi sempre causato dalle diverse idee che, entrambi, erano convinti fossero le più giuste in cui credere – non riuscivano a dominare l’impulso, che ognuno di loro aveva, di dominare sull’altro.

Sirius fu distolto da quei pensieri quando vide i due neo-sposi, applauditi dalle famiglie, percorrere la navata in senso opposto all’altare e dirigersi verso l’entrata della casa dove si sarebbe tenuto il ricevimento per festeggiare quella felice unione.

Felice, ma non per tutti pensò con amarezza il Grifondoro e fu in quel momento che il ragazzo incrociò lo sguardo di Bellatrix.

Lei lo aveva visto e, per un momento, gli era parso di scorgere, in quegli occhi neri come la notte, una richiesta d’aiuto. Una muta supplica che gli chiedeva di portarla lontana da lì, lontana dalla famiglia che le aveva sempre imposto come comportarsi e non le aveva mai dato libertà di scelta e che, fin da quando era bambina, le aveva insegnato a ritenere Mezzosangue e Nati Babbani la feccia della civiltà magica.

Sirius, però, non accolse quella richiesta e dopo aver rivolto un piccolo sorriso in direzione della cugina si voltò e se ne andò: era un addio. Bella aveva fatto la sua scelta. Con quel matrimonio aveva deciso di restare fedele ai Black e, da quella scelta, non si poteva tornare indietro.

Il ragazzo non poté vedere lo sguardo carico d’odio che Bellatrix gli aveva rivolto nel momento in cui si era girato per andarsene, per sempre, lontano da lei.

Ti ucciderò per essertene andato, per aver lasciato la nostra famiglia, per avermi abbandonata. Questa è una promessa e Bellatrix Black mantiene sempre le sue promesse




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